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Progetto REVERT: lancio di uno studio clinico a supporto dei pazienti affetti da tumore al colon-retto avanzato

Al via il trial clinico del progetto REVERT (taRgeted thErapy for adVanced colorEctal canceR paTients), finanziato nell’ambito del Programma Horizon Europe 2020, che vede l’Italia in prima fila al servizio della medicina predittiva in ambito oncologico grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale.

Il progetto REVERT viene portato avanti in collaborazione con il centro di coordinamento Europeo dell’IRCCS San Raffaele ed il centro di coordinamento del trial clinico dell’Università di Roma “Tor Vergata”.

Il Policlinico Universitario di Tor Vergata coordinerà i Centri Europei coinvolti nel trial clinico, che mira alla validazione pre-marketing di un sistema decisionale clinico, basato su algoritmi di predizione della risposta al trattamento in pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto in fase avanzata.

I dati sul tumore del colon-retto e l’importanza di Revert

Il tumore del colon-retto rappresenta la terza causa di neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne, con incidenza minore soltanto ai tumori polmonari e mammari.

Dall’ultimo rapporto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica “I numeri del cancro in Italia 2022” si stima per l’anno in riferimento 48.100 nuovi casi (26.000 negli uomini e 22.100 nelle donne, in crescita rispetto al 2020 rispettivamente del +1,5% e del +1,6%), manifestatisi con sempre maggiore frequenza tra gli under 50, tra i quali le diagnosi sono raddoppiate con un tasso di mortalità previsto in aumento fino al 2030.

Inoltre, circa il 50% dei pazienti con cancro del colon-retto locale sviluppa in seconda istanza delle metastasi a distanza e quasi il 21% dei pazienti presenta tali metastasi già nel momento stesso della prima diagnosi. In questo contesto, urge porre l’accento sulla selezione del primo trattamento farmacologico nella malattia metastatica, che rappresenta un passaggio cruciale nel percorso terapeutico di questi pazienti, consentendo un significativo miglioramento dei tassi di risposta e della sopravvivenza globale, grazie all’associazione tra farmaci chemioterapici e farmaci a bersaglio molecolare.

L’utilizzo ambizioso ed innovativo dell’Intelligenza Artificiale in REVERT

La Prof.ssa Fiorella Guadagni, Coordinatrice del Progetto e della Biobanca BioBIM® e banca dati associata dell’IRCCS San Raffaele, nonché Professore Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica presso l’Università Telematica San Raffaele Roma, spiega: “Il progetto nasce dall’esperienza realizzata al San Raffaele di Roma, dove già nel 2006 è stata creata una banca biologica e banca dati interistituzionale e multidisciplinare per l’applicazione di metodologie di intelligenza artificiale finalizzate alla messa a punto di protocolli di medicina predittiva.

L’obiettivo è quello di costruire un innovativo sistema di supporto decisionale basato sull’intelligenza artificiale utilizzando l’esperienza e i dati del mondo reale di diversi ospedali che operano nel sistema sanitario dell’UE per un modello innovativo di terapia combinatoriale, basato su un approccio di medicina personalizzata, che identifica l’intervento terapeutico più efficace per il singolo paziente con cancro colorettale”.

Attraverso questo modello innovativo, basato su tecniche di Intelligenza Artificiale, si intende personalizzare il trattamento terapeutico dei pazienti con tumore del colon-retto metastatico – non suscettibili di intervento chirurgico – identificando, di volta in volta, quello più efficace.

Lo studio clinico verificherà l’efficacia predittiva dell’Intelligenza Artificiale sulla scelta del migliore trattamento in un’ottica ‘personalizzata’”, spiega il Prof. Mario Roselli, Direttore dell’Unità di Oncologia Medica del Policlinico Universitario Tor Vergata e Professore Ordinario presso l’Ateneo. “L’algoritmo decisionale, infatti, è stato precedentemente “educato”, tramite valutazione retrospettiva dei profili clinici di pazienti già trattati nelle Unità di Oncologia partecipanti al progetto e che, in base alla loro risposta al trattamento, sono stati definiti ‘responder’ o ‘non responder’.

Tale algoritmo, applicato ai nuovi pazienti arruolati nello studio clinico consentirà di supportare lo sperimentatore verso la migliore scelta terapeutica. Sebbene il trial REVERT sia specificamente rivolto alla patologia colorettale metastatica, si prevede che i suoi risultati possano avere un impatto positivo su altre tipologie di tumore.”

I partner del progetto REVERT

Tra i partner Europei, oltre l’IRCCS San Raffaele in qualità di centro di coordinamento del progetto, e l’Università di Roma “Tor Vergata”, REVERT vede coinvolte 7 Unità di Oncologia Medica appartenenti a 3 diverse Nazioni Europee, quali: l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata (centro coordinatore clinico), l’Università di Firenze e quella Palermo, l’Institutul Regional de Oncologie Iasi e il Clusterul Regional Inovativ de Imagistica Moleculara Structurala (entrambe in Romania) e il Servicio Murciano De Salud (Spagna) che si occuperanno dell’arruolamento dei pazienti.

Tra i partner non prettamente clinici di REVERT che partecipano al progetto si annoverano: ProMIS –Programma Mattone Internazionale Salute, responsabile della disseminazione e comunicazione dei risultati, Malmo Universitet (Svezia), Umea Universitet (Svezia), Genxpro GMBH (Germania), Bundesanstalt Fuermaterialforschung Und-Pruefung (Germania), Biovariance GMBH (Germania), Fundacion Universitaria San Antonio (Spagna), Luxembourg Institute of Health (Lussemburgo) e Olomedia (Italia).

 

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Avvisi di preinformazione di due bandi di gara EU4Health 2023

Sono stati pubblicati gli avvisi di preinformazione per due call for tender da finanziare nell’ambito del Programma di lavoro annuale EU4Health 2023. La data prevista per la pubblicazione dei bandi è fine giugno 2023.

I due bandi EU4Health 2023 nello specifico:

HADEA/2023/OP/0025 – Infrastruttura PIN MyHealth@EU: Organizzazione e realizzazione di attività di formazione sul quadro giuridico, l’implementazione, il funzionamento e gli sviluppi futuri. Budget stimato: 500.000 euro.

L’obiettivo del bando è:

  1. Preparare, pianificare e strutturare i programmi e i materiali di formazione sul quadro giuridico, la diffusione, il funzionamento e l’evoluzione dell’infrastruttura MyHealth@EU, che è l’infrastruttura digitale transfrontaliera per lo scambio di dati sanitari;
  2. Eseguire corsi di formazione;
  3. Preparare e fornire materiali di eLearning.

HADEA/2023/OP/0024 – PIN Supporto allo sviluppo di capacità sull’uso secondario dei dati sanitari nell’ambito dello Spazio europeo dei dati sanitari (EHDS). Budget stimato: 1.500.000 euro.

Le attività di sviluppo delle capacità sono rivolte al personale degli organismi di accesso ai dati sanitari (HDAB) e alle persone che dispongono di una piattaforma per raggiungere gli stakeholder impegnati nell’uso secondario dei dati sanitari (ambasciatori EHDS2). L’obiettivo del bando di EU4Health 2023 è rafforzare e standardizzare le competenze attraverso la creazione di conoscenze, il trasferimento e lo scambio di buone pratiche tra i Paesi dell’UE. I servizi richiesti comprendono:

  1. Preparazione di materiali formativi e consegna di corsi di formazione;
  2. Preparazione di materiali a supporto delle implementazioni locali;
  3. Verifica e monitoraggio delle implementazioni locali.

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digital health

Bando DIGITAL EUROPE sullo sviluppo della piattaforma AI on-demand

E’ stata lanciata la call for proposal “Deployment of the AI-on-demand platform” (DIGITAL-2022-CLOUD-AI-B-03-AI-ON-DEMAND) nell’ambito del programma Digital Europe, con deadline il 29 agosto 2023.

Il prograamma di Digital Europe sull’intelligenza artificiale:

Il programma Digital Europe ha tra i suoi obiettivi quello di rafforzare le capacità dell’UE in materia di intelligenza artificiale (IA), per la trasformazione digitale del settore pubblico e privato.

Il progetto selezionato svilupperà e implementerà la piattaforma di intelligenza artificiale, tenendo conto dei requisiti necessari e dei meccanismi per ottimizzare l’impatto della piattaforma di intelligenza artificiale. La piattaforma raccoglierà tutte le risorse di intelligenza artificiale (algoritmi e strumenti) e li metterà a disposizione degli utenti potenziali, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche, con i servizi necessari per agevolarne l’integrazione.

Le proposte devono essere presentate da un consorzio di almeno 4 richiedenti indipendenti (beneficiari; non entità affiliate) per 3 diversi paesi ammissibili.

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EuroHealthNet: disponibile l’Annual Report 2022 – 2023

Cos’è l’EuroHealthNet:

EuroHealthNet è una partnership senza fini di lucro di organizzazioni, istituti e autorità che lavorano nel campo della salute pubblica, della prevenzione delle malattie, della promozione della salute e del benessere e della riduzione delle disuguaglianze. L’obiettivo di tale rete è affrontare le disuguaglianze sanitarie all’interno e tra gli Stati europei attraverso un’azione sui determinanti sociali della salute.

EuroHealthNet supporta gli operatori sanitari a sviluppare competenze per rafforzare la promozione della salute e contribuire a una transizione verde e digitale equa.

Il report annuale di EuroHealthNet:

Nel report annuale sono riportate le attività e i risultati raggiunti dal network nel corso dell’ultima annualità.

Tra le attività, EuroHealthNet è valutatore del nuovo progetto finanziato da Erasmus+, “Dialogical Work – Approccio dialogico per integrare il lavoro multiprofessionale nei settori educativo, sanitario e sociale. Formazione dei gruppi di governance e dei tutor” (2022-2024), nato nell’ambito degli Open Lab del ProMIS (laboratori di co-progettazione tra Regioni/PP.AA. italiane, nell’ambito di consorzi transnazionali, per la stesura di progetti Europei), che coinvolge 10 organizzazioni sociali, sanitarie, universitarie e non profit di Italia, Portogallo, Finlandia, Lituania, Polonia, Paesi Bassi, Belgio e Romania. È coordinato dalla Regione Emilia Romagna e vede il coinvolgimento, in qualità di partners, dell’Università Federico II di Napoli e della Provincia Autonoma di Trento.

Il progetto intende promuovere approcci integrati nei modelli di governance all’interno di contesti pubblici, fornendo ai professionisti dei settori sanitario, educativo e sociale le competenze necessarie per lavorare in un ambiente intersettoriale per affrontare in modo coordinato le molteplici sfide della società.

Le attività di ProMIS:

ProMIS ha partecipato e ottenuto il finanziamento nell’ambito di una call multi-country del Technical Support Instrument (TSI), presentata dalla Slovenia nel 2022, su “Youth FIRST: sostenere il benessere dei bambini e dei giovani, l’istruzione, la formazione e l’educazione”.

L’iniziativa Multicountry «Youth First» mira ad aiutare gli Stati membri a elaborare politiche che migliorino il benessere, l’istruzione, la formazione, i servizi sociali e l’accesso ai finanziamenti di bambini e giovani e alfabetizzazione finanziaria. Mira a sostenere riforme che diano ai giovani, in particolare ai giovani con minori opportunità, provenienti da contesti svantaggiati, da zone rurali o remote o appartenenti a gruppi vulnerabili, l’istruzione e le opportunità per diventare cittadini attivi e attori di un cambiamento positivo.

ProMIS è parte anche di una seconda iniziativa (in partenza a luglio), sempre nell’ambito del TSI, sulla flagship ‘Towards person-centred integrated care’ che mira ad aiutare gli Stati membri, in particolare i Ministeri della salute e degli affari sociali, a progettare e attuare riforme strutturali nei settori della salute, dell’assistenza sociale e dell’assistenza a lungo termine; nello specifico si intende:

  • Supportare la creazione di un sistema sociosanitario integrato e coordinato a partire dalla valutazione multidimensionale e presa in carico della persona e della famiglia
  • Migliorare l’accesso delle persone ai servizi, in particolare a quelli di assistenza domiciliare e la qualità dei servizi stessi
  • Supportare l’attuazione nel medio-lungo termine delle strategie e politiche nazionali in materia di integrazione sociosanitaria (DECRETO 23 maggio 2022, n. 77, Piano Nazionale per la Non autosufficienza 2022-2024,…) in connessione con gli investimenti in corso su Missione 5 e Missione 6 del PNRR
  • Sostenere l’attuazione delle priorità dell’UE in materia di assistenza sanitaria e sociale

EuroHealthNet ha supportato alcune organizzazioni a mettersi in contatto e aderire alle iniziative.

 

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digital health

5G for Smart Communities: previste sette sessioni online di capacity building

La piattaforma 5G for Smart Communities (5GSC), insieme alla Commissione europea, sta organizzando una serie di sessioni di sviluppo delle capacità 5GSC.

Queste sessioni mirano a promuovere lo scambio di buone pratiche ed esempi all’interno della comunità 5G, dando potere ai potenziali candidati nei processi di pianificazione del progetto e di scrittura delle domande per l’imminente terzo bando di CEF Digital 5G for Smart Communities.

Le sessioni di rafforzamento delle capacità si estenderanno nel corso di sette sessioni, dal 1° giugno 2023 al 7 dicembre 2023:

  • Esplorare i casi d’uso del 5G, 1/6;
  • Casi d’uso per l’assistenza sanitaria nelle comunità intelligenti, 22/6;
  • Introduzione alle reti di campus per comunità intelligenti, 6/7;
  • Condivisione dell’infrastruttura 5G per i progetti CEF 5G Smart Community, 7/9;
  • Pianificazione e gestione del consorzio per progetti 5G Smart Community, 5/10;
  • Obblighi di cofinanziamento e appalto per i contractors, 19/10;
  • Processo di scrittura dell’application per CEF 5GSC, 7/12.

 

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Misure per la parità di genere nei PNRR: l’Italia esempio virtuoso in Europa

La pandemia del COVID-19 ha acuito sensibilmente quelle che erano le disparità di genere, sociali ed economiche già presenti negli Stati Europei. L’evidenza scientifica ha ampiamente dimostrato quanto gli effetti della crisi si siano riversati in maniera esponenzialmente maggiore sulle donne rispetto che gli uomini.

L’Unione Europea ha deciso di intervenire in modo strutturale per ovviare a questa questione, obbligando per esempio gli Stati membri in questa programmazione ad avere un Gender Equality Plan (GEP) per poter partecipare ai progetti dell’Unione Europea come ad esempio il programma Horizon Europe.

Se è giusto affermare che il GEP riguardi le singole organizzazioni che fanno domanda e non gli Stati membri di per sé, è vero anche che tale misura debba essere presentata da enti pubblici quali organismi di finanziamento della ricerca, nonché ministeri nazionali, enti pubblici di autorità, enti di ricerca siano essi pubblici o privati.

Inoltre, occorre aggiungere che il GEP non va inteso come una misura isolata all’interno di un quadro normativo impreparato, ma che dovrebbe essere circoscritto all’interno di una analisi degli studi di genere, alla base dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza post-Covid.

Ed invece l’EIGE nel suo rapporto registra che, un coinvolgimento limitato sia dei governi nazionali che degli organismi indipendenti per la parità di genere e la società civile femminile e femminista, abbia portato ad un risultato che stima a meno del 2% la quota destinata a bilancio per misure di genere.

Questo dato è frutto della mancanza di approccio strutturale da parte degli Stati dell’UE, che non hanno prodotto dapprima una gender analysis, così da delineare le criticità del tema ed agire di conseguenza durante la stesura dei Piani di Ripresa e Resilienza.

Il caso virtuoso dell’Italia sulla serietà dell’analisi di genere a monte del PNRR

L’Italia si è dimostrata, insieme soltanto alla Spagna e alla Svezia, uno dei pochissimi paesi che hanno prodotto dapprima una analisi del divario di genere nei diversi settori, per poi favorire e promuovere la parità attraverso un approccio trasversale in cui il tema è stato preso in considerazione nelle fasi di attuazione del PNRR.

Il tema della parità di genere va inteso in questa fase come una delle chiavi di lettura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per rendere più inclusiva ed efficace l’esecuzione dei bilanci.

Altri Stati membri si stanno ora mobilitando nell’introdurre un’iniziativa prospettica sul tema della parità di genere nei propri Piani Nazionali. Tuttavia si ha la sensazione che si sia persa una occasione importante per attuare con forza una struttura egualitaria ed inclusiva delle differenze di genere, soprattutto in un periodo storico che riflette l’acuirsi delle disparità sociali. Se è vero dunque che si possa rimediare in futuro attraverso la specifica implementazione di altri piani nazionali sul tema, occorre in questa fase elogiare coloro i quali hanno tracciato le linee guida del piano di Ripresa pensando da subito, tra le priorità, di ridurre gli effetti negativi quanto meno della crisi sulle donne.

È essenziale includere e mantenere questa forma mentis anche nelle fasi finali di attuazione e soprattutto monitoraggio dei piani nazionali, da non prendere sottogamba per non vanificare quanto di buono fatto nella fase precedente. Un plauso va anche alla Svezia e in particolare alla Spagna, che ha fatto dell’uguaglianza di genere un caposaldo della strategia nazionale di ripresa.

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20 Giugno: Giornata Mondiale del rifugiato

Il 20 giugno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) – l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati – celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato. La campagna prevista per quest’anno riguarda l’inclusione sanitaria e le soluzioni per i rifugiati e le comunità che li ospitano.

In tutto il mondo, sono oltre 100 milioni le persone sfollate con la forza. In questo dato sono incluse oltre 8 milioni di persone – principalmente bambini, donne ed anziani – le quali sono fuggite dall’Ucraina assediata dal febbraio 2022 e oltre 3,6 milioni di siriani che vivono in Turchia, molti dei quali sono anche rimasti coinvolti nella serie di terremoti del 2023.

I rifugiati necessitano di molteplici diverse esigenze sanitarie che devono essere soddisfatte dando loro pieno accesso ai servizi essenziali, tra cui:

  • salute mentale
  • salute materna e infantile
  • immunizzazione
  • salute sessuale e riproduttiva
  • gestione delle malattie croniche e delle disabilità.

Spesso la realtà è che il rifugiato fatica a ricevere assistenza quando ne ha bisogno, durante i suoi viaggi e dopo essere arrivato ​​nei paesi ospitanti, a causa di fattori quali la mancanza di diritti, le barriere linguistiche, nonché gli ostacoli di carattere amministrativo, burocratico e finanziario.

Navigare in un nuovo sistema sanitario può risultare talvolta molto complesso senza il giusto supporto.

L’integrazione dei rifugiati nei sistemi sanitari avvantaggia sia la comunità di accoglienza che quella del rifugiato

Consentire ai rifugiati di avere pieno accesso all’assistenza sanitaria non si limita alla concessione di diritti formali, ma richiede servizi sanitari inclusivi e non discriminatori che siano culturalmente sensibili. Le prove hanno dimostrato che includere un rifugiato nei sistemi sanitari del paese ospitante:

  • riduce i costi sanitari a lungo termine
  • contribuisce alla crescita economica
  • promuove la coesione sociale e l’integrazione.

In generale, l’inclusione sociale e l’integrazione dei rifugiati nelle società possono promuovere una migliore salute fisica e mentale e il benessere, riducendo la discriminazione e l’esclusione, che contribuiscono alla cattiva salute.

Soluzioni innovative per costruire sistemi sanitari più inclusivi 

Alcuni paesi della regione europea dell’OMS, supportati da OMS/Europa, hanno esplorato soluzioni promettenti e innovative per rendere i loro sistemi sanitari più inclusivi.

  • La Polonia ha avviato una hotline per fornire informazioni complete su come ottenere una licenza medica temporanea, nonché informazioni ai rifugiati ucraini su come navigare nel sistema sanitario nazionale polacco.
  • La Grecia ha prodotto podcast e una stazione radio online, lavorando con rifugiati per fornire informazioni sanitarie in cinque lingue diverse (inglese, greco, farsi, arabo e francese), compresi argomenti come la salute materna e neonatale, l’abuso di droghe e le pratiche igieniche.
  • La Romania e la Grecia hanno impiegato i rifugiati come mediatori culturali per aiutare i rifugiati in arrivo a orientarsi nei sistemi sanitari.

 

Integrare i rifugiati qualificati nel personale sanitario e come mediatori culturali ha molti vantaggi dal momento che:

  • Possono aiutare i rifugiati del loro paese di origine a navigare efficacemente nel nuovo sistema sanitario, anche riducendo le barriere culturali e linguistiche.
  • Possono supportare sistemi sanitari tesi in tempi di carenza di operatori sanitari a livello regionale.
  • Le loro competenze rimangono aggiornate. Man mano che tornano nel loro paese di origine, la loro formazione e competenza possono essere fondamentali per ricostruire i servizi sanitari.

Il sostegno dell’OMS ai paesi che accolgono i rifugiati 

L’OMS intende aumentare sostanzialmente il suo sostegno ai paesi ospitanti. Attualmente, oltre 8 milioni di persone devono essere raggiunte nei paesi che accolgono rifugiati dall’Ucraina. Allo stesso tempo, i terremoti del 2023 in Turchia e nella Repubblica araba siriana hanno devastato aree che già ospitavano una significativa popolazione di sfollati. L’UNHCR riferisce che tra gli oltre 15 milioni di persone colpite in Turchia, 1,7 milioni sono rifugiati siriani che vivono sotto protezione temporanea, insieme alle comunità che li hanno ospitati, molti dei quali ora sono anch’essi sfollati.

Le principali priorità della risposta dell’OMS nei paesi che accolgono rifugiati saranno rafforzare ulteriormente l’accesso dei rifugiati ai servizi sanitari primari e di emergenza, compresa la fornitura di prodotti medici essenziali, vaccini e tecnologie.

L’OMS/Europa continuerà a:

  • sostenere la leadership sanitaria ei meccanismi di governance per facilitare le riforme del settore sanitario per i rifugiati;
  • fornire supporto tecnico e operativo al personale sanitario, per facilitare la fornitura di servizi ai rifugiati;
  • fornire la gestione delle informazioni, la sorveglianza per il processo decisionale basato sull’evidenza nella salute pubblica, la comunicazione del rischio e il coinvolgimento della comunità.

 

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19 Giugno: Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti

Storicamente, la violenza sessuale nei conflitti è stata una pratica largamente utilizzata come una forma di sottomissione e assoggettamento della popolazione o fazione avversaria. I popoli conquistatori erano e sono soliti praticare la violenza sessuale nei confronti di donne, bambini, ma anche talvolta contro uomini e ragazzi.

L’escalation di questo fenomeno è coincisa con la modificazione della sensibilità delle nostre società nel corso dei decenni e nei secoli, instillando progressivamente una coscienza sociale che ha reso possibile definire ed individuale la violenza sessuale nei conflitti non come una pratica iscritta nella dinamica delle guerre e di prassi, ma per quello che è: un crimine di guerra.

L’esperienza della guerra nell’ex-Jugoslavia, nella quale venivano sistematicamente praticate schiavitù sessuali e stupri di gruppo nei campi di prigionia al fine di generare figli di origine serba, fu il fatto che richiamò l’attenzione delle Nazioni Unite.

Fu così che nel 2008, la Risoluzione 1820 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite riconobbe la violenza sessuale nei conflitti come una strategia di guerra e come un crimine che minaccia alla pace e alla sicurezza mondiale. In onore di quel 19 Giugno, ogni anno in questa data si celebra la giornata a questo tema dedicata.

Cosa si intende specificatamente per violenza sessuale nei conflitti:

La giurisprudenza penale internazionale comprende nella definizione di “violenza sessuale” nei conflitti non solo l’atto sessuale stesso, quanto anche le offese verbali di carattere sessuale, lo stupro, la schiavitù sessuale, la prostituzione forzata e qualsiasi altra forma di violenza sessuale direttamente o indirettamente collegata (temporalmente, geograficamente o causalmente) ad un conflitto.

La violenza sessuale nei conflitti è considerata anche un atto che rientra nel crimine di genocidio, in particolare negli atti materiali denominati “lesioni gravi all’integrità fisica e mentale dei membri del gruppo” e nelle “misure destinate a impedire la riproduzione del gruppo”. Nella giurisprudenza internazionale le forme più evidenti dell’intento di rimozione della capacità riproduttiva del gruppo sono la sterilizzazione forzata, il controllo forzato delle nascite, il divieto di matrimonio, la segregazione dei sessi, le mutilazioni sessuali e lo stupro inteso a provocare una gravidanza forzata.

L’art. 7 (2) par. (f) dello Statuto del Tribunale Penale per la ex Jugoslavia ha definito l’inseminazione forzata come “la reclusione di una donna sottoposta a stupro con lo scopo di alterare la composizione etnica del gruppo”.

I problemi legati alla sanità pubblica e la necessità di investimenti legati alla violenza sessuale nei conflitti:

La società civile ha rafforzato un movimento di opinione per sostenere le vittime di violenza sessuale nei conflitti e contrastare in ogni modo questo crimine. Dal punto di vista delle conseguenze che questo fenomeno causa e determina in sanità pubblica, non basta prendere in considerazione soltanto le conseguenze dirette del gesto quali la violenza, le barbare uccisioni e le malattie sessualmente trasmissibili, ma anche i danni sociali, socioeconomici, culturali, di salute mentale che questo fenomeno causa e che provoca dei costi sociali ed umani inaccettabili.

Il contesto geopolitico odierno e l’attuale situazione Ucraina richiedono misure preventive e la disponibilità di poter accedere a risorse finanziarie importanti per prevenire, combattere e successivamente chiunque si macchi di questo crimine che porta con sé degli effetti tragici. La giornata di oggi intende porre l’accento non solo sulle sensibilità del tema, ma sull’impellenza di attuare ed implementare a stretto giro delle misure sociali di protezione verso le categorie più esposte.

Ad esempio, per quello che riguarda la violenza sessuale online le Nazioni Unite hanno deciso di intervenire con le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione per migliorare l’uguaglianza di genere e far rispondere personalmente di tali azioni anche online, come dichiarato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

 

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Webinar sul programma di lavoro 2023 di Digital Europe previsto per il 20 giugno

La Commissione sta organizzando un webinar informativo online sulle call for proposals relative al tema della salute per il 2023, pubblicate nell’ambito del programma Digital Europe.

Questo evento ha lo scopo di presentare i due temi che affrontano la salute nella call attualmente aperta. In questa sessione informativa di 2 ore, la Commissione Europea tratterà gli argomenti relativi allo spazio dei dati sanitari, all’infrastruttura europea federata per i dati delle unità di terapia intensiva (ICU) e al genoma dell’Europa (Genome of Europe). Inoltre, verrà brevemente presentato un prossimo argomento di approvvigionamento relativo a una piattaforma per modelli avanzati di gemelli umani virtuali (VHT).

Il programma Digital Europe in pillole:

Digital Europe è un nuovo programma di finanziamento dell’Unione Europea volto a promuovere la diffusione della tecnologia digitale tra le imprese, i cittadini e le pubbliche amministrazioni.

La Commissione europea ha riconosciuto che rendere l’Europa più verde e più digitale siano le sfide chiave per la nostra generazione e che il successo nel fronteggiarle determinerà il nostro futuro. In linea con questo obiettivo, il programma Digital Europe fornisce nella programmazione 2021-27 finanziamenti strategici per progetti nei settori del supercalcolo, dell’intelligenza artificiale, della cybersicurezza, delle competenze digitali avanzate e dell’ampio utilizzo delle tecnologie digitali nell’economia e nella società, compresi i poli dell’innovazione digitale.

Con un bilancio complessivo previsto di 7,5 miliardi di euro, il programma mira a promuovere la ripresa economica e a guidare la trasformazione digitale, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese. Il programma Digital Europe sarà integrato con altri programmi dell’UE, come il programma Horizon Europe, il meccanismo per collegare l’Europa per le infrastrutture digitali, il dispositivo per la ripresa e la resilienza e i fondi strutturali, per massimizzare l’efficacia dei finanziamenti disponibili.

 

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La Commissione Europea propone il Bilancio UE per il 2024

La Commissione Europea ha recentemente proposto, in data 7 di giugno, il bilancio annuale dell’Unione che ammonta a 189,3 miliardi di € in impegni previsti per il 2024. A questa imponente somma occorre aggiungere i 113 miliardi € di sovvenzioni relative al NextGeneration EU, programma complementare dedicato alla ripresa post-pandemica verso un futuro sostenibile che protegga e crei posti di lavoro.

Le sei grandi sfide definite dalla presidente Von der Leyen sono: il Green Deal europeo, un’Europa digitale, un’economia che funzioni per tutti, la promozione dello stile di vita europeo, un’Europa che sia forte nel mondo e una nuova spinta verso la democrazia, che si lega nel contesto geopolitico attuale alla vicenda Ucraina.

Tra le principali voci di spesa, Bruxelles propone di assegnare 53,8 miliardi di euro per la politica agricola comune, 47,9 miliardi per la coesione, 15,8 miliardi per sostenere i partner e gli interessi in politica estera, 2,4 miliardi di euro per ambiente e clima, 1,7 miliardi per la migrazione, 2,2 miliardi per la protezione delle frontiere, e 1,6 miliardi di euro per la difesa.

Il tema della salute nel bilancio del 2024 della Commissione:

Il programma NextGenerationEU fornisce i mezzi supplementari e complementari necessari per poter rispondere in modo deciso ed efficace alle urgenti sfide causate dal quadro post-pandemico. I fondi di investimento servono a dare una spinta all’attuazione delle riforme contenute nei programmi di ripresa e resilienza.

Oltre ai piani degli stati membri, nel bilancio l’UE intende portare avanti il discorso della resilienza per il futuro anche attraverso dei meccanismi diretti a livello comunitario, come il programma RescEU che rafforza il meccanismo di protezione civile nell’UE per altri 230 milioni di € e 754 milioni per programmare l’EU4Health, che garantirà una risposta globale alle sfide sanitarie.

I prossimi passaggi istituzionali per l’approvazione del bilancio 2024:

Dopo l’adozione da parte del collegio, la Commissione europea presenta il progetto di bilancio dell’UE per il 2024 al Parlamento europeo e al Consiglio, che adottano congiuntamente la decisione finale. Il Consiglio adotta di norma il suo parere sul bilancio entro la fine di luglio e il Parlamento europeo annuncia la sua posizione ufficiale in autunno.

Successivamente, viene convocato un comitato di conciliazione specifico, di solito verso la fine dell’autunno, per conciliare le posizioni del Parlamento e del Consiglio. Deve concordare entro 21 giorni un bilancio comune, che entrambe le istituzioni dovrebbero successivamente approvare. Quest’anno, il periodo va dal 24 ottobre al 13 novembre.

Nelle prossime settimane la Commissione intende presentare al Parlamento europeo e al Consiglio una revisione intermedia del bilancio a lungo termine.

Revisione del bilancio a lungo termine e prospettive di flessibilità:

Negli ultimi anni, le risorse dell’Unione Europea sono state determinanti per consentire di rispondere alle sfide, dalla ripresa post-pandemia al sostegno all’Ucraina a seguito all’aggressione della Russia e agli investimenti nell’autonomia strategica dell’UE. Ciò ha messo però a dura prova il bilancio dell’UE e ha portato al massimo le flessibilità dello stesso.

Nel 2020, quando fu concordato il bilancio a lungo termine dell’UE, la Commissione si impegnò a intraprendere e presentarne una revisione in relazione alla sua esecuzione e alle disponibilità rimanenti, nel contesto delle numerose sfide aggiuntive che lo stesso ha dovuto affrontare dal 2020 e delle prospettive future.

L’esito di tale analisi sarà presentato la prossima settimana, nello specifico il 20 giugno 2023. Le eventuali implicazioni per il bilancio 2024 possono successivamente essere prese in considerazione nell’ambito della procedura di bilancio.

 

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