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Studio sulle azioni di cooperazione rafforzata contro le malattie prevenibili con vaccino

È stato pubblicato uno studio dalla Commissione Europea e dal DG SANTE (Directorate-General for Health and Food Safety) che indaga la coerenza, la complementarità e la pertinenza delle azioni sulla cooperazione rafforzata contro le malattie prevenibili con vaccino.

Il documento si basa sulle raccomandazioni e le linee guida fornite dal Consiglio Europeo e intende definire la strategia in vista di possibili e future iniziative politiche a tal riguardo.

Queste linee guida si basano su tre pilastri: lotta alla riluttanza nei confronti dei vaccini e miglioramento della copertura vaccinale, strategie di vaccinazione sostenibili nell’UE e coordinamento a livello di Unione e contributo alla salute mondiale politica.

L’iniziativa coinvolge e richiede l’intervento da parte della Commissione, degli Stati membri dell’UE e delle parti interessate in molteplici ambiti di intervento al fine di poter raggiungere l’obiettivo generale di migliorare la diffusione della vaccinazione in tutta l’UE.

Pertanto, per attuare le azioni necessarie è stata elaborata una tabella di marcia (Roadmap) che ha definito 28 azioni e 62 risultati finali analizzati poi nello Studio, che ha l’obiettivo di sostenere la Commissione per eventuali sviluppi politici futuri.

Caratteristiche dello studio

Lo studio, nel dettaglio, ha valutato:

  • la pertinenza delle azioni previste dalla tabella di marcia nel breve e medio termine (2-5 anni)
  • la coerenza e la complementarità con altre iniziative politiche correlate al fine di identificare possibili sinergie ed evitare duplicazioni
  • l’identificazione delle azioni più rilevanti che potrebbero essere ulteriormente sviluppate e rese sostenibili a lungo termine (+10 anni).

Il documento si sviluppa in diversi capitoli che riportano:

• Un capito con la metodologia seguita, con i punti di forza e debolezza e limiti riscontrati con conseguenti misure di mitigazione e novità attuate
• Alcuni capitoli analitici basati sulla logica di intervento, che mirano a fornire valutazioni critiche contenenti l’analisi finale basata sulla raccolta dei dati quantitativi e qualitativi
• Un capitolo conclusivo che presenta in modo logico e consequenziale l’analisi, i risultati e il modo in cui si collegano allo Studio sulle azioni di cooperazione.

I RISULTATI DELLO STUDIO

Lo studio ha evidenziato che le azioni intraprese a livello europeo per combattere l’esitazione/riluttanza nei confronti dei vaccini e la dis-informazione sono state particolarmente rilevanti.

Inoltre, la valutazione ha dimostrato che, affrontando le esigenze da più punti di vista (ad esempio, l’esitazione nei confronti del vaccino è stata affrontata attraverso lo sviluppo di studi e linee guida, la formazione degli operatori sanitari, la produzione di dati affidabili, ecc…) la tabella di marcia è riuscita a rispondere alle esigenze previste.

Alla luce di questa analisi e tenendo conto dello stato di completamento delle diverse azioni, nonché del loro potenziale di mantenimento e ulteriore sviluppo, lo studio ha rilevato che circa il 75% di esse continuerà ad essere particolarmente rilevante nel breve e medio termine.

Il restante 25% è ancora in qualche misura rilevante, anche se non ha bisogno di essere considerato prioritario. A lungo termine, invece, si prevede che circa il 50% delle azioni si stabilizzi.

Per quanto riguarda invece, le iniziative di policy esterna, almeno quelle principali che sembrano essere le più rilevanti nel campo dell’immunizzazione (EHU, EHDS, Europe’s Beating Cancer Plan e Pharmaceutical Strategy for Europe) lo studio ha applicato una comparazione tra i risultati ottenuti e le opinioni degli stakeholder.

La stessa metodologia è stata applicata alle iniziative politiche a livello globale (Q7), da cui è emerso che la Roadmap è complessivamente coerente con le principali iniziative dell’OMS (Piano d’azione globale per i vaccini e la sua declinazione europea, l’Agenda europea per l’immunizzazione).

Infine, sono stati identificati diversi fattori che favoriscono e ostacolano lo sviluppo della Roadmap. I finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, per la ricerca comportamentale, per l’accesso, la comunicazione e la formazione possono favorire il corretto sviluppo delle azioni.

Anche la comunicazione è fondamentale, sia per promuovere i benefici e la sicurezza dei vaccini, sia per garantire la coerenza interna e la visibilità di ciò che viene fatto in tutta l’UE. Anche l’attenzione alle tecnologie emergenti e ai servizi di sanità elettronica ha un potenziale per migliorare la diffusione delle vaccinazioni e potrebbe sostenere la Roadmap in modo trasversale.

Inoltre, ulteriori fattori abilitanti possono trasformarsi in barriere, come la fiducia dei cittadini nelle politiche e nelle strategie nazionali, che potrebbe aumentare l’adozione del vaccino e la fiducia se alta, o amplificare ulteriormente l’esitazione e la disinformazione se bassa.

 

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Studio/monitoraggio sulla disponibilità di dispositivi medici

La Commissione europea, attraverso l’Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale – HADEA, ha avviato uno studio per monitorare la disponibilità di dispositivi medici sul mercato dell’UE. Lo studio, iniziato nel dicembre 2022, durerà 36 mesi fino al dicembre 2025, ed è condotto da un consorzio guidato dall’Istituto nazionale austriaco di sanità pubblica –  GmbH/GÖG in collaborazione con Areté e Civic Consulting.

Il team di studio raccoglie informazioni e dati attraverso indagini mirate con i principali stakeholder che svolgono un ruolo cruciale in questo ambito:

– Gli organismi notificati designati (secondo il vecchio e il nuovo quadro normativo dell’UE).

– I fabbricanti e gli altri operatori economici, compresi i rappresentanti autorizzati, gli importatori e i distributori, nonché, in una fase successiva, anche i produttori di dispositivi medici.

– I fornitori di servizi sanitari e i rappresentanti dei pazienti.

Nell’ambito di questo studio, è stato creato in un secondo step un cruscotto (dashboard) per fornire una panoramica dei dati raccolti dalle varie fonti, che include anche i dati di precedenti indagini condotte dalla Commissione europea.

Oltre all’analisi annuale, lo studio fornisce una relazione finale che riassume tutte le attività svolte durante la ricerca, i risultati e le conclusioni emerse dalla stessa.

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cure integrate

HERA: aperte le iscrizioni per formare l’Alleanza sui farmaci critici

L’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) dell’UE ha lanciato ieri (16 gennaio) l’invito per entrare a far parte dell’Alleanza sui farmaci critici che ha lo scopo di affrontare potenziali carenze di farmaci, rendendo più concreta l’Unione europea della Salute.

L’idea si basa sull’elenco stilato a inizio dicembre dall’esecutivo comunitario, e preparato dalla Commissione Europea, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e i responsabili delle agenzie per i medicinali degli Stati membri.

Esso contiene i 200 principi attivi usati per i farmaci a uso umano e considerati ‘critici’ dall’UE. L’EMA si prenderà l’onere di garantire l’approvvigionamento a livello comunitario di quei farmaci che presentano il rischio più elevato di carenza e il maggiore impatto sui sistemi sanitari e sui pazienti (l’elenco verrà aggiornato di anno in anno).

Inoltre, la “Critical Medicines Alliance” dovrà sviluppare delle raccomandazioni su come affrontare le carenze di farmaci di lunga durata fornendo consulenza alla Commissione, agli Stati membri e agli altri decisori dell’UE.

La speranza è che questa attività lanciata dall’UE non si fermi ai farmaci “di largo consumo”, ma che si occupi anche in maniera olistica di nuove tecnologie e delle nuove malattie.

Chi può aderire all’Alleanza

La futura Alleanza avrà una durata di 5 anni e inizierà il suo lavoro nella prossima primavera, pubblicando le prime raccomandazioni sulle azioni da intraprendere per migliorare la fornitura di farmaci essenziali entro l’autunno.

Potranno parteciparvi aziende, organizzazioni, Stati membri, autorità locali e regionali e le loro agenzie, parti sociali, società civile, operatori sanitari, pazienti, consumatori e altri gruppi di interesse, organi e agenzie dell’UE.

Sarà possibile presentare domanda tramite il seguente BANDO aperto fino al 16 febbraio 2024.

 

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Salute mentale

CE: nuovo Eurobarometro sulla salute mentale

La Commissione Europea ha reso pubblico un nuovo Eurobarometro flash per dare uno sguardo approfondito al punto di vista dei cittadini dell’UE sulla salute mentale.

L’indagine, condotta in tutti i 27 Stati membri tra i cittadini di età pari o superiore a 15 anni, offre dettagli sullo stato attuale della salute mentale, sui fattori che contribuiscono ad una buona salute mentale, sulla percezione delle persone con problemi di salute mentale e sulla qualità e accessibilità dei relativi servizi sanitari.

  • L’89% degli intervistati ritiene che la promozione della salute mentale sia importante quanto la promozione della salute fisica.
  • Il 46% degli intervistati ha sperimentato un problema emotivo o psicosociale, come sentirsi depresso o ansioso, negli ultimi dodici mesi.
  • Il 54% degli intervistati con un problema di salute mentale non ha ricevuto aiuto da un professionista.
  • La maggior parte degli intervistati ha risposto che i recenti eventi mondiali hanno influenzato la loro salute mentale “in qualche modo” (44%) o “in larga misura” (18%).
LA SALUTE MENTALE E IL TEMA DEL LAVORO

Il tema del lavoro è menzionato in tutto il sondaggio come un fattore che contribuisce sia alla capacità di migliorare che a peggiorare la salute mentale, con il 18% degli intervistati che afferma che è un fattore importante per raggiungere una buona salute mentale. A tal proposito, il Consiglio nel mese di ottobre, ha approvato per la prima volta delle conclusioni sull’interconnessione tra salute mentale e occupazione.

Nel 2022 il 27% dei lavoratori dell’Unione europea ha sofferto di stress, depressione e ansia. L’esposizione a determinati fattori di rischio connessi allo stress e ai disturbi mentali è ulteriormente aumentata in seguito della pandemia di COVID-19.

Tale condizione fa comprendere come la salute mentale e il lavoro siano strettamente interconnessi. La salute mentale è una condizione importante per la capacità lavorativa e la produttività e i rischi psicosociali sul luogo di lavoro possono incidere negativamente sulla mente delle persone. In particolare, il lavoro precario, compreso il lavoro mal retribuito e non protetto, può portare a disturbi quali ansia e depressione.

In quest’ottica e tenendo conto dell’emergere e del consolidamento di nuove forme di lavoro, il Consiglio invita gli Stati membri, tra l’altro, a:

  • promuovere politiche occupazionali di qualità per combattere la precarietà;
  • rafforzare i sistemi pubblici volti a salvaguardare la salute mentale sul lavoro;
  • promuovere la ricerca in materia di salute mentale sul lavoro;
  • sostenere l’assunzione o il reinserimento dei lavoratori con problemi di salute mentale;
  • sostenere i lavoratori autonomi e le PMI nella prevenzione dei rischi psicosociali sul lavoro;

Il Consiglio invita inoltre la Commissione europea a:

  • riflettere su una politica adeguata per affrontare i rischi psicosociali sul lavoro;
  • considerare il diritto alla disconnessione in quanto misura di prevenzione;
  • promuovere il coordinamento delle iniziative nazionali sulla gestione dei rischi psicosociali sul lavoro.

 

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CE: riforma dei limiti d’esposizione professionale

Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto in questo mese un accordo provvisorio sulla proposta avanzata dalla Commissione a febbraio 2023, per modificare la direttiva sulla protezione dei lavoratori dal piombo e dai diisocianati. L’aggiornamento migliorerà la protezione dei lavoratori dai rischi per la salute legati all’esposizione a sostanze chimiche pericolose rivedendo in particolare:

La proposta sarà ora discussa e, una volta adottata, gli Stati membri avranno due anni per recepire la Direttiva UE nel diritto nazionale.

CONTESTO SANITARIO

L’accordo, nel caso del piombo, ridurrà i limiti d’esposizione, per contribuire a prevenire problemi di salute che incidono ad esempio sulle funzioni riproduttive e sullo sviluppo fetale. Ogni anno nell’UE si verificano circa 300 casi di problemi di salute dovuti all’esposizione a questo metallo.

Per quanto riguarda i diisocianati, che rappresentano dal 9% al 15% di tutti i casi di asma professionale negli adulti in età lavorativa, poiché attualmente non esistono valori limite, ci sarà un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2028 per supportare le aziende nell’attuazione della nuova direttiva.

Nell’ambito dell’accordo ci saranno anche delle linee guida che gli Stati membri potranno consultare per attuare correttamente le due direttive modificate. L’aggiornamenti, inoltre, aggiunge chiarimenti anche per quanto riguarda la raccolta dei dati, il sostegno da dare alle piccole e medie imprese (PMI) e alle microimprese per conformarsi alle norme.

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CE: approvato il PNRR modificato dall’Italia

La Commissione europea, il 24 novembre, ha approvato il PNRR modificato dall’Italia da 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di € in prestiti e 71,8 miliardi di € in sovvenzioni) comprende 66 riforme, sette in più rispetto al piano originario, e 150 investimenti.

Approvato anche il capitolo dedicato al RePowerEU, che consta di cinque nuove riformecinque investimenti rafforzati basati su misure esistenti e 12 nuovi investimenti volti a conseguire gli obiettivi del piano REPowerEU per rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili prima del 2030, contribuendo in modo significativo alla dimensione verde del piano.

Infatti, il 39,5% dei fondi disponibili è destinato a misure a sostegno degli obiettivi climatici (in aumento rispetto al 37,5% del piano originario), incentrando il piano sulla transizione verde.

Le novità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il Piano revisionato comprende 66 riforme, sette in più rispetto alla versione originaria, e 150 investimenti. Sono 145, invece, le misure nuove o modificate che puntano a rafforzare riforme fondamentali in settori quali la giustizia, gli appalti pubblici e il diritto della concorrenza. Una serie di investimenti nuovi o rafforzati mira a promuovere la competitività e la resilienza dell’Italia, nonché la transizione verde e digitale, e abbraccia settori quali le energie rinnovabili, le catene di approvvigionamento verdi e le ferrovie.

Infine, il piano destina il 25,6% della sua dotazione complessiva al sostegno della transizione digitale del paese (in aumento rispetto al 25,1% del piano iniziale) e intende migliorare la digitalizzazione della PA e delle imprese promuovendo lo sviluppo delle competenze digitali e delle tecnologie.

Rilevante nello specifico come la rimodulazione della missione 6 del PNRR approvata dalla Commissione abbia permesso di incrementare i fondi destinati alla telemedicina e all’assistenza domiciliare. Per maggiori dettagli sulla specifica ridistribuzione si prega di consultare il seguente LINK.

Prossime tappe

Tra quattro settimane il Consiglio dovrà approvare o meno la valutazione della Commissione che consentirà all’Italia di ricevere 0,5 miliardi di € di prefinanziamento dei fondi REPowerEU.

Finora l’Italia ha ricevuto 85,4 miliardi di €: 24,9 miliardi di prefinanziamento e 60,5 miliardi complessivi erogati con le prime tre rate. La Commissione autorizzerà l’erogazione di ulteriori fondi se e quando saranno conseguiti in maniera soddisfacente i traguardi e gli obiettivi previsti nel piano che riflettono i progressi compiuti nella realizzazione degli investimenti e delle riforme.

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lotta contro il cancro

CE: Il Piano europeo per la lotta contro il cancro

Il piano europeo per la lotta contro il cancro è la risposta della Commissione Europea per contrastare l’incidenza dei tumori ed invertire la tendenza verso un’Unione Europea della Salute che sia forte, sicura, preparata e resiliente.

Soltanto nel 2020 sono stati 2,7 milioni i casi di cancro diagnosticati nell’UE che hanno portato 1,3 milioni di persone, tra cui oltre 2.000 giovani, a perdere la vita. Inoltre, le statistiche mostrano che senza un’azione decisiva, i casi diagnosticati di cancro nell’UE sono destinati ad aumentare fino al 24% entro il 2035 .

L’azione del Piano consentirà di aumentare la qualità e il numero di screening, coprendo più gruppi target e quindi più tipologie e quantità di tumori. Inoltre, la Commissione sta aiutando i paesi dell’UE a garantire che al 90% della popolazione dell’UE avente diritto venga offerto lo screening per il cancro al seno, alla cervice e al colon-retto entro il 2025 lanciando anche una campagna dedicata #GetScreenedEU. Infatti, quasi il 40% dei casi di cancro può essere prevenuto attraverso strategie efficaci di prevenzione che possono evitare la malattia, salvare vite umane e ridurre le sofferenze.

I PROGETTI PER LA LOTTA CONTRO IL CANCRO

A tal proposito, molti sono i progetti volti alla prevenzione. Un’ampia gamma di questi è gestita nell’ambito del programma EU4Health, il quarto e il più grande dei programmi sanitari dell’UE, e da HaDEA (per conoscere i progetti gestiti da HaDEA, cliccare QUI).

Il piano europeo di lotta contro il cancro disporrà di 4 miliardi di euro di finanziamenti, compresi 1,25 miliardi provenienti proprio da EU4Health.

Di seguito 10 progetti dedicati al miglioramento della diagnosi e del trattamento del cancro:

  1. JACraNE: mira a istituire una rete europea di centri nazionali oncologici completi (CCC) per migliorare l’accesso a cure oncologiche complete riducendo le disparità in tutta l’UE.
  2. JANE: ha l’obiettivo di aprire la strada alla creazione di sette reti di competenze (NoE) dell’UE nel campo del cancro, promuovendo relazioni coordinate all’interno della comunità oncologica europea. L’azione mira a trovare soluzioni che consentano ai pazienti di beneficiare di maggiori conoscenze e competenze e di servizi sanitari più accessibili.
  3. UE-CanIneq: sostiene il Registro europeo delle disuguaglianze contro il cancro mappando le disparità e le disuguaglianze tra i paesi e le regioni dell’UE con particolare attenzione alle disuguaglianze socioeconomiche.
  4. CAN.HEAL: lavora per sviluppare un approccio integrato per migliorare l’accesso degli individui, dei malati di cancro e dei sopravvissuti alla prevenzione, alla diagnosi e al trattamento del cancro attraverso la medicina personalizzata.
  5. CHIP-AML22: implementa la diagnosi genetica avanzata e trattamenti mirati per i bambini affetti da leucemia mieloide acuta (LMA).
  6. PCM4EU: si avvale dell’esperienza di partner di 15 paesi dell’UE per promuovere la medicina personalizzata contro il cancro (PCM) e migliorare i tassi di sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti affetti da cancro nell’UE.
  7. NEWROAD: mira a creare una piattaforma aperta e collaborativa per riutilizzare i farmaci in oncologia, attingendo ai dati forniti da istituzioni sanitarie e aziende farmaceutiche.
  8. I-Violin: si concentra sullo snellimento e sulla standardizzazione delle procedure di imaging oncologico (diagnostica per immagini) in tutta Europa, basandosi sugli strumenti sviluppati in altri progetti finanziati dall’UE e garantendo la loro ampia adozione.
  9. BEACON: L’obiettivo è quello di mappare i dati oncologici in tutta l’UE per aiutare le parti interessate a prendere decisioni sanitarie e per comprendere meglio le disparità nella cura del cancro all’interno dell’UE.
  10. INTERACT-EUROPE: sta sviluppando un nuovo approccio alla formazione oncologica inter-specialistica in chirurgia, oncologia medica, radioterapia e infermieristica oncologica, che sarà accessibile a qualsiasi centro oncologico nell’UE.

Per ulteriori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

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Global Gateway: si intensifica il sostegno per l’accesso equo ai prodotti sanitari

Al Global Gateway Forum “Più forti insieme attraverso investimenti sostenibili” tenutosi a Bruxelles il 25 e 26 ottobre 2023, l’Unione Europea ha destinato ulteriori 500 milioni di euro alla salute globale, consolidando il partenariato finanziario recentemente avviato con la Commissione europea, la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Fondazione Bill & Melinda Gates: Ulteriori 500 milioni di euro sono stati stanziati per sostenere iniziative di salute globale.

Promuovere la salute globale

Tali finanziamenti costituiscono un sostegno significativo per rafforzare le capacità sanitarie globali, migliorare l’accessibilità alle innovazioni sanitarie e garantire la sicurezza delle catene di approvvigionamento farmaceutiche in previsione di future pandemie.

I 500 milioni di euro di prestiti provenienti da BEI, Commissione Europea e Fondazione Bill & Melinda Gates finanzieranno congiuntamente i progetti in Africa, America Latina e Caraibi e in Asia. Queste iniziative mirano a rendere più accessibili le innovazioni sanitarie, come i vaccini e le terapie basate sull’mRNA, nei paesi a basso e medio reddito, oltre ad aumentare la capacità dei laboratori diagnostici e sanitari in Africa.

Durante il Forum, l’UE ha inoltre annunciato ulteriori 134 milioni di euro per incrementare la produzione locale e un accesso equo a prodotti sanitari di qualità, sicuri, efficaci e convenienti in Egitto (3 milioni di euro), Ghana (32 milioni di euro), Nigeria (18 milioni di euro), Ruanda (40 milioni di euro), Senegal (25 milioni di euro) e Sudafrica (16 milioni di euro).

I fondi integreranno le attività in corso dell’Iniziativa Team Europe sulla produzione e l’accesso ai vaccini, ai medicinali e alle tecnologie sanitarie in Africa (MAV+), lanciata dalla presidente Ursula von der Leyen nel maggio 2021 in risposta all’appello dei leader africani.

IL Global Gateway Forum

Il Global Gateway è l’iniziativa positiva dell’UE per ridurre la disparità di investimenti globali, promuovere connessioni intelligenti, pulite e sicure nei settori digitale, energetico e dei trasporti, nonché rafforzare i sistemi sanitari, educativi e di ricerca. Riunisce rappresentanti governativi dell’Unione Europea e di tutto il mondo, insieme alle principali parti interessate del settore privato, della società civile, leader di pensiero, istituzioni finanziarie e organizzazioni internazionali per promuovere gli investimenti globali e realizzare gli obiettivi comuni di sviluppo, crescita e resilienza del benessere a livello mondiale.

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Il Forum S3 a Barcellona: Focus su innovazione e sviluppo territoriale

Il 28 novembre 2023, all’interno della cornice de “La Llotja de Mar” a Barcellona, la Generalitat de Catalunya sarà la prestigiosa sede del Forum S3, un evento di risonanza europea organizzato con il sostegno della Commissione Europea e del Segretariato S3 CoP. Questo incontro segna un’importante tappa, rappresentando il primo evento di livello dell’Unione Europea in presenza dedicato alla Smart Specialisation dal lontano 2020.

Il Forum S3 offre agli stakeholder un’opportunità unica di networking, discussione sull’implementazione della Smart Specialisation (S3) e scambio di best practices. In un contesto di mutamenti globali significativi, il Forum S3 si propone di riesaminare i principi fondamentali della S3, alla luce delle sfide attuali e delle nuove priorità dell’Agenda Europea per l’Innovazione.

Tra i temi al centro delle discussioni, spiccano la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili, la sicurezza alimentare globale, la trasformazione digitale, il progresso nella sanità e l’attuazione della circular economy. Il Forum S3 affronterà sia gli aspetti strategici che quelli regolatori, ponendo l’attenzione su questioni cruciali come la definizione di un mix di politiche adeguate e il monitoraggio delle misure pubbliche legate alla S3.

L’evento, della durata di un giorno, sarà arricchito da una serie di side event il 29 novembre. In particolare, la Generalitat de Catalunya ospiterà la “Catalunya’s S3 in action: Shared Agendas explained by their main players”, un incontro dettagliato sul processo di creazione e implementazione delle RIS3CAT Shared Agendas, riconosciute come best practices a livello europeo.

La partecipazione all’evento è possibile sia in presenza che online. La registrazione per partecipare online non è obbligatoria, e il link per seguire la diretta sarà reso disponibile più vicino all’evento tramite la pagina web indicata di seguito.

 

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CE: iniziato il dialogo per il 10° Programma Quadro

Marc Lemaître, direttore generale del DG Ricerca e Innovazione della Commissione Europea, all’evento promosso da EARTO (l’Associazione europea delle organizzazioni di ricerca e tecnologia), ha affermato che è ora di iniziare il dialogo sul prossimo programma di ricerca dell’UE, il cui avvio è previsto nel 2028, che dovrà sostenere gli obiettivi politici dell’UE in termini di sovranità tecnologica e innovazione verde.

Per fare ciò, continua Lemaître, i governi e l’industria dell’UE devono stimolare gli investimenti necessari a creare un ambiente favorevole all’innovazione. All’inizio del secolo, l’UE si era posta l’obiettivo di investire il 3% del proprio PIL in ricerca e sviluppo entro il 2010. Lo stesso obiettivo è stato fissato ancora una volta nel 2020, ma oggi l’UE investe ancora meno del 2,3% nella ricerca, mentre paesi come Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud hanno superato il 3%.

Alcuni membri del Parlamento europeo si sono espressi su questo tema sostenendo pubblicamente la necessità di un budget di 200 miliardi di euro per il decimo programma quadro di ricerca, più del doppio dell’attuale budget di Horizon Europe (95,5 miliardi di euro).

Ora la Commissione sta lavorando alla valutazione intermedia di Horizon Europe, i cui risultati contribuiranno a gettare le basi per il 10° PQ, istituendo un gruppo di esperti ad alto livello che avrà l’obiettivo di definire il prossimo quadro di ricerca. La proposta della Commissione per il 10° PQ sarà pubblicata entro la metà del 2025.

 

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