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comunicazione in salute

Abbattere la barriera linguistica nella salute e nei diritti sessuali e riproduttivi

La giustizia linguistica è una componente fondamentale per garantire che tutte le persone possano ricevere informazioni e cure sanitarie nella propria lingua o in una lingua che comprendono pienamente.

Barriere linguistiche, comprese le differenze tra lingua parlata, lingua scritta, alfabetizzazione e comunicazione culturale, continuano a ostacolare l’accesso equo alla salute. Questo vale soprattutto per i gruppi emarginati, incluse persone migranti, rifugiate, con disabilità o appartenenti a minoranze etniche e linguistiche.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed il Programma Speciale delle Nazioni Unite per la Riproduzione Umana (HRP) hanno dato vita ad una nuova iniziativa con l’obiettivo di sostenere l’accesso universale ai diritti e ai servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva (SRHR).

Pascal Brice, responsabile dei servizi linguistici dell’OMS, sottolinea l’importanza di pensare ad un pubblico di destinazione non anglofono sin dall’inizio del processo di interpretazione e traduzione delle informazioni sanitarie.

Le criticità derivanti dalla mancanza di un linguaggio inclusivo e comprensibile possono essere affrontate solo con un cambio di paradigma che riconosca la centralità della comunicazione in tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria.

Anche le parole apparentemente più semplici possono avere significati complessi, come è emerso dalla traduzione del questionario in lingua inglese sulla salute e la pratica sessuale (SHAPE) in 19 lingue da parte dei ricercatori dell’HRP Alliance for Research Capacity Strengthening.

Coinvolgimento, co-creazione e multilinguismo verso la giustizia linguistica

L’OMS e l’HRP sottolineano l’importanza della co-creazione dei contenuti informativi e formativi con le comunità locali, affinché il linguaggio utilizzato sia non solo comprensibile, ma anche rispettoso e culturalmente rilevante.

La traduzione, infatti, non basta: occorre una revisione strutturale del modo in cui si comunica in ambito sanitario, integrando strumenti multilingue, interpreti professionisti, mediazione culturale e strategie di comunicazione accessibili che tengano conto dei diversi contesti culturali.

Sono inoltre raccomandati investimenti nella formazione degli operatori sanitari, nell’impiego di tecnologie linguistiche inclusive e nello sviluppo di politiche che mettano al centro i bisogni comunicativi delle persone. La crescita dell’intelligenza artificiale per la traduzione crea enormi opportunità, ma anche rischi in termini di accuratezza e coerenza, che possono compromettere la fiducia delle persone nelle prove scientifiche e nei loro diritti.

La giustizia linguistica è un elemento chiave per il raggiungimento dell’equità sanitaria e dei diritti umani universali.

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digital health

Studio OMS: l’IA per migliorare la comunicazione del rischio e la gestione delle informazioni

L’intelligenza artificiale può aiutare le autorità sanitarie pubbliche a combattere la disinformazione e a migliorare la comunicazione in caso di emergenza, adattando i messaggi e individuando le narrazioni dannose, ma un uso etico e una forte governance sono essenziali per evitare rischi come pregiudizi e disuguaglianze. Per questo motivo il nuovo studio dell’OMS/Europa e dell’Università di Zurigo spinge ad usare in maniera responsabile e inclusiva l’IA.

LO STUDIO

L’intelligenza artificiale (IA) può supportare le autorità sanitarie pubbliche nella gestione dei rischi e nella lotta alla disinformazione durante le emergenze sanitarie, secondo un nuovo studio dell’Università di Zurigo e dell’OMS/Europa, pubblicato su BMJ Global Health. Lo studio è la prima valutazione internazionale e multidisciplinare del ruolo dell’IA nella comunicazione del rischio, nel coinvolgimento della comunità e nella gestione dell’infodemia (risk communication, community engagement and infodemic management (RCCE-IM)).

Un gruppo di 54 esperti provenienti da 27 Paesi ha valutato come l’IA possa migliorare le comunicazioni di emergenza. I vantaggi principali includono l’adattamento dei messaggi sanitari a popolazioni specifiche, la risposta alle preoccupazioni del pubblico in tempo reale e l’aumento della portata e dell’inclusività dei messaggi, soprattutto in contesti multilingua e poco serviti. L’intelligenza artificiale potrebbe svolgere un ruolo trasformativo nell’identificare precocemente le narrazioni dannose e nel promuovere informazioni accurate e culturalmente rilevanti.

Tuttavia, lo studio sottolinea l’importanza della governance etica. È necessario affrontare rischi come i pregiudizi degli algoritmi, le violazioni della privacy e l’aggravarsi delle disuguaglianze sanitarie. Messaggi poco mirati o dati utilizzati in modo improprio possono involontariamente danneggiare gruppi vulnerabili o amplificare significativamente la disinformazione.

Lo studio raccomanda framework chiari, progettazione inclusiva, formazione per gli operatori sanitari e coordinamento globale per guidare l’uso etico dell’IA. Lo studio è in linea con la strategia Preparedness 2.0 dell’OMS/Europa e con il Piano d’azione regionale per la salute digitale 2023-2030, che danno entrambi priorità alla governance digitale e alla resilienza infodemica.

 

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Salute Globale

OMS: 15a riunione della Task Force europea Ambiente e Salute – EHTF

Il prossimo 17 giugno 2025, si terrà in modalità online la 15ª riunione della European Environment and Health Task Force (EHTF), organizzata dal Centro Europeo dell’OMS per l’Ambiente e la Salute con sede a Bonn.

L’EHTF è l’organismo intergovernativo responsabile dell’attuazione del Processo Europeo su Ambiente e Salute (EHP), la prima iniziativa internazionale volta a eliminare le minacce ambientali più significative per la salute umana nella Regione Europea dell’OMS.

Obiettivi e temi della riunione EHTF

L’incontro rappresenta un’opportunità per fare il punto sull’attuazione della Dichiarazione di Budapest del 2023 e delineare le priorità strategiche per il periodo 2026–2027. Durante l’evento, i rappresentanti degli Stati membri e delle organizzazioni partner discuteranno:

  • i progressi compiuti nell’attuazione della roadmap della Dichiarazione di Budapest;
  • le linee guida per il nuovo Programma di Lavoro dell’EHTF 2026–2027, con particolare attenzione ai cambiamenti trasformativi necessari per affrontare le sfide ambientali e sanitarie emergenti;
  • l’elezione del nuovo Bureau dell’European Environment and Health Task Force per il mandato 2025–2027;
  • le principali novità nel panorama europeo e globale su ambiente e salute, promuovendo una maggiore collaborazione intersettoriale.

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Altro

31 maggio: Giornata mondiale senza tabacco

Il 31 maggio 2025 ricorre la Giornata mondiale senza tabacco (World No Tobacco Day – WNTD). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lancia un forte appello contro le tattiche dell’industria del tabacco e della nicotina, che continuano a rendere i prodotti nocivi attraenti, soprattutto per i giovani.

Tabacco: come l’industria manipola i gusti per creare dipendenza

La campagna 2025 si concentra sulla denuncia dei gusti aromatizzati (oltre 16.000) e dei design manipolativi usati per creare una falsa percezione di innocuità e instaurare una dipendenza a lungo termine.

L’OMS sottolinea come aromi, marketing glamour e packaging accattivanti siano studiati per sedurre soprattutto gli adolescenti, alimentando un circolo vizioso di consumo difficile da interrompere.

Tra le proposte sostenute dall’Organizzazione figurano:

  • divieto degli aromi nei prodotti del tabacco e della nicotina;
  • normative più severe su design e pubblicità;
  • campagne di sensibilizzazione per smascherare le strategie dell’industria;
  • protezione delle nuove generazioni da danni a lungo termine.

Il messaggio centrale dell’edizione 2025 è chiaro: è ora di eliminare l’attrattiva artificiale del tabacco e proteggere il diritto alla salute pubblica.

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cure integrate Salute mentale

Salute mentale: l’OMS/Europa promuove l’integrazione nei servizi primari

L’OMS/Europa ha pubblicato uno studio che promuove un cambiamento sistemico: integrare la salute mentale all’interno dell’assistenza sanitaria primaria. L’iniziativa mira a ridurre lo stigma, ampliare l’accesso alle cure e rispondere al crescente bisogno di supporto psicosociale nei Paesi dell’area europea.

Salute mentale: cure più accessibili, inclusive e territoriali

La ricerca si basa su un’analisi condotta in sei Paesi dell’Europa centro-orientale: Armenia, Georgia, Kosovo, Repubblica Moldova, Romania e Ucraina. Secondo l’OMS, l’integrazione della salute mentale nella Primary Health Care (PHC) offre numerosi vantaggi:

  • maggiore accessibilità alle cure per le persone con disturbi mentali comuni;
  • possibilità di diagnosi e intervento precoce attraverso i medici di base;
  • riduzione del ricorso ai servizi psichiatrici ospedalieri;
  • abbattimento dello stigma sociale che ancora oggi circonda la salute mentale.

Lo studio evidenzia anche come molti sistemi sanitari della regione restino ospedalocentrici, con personale sottodimensionato e scarse risorse per l’assistenza comunitaria. Per superare queste barriere, l’OMS propone un modello di assistenza integrata, in cui i professionisti della salute mentale lavorino a stretto contatto con il personale di medicina generale.

Sono inoltre raccomandate:

  • la formazione dei team multidisciplinari;
  • la riforma normativa per autorizzare i trattamenti a livello territoriale;
  • il coinvolgimento attivo delle comunità locali e dei pazienti;
  • la definizione di standard di qualità e indicatori condivisi.

L’OMS ribadisce che il rafforzamento della salute mentale nella PHC è una delle chiavi per costruire sistemi sanitari più resilienti, equi e centrati sulla persona, anche in contesti fragili o post-bellici come quello ucraino.

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Salute Globale

OMS: l’iniziativa globale “Preparazione e resilienza alle minacce emergenti” (PRET)

Le malattie respiratorie sono causate da virus, batteri o funghi che infettano i polmoni e si diffondono facilmente tra le persone. Sebbene per alcuni agenti patogeni esista un’immunità, nuovi ceppi possono scatenare pandemie globali, come si è visto con il COVID-19. Conoscere questi agenti patogeni e disporre di solidi piani di preparazione è fondamentale per ridurre i rischi e gli impatti di future pandemie.

LA PRET ED IL SUO RUOLO

Gli insegnamenti tratti dalle pandemie passate hanno dato forma all’iniziativa Preparedness and Resilience for Emerging Threats (PRET) (Preparazione e resilienza alle minacce emergenti). Lanciata dall’OMS, PRET mira a rafforzare la preparazione alle pandemie attraverso quattro principi guida: garantire la prontezza operativa a livello nazionale, adattare gli approcci globali ai contesti regionali, promuovere la collaborazione globale e adottare un approccio multisettoriale.

PRET sottolinea che i sistemi, gli strumenti e le conoscenze condivise possono essere applicati a tutti i gruppi di agenti patogeni, in particolare a quelli di natura respiratoria. L’iniziativa promuove l’equità, l’inclusività e l’azione coordinata.

Il primo modulo PRET, lanciato nell’aprile 2023, si è concentro sugli agenti patogeni respiratori a causa della loro elevata trasmissibilità. L’OMS/Europa ha introdotto la PRET attraverso workshop e incontri in 48 Paesi, aiutando le nazioni a rivalutare la loro preparazione alle pandemie. I Paesi stanno aggiornando i piani nazionali per chiarire i ruoli degli stakeholder, migliorare la distribuzione dei vaccini, implementare i sistemi di sorveglianza e coinvolgere le comunità negli sforzi di comunicazione.

Testare i piani di preparazione è fondamentale. Le esercitazioni di simulazione (Simulation exercises (SimEx)) identificano i punti deboli, migliorano il coordinamento e rafforzano la capacità di risposta. La PRET è allineata con il PIP (Pandemic Influenza Preparedness) Framework dell’OMS, che sostiene la pianificazione delle pandemie, la sorveglianza dei virus e l’accesso equo ai vaccini. I contributi attraverso il PIP Framework aiutano a migliorare la preparazione globale investendo in aree chiave come la capacità normativa, la pianificazione e la protezione della comunità.

Insieme, la PRET e il PIP Framework garantiscono che i Paesi siano meglio equipaggiati per affrontare future pandemie respiratorie con resilienza e coordinamento.

 

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workforce

OMS: nuovo rapporto sulla forza lavoro infermieristica

Secondo il rapporto State of the World’s Nursing 2025 redatto dall’OMS, e dal Consiglio Internazionale degli Infermieri (Council of Nurses) e dei partner, la forza lavoro infermieristica globale è cresciuta da 27,9 milioni nel 2018 a 29,8 milioni nel 2023. Tuttavia, nonostante questa crescita, persistono notevoli disparità: il 78% degli infermieri lavora in Paesi che rappresentano solo il 49% della popolazione mondiale. Questa situazione ostacola i progressi verso la copertura sanitaria universale, la sicurezza sanitaria globale e gli obiettivi di sviluppo.

Il rapporto dell’oms SULLA FORZA LAVORO INFERMIERISTICA

Il rapporto attraverso un’analisi completa e aggiornata della forza lavoro infermieristica a livello globale, raccoglie le informazioni provenienti dai 194 Stati membri dell’OMS attraverso i National Health Workforce Accounts e rivela complesse disparità tra paesi, regioni e contesti socioeconomici.

Il documento evidenzia una riduzione globale della carenza di infermieri, da 6,2 milioni nel 2020 a 5,8 milioni nel 2023, con proiezioni che indicano un ulteriore calo entro il 2030. Tuttavia, questi progressi rimangono disomogenei tra i Paesi.

Infatti, i Paesi a basso e medio reddito devono far fronte a problemi di formazione e mantenimento degli infermieri, mentre i Paesi ad alto reddito devono affrontare l’invecchiamento della forza lavoro e la loro dipendenza da infermieri formati all’estero, che rappresentano il 23% della loro forza lavoro infermieristica.

L’equità di genere rimane centrale: le donne rappresentano l’85% degli infermieri a livello globale. Inoltre, se da un lato il 33% degli infermieri ha meno di 35 anni, dall’altro i pensionamenti interesseranno presto molti Paesi ad alto reddito, con il rischio di creare lacune nell’assistenza e nella qualità delle cure.

Il rapporto mostra anche che il 62% dei Paesi riconosce ora i ruoli infermieristici avanzati, migliorando l’accesso e la qualità delle cure. Tuttavia, lo sviluppo della leadership e il sostegno alla salute mentale per gli infermieri sono ancora carenti: solo il 42% dei Paesi offre disposizioni in materia di salute mentale. Per affrontare questi problemi, sono state delineate le priorità politiche per il periodo 2026-2030, tra cui l’espansione dei posti di lavoro nel settore infermieristico, il miglioramento dell’istruzione, la promozione dell’equità retributiva, il sostegno al benessere, l’avanzamento della regolamentazione e la garanzia di eque opportunità di leadership.

 

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comunicazione in salute

Pubblicazione OMS: Guida alla creazione e al mantenimento di reti di conoscenza

L’OMS pubblica una guida che appoggia i Knowledge Networks (reti di conoscenza) per migliorare la preparazione alle emergenze sanitarie globali attraverso l’apprendimento tra pari, lo scambio di conoscenze e la risoluzione collaborativa dei problemi. Queste reti si sono rivelate vitali durante l’ultima pandemia e rimangono essenziali per rafforzare le risposte sanitarie future.

COSA PREVEDE QUESTA GUIDA

Dal 2015, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), guidata dall’International Health Regulations (IHR) sostiene la creazione di Knowledge Networks (KNs) per migliorare la preparazione alle emergenze e la risposta sanitaria a livello globale. Queste reti riuniscono professionisti con interessi comuni per scambiare conoscenze, buone pratiche e soluzioni innovative nel campo della salute pubblica.

Le reti di conoscenza si sono evolute per supportare diverse parti interessate, tra cui i punti focali nazionali dell’IHR, gli esperti di laboratorio e i soccorritori nei punti di ingresso. Durante la pandemia COVID-19, i KN e le Comunità di Pratica (communities of practice, CoP), hanno svolto un ruolo fondamentale nella condivisione di informazioni tempestive e affidabili al di là dei confini geografici e tecnici. Queste piattaforme virtuali hanno permesso l’apprendimento collaborativo, l’orientamento in tempo reale e l’adattamento delle pratiche in contesti in rapida evoluzione.

L’Unità Soluzioni di Apprendimento e Formazione (Learning Solutions and Training Unit, LST) dell’OMS ha sviluppato una guida pratica per aiutare gli stakeholder a creare, lanciare e gestire efficacemente i KN. Combinando quadri teorici e strumenti per l’implementazione, la guida enfatizza l’apprendimento tra pari e lo scambio continuo di conoscenze durante tutto il ciclo di vita della rete, dall’ideazione alla crescita fino alla valutazione.

I KN sono particolarmente preziosi in contesti fragili, colpiti da conflitti e con risorse limitate, dove cicli di apprendimento rapidi e reti di fiducia possono migliorare significativamente la risposta alle epidemie. A differenza delle tradizionali CoP, i KN sono orientati all’azione, progettati non solo per condividere le conoscenze, ma anche per guidare la risoluzione collaborativa dei problemi. Per questo motivo, mantenere lo slancio delle Comunità di Pratica è essenziale per rafforzare i sistemi sanitari e garantire che i Paesi siano meglio equipaggiati per rispondere a future epidemie e minacce alla salute pubblica. La guida dell’OMS mira a sostenere questa missione promuovendo piattaforme di scambio di conoscenze adattabili, inclusive e sostenibili per la sicurezza sanitaria globale.

 

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cure integrate digital health

OMS/Europa: nuova dashboard per l’accesso alle tecnologie assistive in Europa

L’OMS/Europa ha lanciato un nuovo data dashboard sull’European Health Information Gateway, che fornisce un accesso semplificato a dati vitali sulle politiche e sui servizi di tecnologia assistiva in tutta la regione. Questo strumento supporta gli stakeholder – decisori politici, professionisti e utenti – nella comprensione e nel miglioramento dell’accesso alle tecnologie assistive in Europa, promuovendo un ambiente sanitario più equo e inclusivo.

LA DASHBOARD e LE TECNOLOGIE ASSISTIVE

Le tecnologie assistive, come occhiali, apparecchi acustici, deambulatori e altri dispositivi di supporto, svolgono un ruolo trasformativo migliorando la mobilità, l’indipendenza e la qualità della vita delle persone con disabilità. Nonostante la loro importanza, il bisogno di tecnologie assistive varia notevolmente nella Regione europea dell’OMS. Secondo le indagini condotte le famiglie che dichiarano di averne bisogno sono tra il 13% e il 50% nelle popolazioni dei Paesi studiati.

La dashboard presenta una serie di indicatori suddivisi in tre categorie principali:

  1. Indicatori di progresso – per monitorare gli sforzi nazionali nella governance delle tecnologie assistive, nella legislazione, nell’allocazione del budget, nella regolamentazione, nella copertura dei servizi e nella capacità del personale.
  2. Dati a livello di popolazione – che valutano la prevalenza del bisogno e dell’uso di prodotti di tecnologie assistive, disaggregati per età e residenza, per tutti i 50 articoli elencati nella Lista dei prodotti assistivi prioritari dell’OMS.
  3. Valutare le esperienze degli utenti, compresa la soddisfazione per le tecnologie assistive, l’accessibilità dei servizi, la distanza dai servizi e le fonti di finanziamento.

Questa dashboard funge da “sportello unico” per le informazioni relative alla tecnologia assistiva. Migliorando l’accesso ai dati e aumentando la consapevolezza, la piattaforma mira a consentire decisioni più informate, un’azione di advocacy mirata e una migliore erogazione dei servizi. L’iniziativa sostiene l’obiettivo dell’OMS di un accesso equo e duraturo ai prodotti per l’assistenza, particolarmente critico con l’invecchiamento della popolazione europea.

 

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17 MAGGIO: Giornata mondiale dell’ipertensione

Il 17 maggio 2025 ricorre la Giornata Mondiale dell’Ipertensione, promossa a livello globale per aumentare la consapevolezza sull’importanza della prevenzione e del controllo dell’ipertensione arteriosa. La campagna, giunta alla sua 20ª edizione, si concentra quest’anno sul tema: “Misura la tua pressione sanguigna con precisione, controllala, vivi più a lungo!”, sottolineando il ruolo cruciale dell’accuratezza nella misurazione e nella gestione della pressione arteriosa.

Giornata Mondiale dell’Ipertensione: consapevolezza e prevenzione

L’ipertensione è il principale fattore di rischio per ictus, malattie cardiovascolari, danni renali e morte prematura. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tra il 1990 e il 2019 il numero di persone che convivono con l’ipertensione è raddoppiato, passando da 650 milioni a 1,3 miliardi. La prevalenza globale standardizzata per età nel 2019 era pari al 32% nelle donne e al 34% negli uomini. Solo l’ipertensione sistolica è responsabile di circa 10,8 milioni di decessi evitabili ogni anno e di 235 milioni di anni di vita persi o vissuti con disabilità.

La giornata promuove azioni concrete come screening della pressione, eventi comunitari, attività formative per uno stile di vita sano e campagne di sensibilizzazione, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito, dove l’accesso alla prevenzione è più limitato.

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