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EMA e HMA: nuove misure per rafforzare la catena di fornitura dei radiofarmaci in Europa

L’Agenzia Europea per i Medicinali – EMA e l’Heads of Medicines Agencies – HMA hanno pubblicato un documento strategico congiunto che propone 11 azioni concrete per affrontare le vulnerabilità della catena di fornitura dei radiofarmaci nell’Unione Europea.

Questi farmaci, essenziali per la diagnosi e il trattamento di diverse patologie, in particolare oncologiche, sono soggetti a una filiera altamente specializzata, con tempi di produzione e consegna strettissimi e dipendenze critiche da un numero limitato di fornitori.

Criticità e risposte strategiche del piano d’azione per rafforzare la catena di fornitura dei radiofarmaci

Il piano disegna una roadmap per la gestione, l’analisi e la condivisione dei dati tra le agenzie, con l’impegno a mantenere standard elevati di sicurezza ed etica. Si pone anche come quadro di coordinamento per rispondere alle nuove iniziative legislative europee, tra cui la riforma della legislazione farmaceutica, lo European health data space (Ehds), l’Interoperable Europe Act e l’AI Act.

Tra le principali fragilità rilevate figurano l’obsolescenza dei reattori nucleari, la dipendenza da un numero ridotto di siti produttivi, la carenza di manodopera specializzata e le complessità regolatorie legate alla doppia natura (medica e nucleare) dei prodotti. Per rispondere a queste criticità, EMA e HMA propongono di rafforzare la cooperazione tra autorità regolatorie, settore industriale e attori della sicurezza nucleare; migliorare la trasparenza sulla disponibilità dei prodotti; ottimizzare la pianificazione della domanda e creare un quadro normativo più flessibile per agevolare la produzione e la distribuzione.

Il piano si inserisce nel più ampio impegno delle autorità europee per potenziare la resilienza delle catene di fornitura di medicinali critici e si affianca alla roadmap per l’uso dei dati e dell’intelligenza artificiale pubblicata da EMA e HMA, che include anch’essa interventi a supporto della tracciabilità e della disponibilità dei farmaci.

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14 Aprile: Giornata Mondiale della Malattia di Chagas

Ogni 14 aprile si celebra la Giornata mondiale contro la malattia di Chagas, nota anche come tripanosomiasi americana, che è una malattia potenzialmente letale causata dal protozoo parassita Trypanosoma cruzi o T. cruzi. Questa malattia progredisce lentamente e spesso mostra un decorso clinico asintomatico. Senza trattamento, la malattia di Chagas può portare a gravi alterazioni cardiache e digestive e risultare fatale.

Storicamente, il morbo di Chagas ha colpito principalmente le comunità rurali, dove fattori socio-ambientali e culturali ne hanno perpetuato la presenza. Nel dettaglio, la Chagas è maggiormente diffusa tra le popolazioni povere dell’America Latina continentale, ma viene sempre più rilevata in altri paesi e continenti.

Viene spesso definita una “malattia silenziosa”, poiché la maggior parte delle persone infette non presenta sintomi o presenta sintomi estremamente lievi. Con 7 milioni di infezioni a livello globale e tassi di mortalità significativi, rappresenta una seria minaccia per la salute pubblica. Si stima che ogni anno 10.000 persone muoiano di Chagas e oltre 100 milioni di persone sono a rischio  di contrarre la malattia.

La Giornata Mondiale della Malattia di Chagas 2025

Per la giornata mondiale del 2025 si è scelto il tema “Prevenire, controllare, curare: il ruolo di tutti nella malattia di Chagas”, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza, migliorare i tassi di trattamento e guarigione precoci ed interromperne la trasmissione da madre a figlio. 

La diagnosi precoce è fondamentale, poiché la malattia di Chagas è curabile se trattata subito dopo l’infezione. Se ciò non avviene a causa di una diagnosi tardiva, l’infezione può trasformarsi in una condizione potenzialmente letale. In questo caso, è essenziale un’assistenza adeguata per tutta la vita.

Nella maggior parte dei casi, l’individuazione, il trattamento e il monitoraggio della malattia possono essere effettuati a livello di assistenza sanitaria primaria.

A tal proposito il Global Chagas Coalition, per questa ricorrenza, incoraggia l’adozione di sei impegni per contribuire ad eliminare questa malattia:

  1. Maggiore accesso a cure complete.
  2. Maggiori investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S).
  3. Maggiore supporto alla sorveglianza, al controllo e al monitoraggio dei casi.
  4. Maggiore formazione e sensibilizzazione del personale sanitario e delle comunità a rischio.
  5. Un ulteriore rafforzamento dei sistemi sanitari per garantire la piena attuazione dei percorsi assistenziali e l’integrazione delle persone colpite.
  6. Maggiore visibilità e informazione sulla malattia di Chagas a livello sociale, in diversi contesti.

Ad oggi si sono registrati progressi nel controllo dei vettori e nell’individuazione di donatori sieropositivi al parassita T. cruzi nelle banche del sangue. Vi è inoltre un crescente interesse nell’integrare lo screening e il trattamento del Chagas sia nelle donne in età fertile sia nei programmi di routine per la salute sessuale e riproduttiva. Infine, molte sono le iniziative di ricerca per migliorare gli strumenti diagnostici e terapeutici, nonché per il controllo delle diverse forme di trasmissione e l’efficacia dei trattamenti.

A tal proposito, l’OMS si sta concentrando su un sistema globale di informazione e sorveglianza per controllare la malattia di Chagas. La sorveglianza è un intervento chiave per rompere il silenzio epidemiologico (in tempi e spazi geografici diversi) contrastandone lo stigma e la discriminazione. Porre fine alla stigmatizzazione, alla discriminazione o alla negligenza è essenziale per garantire un’assistenza adeguata alle persone affette da questa malattia.

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1 Dicembre: Giornata mondiale contro l’AIDS

Il prossimo 1° dicembre si celebrerà, come ogni anno, la Giornata mondiale contro l’AIDS. L’evento riunisce persone da tutto il mondo per sensibilizzare sull’HIV/AIDS e dimostrare solidarietà internazionale di fronte alla patologia.

Il tema scelto per il 2025 porta lo slogan ” Prendi la strada giusta: la mia salute, il mio diritto!” e mira a diffondere la consapevolezza sullo stato della malattia e incoraggiare i progressi nella prevenzione, nel trattamento e nella cura dell’HIV/AIDS in tutto il mondo. Per combattere l’AIDS è necessario sostenere il diritto alla salute affrontando le disuguaglianze che ostacolano i progressi nella lotta alla malattia.

LA GIORNATA MONDIALE CONTRO L’AIDS 2025: alcuni dati

In vista della Giornata mondiale contro l’AIDS, il nuovo rapporto di sorveglianza sull’HIV/AIDS 2024 pubblicato dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’OMS e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) mostra che dall’inizio dell’epidemia nei primi anni ’80, oltre 2,6 milioni di persone hanno ricevuto una diagnosi di AIDS nella regione europea dell’OMS, di cui oltre 650.000 nell’Unione europea e nello Spazio economico europeo (UE/SEE). 

Solo nel 2023 sono state segnalate circa 113.000 diagnosi di AIDS in 47 dei 53 paesi della regione europea dell’OMS, con un aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente. Questo aumento può essere in parte una conseguenza derivata dalle nuove politiche di test applicate nei paesi. Rispetto al 2022 nel 2023 si è verificato un aumento dei test HIV e quindi di conseguenza anche delle diagnosi.

Inoltre, questi dati evidenziano che, nonostante i notevoli progressi compiuti, quasi una persona su tre che vive con l’HIV non conosce ancora il proprio stato di sieropositività, dinamica che favorisce la diffusione del virus. Le stime mostrano che:

  • il 70% delle persone sieropositive che vivono nella regione dell’OMS/UE ne è effettivamente a conoscenza;
  • il 92% di coloro che vivono nell’UE/SEE è a conoscenza del proprio stato,
  • mentre solo il 40% delle persone che vivono con l’HIV nell’area dell’Europa orientale e in Asia centrale è conscio della sua sieropositività.

In questo scenario, l’Italia si colloca tra i paesi con la maggior percentuale di nuove diagnosi fra persone di oltre 40 anni (il 54%), dato dovuto anche ad un problema di ritardo nella diagnosi stessa (oltre il 60% dei casi).

La salute è un diritto umano. Tutti dovrebbero avere accesso ai servizi sanitari di cui hanno bisogno, compresi i servizi di prevenzione, trattamento e assistenza dell’HIV. Proteggere i diritti significa garantire che l’assistenza sanitaria sia disponibile a tutti, senza alcuna discriminazione, indipendentemente dal loro stato di HIV, background, genere o luogo di residenza. Fornire ai cittadini strumenti di prevenzione rafforza e protegge le persone dalla diffusione del virus.

L’accesso equo alla prevenzione è fondamentale per fermare le nuove infezioni. Infine, è necessario affrontare lo stigma e la discriminazione che minano la lotta contro l’AIDS.

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Ricerca operativa OMS: 83% di successo nel trattamento contro la tubercolosi

Dal 2020 al 2023, l’OMS Europa ha organizzato programmi in 13 paesi per analizzare gli effetti di un nuovo regime di trattamento contro la Tubercolosi Multiresistente (MDR-TB).

A differenza del canonico trattamento della Tubercolosi, che prevede un periodo di cure di 3 anni con lunghi periodi di ospedalizzazione, la ricerca operativa permette di seguire il paziente per 9 mesi.

Caratteristiche della Ricerca Operativa sulla MDR-TB

Ricerca Operativa si è tradotta in un grande cohort study, che ha coinvolto più di 2600 pazienti ed una task force dell’OMS composta da specialisti di fama internazionale contro la MDR-TB. Tramite una supervisione continua, è stato possibile denotare come altri fattori esterni, dall’alimentazione, al fumo, alla disoccupazione che provoca stress nei pazienti, potesse incidere più del previsto.

I risultati, recentemente pubblicati sulla rivista Lancet Infectious Diseases, forniscono importanti evidenze che mostrano alti livelli di sicurezza ed efficacia con un tasso di successo del trattamento dell’83% e solo l’1% di probabilità di recidiva dopo 12 mesi, ben al di sopra dell’attuale tasso di successo medio per la regione europea del 57%.

Questo indica che il regime di trattamento raccomandato dall’OMS è più efficace, e che riduce significativamente il numero e la durata delle ospedalizzazioni e dei ricoveri.

 

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Commissaria Kyriakides: dichiarazione in occasione della Settimana europea contro il cancro

In occasione dell’inizio della Settimana europea contro il cancro, celebrata dal 25 al 31 maggio, la Commissaria Stella Kyriakides ha voluto ricordare alcuni dei progressi compiuti negli ultimi anni attraverso le azioni europee dedicate alla lotta contro il cancro.

Con il sostegno di un finanziamento di 4 miliardi di euro, abbiamo lanciato un numero record di progetti, azioni e iniziative che affrontano ogni fase di questa malattia, dalla prevenzione alla diagnosi precoce e al trattamento, nonché alla qualità della vita. Ciò include decine di progetti sostenuti dal programma EU4Health che riuniscono le competenze di tutta l’UE. Sono fiduciosa che queste azioni abbiano un grande potenziale per apportare un cambiamento reale. Prevenire è meglio che curare”.

“Purtroppo – ha sottolineato la commissaria – persistono forti disuguaglianze nell’esposizione ai fattori di rischio, che colpiscono in particolare coloro che provengono da contesti socioeconomici più bassi. Con la revisione del Codice europeo contro il cancro, vogliamo garantire che i riscontri più recenti della scienza siano incorporati nelle raccomandazioni e negli orientamenti rivolti alle persone. Il nuovo approccio dell’UE allo screening del cancro ha fatto passi da gigante nella diagnosi precoce, oltre alla campagna di sensibilizzazione #GetScreenedEU”.

Inoltre, la campagna di sensibilizzazione per lo screening, verrà rafforzato dalle attività della Joint Action EUCanScreen sull’attuazione di programmi di screening del cancro, finanziata con oltre 30 milioni di euro.

 

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lotta contro il cancro

CPE: 5 webinar per ridurre le disuguaglianze nella cura del cancro

Cancer Patients Europe (CPE), organizzazione che ha come missione principale quella di rappresentare e dare voce ai pazienti oncologici e ai sopravvissuti al cancro, sostenendo le loro esigenze e i loro diritti in ogni fase del loro percorso, organizza tra il 27 e il 31 maggio una serie di webinar giornalieri di 45 minuti che tratteranno i passi da compiere per ridurre le disuguaglianze nella cura del cancro in Europa.

I 5 WEBINAR CPE

L’evento sarà un’occasione per far avanzare la discussione sulle disparità sanitarie e identificare risultati attuabili e mira ad innescare un dialogo significativo tra i diversi gruppi di stakeholder ed a identificare le priorità immediate nel periodo precedente alle elezioni europee e oltre. I webinar saranno così suddivisi:

  • 27 maggio – Prevenzione e diagnosi precoce.
  • 28 maggio – Diagnosi innovativa e diagnosi accurata.
  • 29 maggio – Innovazione nel trattamento.
  • 30 maggio – Sopravvivenza.
  • 31 maggio – Cessazione del fumo, un passo verso un ambiente senza cancro.

 

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14 marzo: Giornata mondiale del rene

La Giornata Mondiale del Rene si svolge ogni anno e si fa promotrice di una campagna di sensibilizzazione globale volta ad aumentare la consapevolezza dell’importanza dei nostri reni.

In tutto il mondo si contano molte centinaia di eventi: dall’Argentina alla Malesia, dal Giappone all’Italia. Tutto ciò, per creare consapevolezza. Consapevolezza per assumere comportamenti preventivi, consapevolezza dei fattori di rischio, consapevolezza su come vivere con una malattia renale.

CONSAPEVOLEZZA per Promuovere un accesso equo alle cure e una pratica terapeutica ottimale

Si stima che la malattia renale cronica (MRC) colpisca più di 850 milioni di persone in tutto il mondo provocando oltre 3,1 milioni di morti nel 2019. Attualmente, le malattie renali rappresentano l’ottava causa di morte, e, se non affrontate, si prevede diventeranno la quinta causa principale di abbassamento dell’aspettativa di vita entro il 2040. Negli ultimi tre decenni, gli sforzi per il trattamento della MRC si sono concentrati sulla preparazione e la fornitura di terapie sostitutive del rene.

Le recenti scoperte terapeutiche offrono opportunità senza precedenti per prevenire o ritardare le malattie e mitigarne le complicanze, come le malattie cardiovascolari e l’insufficienza renale, prolungando in definitiva la qualità e la quantità della vita delle persone affette da MRC.

Sebbene queste nuove terapie dovrebbero essere universalmente accessibili a tutti i pazienti, in ogni Paese e contesto, ostacoli come la mancanza di consapevolezza della MRC, l’insufficiente conoscenza o fiducia nelle nuove strategie terapeutiche, la carenza di specialisti in malattia renale e i costi di trattamento contribuiscono a profonde disparità nell’accesso ai trattamenti. In particolare nei Paesi a basso e medio reddito, ma anche in alcuni contesti ad alto reddito.

Queste disuguaglianze sottolineano la necessità di spostare l’attenzione verso la consapevolezza della MRC e lo sviluppo delle capacità del personale sanitario.

Per ottenere una cura renale ottimale è necessario un superamento delle barriere a più livelli, tenendo conto delle differenze contestuali tra le regioni del mondo. Tali differenze includono lacune nella diagnosi precoce, mancanza di assistenza sanitaria o copertura assicurativa universale, scarsa consapevolezza tra gli operatori sanitari e sfide relative al costo e all’accessibilità dei farmaci.

È quindi necessario un approccio globale e multilivello al fine di migliorare la cura dei reni e di ottimizzare la pratica terapeutica in tutto il mondo.

  • Politiche sanitarie – La prevenzione primaria e secondaria della MRC richiede politiche sanitarie mirate che integrino olisticamente la cura dei reni nei programmi sanitari esistenti garantendone finanziamenti e che diffondano le conoscenze sulla salute renale al pubblico e al personale sanitario. Per prevenire la MRC o la sua progressione, dovrebbe essere implementato un accesso equo allo screening delle malattie renali e agli strumenti per la diagnosi precoce e l’accesso sostenibile a trattamenti di qualità.
  • Disponibilità di assistenza sanitaria – Una cura dei reni non ottimale è il risultato di una focalizzazione politica limitata, di un’istruzione inadeguata del paziente e degli operatori sanitari, della mancanza di risorse per cure di alta qualità e di un accesso limitato a farmaci a prezzi accessibili. Per attuare strategie con successo, è essenziale adottare un approccio globale, centrato sul paziente ed orientato a livello locale per identificare e superare ciò che ostacola una cura renale di alta qualità.
  • Operatori sanitari – per affrontare la carenza di operatori sanitari di base e di specialisti in Nefrologia è necessario migliorare la formazione, ridurre al minimo la perdita di operatori sanitari e sviluppare capacità tra gli stessi, compresi medici di base, infermieri e operatori sanitari di comunità. La formazione su uno screening appropriato della MRC e l’adesione alle raccomandazioni delle linee guida di pratica clinica sono fondamentali affinché possano essere implementate con successo delle strategie di trattamento efficaci e sicure. L’adesione all’innovazione scientifica e l’utilizzo di strumenti farmacologici e non farmacologici per il trattamento della MRC, nonché la promozione di una comunicazione efficace e l’empatia tra i professionisti avrebbero un notevole impatto sul benessere dei pazienti.
  • Rafforzare i pazienti e le comunità – A livello globale, i pazienti hanno difficoltà ad accedere alle cure e ai farmaci a causa dei costi elevati e della disinformazione, fattori che influiscono sui loro comportamenti sanitari e sulla loro adesione. Aumentare la consapevolezza sui fattori di rischio della MRC come il diabete, l’ipertensione e l’obesità, migliorare l’alfabetizzazione sanitaria sulla scelta di stili di vita sani, sulla cura di sé e promuovere l’adesione a lungo termine alle strategie di trattamento può portare grandi benefici soprattutto se iniziata precocemente e mantenuta costantemente. Coinvolgere i pazienti nelle organizzazioni di sostegno e nelle comunità locali consentirà loro di prendere decisioni informate e di migliorare la propria salute.

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Gennaio: mese della sensibilizzazione sul cancro cervicale

Gennaio è il mese della sensibilizzazione sul cancro della cervice uterina e l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) lo vuole celebrare promuovendo gli strumenti disponibili per raggiungere l’eliminazione di questa malattia entro la fine di questo secolo.

Il cancro cervicale è una delle forme di cancro più prevenibili e curabili. La causa principale è l’infezione persistente da tipi ad alto rischio di papillomavirus umano (HPV), una famiglia estremamente comune di virus che si trasmette attraverso il contatto sessuale.

Tuttavia, nel 2020 sono stati 604.000 i casi di donne alle quali è stato diagnosticato un cancro alla cervice e 342.000 decessi a causa della malattia; la maggior parte di questi casi e decessi (~90% per entrambi) si sono verificati nei paesi a basso e medio reddito.

Per eliminare il cancro della cervice tutti i paesi devono raggiungere e mantenere un tasso di incidenza inferiore a 4 nuovi casi di cancro della cervice ogni 100.000 donne all’anno. Il raggiungimento di tale obiettivo si basa su tre pilastri chiave e sui relativi obiettivi corrispondenti:

  • Vaccinazione: 90% delle ragazze completamente vaccinate con il vaccino HPV entro i 15 anni. A tal proposito, gli scienziati della IARC e collaboratori stanno conducendo uno studio sulla risposta immunitaria a diverse di dosi di vaccino HPV. Grazie a queste valutazioni, è noto che una singola dose di vaccino offre una protezione adeguata per neutralizzare il virus e che l’immunogenicità di una singola dose rimane elevata anche 10 anni dopo la vaccinazione.
  • Screening: il 70% delle donne è stato sottoposto a screening utilizzando un test ad alte prestazioni entro i 35 anni e di nuovo entro i 45 anni
  • Trattamento: il 90% delle donne con tumore precanceroso è stato trattato e il 90% delle donne con tumore invasivo è stato gestito

Questi obiettivi dovranno essere raggiunti entro il 2030 se si vuole intraprendere il percorso verso l’eliminazione del cancro alla cervice uterina entro la fine di questo secolo, intensificando in particolar modo i programmi di screening ed espandendo l’accesso alle cure a prezzi accessibili.

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29 ottobre: giornata mondiale Psoriasi

Il 29 ottobre segna la Giornata Mondiale della Psoriasi, una patologia che affligge circa il 2-3% della popolazione mondiale, caratterizzata non solo da sintomi fisici, ma spesso anche da notevoli impatti psicologici dovuti all’aspetto estetico delle sue manifestazioni. Tuttavia, il lato più subdolo della psoriasi emerge quando, in circa il 30% dei casi, i pazienti sviluppano l’artrite psoriasica, una condizione altamente distruttiva che richiede intervento immediato sin dai primi sintomi.

La Psoriasi: Una Malattia dalla Presentazione Variabile

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle di origine autoimmune che si manifesta attraverso chiazze gonfie, rosse e squamose sulla pelle. Questi segni tipicamente si presentano sulla parte esterna dei gomiti, delle ginocchia e del cuoio capelluto, ma possono verificarsi in qualsiasi parte del corpo. In Italia, oltre 2 milioni di persone sono colpite da questa condizione.

La giornata mondiale 2023 tra Sensibilizzazione e Accessibilità ai trattamenti

La Giornata Mondiale della Psoriasi, istituita nel 2004 dall’International Federation of Psoriasis Associations (IFPA) e patrocinata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e di migliorare l’accesso ai trattamenti e alle cure. Questo evento annuale offre una piattaforma per discutere le sfide e i progressi nella gestione della psoriasi e per promuovere una maggiore comprensione di questa malattia. Il tema di quest’anno è l’accesso a tutti a cure di qualità, a prescindere dalla provenienza geografica.

Un Approccio Interdisciplinare per Affrontare la Psoriasi

La psoriasi richiede un approccio interdisciplinare che coinvolge dermatologi, reumatologi e professionisti della salute mentale. È fondamentale fornire ai pazienti non solo trattamenti efficaci per le manifestazioni cutanee, ma anche supporto per affrontare l’impatto psicologico di questa malattia.

La Giornata Mondiale della Psoriasi è un’opportunità per mettere in luce queste sfide e celebrare i successi nella gestione di questa complessa malattia cutanea. Promuovendo la consapevolezza e la comprensione, è possibile cooperare al fine di migliorare la vita dei milioni di persone colpite dalla psoriasi e continuare a cercare nuove soluzioni per una gestione più efficace di questa patologia.

 

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Diabete e cuore: dall’ESC di Amsterdam pronte nuove linee guida

Le recenti linee guida sulle malattie cardiovascolari per le persone affette da diabete, pubblicate in occasione del Congresso ESC (Società europea di Cardiologia) svoltosi ad Amsterdam nello scorso agosto, si propongono di valutare e sintetizzare le attuali evidenze scientifiche concernenti la stratificazione del rischio cardiovascolare, lo screening, la diagnosi e il trattamento. L’obiettivo principale dell’iniziativa è di fornire agli operatori sanitari il supporto necessario per individuare il miglior approccio diagnostico o terapeutico per combattere e prevenire tali patologie.

Si stima che tra il 25% e il 40% dei pazienti con patologie cardiovascolari sia affetto diabete non diagnosticato. Inoltre, quest’ultimo rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di malattie renali croniche (Irc), che a sua volta peggiorano la funzione cardiaca.

L’app dell’esc per valutare il rischio cardiovascolare negli individui con diabete

Gli esperti dell’ESC hanno sviluppato un algoritmo disponibile attraverso una applicazione, denominata Score2-Diabetes, che permette di valutare il rischio cardiovascolare negli individui con diabete che tuttavia non presentano ancora segni clinici manifesti di patologia cardiovascolare. Il fine è individuare i pazienti ad alto rischio, sui qualiè necessario intraprendere immediatamente misure di massima prevenzione, correggendo stili di vita e inserendo la terapia più adeguata.

Raggiungere una “gestione” adeguata dell’insufficienza cardiaca rappresenta uno degli obiettivi più cruciali, dato che i pazienti affetti da diabete presentano un rischio da due a quattro volte superiore rispetto a coloro che non ne sono affetti.

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