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Digital Europe: una nuova tornata di bandi per la digitalizzazione della società

La Commissione europea ha annunciato oltre 204 milioni di euro di finanziamenti dell’UE nell’ambito del programma Digital Europe per promuovere la diffusione di tecnologie digitali innovative in tutta Europa. Questi bandi riguardano settori come i big data, la ricerca biomedica e l’intelligenza artificiale nell’imaging medico.

I NUOVI BANDI

I bandi, pubblicati il 4 novembre, comprendono in particolare:

  • un finanziamento di 79,2 milioni di euro per il consolidamento e 8 milioni di euro per il completamento della rete di centri europei di innovazione digitale che aiutano le imprese europee a digitalizzare le loro attività;
  • 22,5 milioni di euro andranno a sostegno della ricerca biomedica e dell’introduzione dell’assistenza sanitaria personalizzata attraverso l’infrastruttura europea di dati genomici;
  • 14,4 milioni di euro per l’implementazione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale nell’imaging medico.
  • In aggiunta, ci sarà un investimento di 6 milioni di euro a favore degli hub dell’Osservatorio europeo dei media digitali (EDMO) per combattere la disinformazione.
I bandi

La deadline per questi bandi è fissata per il 3 marzo 2026. 

Presentazione delle nuove call

Il 17 novembre 2025 alle ore 10:00 si terrà, online, l’Info Day on digital health topics under DIGITAL Europe Programme – 9th Call for proposals organizzato dalla Commissione europea.
L’incontro offrirà informazioni utili per comprendere i contenuti delle call, le priorità di investimento e le modalità di partecipazione.
L’evento rappresenta quindi un’occasione strategica per ricercatori, imprese, enti pubblici e organizzazioni che intendono sviluppare soluzioni innovative nel campo della trasformazione digitale in ambito sanitario.

 

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Italia: approvata in via definitiva la legge quadro sull’Intelligenza Artificiale

Il Governo italiano ha annunciato l’approvazione definitiva della legge nazionale sull’Intelligenza Artificiale, che stabilisce un quadro regolatorio volto a promuovere lo sviluppo sicuro, etico e trasparente dell’IA nel Paese. Il provvedimento era atteso da tempo e rappresenta un passo chiave per integrare la normativa UE nel contesto nazionale.

Contenuti principali e obiettivi della legge sull’Intelligenza Artificiale

La legge si fonda su princìpi di uso antropocentrico, trasparente e sicuro dell’IA, con particolare attenzione a innovazione, cybersicurezza, accessibilità e tutela della riservatezza. Interviene in modo organico su più settori che possono beneficiare di questa nuova tecnologia – sanità, lavoro, pubblica amministrazione e giustizia, formazione e sport – prevedendo garanzie di tracciabilità, responsabilità umana e centralità della decisione finale di una persona fisica.

In particolare, la nuova legge quadro introduce principi generali e disposizioni operative riguardanti:

  • trasparenza: obblighi di informazione sugli algoritmi e sistemi decisionali automatizzati;
  • controlli e vigilanza: autorità competenti per il mercato digitale, strumenti di supervisione e sanzioni;
  • diritti digitali dei cittadini: accesso a spiegazioni e misure di tutela, compresa la tutela contro discriminazioni automatiche;
  • armonizzazione con l’AI Act europeo: la legge nazionale è pensata per stare in coerenza con il regolamento UE sull’intelligenza artificiale.

L’obiettivo della normativa è di favorire la fiducia nei sistemi IA, stimolare l’innovazione responsabile e creare un equilibrio tra sviluppo tecnologico e protezione dei diritti fondamentali.

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Pubblicato lo studio dell’UE sull’impiego dell’intelligenza artificiale nei sistemi sanitari

In questo nuovo studio, commissionato dalla Commissione europea, si articola come l’intelligenza artificiale abbia un grande potenziale per migliorare l’efficienza, ridurre gli oneri amministrativi e migliorare la diagnosi e il trattamento nel settore sanitario, ma la sua diffusione rimane lenta a causa di ostacoli tecnologici, normativi, organizzativi e culturali. L’UE è in una posizione ideale per guidare un’adozione sicura, etica ed equa, a condizione che le sfide siano affrontate e che vengano attuati quadri di sostegno.

Il nuovo studio dell’UE

I sistemi sanitari di tutto il mondo devono affrontare pressioni crescenti dovute ai cambiamenti demografici, all’aumento della prevalenza di malattie croniche e complesse, all’incremento dei costi e alla carenza di personale. L’intelligenza artificiale (IA) offre un potenziale significativo per mitigare queste sfide, migliorando l’efficienza, riducendo gli oneri amministrativi e migliorando i percorsi diagnostici e terapeutici. Nonostante queste promesse, l’adozione degli strumenti di IA nella pratica clinica rimane limitata e lenta.

Per redigere lo studio la Commissione europea ha utilizzato un approccio misto che combina analisi della letteratura esistente, consultazioni con gli stakeholder, sondaggi, interviste, workshop e casi di studio. Ha identificato i principali ostacoli che impediscono l’implementazione dell’IA nell’assistenza sanitaria in quattro ambiti: sfide tecnologiche e relative ai dati, complessità legali e normative, vincoli organizzativi e aziendali, fattori sociali e culturali. Allo stesso tempo, ha evidenziato gli acceleratori, ovvero le strategie di successo attuate dagli ospedali a livello globale, che potrebbero ispirare le migliori pratiche nell’Unione europea.

Lo studio sottolinea la posizione unica dell’UE nel guidare l’implementazione sicura, efficace, etica ed equa dell’IA nell’assistenza sanitaria. Trovando un equilibrio tra il sostegno all’innovazione e la tutela dei diritti dei pazienti, l’UE può contribuire a promuovere l’adozione sostenibile dell’IA. Particolare attenzione è rivolta al potenziale trasformativo dell’IA nella cura del cancro, nella fornitura di assistenza sanitaria a distanza e nell’uso di dati sanitari su larga scala.

Le considerazioni future delineate nello studio includono la definizione di standard comuni per la governance dei dati e l’interoperabilità, lo sviluppo di centri di eccellenza, la garanzia di meccanismi di finanziamento, la conduzione di valutazioni delle prestazioni locali e la creazione di cataloghi di soluzioni di IA affidabili. Viene inoltre proposto un quadro di monitoraggio e indicatori per seguire i progressi e garantire l’integrazione a lungo termine.

Lo studio conclude che, sebbene l’IA da sola non possa risolvere le pressioni sistemiche sul settore sanitario, essa può essere un fattore determinante per la creazione di sistemi sanitari più resilienti, efficienti e incentrati sul paziente in tutta Europa, a condizione che vengano affrontati gli ostacoli e sfruttati gli acceleratori.

 

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Al via la IT4LIA AI Factory: Bologna diventa uno dei principali centri europei per l’intelligenza artificiale

L’IT4LIA AI Factory, inaugurata al DAMA Tecnopolo di Bologna con un investimento di 420 milioni di euro, è una delle prime piattaforme europee dedicate all’intelligenza artificiale. L’iniziativa, sostenuta da UE, Governo e istituzioni italiane, consolida l’Italia come hub strategico per supercalcolo, big data e innovazione digitale.

Il lancio dell’IT4LIA AI Factory

L’IT4LIA AI Factory è una delle prime piattaforme europee interamente dedicate all’intelligenza artificiale. L’avvio del progetto è stato celebrato con un evento istituzionale di rilievo nazionale ed europeo, che ha visto la partecipazione della vicepresidente della Commissione europea Henna Virkkunen, della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e del presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, insieme a rappresentanti del mondo scientifico e industriale.

La giornata è iniziata con la visita alle infrastrutture del Tecnopolo gestite da Cineca e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che ospitano strumenti di calcolo tra i più avanzati d’Europa: dal supercomputer Leonardo alla piattaforma cloud Gaia, fino ai futuri sistemi di calcolo quantistico e al data center INFN-CNAF.

Secondo Virkkunen, IT4LIA dimostra l’impegno dell’Italia verso la sovranità digitale e contribuisce a rendere l’Europa un continente leader per un’IA sicura ed etica. La ministra Bernini ha sottolineato il ruolo strategico del Tecnopolo, integrato con il Centro nazionale HPC, Big Data e Quantum Computing, e ha evidenziato le opportunità per PMI, startup e pubbliche amministrazioni nei settori agroalimentare, manifatturiero e della cybersicurezza.

L’iniziativa conferma l’Emilia-Romagna come hub europeo del supercalcolo e della ricerca avanzata, generando opportunità concrete di sviluppo e lavoro qualificato. Anche il direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Bruno Frattasi, ha ribadito come la Factory rappresenti un tassello chiave per l’autonomia tecnologica italiana.

Il progetto beneficia di un investimento di circa 420 milioni di euro, cofinanziato dalla Commissione europea e dal Governo italiano, con la collaborazione di Austria e Slovenia e il supporto di istituzioni e università italiane. Grazie a un modello a sportello unico, IT4LIA AI Factory offrirà accesso semplificato a dati e servizi avanzati, rafforzando la collaborazione tra ricerca, imprese e istituzioni e consolidando il ruolo dell’Italia come protagonista europea dell’intelligenza artificiale e del supercalcolo.

 

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Commissione UE: Final report sul ruolo dell’IA sul futuro dell’assistenza sanitaria

La Commissione Europea ha pubblicato un final report intitolato “Deployment of AI in Healthcare”, che analizza l’adozione dell’IA in 27 Stati membri, individuando casi d’uso in radiologia, medicina di laboratorio, gestione clinica e medicina personalizzata.

FINAL REPORT: vantaggi e sfide secondo lo studio UE

L’intelligenza artificiale (IA) sta cambiando profondamente il settore della sanità europea, introducendo soluzioni innovative per diagnosi, trattamenti e gestione dei dati, ma anche nuove sfide legate a etica, trasparenza e sicurezza.

A tal proposito, tra i benefici segnalati figurano il miglioramento dell’accuratezza diagnostica, la riduzione dei tempi di attesa e l’ottimizzazione delle risorse sanitarie. Per quanto concerne le sfide aperte, come la carenza di competenze digitali, il documento segnala la necessità di infrastrutture adeguate e l’armonizzazione delle norme sulla protezione dei dati.

Il documento raccomanda di:

  • sviluppare standard comuni per l’uso sicuro ed etico dell’IA;
  • promuovere la formazione continua degli operatori sanitari sulle tecnologie emergenti;
  • investire in infrastrutture digitali interoperabili;
  • rafforzare la cooperazione tra Stati membri per condividere buone pratiche e dati di qualità

Centrale resta l’approccio human-centric, che mantiene il controllo clinico nelle mani dei professionisti, con l’IA a supporto del giudizio medico.

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OMS, ITU e WIPO: nuovo report sull’uso dell’intelligenza artificiale nella medicina tradizionale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) e l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO) hanno presentato, in occasione dell’AI for Good Global Summit, un nuovo rapporto tecnico: Mapping the application of artificial intelligence in traditional medicine.

IA nella medicina tradizionale: focus sul report

Il documento, pubblicato nell’ambito della Global Initiative on AI for Health, delinea le principali applicazioni dell’IA per valorizzare i saperi tradizionali in oltre 170 Paesi, tutelando al contempo il patrimonio culturale e la sovranità dei dati delle comunità locali.

Il rapporto descrive l’esperienze dell’IA già in corso nella medicina tradizionale: dall’uso di modelli predittivi per identificare piante medicinali in Africa, alle diagnosi personalizzate in Ayurveda, fino all’analisi di composti naturali per terapie innovative in Asia. Tali esempi mostrano come l’IA possa supportare ricerca, innovazione e accesso a cure personalizzate, con benefici concreti per milioni di persone che si affidano a pratiche TCIM.

Inoltre, secondo OMS, ITU e WIPO, la sfida principale è integrare l’IA nella medicina tradizionale senza compromettere i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali. Pertanto, il documento sottolinea l’importanza di modelli di governance dei dati guidati dalle comunità stesse e di normative che ne garantiscano controllo e benefici. A tal proposito, la proprietà intellettuale gioca un ruolo strategico per evitare fenomeni di biopirateria e favorire una gestione equa delle risorse naturali e delle conoscenze tradizionali.

Il rapporto, infine, propone una serie di azioni per rafforzare le competenze digitali, quali: sviluppo di politiche nazionali mirate, investimenti in ecosistemi IA inclusivi, standard globali per qualità e interoperabilità dei dati, formazione di operatori e comunità.

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comunicazione in salute Salute Globale

Intelligenza artificiale e comunicazione sanitaria: l’analisi dell’Università di Zurigo e WHO/Europe

Un recente studio intitolato “Responsible artificial intelligence in public health: a Delphi study on risk communication, community engagement and infodemic management” analizza opportunità e criticità legate all’impiego dell’intelligenza artificiale in tre ambiti chiave della sanità pubblica: la comunicazione del rischio, il coinvolgimento delle comunità e la gestione dell’infodemia.

Il lavoro è stato coordinato dall’Università di Zurigo in collaborazione con l’Ufficio Regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO/Europe).

Lo studio si basa su un’indagine Delphi condotta su 54 esperti internazionali provenienti da 27 Paesi, attivi nei settori della salute pubblica, della tecnologia, della comunicazione e dell’etica, e individua principi guida e azioni prioritarie per promuovere un utilizzo etico e responsabile dell’IA nei contesti sanitari.

Principi guida per l’uso dell’intelligenza artificiale in sanità

Dall’analisi emergono numerose opportunità per l’impiego dell’IA nella personalizzazione dei messaggi sanitari e nel monitoraggio delle informazioni online, con particolare efficacia nel contrasto alla disinformazione. Tuttavia, vengono segnalati anche rischi significativi, tra cui bias algoritmici, violazioni della privacy e perdita di fiducia da parte del pubblico.

L’intelligenza artificiale è considerata meno adatta, al momento, a sostituire il coinvolgimento diretto delle comunità, che resta un elemento centrale nelle strategie di comunicazione sanitaria. Tra gli output dello studio sono stati individuati sette principi guida per un utilizzo responsabile dell’IA nella salute pubblica, con enfasi su equità, trasparenza, inclusività e controllo umano.

Le azioni raccomandate comprendono la definizione di norme e regolamenti chiari per l’uso dell’IA nei contesti sanitari, l’investimento in formazione e infrastrutture digitali, lo sviluppo di sistemi di feedback e l’attivazione di iniziative per rafforzare la fiducia pubblica nell’utilizzo delle tecnologie emergenti.

Lo studio rappresenta un contributo rilevante per orientare le politiche sanitarie a livello nazionale e internazionale. I risultati offrono indicazioni utili alle istituzioni che intendono integrare strumenti basati su intelligenza artificiale nelle strategie di prevenzione, preparazione e risposta alle emergenze.

Promuovere un uso responsabile di queste tecnologie è essenziale per rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari e migliorare l’efficacia della comunicazione con la popolazione.

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digital health

Meeting del Gruppo interregionale sulla salute e il benessere del CdR sull’intelligenza artificiale

In qualità di segretariato del Gruppo interregionale sulla salute e il benessere (Interregional Group on Health and Well-being, IRGHW) del Comitato delle Regioni, EUREGHA presenterà il 2 luglio p.v. il prossimo meeting del gruppo, dedicata al tema, attuale e in rapida evoluzione, dell’intelligenza artificiale nei sistemi sanitari regionali.

Informazioni del meeting

L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando l’assistenza sanitaria, favorendo diagnosi più rapide, trattamenti più personalizzati e una maggiore efficienza dei servizi sanitari. Tuttavia, in Europa, le regioni stanno adottando l’IA a ritmi diversi a seconda delle infrastrutture, della preparazione digitale, dei contesti normativi e della capacità di investimento. Questo meeting esplorerà come l’IA viene implementata nei sistemi sanitari regionali, evidenzierà le buone pratiche e identificherà le opportunità per una maggiore collaborazione e allineamento a livello europeo.

Punti chiave del meeting:

  • Discorso di apertura di Birgitta Sacrédeus, presidente dell’IRGHW.
  • Presentazione del Prof. Josep Redón, Direttore scientifico dell’INCLIVA Instituto de Investigación Sanitaria – panoramica dell’applicazione dell’IA nel campo della salute come sfida principale in Europa per realizzare realmente lo Spazio europeo dei dati sanitari.
  • Prospettive regionali da parte di Ulrick Skipper Espelund, professore dell’Università di Aarhus, su come colmare il gap di implementazione con un metodo di utilizzo dei dati in tempo reale – esempi dal progetto SOFUS.
  • Discussione con i membri dell’IRGHW e gli stakeholders.

 

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Thematic Networks: aperta la call 2025 per le reti tematiche europee

È aperta la call 2025 per la presentazione di proposte di Thematic Networks nell’ambito della EU Health Policy Platform, la piattaforma collaborativa della Commissione europea per il dialogo tra istituzioni e stakeholder in ambito sanitario.

Le proposte potranno essere inviate entro il 22 agosto 2025 alle ore 23:59 (CEST).

Thematic Networks 2025: collaborazione per politiche sanitarie condivise

Le Thematic Networks sono reti di stakeholder attivi su tematiche di salute pubblica, incaricati di redigere una Joint Statement che raccolga proposte, evidenze e raccomandazioni politiche in uno dei seguenti ambiti prioritari:

  • One Health: dialogo integrato tra salute umana, animale, vegetale e ambiente.
  • Salute cardiovascolare: approccio coordinato alle azioni sanitarie.
  • Innovazione e adozione: fiducia in intelligenza artificiale e digital twin in salute e cura.

Sono ammesse anche proposte su altri temi rilevanti di politica sanitaria, purché motivate da solide evidenze. Le proposte saranno valutate dalla Commissione Europea a settembre 2025, quindi sottoposte a voto pubblico sulla piattaforma Agora. Le 3-4 più votate parteciperanno al ciclo ufficiale delle Thematic Networks 2025.

Le organizzazioni selezionate organizzeranno una serie di webinar (dicembre 2025 – aprile 2026) per presentare il proprio lavoro. Le Joint Statements saranno presentate durante l’EU Health Policy Platform Annual Meeting nella primavera 2026.

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lotta contro il cancro digital health

BD4QoL: migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da tumore testa-collo

BD4QoL (“Big Data Models and Intelligent tools for Quality of Life monitoring and participatory empowerment of head and neck cancer survivors”) è un progetto innovativo finanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea. Il progetto ha l’obiettivo di supportare i pazienti che hanno completato con successo un percorso di cura per il tumore della testa e del collo, aiutandoli a recuperare una qualità della vita (QoL) ottimale, facilitando la diagnosi precoce di nuove condizioni di salute e consentendo interventi efficaci da parte dei medici di riferimento. Per valutarne l’efficacia nel supportare i pazienti dopo il trattamento, è attualmente in corso uno studio clinico randomizzato con oltre 300 pazienti arruolati, condotto in quattro ospedali in Italia e nel Regno Unito.

Il progetto, che si concluderà a dicembre 2025, è coordinato dall’Università di Milano e coinvolge 16 partner, tra cui regioni, aziende, ospedali, università e istituti di ricerca, provenienti da sette Paesi europei.

La Piattaforma BD4QoL

Per aiutare i pazienti a migliorare la loro qualità della vita dopo il percorso di cure, una grande quantità di dati sanitari, inclusi lo stato emotivo e la partecipazione sociale, viene raccolta tramite smartphone e analizzata in tempo reale. Algoritmi predittivi basati sull’Intelligenza Artificiale interpretano queste informazioni per definire la QoL del paziente, mentre tecniche di modellazione comportamentale rilevano i cambiamenti nel tempo e attivano raccomandazioni e avvisi personalizzati. Questo processo non solo informa e responsabilizza i pazienti, ma avvisa anche i medici di riferimento nel caso in cui vengano rilevati segnali di deterioramento della qualità della vita. BD4QoL sta implementando tre componenti chiave:

  • Chatbot basato su IBM Watson per il supporto ai pazienti: Un chatbot intuitivo che offre un’interfaccia in linguaggio naturale, invia messaggi motivazionali e genera avvisi in caso di variazioni nella salute o nell’attività sociale. Inoltre, consente ai pazienti di informare il team clinico sul proprio stato di salute e sui progressi, registrando eventuali sintomi.
  • App per i partecipanti allo studio: Due app vengono utilizzate sia per raccogliere dati dai pazienti sia per condividere con loro dashboard di monitoraggio e analisi. I dati raccolti riguardano informazioni comportamentali personali relative alla sfera sociale, fisica e al sonno, essenziali per valutare la qualità della vita di un individuo.
  • Monitoraggio di QoL dei pazienti presso il Point of Care (PoC): Il PoC integra un innovativo sistema di gestione del flusso di lavoro per il monitoraggio quotidiano da parte dei medici di avvisi, visite, sintomi riportati e valutazioni periodiche della qualità della vita dei pazienti. Questo sistema facilita il riconoscimento precoce delle morbilità e delle alterazioni potenzialmente rilevanti per la previsione del rischio e il miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
Empowerment dei pazienti con i dati sulla qualità della vita: il pilota in Lombardia

Nell’ambito delle attività del progetto, un’iniziativa pilota in Regione Lombardia sta esplorando come includere indicatori di qualità della vita raccolti da BD4QoL all’interno del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) dei pazienti che partecipano al progetto.

Alcuni partner, tra cui ARIA SpA e Regione Lombardia, stanno collaborando a una soluzione che renda disponibili ai pazienti tre questionari validati sulla qualità della vita (EORTC), raccolti durante il trial, insieme ai punteggi di QoL visualizzati nel PoC. I pazienti avranno dunque accesso a un report contenente i propri dati sulla qualità della vita, che potranno scaricare in formato PDF e caricare nella sezione “Taccuino” del proprio FSE, arricchendo così la loro storia clinica. Inoltre, potranno concedere ad altri medici l’accesso ai propri dati di QoL all’interno del FSE per cure più efficaci e personalizzate. Questa soluzione sarà presto testata presso l’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano.

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