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Salute mentale

OMS/Europa: Rapporto sulla salute mentale dei bambini e adolescenti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità – Ufficio Regionale per l’Europa ha pubblicato un nuovo rapporto sulla salute mentale di bambini e adolescenti intitolato “Strengthening mental health in the WHO European Region in 2024: a year in review”, che offre una panoramica delle iniziative intraprese nel 2024 per migliorare i sistemi di salute mentale nella Regione Europea.

Il documento, inoltre, mette in luce le principali sfide e le strategie per migliorare il benessere psicologico delle giovani generazioni analizzando fattori di rischio e di protezione, con un focus su politiche sanitarie, istruzione e interventi sociali per la prevenzione del disagio mentale.

Il nuovo rapporto dell’OMS sulla salute mentale dei bambini e adolescenti

L’OMS sottolinea quattro aree chiave di intervento per migliorare la salute mentale nella Regione Europea:

  • Politiche basate su evidenze per la creazione di sistemi di salute mentale sostenibili e accessibili.
  • Miglioramento dei servizi per garantire il rispetto dei diritti delle persone con esperienze di disagio mentale.
  • Potenziare la raccolta dati, per guidare le decisioni politiche e monitorare l’efficacia degli interventi.
  • Riduzione dello stigma, con iniziative di sensibilizzazione per promuovere inclusione e supporto sociale.

Nel rapporto viene anche sottolineata l’importanza del ruolo della digitalizzazione e dell’accesso ai servizi di supporto per affrontare problematiche emergenti legate alla salute mentale giovanile. A tal proposito, la Relazione OMS Europa 2024 evidenzia i progressi nella promozione della salute mentale attraverso politiche sostenibili includendo informazioni sull’iniziativa faro sulla salute mentale il “Comprehensive Approach to Mental Health”.

Inoltre, nel documento si evidenzia il ruolo centrale della Coalizione Paneuropea per la Salute Mentale, che nel 2024 ha compiuto tre anni, la quale è stata in grado di rafforzare le collaborazioni tra 53 Paesi; e del progetto con l’UE, Islanda e Norvegia per il supporto alle riforme nazionali, con un focus sulla protezione dei lavoratori sanitari, il miglioramento dell’assistenza per bambini e adolescenti e strumenti per combattere la discriminazione. Queste due iniziative strategiche hanno implementato il rafforzamento della salute mentale nella Regione Europea.

L’OMS Europa con questo documento invita governi e stakeholder a rafforzare le iniziative di prevenzione e promozione del benessere psicologico, favorendo un approccio integrato tra istituzioni sanitarie, educative e sociali.

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Efpia: nuove proposte per mitigare le carenze di medicinali

L’European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations (EFPIA) ha pubblicato un documento strategico “Medicine shortages: EFPIA proposal for action“per affrontare il problema della carenza di farmaci in Europa. Il rapporto analizza le principali cause del fenomeno e propone una serie di azioni per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, proteggendo la salute pubblica e la continuità terapeutica per i pazienti.

LE PROPOSTE DI EFPIA PER LA GESTIONE DELLE CARENZE

Secondo l’EFPIA, le carenze di farmaci sono causate da fattori complessi come interruzioni nella catena di fornitura, aumento della domanda, regolamentazioni frammentate e dipendenza da materie prime prodotte fuori dall’UE. Per contrastare queste problematiche, il documento propone soluzioni concrete tra cui:

  • Pianificazione strategica e gestione del rischio: migliorare la previsione della domanda e la gestione delle scorte per ridurre il rischio di carenze.
  • Diversificazione della produzione: incentivare la produzione di principi attivi e medicinali essenziali all’interno dell’Europa per ridurre la dipendenza da fornitori extra-UE.
  • Miglioramento della trasparenza e del coordinamento: rafforzare la collaborazione tra aziende farmaceutiche, autorità regolatorie e governi per rispondere rapidamente alle criticità di approvvigionamento.
  • Armonizzazione delle normative: uniformare i requisiti normativi nei diversi Stati membri per facilitare la distribuzione dei farmaci e ridurre i ritardi burocratici.

EFPIA sottolinea che affrontare la carenza di medicinali richiede un approccio coordinato tra industria, istituzioni e autorità sanitarie, per garantire ai cittadini europei un accesso equo e tempestivo ai trattamenti di cui hanno bisogno.

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cure integrate

OMS: rapporto sulla qualità dell’assistenza e della sicurezza dei pazienti

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Europa ha pubblicato un rapporto sulla qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti, evidenziando che solo 1 Paese su 3 nella Regione Europea dispone di un piano d’azione nazionale per affrontare queste sfide. Il documento, presentato durante il Meeting di Atene sulla Qualità dell’Assistenza e la Sicurezza dei Pazienti, sottolinea la necessità di un maggiore impegno politico e strategico per migliorare gli standard sanitari.

LE RACCOMANDAZIONI DELL’OMS PER LA SICUREZZA DEI PAZIENTI

Per la prima volta in assoluto, l’OMS/Europa ha condotto una valutazione a livello regionale della qualità dell’assistenza sanitaria e della sicurezza dei pazienti in ciascuno dei 53 Stati membri della regione europea dell’OMS. I nuovi risultati, pubblicati nel rapporto “Taking the pulse of quality of care and patient safety in the WHO European Region”, sottolineano l’importante legame tra la qualità dell’assistenza sanitaria da un lato e l’aspettativa di vita, la probabilità di morte dovuta a malattie non trasmissibili e il danno complessivo per i pazienti dall’altro.

Per consultare la scheda sull’Italia, fare riferimento alle pagine 106-107 del rapporto.

Alla luce dei dati raccolti, l’OMS Europa invita i governi ad adottare misure concrete per rafforzare la sicurezza dei pazienti, proponendo azioni chiave per colmare le attuali lacune:

  • Sviluppo e implementazione di piani nazionali per la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti.
  • Integrazione di indicatori di qualità nei sistemi sanitari per monitorare e migliorare i risultati.
  • Coinvolgimento di operatori sanitari e pazienti nella definizione delle politiche sulla sicurezza.
  • Maggiori investimenti nella formazione del personale sanitario, con focus sulla gestione del rischio clinico.

L’OMS ribadisce che migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria è essenziale per prevenire errori medici, ridurre la mortalità evitabile e rafforzare la fiducia dei cittadini nei sistemi sanitari nazionali.

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Salute mentale

MHE: online il rapporto sugli impatti della discriminazione razziale sulla salute mentale

Mental Health Europe (MHE) ha recentemente pubblicato un rapporto dedicato all’impatto della discriminazione razziale sulla salute mentale, evidenziando sfide spesso trascurate e proponendo un approccio integrato per promuovere l’uguaglianza.

Lo studio, intitolato “Gli impatti sulla salute mentale della discriminazione razziale”, rappresenta una pietra miliare nel dibattito sulla necessità di affrontare il razzismo come determinante sociale della salute.

Il rapporto del MHE “Gli impatti sulla salute mentale della discriminazione razziale”

Il rapporto sottolinea come il razzismo e la discriminazione etnica continuino a influenzare negativamente il benessere psicologico delle minoranze in Europa, contribuendo a tassi più elevati di stress, ansia e depressione. Tra le problematiche principali si evidenziano barriere sistemiche nell’accesso ai servizi di supporto, l’assenza di un’adeguata formazione culturale per gli operatori sanitari e la persistenza di pregiudizi che limitano la creazione di ambienti inclusivi.

Un aspetto cruciale del documento riguarda la necessità di un approccio intersezionale. Le forme di discriminazione non si verificano isolatamente ma si sovrappongono, aggravando gli effetti sulle persone colpite. Il rapporto evidenzia come questa realtà debba essere integrata nelle politiche europee attraverso strategie mirate e inclusive.

Tra le raccomandazioni, il documento invita l’Unione Europea e gli Stati Membri a:

  • Sviluppare strategie intersezionali che affrontino i determinanti socioeconomici della salute mentale, con particolare attenzione a chi subisce discriminazioni multiple.
  • Migliorare la raccolta di dati disaggregati per monitorare le disparità e sviluppare politiche mirate.
  • Potenziare la formazione culturale degli operatori sanitari, per garantire un accesso equo e non discriminatorio ai servizi di salute mentale.
  • Rafforzare le tutele legali contro il razzismo istituzionale, promuovendo ambienti inclusivi nei luoghi di lavoro e nei contesti educativi.

Inoltre, il rapporto richiama l’attenzione sull’importanza di allocare risorse adeguate per il supporto alla salute mentale delle comunità razziali ed etniche emarginate, integrando questi temi in tutti i programmi di inclusione sociale.

Mental Health Europe evidenzia l’urgenza di un cambio di paradigma. Non si tratta solo di intervenire sui singoli casi ma di creare un sistema che riduca le disuguaglianze strutturali. Per fare ciò, è essenziale considerare il contesto sociale e ambientale in cui vivono le persone colpite da discriminazione.

 

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Salute mentale

MHE: Indicatori per i Diritti Umani nella Salute Mentale: un modello basato sul Recovery

Mental Health Europe ha pubblicato un rapporto pionieristico intitolato “Indicatori basati sui diritti umani per i servizi di salute mentale”. Questo documento propone un modello basato sul concetto di Recovery per trasformare i servizi di salute mentale in Europa, garantendo la centralità dei diritti umani e della dignità personale.

Il rapporto di MHE “Indicatori basati sui diritti umani per i servizi di salute mentale”

Nel contesto del rapporto, il termine Recovery si riferisce a un approccio centrato sulla persona che promuove il benessere mentale non solo attraverso la gestione dei sintomi, ma anche supportando l’individuo nel vivere una vita significativa, autonoma e soddisfacente. Questo modello si fonda su concetti di empowerment, autodeterminazione, partecipazione comunitaria e protezione dei diritti umani.

Il documento analizza criticamente l’attuale stato dei servizi di salute mentale, mettendo in luce diverse problematiche, tra cui:

  • L’uso persistente di pratiche coercitive che violano i principi fondamentali della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (UNCRPD).
  • La mancanza di strumenti standardizzati per valutare l’adesione ai principi di Recovery e ai diritti umani.
  • Gli ostacoli all’autonomia e alla partecipazione attiva delle persone con disabilità psicosociali nelle decisioni che le riguardano.

Pertanto, il rapporto sottolinea come l’attuale approccio ai servizi debba evolversi, passando da un modello clinico-centrico a uno orientato alla persona, che promuova l’empowerment, l’inclusione sociale e la capacità di vivere una vita significativa.

Inoltre, propone indicatori basati sul Recovery per valutare e migliorare i servizi, in linea con i principi dell’UNCRPD. Tra le raccomandazioni principali:

  • Eliminare le pratiche coercitive, garantendo che la libertà e la sicurezza della persona siano rispettate in ogni contesto.
  • Promuovere la capacità legale e l’autonomia decisionale, anche attraverso strumenti come le direttive anticipate.
  • Integrare i diritti umani nelle pratiche quotidiane attraverso la formazione degli operatori sanitari e l’adozione di misure per il monitoraggio della conformità.
  • Implementare strumenti standardizzati, come il Recovery Self-Assessment e il Recovery-Oriented Services Assessment, per misurare l’adesione ai principi di Recovery.

Il rapporto, infine, auspica un cambiamento radicale nei sistemi di salute mentale, con un impegno concreto verso l’equità e l’inclusione. Gli indicatori basati sul Recovery rappresentano un passo decisivo per garantire che i servizi non solo rispondano ai bisogni clinici, ma siano anche coerenti con i diritti fondamentali.

Con questo documento, Mental Health Europe invita i responsabili politici, gli operatori sanitari e le organizzazioni della società civile a collaborare per sviluppare un sistema di salute mentale che metta al centro la persona e i suoi diritti.

 

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workforce

Esiti webinar “Health at a Glance: Europe 2024”

Il ProMIS ha pubblicato una sintesi del Rapporto biennale “Health at a GlanceEurope 2024″ presentato durante il webinar, promosso dalla Commissione Europea e dall’OCSE lo scorso 18 novembre.

Nel dettaglio, l’edizione 2024 analizza lo stato della salute e dei sistemi sanitari nei paesi dell’UE, esaminandone le principali sfide e fornendo alcune soluzioni per sviluppare sistemi più forti e resilienti in un panorama sanitario in rapida evoluzione.

IL RAPPORTO “HEALTH AT A GLANCE: EUROPE 2024”

Il Rapporto presenta due temi chiave interconnessi:

  • La carenza di personale sanitario, puntando su strategie per la formazione, il mantenimento e l’ottimizzazione delle risorse esistenti.
  • La longevità sana, che mira a ridurre la pressione sui sistemi sanitari e di assistenza a lungo termine, promuovendo un approccio di prevenzione lungo tutto l’arco della vita per migliorare la qualità della vita della popolazione anziana.

Oltre ai capitoli tematici, il documento offre un’analisi dettagliata di circa 80 indicatori chiave. Tra questi, spiccano l’aspettativa di vita, che ha raggiunto una media di 81,5 anni nel 2023 con significative differenze tra i Paesi UE, e il crescente impatto delle malattie croniche, con oltre il 40% degli over 65 affetti da almeno due condizioni croniche.

Infine, il documento fornisce alcune soluzioni che includono il rafforzamento della formazione, l’adozione di tecnologie digitali e una maggiore prevenzione per promuovere la longevità in buona salute, sottolineando inoltre l’urgenza di affrontare le sfide legate alla salute mentale e alla resistenza antimicrobica.

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Per visualizzare il rapporto 2023, si prega di consultare il seguente LINK.

DOCUMENTI UTILI

Sintesi ProMIS_Rapporto Health at a GlanceEurope 2024_OCSE

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OMS: pubblicato il rapporto biennale 2022-2023

Lo scorso novembre è stato pubblicato il Rapporto biennale 2022-2023 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), realizzato dall’Ufficio europeo per gli investimenti nella salute e lo sviluppo, con l’obiettivo di promuovere azioni collettive per costruire società resilienti e sane.

Il rapporto evidenzia le principali sfide affrontate dalla regione, tra cui l’aumento delle disuguaglianze sociali, la povertà infantile, e la crisi sanitaria nelle aree rurali, offrendo soluzioni innovative e partenariati per affrontarle.

RAPPORTO OMS: EQUITÀ SANITARIA E BENESSERE, PRIORITÀ PER LA RIPRESA ECONOMICA

Eventi di alto livello organizzati dall’Ufficio OMS di Venezia e dai suoi partner hanno evidenziato che le sfide globali non possono essere affrontate da un solo settore o paese. La crisi del costo della vita, le conseguenze della pandemia di COVID-19 e le crescenti insicurezze economiche hanno aggravato le disuguaglianze sociali, incrementando la povertà e l’esclusione sociale, soprattutto tra le popolazioni vulnerabili.

Tra le conclusioni del rapporto emerge l’aumento della povertà, con il 20% dei bambini in Europa che vive in condizioni precarie. La carenza di investimenti nei sistemi sanitari rurali ha portato a oltre 600.000 morti tra il 2019 e il 2023. Problemi di salute mentale come ansia, depressione e solitudine hanno colpito in particolare giovani, anziani e categorie economicamente svantaggiate. La crisi ha avuto un impatto negativo anche sulla parità di genere: 1,5 milioni di donne hanno perso il lavoro, accompagnate da un aumento della violenza di genere e una riduzione dei servizi di supporto.

Per affrontare queste criticità, l’Ufficio europeo dell’OMS ha avviato iniziative che includono politiche mirate per piccole regioni, l’accesso equo a innovazioni sanitarie e nuove coalizioni per rafforzare i sistemi sanitari pubblici. Si sottolinea inoltre il ruolo della spesa pubblica mirata a promuovere salute, equità e benessere collettivo.

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Align, Act, Accelerate: pubblicato il rapporto del “Gruppo Heitor”

A metà dello scorso ottobre è stato pubblicato il rapporto del gruppo di esperti incaricato dalla Commissione europea di supportare la valutazione intermedia di Horizon Europe (prevista per l’inizio del 2025 ).

In particolare, il documento si basa su un’ampia consultazione delle parti interessate e si concentra sull’efficacia, efficienza, pertinenza, coerenza e il valore aggiunto europeo del programma. Inoltre, continente una serie di raccomandazioni volte a migliorare gli anni rimanenti di Horizon Europe, nonché ad alimentare la riflessione sui futuri investimenti europei in ricerca e innovazione in modo da massimizzare l’impatto di Horizon Europe e delineare le basi per il prossimo Programma quadro (FP10).

Il rapporto “Align, Act, Accelerate: Technology and Innovation to Boost European Competitiveness

Il rapporto, intitolato “Align, Act, Accelerate: Technology and Innovation to Boost European Competitiveness”, si fonda sui primi dati di Horizon Europe, sull’analisi a posteriori di Horizon 2020 e, infine, sugli elementi forniti dalle consultazioni pubbliche e i vari documenti degli stakeholder europei riguardanti ricerca e l’innovazione. L’obiettivo principale è quello di rispondere alle sfide globali e rafforzare la competitività dell’Europa in ambito sia scientifico che tecnologico.

Il documento pone un focus su quattro macroaree:

  1. promuovere l’eccellenza in scienza e innovazione;
  2. rafforzare la competitività industriale;
  3. favorire trasformazioni sociali attraverso la ricerca e l’innovazione;
  4. consolidare un ecosistema europeo inclusivo e resiliente.

Questi obiettivi dovrebbero essere implementati tramite azioni mirate nei prossimi tre anni di Horizon Europe.

Il report, inoltre, stila 12 raccomandazioni che sottolineano l’importanza di aumentare i finanziamenti per programmi come ERC ed EIC al fine di aumentare il numero e la qualità delle ricerche, delle innovazioni di impatto e scale-up tecnologiche per rendere l’Europa più competitiva, sicura e sostenibile a livello globale. Per ottenere tali risultati, bisogna semplificare le procedure amministrative, istituire Consigli dedicati alla competitività industriale e alle sfide sociali e rafforzare la cooperazione internazionale.

L’Align, Act, Accelerate è frutto del lavoro di un gruppo di 15 esperti provenienti da tutta l’UE, e presieduto da Manuel Heitored.

 

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cure integrate

Rapporto OCSE: “L’assistenza è accessibile per gli anziani?”

Il 29 ottobre 2024, l’OCSE ha pubblicato un rapporto intitolato “L’assistenza è accessibile per gli anziani?” (Is Care Affordable for Older People?) che esplora in modo completo il sostegno pubblico all’assistenza a lungo termine – LTC (long term care) – nei paesi OCSE.

Questo rapporto suggerisce percorsi per implementare i finanziamenti che dovranno rafforzare i sistemi di assistenza a lungo termine, oltre ad opzioni di policy per migliorare l’individuazione dei benefici e cercare guadagni di efficienza per contenere i costi dell’LTC.

Il rapporto OCSE “L’assistenza è accessibile per gli anziani?”

Secondo il rapporto dell’OCSE Health at a Glance 2023, nel 2021 più di 242 milioni di persone avevano 65 anni e più, di cui oltre 64 milioni avevano almeno 80 anni. L’incidenza delle persone anziane sul totale continuerà ad aumentare, con l’incidenza media OCSE di coloro che hanno 80 anni e più destinata a raddoppiare dal 4,8% al 9,8%. Pertanto, con l’invecchiamento della popolazione mondiale, la domanda di assistenza a lungo termine per le persone anziane nelle attività della vita quotidiana è destinata ad aumentare di oltre un terzo entro il 2050. Questa situazione renderà difficile per i governi bilanciare la sostenibilità finanziaria con la necessità di fornire una protezione efficace contro i rischi finanziari associati alle esigenze di LTC.

Attualmente, nei paesi OCSE, i sistemi di assistenza a lungo termine finanziati con fondi pubblici lasciano ancora quasi la metà delle persone anziane con esigenze di assistenza a rischio di povertà, in particolare quelle con gravi problematiche e con basso reddito. I costi diretti rappresentano, in media, il 70% del reddito medio di una persona anziana nei paesi OCSE.

Inoltre, la domanda di LTC dovuta all’invecchiamento è ulteriormente intensificata dalla diminuzione dell’offerta di assistenti familiari o informali, poiché nuclei familiari più piccoli, parenti che vivono lontano e una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro limitano il bacino di potenziali assistenti informali a disposizione delle persone anziane.

Il documento dell’OCSE sottolinea pertanto la necessità di azioni di policy per garantire la sostenibilità fiscale, affrontando al contempo le attuali lacune in termini di adeguatezza. A tal proposito, il rapporto fornisce per i paesi tre opzioni con relative buone pratiche da prendere come spunto:

  • Cercare fonti di finanziamento aggiuntive per LTC. Considerare l’ampliamento delle fonti per finanziare i sistemi LTC oltre il reddito da lavoro, garantendo al contempo un’adeguata condivisione intergenerazionale dell’onere, valutando anche l’esplorazione di opzioni innovative di contribuzione privata e meccanismi di prefinanziamento. Ad esempio, la Slovenia ha avviato una riforma LTC nel 2023, che introdurrà un’assicurazione per finanziare nuovi benefici e servizi.
  • Migliorare il targeting dei benefici e dei servizi LTC. Il targeting degli individui con esigenze elevate e risorse ridotte può promuovere l’adeguatezza in un contesto di risorse limitate. In diversi paesi, rendere la condivisione dei costi più progressiva può portare a una spesa inferiore rispetto alla situazione attuale, senza un aumento della povertà. In altri paesi (Italia, Slovenia, Spagna, Grecia) il targeting dei benefici pubblici verso coloro con esigenze più elevate riduce la povertà mentre gli aumenti della spesa sono molto più piccoli rispetto alle politiche incentrate sulla riduzione dei soli costi diretti.
  • Migliorare l’efficienza e contenere i costi della LTC. Sia la promozione dell’invecchiamento sano che i miglioramenti della produttività potrebbero portare a una riduzione delle spese del 13% entro il 2050. Una migliore prevenzione, un uso più intelligente della tecnologia e la delega dei compiti tra i lavoratori sono alcune delle opzioni che possono migliorare l’efficienza delle LTC. Per esempio, i Paesi Bassi stabiliscono obiettivi di spesa per l’LTC e adeguano di conseguenza i prezzi massimi per servizi e fornitori.

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La lotta globale contro la resistenza antimicrobica: un’azione urgente e mirata

La resistenza antimicrobica (AMR) è una delle più gravi minacce alla salute globale, con milioni di decessi annuali e proiezioni allarmanti per il futuro. La comunità internazionale ha intensificato gli sforzi nel 2024 per affrontare questa crisi, con iniziative coordinate tra governi e organizzazioni sanitarie.

L’Unione Europea coordina i propri sforzi

Il 22 ottobre 2024, la Commissione Europea ha presentato un piano d’azione per contrastare l’AMR, che prevede un uso più attento degli antimicrobici, incentivi allo sviluppo di nuovi antibiotici e campagne di sensibilizzazione. L’UE ha evidenziato l’importanza di un approccio coordinato per ridurre l’uso eccessivo di antibiotici, promuovere la prevenzione delle infezioni e garantire una gestione più efficiente delle risorse sanitarie.

L’OMS e l’urgenza di un’azione globale

Durante la 78ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 19 settembre 2024, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un appello urgente per affrontare l’AMR, definendola una “piaga globale”. Il Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato la necessità di azioni concrete per evitare che i progressi nella lotta alle malattie infettive vengano vanificati.

Obiettivi globali per il 2030

Il 27 settembre 2024, in un vertice internazionale, i leader mondiali hanno fissato obiettivi chiave per il controllo dell’AMR entro il 2030. Tra questi, la riduzione del 30% dell’uso di antimicrobici in agricoltura e del 50% delle infezioni ospedaliere resistenti. Inoltre, si prevede che il 90% dei Paesi implementerà strategie nazionali per il contrasto alla resistenza antimicrobica.

Il ruolo dei vaccini

Il 10 ottobre 2024, l’OMS ha pubblicato un rapporto che evidenzia l’importanza dei vaccini nel ridurre la necessità di antibiotici. Il rapporto stima che l’uso di vaccini contro 24 patogeni potrebbe prevenire l’uso di miliardi di dosi di antibiotici ogni giorno, contribuendo a rallentare lo sviluppo della resistenza.

 

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