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Azione collettiva per un’IA responsabile nella salute

Il documento pubblicato dall’OCSE (biblioteca online dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) denominato “Azione collettiva per un’IA responsabile nella salute”, fornisce una panoramica del contesto e dello stato attuale dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario, con le prospettive su opportunità, rischi e ostacoli del futuro dell’IA.

Il documento propone diverse aree da esplorare affinché i decisori politici possano promuovere il futuro dell’intelligenza artificiale responsabile nella sanità, che sia adattabile ai cambiamenti, rispetti gli individui, sostenga l’equità e raggiunga migliori risultati sanitari per tutti.

IL DOCUMENTO DELL’OCSE

Le aree da esplorare riguardano la fiducia, lo sviluppo delle capacità, la valutazione e la collaborazione. Queste aree riconoscono come le forze primarie necessarie per sbloccare il valore dell’intelligenza artificiale siano basate sulle persone e non su fattori tecnici.

Gli autori identificano politiche disallineate, mancanza di standard, frammentazione del sistema sanitario, responsabilità poco chiare e insufficiente fiducia e comprensione nella sanità digitale come i principali ostacoli per promuovere l’innovazione responsabile dell’IA nella sanità.

Nel documento vengono inoltre elencati diversi “rischi” che possono rallentare l’evoluzione dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario, come risultati distorti e dannosi o disinformazione, problemi di privacy e sicurezza, perdita di connessione umana e prestazioni nel mondo reale e deriva di dati/modelli.

In aggiunta, il documento suggerisce azioni pratiche per poter migliorare l’affidabilità, sviluppare capacità, valutare ed evolvere soluzioni, come:

1. Azioni per migliorare la fiducia nell’uso delle soluzioni di IA da parte dei sistemi sanitari:

▪ coinvolgere e ascoltare le preoccupazioni del pubblico e dei fornitori e coinvolgere le parti interessate rispetto a opportunità, rischi e controlli
▪ riferire pubblicamente e supervisionare le prestazioni dell’IA
▪ stabilire regole sul controllo dei dati
▪ incentivare e supervisionare l’adesione alle pratiche di IA responsabile

2. AzionE NEL sviluppare capacità per un’IA responsabile:

▪ far crescere la cultura dell’IA e basata sui dati tra tutte le parti interessate
▪ (ri)formazione della forza lavoro
▪ costruire capacità tecniche e capacità sufficienti per supportare soluzioni di IA responsabile

3 Azioni per valutare, validare ed evolvere le soluzioni di intelligenza artificiale:

▪ valutare l’impatto dell’intelligenza artificiale/investimenti digitali
▪ valutare l’intelligenza artificiale/capacità digitale
▪ evolvere soluzioni di intelligenza artificiale per nuove popolazioni e fattori ambientali
▪ evolvere valutazioni (dinamiche) delle tecnologie sanitarie per l’era digitale

4. Azioni per accelerare l’IA nel settore sanitario:

▪ adottare un approccio agile alla regolamentazione e alla supervisione dell’IA sanitaria
▪ stabilire partenariati pubblico-privato-persona-fornitore
▪ elevare la governance dei dati sanitari
▪ leadership e collaborazione per un impatto collettivo

 

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Studio sulle azioni di cooperazione rafforzata contro le malattie prevenibili con vaccino

È stato pubblicato uno studio dalla Commissione Europea e dal DG SANTE (Directorate-General for Health and Food Safety) che indaga la coerenza, la complementarità e la pertinenza delle azioni sulla cooperazione rafforzata contro le malattie prevenibili con vaccino.

Il documento si basa sulle raccomandazioni e le linee guida fornite dal Consiglio Europeo e intende definire la strategia in vista di possibili e future iniziative politiche a tal riguardo.

Queste linee guida si basano su tre pilastri: lotta alla riluttanza nei confronti dei vaccini e miglioramento della copertura vaccinale, strategie di vaccinazione sostenibili nell’UE e coordinamento a livello di Unione e contributo alla salute mondiale politica.

L’iniziativa coinvolge e richiede l’intervento da parte della Commissione, degli Stati membri dell’UE e delle parti interessate in molteplici ambiti di intervento al fine di poter raggiungere l’obiettivo generale di migliorare la diffusione della vaccinazione in tutta l’UE.

Pertanto, per attuare le azioni necessarie è stata elaborata una tabella di marcia (Roadmap) che ha definito 28 azioni e 62 risultati finali analizzati poi nello Studio, che ha l’obiettivo di sostenere la Commissione per eventuali sviluppi politici futuri.

Caratteristiche dello studio

Lo studio, nel dettaglio, ha valutato:

  • la pertinenza delle azioni previste dalla tabella di marcia nel breve e medio termine (2-5 anni)
  • la coerenza e la complementarità con altre iniziative politiche correlate al fine di identificare possibili sinergie ed evitare duplicazioni
  • l’identificazione delle azioni più rilevanti che potrebbero essere ulteriormente sviluppate e rese sostenibili a lungo termine (+10 anni).

Il documento si sviluppa in diversi capitoli che riportano:

• Un capito con la metodologia seguita, con i punti di forza e debolezza e limiti riscontrati con conseguenti misure di mitigazione e novità attuate
• Alcuni capitoli analitici basati sulla logica di intervento, che mirano a fornire valutazioni critiche contenenti l’analisi finale basata sulla raccolta dei dati quantitativi e qualitativi
• Un capitolo conclusivo che presenta in modo logico e consequenziale l’analisi, i risultati e il modo in cui si collegano allo Studio sulle azioni di cooperazione.

I RISULTATI DELLO STUDIO

Lo studio ha evidenziato che le azioni intraprese a livello europeo per combattere l’esitazione/riluttanza nei confronti dei vaccini e la dis-informazione sono state particolarmente rilevanti.

Inoltre, la valutazione ha dimostrato che, affrontando le esigenze da più punti di vista (ad esempio, l’esitazione nei confronti del vaccino è stata affrontata attraverso lo sviluppo di studi e linee guida, la formazione degli operatori sanitari, la produzione di dati affidabili, ecc…) la tabella di marcia è riuscita a rispondere alle esigenze previste.

Alla luce di questa analisi e tenendo conto dello stato di completamento delle diverse azioni, nonché del loro potenziale di mantenimento e ulteriore sviluppo, lo studio ha rilevato che circa il 75% di esse continuerà ad essere particolarmente rilevante nel breve e medio termine.

Il restante 25% è ancora in qualche misura rilevante, anche se non ha bisogno di essere considerato prioritario. A lungo termine, invece, si prevede che circa il 50% delle azioni si stabilizzi.

Per quanto riguarda invece, le iniziative di policy esterna, almeno quelle principali che sembrano essere le più rilevanti nel campo dell’immunizzazione (EHU, EHDS, Europe’s Beating Cancer Plan e Pharmaceutical Strategy for Europe) lo studio ha applicato una comparazione tra i risultati ottenuti e le opinioni degli stakeholder.

La stessa metodologia è stata applicata alle iniziative politiche a livello globale (Q7), da cui è emerso che la Roadmap è complessivamente coerente con le principali iniziative dell’OMS (Piano d’azione globale per i vaccini e la sua declinazione europea, l’Agenda europea per l’immunizzazione).

Infine, sono stati identificati diversi fattori che favoriscono e ostacolano lo sviluppo della Roadmap. I finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, per la ricerca comportamentale, per l’accesso, la comunicazione e la formazione possono favorire il corretto sviluppo delle azioni.

Anche la comunicazione è fondamentale, sia per promuovere i benefici e la sicurezza dei vaccini, sia per garantire la coerenza interna e la visibilità di ciò che viene fatto in tutta l’UE. Anche l’attenzione alle tecnologie emergenti e ai servizi di sanità elettronica ha un potenziale per migliorare la diffusione delle vaccinazioni e potrebbe sostenere la Roadmap in modo trasversale.

Inoltre, ulteriori fattori abilitanti possono trasformarsi in barriere, come la fiducia dei cittadini nelle politiche e nelle strategie nazionali, che potrebbe aumentare l’adozione del vaccino e la fiducia se alta, o amplificare ulteriormente l’esitazione e la disinformazione se bassa.

 

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RETE EHEALTH: Linee guida sui Rapporti di Dimissione Ospedaliera

Il 28 novembre 2023 sono state approvale le nuove linee guida sui Rapporti di Dimissione Ospedaliera dell’eHealth Network. Assieme alle altre 5 linee guida già approvate, ePrescrizioni/eDispensazione, Riassunto del Paziente, Rapporti di Laboratorio e Imaging Medico, rappresentano un importante passo avanti verso l’adozione di un formato standardizzato per favorire l’interoperabilità e la condivisione di informazioni cruciali nei contesti sanitari, estendendo tale approccio a tutti gli Stati membri dell’Unione Europea

La formulazione iniziale delle linee guida sui Rapporti di Dimissione Ospedaliera dell’eHN è il risultato della cooperazione tra progetti dell’Unione Europea, contributi degli stakeholder e l’inclusione di raccomandazioni e incertezze espresse dagli Stati membri.

Le nuove linee guida forniscono istruzioni in merito a:

  • Lo scenario di utilizzo più probabile per la condivisione transfrontaliera dei rapporti di dimissione ospedaliera
  • I requisiti a livello aziendale per gli implementatori di sistemi che effettuano lo scambio di tali rapporti
  • Informazioni supplementari per facilitare l’attuazione degli scambi di rapporti di dimissione
  • Una descrizione dettagliata del set di dati per i rapporti di dimissione con indicazione dei sistemi di codifica
  • Esempi e riferimenti per illustrare possibili implementazioni del set di dati per i rapporti di dimissione ospedaliera e del relativo scambio

Si sottolinea, infine, che questa versione costituisce una base per futuri perfezionamenti, tenendo conto dei numerosi aspetti di interesse identificati durante la fase di consultazione e dovrebbe essere oggetto di riflessione e approfondimento.

 

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Rete eHealth: Linee guida sugli studi e rapporti di imaging medico

Le linee guida relative agli studi e ai rapporti di imaging medico della rete Network eHealth – eHN, costituiscono un esempio recente dell’impegno nella promozione dell’interoperabilità per la condivisione dei dati sanitari nell’Unione Europea. Queste linee guida fungono da fondamenta per la trasmissione transfrontaliera di studi e rapporti di imaging medico attraverso MyHealth@EU, e hanno il potenziale di ispirare iniziative simili a livello europeo e nazionale.

La loro prima versione è il risultato della collaborazione tra progetti dell’UE, contributi degli stakeholder e feedback provenienti dagli Stati membri. È essenziale evidenziare che questa versione costituisce una base solida per futuri miglioramenti, considerando i molteplici aspetti di interesse emersi durante la fase di consultazione.

Le linee guida forniscono indicazioni in merito a:

  • Il caso più verosimile per lo scambio transfrontaliero di studi e rapporti di imaging medico
  • I requisiti aziendali per gli implementatori di sistemi coinvolti nello scambio di studi e rapporti di imaging medico
  • Informazioni supplementari per agevolare l’implementazione della trasmissione di studi e rapporti di imaging medico
  • Una descrizione dettagliata dell’insieme di dati per studi e rapporti di imaging medico, nonché indicazione dei sistemi di codifica
  • Esempi e riferimenti per illustrare possibili modalità di implementazione dell’insieme di dati per studi e rapporti di imaging medico e del relativo processo di scambio

 

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Studio/monitoraggio sulla disponibilità di dispositivi medici

La Commissione europea, attraverso l’Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale – HADEA, ha avviato uno studio per monitorare la disponibilità di dispositivi medici sul mercato dell’UE. Lo studio, iniziato nel dicembre 2022, durerà 36 mesi fino al dicembre 2025, ed è condotto da un consorzio guidato dall’Istituto nazionale austriaco di sanità pubblica –  GmbH/GÖG in collaborazione con Areté e Civic Consulting.

Il team di studio raccoglie informazioni e dati attraverso indagini mirate con i principali stakeholder che svolgono un ruolo cruciale in questo ambito:

– Gli organismi notificati designati (secondo il vecchio e il nuovo quadro normativo dell’UE).

– I fabbricanti e gli altri operatori economici, compresi i rappresentanti autorizzati, gli importatori e i distributori, nonché, in una fase successiva, anche i produttori di dispositivi medici.

– I fornitori di servizi sanitari e i rappresentanti dei pazienti.

Nell’ambito di questo studio, è stato creato in un secondo step un cruscotto (dashboard) per fornire una panoramica dei dati raccolti dalle varie fonti, che include anche i dati di precedenti indagini condotte dalla Commissione europea.

Oltre all’analisi annuale, lo studio fornisce una relazione finale che riassume tutte le attività svolte durante la ricerca, i risultati e le conclusioni emerse dalla stessa.

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Altro

Osservatorio Europeo: “Un’Europa che cura, prepara, protegge”

Il nuovo numero della rivista EUROHEALTH dell’Osservatorio europeo sui sistemi e le politiche sanitarie “Un’Europa che cura, prepara, protegge: Rafforzare l’Unione Europea della Salute”, pubblicata lo scorso 16 gennaio, ha visto la collaborazione del team della presidenza belga della sanità allo scopo di selezionare una lista di priorità chiave per l’agenda della Commissione, mantenendo il focus sull’Unione sanitaria europea.

Queste priorità hanno anche lo scopo di fungere da guida per un’Europa che vuole costruire sistemi sanitari e società resilienti e sane, portando sotto al riflettore tematiche come:

  • Affrontare la crisi del personale sanitario
  • Garantire l’accesso all’assistenza a prezzi accessibili
  • Prevenire le malattie non trasmissibili
  • Promuovere l’innovazione orientata ai bisogni
  • Gestire le crisi sanitarie future
  • Garantire le risorse per i sistemi sanitari
  • Azioni congiunte UE 2.0

In particolare, per quanto riguarda la prevenzione primaria, la rivista ne dedica un’articolo che ricorda come questa sia una strategia efficace per mantenere e migliorare la salute della popolazione e raggiungere la resilienza di fronte alle crisi. Nel dettaglio l’articolo evidenzia i progressi delle iniziative volte alla prevenzione dei fattori di rischio delle malattie non trasmissibili (MNT) e dei più ampi determinanti della salute nell’ambito del Piano della Commissione europea per la lotta contro il cancro. Analizza, inoltre, come l’Unione europea possa utilizzare le sue leve politiche per rafforzare la prevenzione e affrontare le MNT.

Infine, vengono suggerite anche alcune potenziali azioni che la Commissione può compiere per raggiungere gli obiettivi previsti, come:

  • Mantenere le azioni previste e delineate nell’agenda politica e programmatica dell’Evidence-Based Clinical Practice – EBCP, con particolare enfasi sulle misure normative volte alla prevenzione primaria e alla promozione della salute, e alle politiche raccomandate come “best buy”.
  • Monitorare da vicino, con la collaborazione degli Stati membri, i progressi compiuti in questo settore per garantire che il livello di ambizione verso gli obiettivi stabiliti sia mantenuto.
  • Attuare un’azione legislativa per ridurre l’uso nocivo di tabacco e alcol, permettendo ai consumatori di fare scelte alimentari più sane e sostenibili, oltre a controllare il marketing digitale dei giochi pubblicitari e di cibi e bevande non salutari, attuando anche misure fiscali sulle bevande zuccherate e sugli alimenti ultra-processati.
  • Affrontare la natura intersettoriale delle azioni contro le MNT attraverso la nomina di un vicepresidente della Commissione europea per l’economia del benessere, oltre ad un commissario per la salute e l’alimentazione.
  • Mettere la salute e il benessere delle persone e del pianeta al centro dell’elaborazione delle politiche. Ciò faciliterebbe l’adozione di una nuova legislazione dell’UE nel settore della prevenzione delle MNT, attenuando gli impatti transfrontalieri.
  • Istituzione di una piattaforma di alto livello che si impegni a livello intersettoriale per facilitare la collaborazione tra Stati membri, organizzazioni internazionali ed organizzazioni della società civile mirando ad un dialogo aperto sulla prevenzione delle MNT.

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Salute Globale

Il Rapporto One Health 2022 sulle zoonosi dell’Unione europea

Il 12 dicembre 2023, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno pubblicato il rapporto annuale sulle zoonosi, agenti di zoonosi e sui focolai epidemici di malattie a trasmissione alimentare “The European Union One Health 2022 Zoonoses Report”, relativo ai dati raccolti nel 2022 da 27 Stati membri dell’Unione europea (UE), l’Irlanda del Nord (limitatamente ai dati su alimenti e animali) e 11 Paesi non-membri.

Nel documento vengono fornite e interpretate storicamente le principali statistiche sulle zoonosi e sugli agenti zoonotici negli esseri umani, negli alimenti, negli animali e nei mangimi. Per esempio, nel 2022, la prima e la seconda zoonosi più segnalate nell’uomo sono state rispettivamente la campilobatteriosi e la salmonellosi, tuttavia con numero di casi rimasto stabile rispetto al 2021; mentre altre statistiche hanno mostrato un aumento di oltre il 600% rispetto al 2021 dei casi di infezione da West Nile virus (malattia trasmessa dalle zanzare), con tassi di decesso tra i casi più elevati.

Il report fa notare come nell’UE il numero di epidemie di origine alimentare e di casi, ricoveri e decessi segnalati è stato superiore nel 2022 rispetto al 2021, e il numero di decessi dovuti a epidemie è stato il più alto degli ultimi dieci anni.

Per visualizzare il rapporto dell’ECDC si prega di consultare il seguente LINK.

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lotta contro il cancro

Gennaio: mese della sensibilizzazione sul cancro cervicale

Gennaio è il mese della sensibilizzazione sul cancro della cervice uterina e l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) lo vuole celebrare promuovendo gli strumenti disponibili per raggiungere l’eliminazione di questa malattia entro la fine di questo secolo.

Il cancro cervicale è una delle forme di cancro più prevenibili e curabili. La causa principale è l’infezione persistente da tipi ad alto rischio di papillomavirus umano (HPV), una famiglia estremamente comune di virus che si trasmette attraverso il contatto sessuale.

Tuttavia, nel 2020 sono stati 604.000 i casi di donne alle quali è stato diagnosticato un cancro alla cervice e 342.000 decessi a causa della malattia; la maggior parte di questi casi e decessi (~90% per entrambi) si sono verificati nei paesi a basso e medio reddito.

Per eliminare il cancro della cervice tutti i paesi devono raggiungere e mantenere un tasso di incidenza inferiore a 4 nuovi casi di cancro della cervice ogni 100.000 donne all’anno. Il raggiungimento di tale obiettivo si basa su tre pilastri chiave e sui relativi obiettivi corrispondenti:

  • Vaccinazione: 90% delle ragazze completamente vaccinate con il vaccino HPV entro i 15 anni. A tal proposito, gli scienziati della IARC e collaboratori stanno conducendo uno studio sulla risposta immunitaria a diverse di dosi di vaccino HPV. Grazie a queste valutazioni, è noto che una singola dose di vaccino offre una protezione adeguata per neutralizzare il virus e che l’immunogenicità di una singola dose rimane elevata anche 10 anni dopo la vaccinazione.
  • Screening: il 70% delle donne è stato sottoposto a screening utilizzando un test ad alte prestazioni entro i 35 anni e di nuovo entro i 45 anni
  • Trattamento: il 90% delle donne con tumore precanceroso è stato trattato e il 90% delle donne con tumore invasivo è stato gestito

Questi obiettivi dovranno essere raggiunti entro il 2030 se si vuole intraprendere il percorso verso l’eliminazione del cancro alla cervice uterina entro la fine di questo secolo, intensificando in particolar modo i programmi di screening ed espandendo l’accesso alle cure a prezzi accessibili.

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cure integrate

HERA: aperte le iscrizioni per formare l’Alleanza sui farmaci critici

L’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) dell’UE ha lanciato ieri (16 gennaio) l’invito per entrare a far parte dell’Alleanza sui farmaci critici che ha lo scopo di affrontare potenziali carenze di farmaci, rendendo più concreta l’Unione europea della Salute.

L’idea si basa sull’elenco stilato a inizio dicembre dall’esecutivo comunitario, e preparato dalla Commissione Europea, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e i responsabili delle agenzie per i medicinali degli Stati membri.

Esso contiene i 200 principi attivi usati per i farmaci a uso umano e considerati ‘critici’ dall’UE. L’EMA si prenderà l’onere di garantire l’approvvigionamento a livello comunitario di quei farmaci che presentano il rischio più elevato di carenza e il maggiore impatto sui sistemi sanitari e sui pazienti (l’elenco verrà aggiornato di anno in anno).

Inoltre, la “Critical Medicines Alliance” dovrà sviluppare delle raccomandazioni su come affrontare le carenze di farmaci di lunga durata fornendo consulenza alla Commissione, agli Stati membri e agli altri decisori dell’UE.

La speranza è che questa attività lanciata dall’UE non si fermi ai farmaci “di largo consumo”, ma che si occupi anche in maniera olistica di nuove tecnologie e delle nuove malattie.

Chi può aderire all’Alleanza

La futura Alleanza avrà una durata di 5 anni e inizierà il suo lavoro nella prossima primavera, pubblicando le prime raccomandazioni sulle azioni da intraprendere per migliorare la fornitura di farmaci essenziali entro l’autunno.

Potranno parteciparvi aziende, organizzazioni, Stati membri, autorità locali e regionali e le loro agenzie, parti sociali, società civile, operatori sanitari, pazienti, consumatori e altri gruppi di interesse, organi e agenzie dell’UE.

Sarà possibile presentare domanda tramite il seguente BANDO aperto fino al 16 febbraio 2024.

 

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digital health

ISO: Standard Mondiale dell’IA Responsabile

Il mondo dell’intelligenza artificiale (IA) ha raggiunto un nuovo traguardo significativo con l’introduzione dello standard ISO/IEC 42001 da parte dell’International Organization for Standardization (ISO). Questo primo standard globale mira a guidare le organizzazioni nello sviluppo e nell’utilizzo responsabile ed etico dei sistemi di intelligenza artificiale.

Le principali caratteristiche della nuova norma ISO/IEC 42001 possono essere riassunte in alcuni punti chiave:

  • Governance dell’IA: Definizione di chiare politiche e procedure di governance dell’IA, comprese responsabilità, processi decisionali e gestione del rischio.
  • Valutazione dell’impatto: Valutazione degli impatti sociali, ambientali e individuali dei sistemi di intelligenza artificiale per promuovere un uso responsabile ed etico.
  • Gestione del ciclo di vita dei dati e dei modelli: Implementazione delle migliori pratiche per la raccolta dei dati, l’etichettatura, la convalida e lo sviluppo, la formazione, la valutazione, l’implementazione e il monitoraggio dei modelli.
  • Diversità e inclusività: Affrontare la diversità e l’inclusività nei sistemi di IA, considerando gli impatti su vari dati demografici.
  • Monitoraggio e audit: Monitoraggio e audit continui dei sistemi di IA per garantire le prestazioni e apportare le modifiche necessarie.

Lo standard ISO/IEC 42001 si propone di svolgere un ruolo chiave nella valutazione e certificazione della conformità, contribuendo a rafforzare la fiducia all’interno della complessa catena di fornitura dell’IA. La speranza della ISO è che l’impatto di questo standard sia pari a quello degli standard ISO/IEC 9001 per la gestione della qualità e ISO/IEC 27001 per la gestione della sicurezza delle informazioni.

 

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