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1 ottobre: Giornata internazionale delle persone anziane

Il 1° ottobre è celebrata in tutto il mondo la Giornata Internazionale delle Persone Anziane, un’occasione importante per riflettere sulla complessità dell’età avanzata e affrontare questioni cruciali legate alla salute e al benessere degli anziani. Quest’anno, in particolare, emerge un dato preoccupante: la solitudine tra gli anziani italiani è un problema crescente che colpisce un numero significativo di persone.

La Giornata Internazionale delle Persone Anziane, istituita nel 1990 dalle Nazioni Unite, offre l’opportunità di ricordare che lo sviluppo sostenibile può essere realizzato solo se include tutte le età. In questo contesto, è fondamentale dare spazio alle persone anziane in tutte le dimensioni dello sviluppo, compresa la loro partecipazione alla vita sociale, economica e politica. Questo approccio è cruciale nella lotta alla riduzione delle disuguaglianze.

I dati sulle persone anziane del sistema PASSI d’argento

Il sistema di sorveglianza PASSI d’Argento raccoglie costantemente informazioni sulla salute, la qualità di vita, gli stili di vita e le esigenze di cura e assistenza degli anziani in Italia. Esplora anche vari aspetti dell’invecchiamento sano e attivo, compresa la partecipazione alla vita sociale degli anziani, fornendo un quadro in continua evoluzione delle condizioni di salute e del benessere psico-sociale degli anziani nel Paese.

Secondo i dati della sorveglianza PASSI d’Argento (PdA), coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e raccolti nel biennio 2021-2022, il 15% degli anziani in Italia, ovvero più di 2 milioni di individui con 65 anni o più, vive in condizioni di rischio di isolamento sociale. Questo significa che durante una “settimana normale”, queste persone non incontrano né telefonano a nessuno e non partecipano ad attività sociali presso punti di incontro o aggregazione. Questo fenomeno coinvolge quasi 1 anziano su 3 in alcune regioni italiane, con un divario geografico evidente: le Regioni del Sud d’Italia sono le più colpite, con un tasso del 20% contro il 10% nel Nord e il 14% al Centro.

Per stimare il rischio di isolamento sociale, PASSI d’Argento considera sia la frequenza di punti di incontro e aggregazione che l’interazione sociale informale. In una settimana normale, emerge che il 16% degli anziani non incontra nessuno e il 76% non partecipa a nessuna attività sociale aggregativa.

L’analisi dei dati rivela che il rischio di isolamento sociale coinvolge sia uomini che donne, ma è più frequente tra coloro con livelli di istruzione più bassi e maggiori difficoltà economiche. Inoltre, l’isolamento sociale è associato a una serie di problemi di salute, tra cui una percezione negativa della propria salute, insoddisfazione della condizione di vita, disabilità, sintomi depressivi, ospedalizzazioni più frequenti e perdita di autonomia nelle attività quotidiane. Anche l’inattività fisica e una cattiva alimentazione sono correlati all’isolamento sociale.

Isolamento delle persone anziane, tra rischi e sfide per la salute pubblica

L’isolamento sociale tra gli anziani può incidere notevolmente sulla loro qualità di vita. Va oltre la sfera delle relazioni sociali, compromettendo le attività quotidiane e il soddisfacimento delle principali necessità. La comunità scientifica identifica l’isolamento sociale come uno dei fattori di rischio anche per la demenza, rendendo questa sfida ancora più urgente.

In aggiunta, l’isolamento sociale tra le persone anziane non riguarda solo il benessere individuale, ma ha un impatto significativo sulla società nel suo complesso. Aumenta la domanda di servizi sanitari, assistenza a lungo termine e supporto sociale, imponendo una pressione finanziaria considerevole sui sistemi sanitari e sociali.

È evidente che l’isolamento sociale tra gli anziani è un problema complesso e multifattoriale che richiede attenzione immediata. Le politiche di salute pubblica devono concentrarsi sulla prevenzione e sulla gestione di questa sfida crescente per garantire una migliore salute e benessere agli anziani e per ridurre il costo sociale associato.

Creare una società inclusiva in cui gli anziani possano continuare a contribuire in modo significativo è fondamentale per affrontare questa sfida. Inoltre, migliorare l’accesso agli strumenti tecnologici può contribuire a combattere l’isolamento sociale, consentendo agli anziani di mantenere connessioni sociali, accedere a servizi online e monitorare la propria salute in modo più efficace.

In conclusione, la Giornata Internazionale delle Persone Anziane ci ricorda che l’invecchiamento della popolazione è una sfida che dobbiamo affrontare con attenzione e soluzioni concrete. Promuovere la partecipazione sociale, prevenire l’isolamento e garantire una migliore qualità di vita per le persone anziane dovrebbero essere obiettivi prioritari per la società e le istituzioni.

 

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29 settembre: giornata mondiale per il cuore

Come ogni anno, il 29 settembre si celebra la Giornata Mondiale per il Cuore, un’importante iniziativa globale promossa dalla World Heart Federation (Federazione Mondiale del Cuore). L’obiettivo primario di questa campagna è quello di sensibilizzare ed educare l’opinione pubblica sulla prevenzione delle malattie cardio-cerebrovascolari, mentre incoraggia la promozione di stili di vita salutari e un atteggiamento attivo e consapevole.

Per l’edizione del 2023, lo slogan della WHF è “Usa il cuore, conosci il cuore”: una maggiore conoscenza del proprio cuore consente una migliore cura e attenzione alla sua salute.

In occasione di questo evento molti centri ospedalieri italiani e di altri paesi europei, così come tante realtà associative, mettono a disposizione degli screening gratuiti, ECG e controllo dei valori per tutti coloro che decidono di prendersi cura del proprio cuore. Molteplici anche le iniziative in campo sociale e culturale, per una campagna che anno dopo anno è sempre più in grado di catalizzare l’attenzione dei cittadini.

L’incidenza delle malattie legate al cuore:

Secondo la World Heart Federation, che ha per l’occasione pubblicato un report al fine di dimostrare l’incidenza di queste patologie, più di mezzo miliardo di persone nel mondo sono affette da malattie cardiovascolari, il che ha portato a più di 20,5 milioni di morti soltanto nel 2021. Fino all’80% degli attacchi cardiaci e degli infarti può essere prevenuto, per via dei notevoli progressi svolti dalla medicina nel settore negli ultimi 50 anni. L’attacco di cuore ischemico è la causa maggiore di decessi in 146 paesi per ciò che concerne gli uomini e 98 per le donne, nonché la prima causa di morte in Europa.

La risposta della sanità pubblica alle malattie cardiovascolari:

Se è vero che l’80% degli attacchi cardiaci e degli infarti può essere prevenuto, è importante implementare a livello nazionale ed europeo un processo strutturale di miglioramento ed affinamento dei programmi di screening, attraverso il confronto fra i modelli dei differenti stati membri.

In quest’ottica, il progetto CARDIO 50 fu programma di screening del rischio cardiovascolare per la prevenzione attiva della fascia sociale dei 50enni, sviluppato e coordinato dal Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie della Regione Veneto, che coinvolgeva 22 Aziende Sanitarie Locali di 11 regioni italiane.

Il successo dell’iniziativa diede vita a YOUNG50, progetto europeo appena concluso che ha visto il coinvolgimento anche di ProMIS, che esportava quel modello in altri paesi aderenti all’iniziativa, approfondendo anche fattori di rischio comportamentali e medici delle malattie cardiovascolari.

 

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La Commissione Europea istituisce un comitato consultivo per le emergenze di sanità pubblica

Nell’ambito della strategia dell’Unione Europea della Salute, la Commissione Europea sta istituendo un nuovo Comitato Consultivo per le Emergenze di Sanità Pubblica al fine di fornire consulenza in situazioni di gravi minacce per la salute pubblica che superano i confini nazionali. Questa iniziativa è nata in seguito a una carenza significativa emersa durante la pandemia di COVID-19.

Il ruolo principale di questo comitato consultivo sarà assistere sia la Commissione che gli Stati membri nell’analizzare ufficialmente quando si verifica un’emergenza di sanità pubblica. Inoltre, il comitato fornirà consulenza sulla formulazione delle misure da adottare in risposta a un’epidemia e sulla tempistica per revocarle. Questa iniziativa rappresenta un passo importante nell’ambito degli sforzi volti a rafforzare la capacità di risposta alle minacce alla salute che hanno un impatto su più paesi, all’interno di una Unione Europea dedicata al benessere generale.

Come sarà composto il nuovo comitato consultivo:

Il nuovo comitato indipendente sarà composto da 51 esperti provenienti da diverse discipline e settori. Questi esperti forniranno consulenza su questioni relative alla salute pubblica che abbracciano aspetti biomedici, comportamentali, sociali, economici, culturali e internazionali in caso di crisi sanitaria. La creazione di questo comitato consultivo è stata prevista dal regolamento relativo alle gravi minacce per la salute che si estendono oltre i confini nazionali, il quale è entrato in vigore nel dicembre 2022.

All’interno del comitato, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l’Agenzia europea per i medicinali e l’Organizzazione mondiale della Sanità avranno un ruolo di osservatori permanenti. Inoltre, esperti ad hoc, come coloro che dispongono di conoscenze specifiche sulla situazione locale di un’epidemia, potranno essere invitati a condividere le loro valutazioni con il comitato, se necessario.

Nelle prossime settimane verrà emesso un invito per la presentazione di candidature al fine di selezionare gli esperti del comitato. Ci si aspetta che il comitato inizi a operare nel primo trimestre del 2024.

 

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Strategia Europea per l’Assistenza: un anno dopo l’adozione

La Strategia Europea per l’Assistenza, sin dalla sua adozione lo scorso anno, svolge un ruolo cruciale nell’implementazione dei principi enunciati nel Pilastro Europeo dei Diritti Sociali. In particolare, si concentra su temi fondamentali come l’uguaglianza di genere, la conciliazione tra lavoro e famiglia, l’assistenza all’infanzia e l’assistenza a lungo termine.

La Strategia Europea per l’Assistenza e la Raccomandazione sull’Assistenza a Lungo Termine contribuiranno al raggiungimento dei tre obiettivi sociali dell’UE per il 2030, che riguardano l’occupazione, lo sviluppo delle competenze e la riduzione della povertà.

Queste iniziative si inseriscono nell’ambito più ampio della Strategia per l’Uguaglianza di Genere 2020-2025 dell’UE e traggono ispirazione da altre importanti iniziative dell’UE, come la Raccomandazione sull’Istruzione e l’Assistenza all’Infanzia, la Strategia dell’UE sui Diritti del Bambino e la Raccomandazione sulla Garanzia Europea per l’Infanzia.

Lo sviluppo della Strategia Europea per l’Assistenza:

Gli Stati membri stanno attivamente sostenendo questi processi e iniziative di riforma per garantire un’assistenza a lungo termine di alta qualità e accessibile. Hanno nominato coordinatori nazionali incaricati di progettare e monitorare queste riforme a livello nazionale.

Recentemente, il primo di una serie di eventi di apprendimento reciproco tra coordinatori nazionali ed esperti ha affrontato il tema della qualità dell’assistenza a lungo termine, un aspetto cruciale delle raccomandazioni del Consiglio Europeo.

Per sostenere ulteriormente queste riforme all’interno della Strategia Europea per l’Assistenza, 18 Stati membri stanno utilizzando il Fondo per la Ripresa e la Resilienza. Inoltre, l’UE offre supporto finanziario aggiuntivo attraverso vari fondi, tra cui il Fondo Sociale Europeo+, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale, il Fondo per una Transizione Giusta, Horizon Europe e i programmi Digital Europe.

La Commissione Europea fornirà assistenza tecnica a almeno 5 Stati membri per la progettazione delle riforme nell’assistenza a lungo termine.

Inoltre, la Commissione Europea ha stretto un partenariato strategico con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per supportare la formazione degli assistenti informali e aiutare gli Stati membri nella progettazione delle riforme a livello nazionale.

La raccolta dati per monitorare l’assistenza a lungo termine è in costante miglioramento, con sforzi congiunti della Commissione e del Comitato per la Protezione Sociale.

Nel campo dell’uguaglianza di genere, servizi di cura, fornitori di istruzione e formazione, insieme ai partner sociali, hanno stretto un partenariato ampio e impegnativo nell’aprile 2023. L’obiettivo è formare almeno il 60% della forza lavoro dell’assistenza a lungo termine (equivalente a 3,8 milioni di lavoratori) ogni anno entro il 2030.

Il 10 luglio 2023, è stato istituito il nuovo Comitato Europeo di Dialogo Sociale per i Servizi Sociali, iniziativa che riunisce datori di lavoro e i sindacati del settore, con l’obiettivo di promuovere il miglioramento delle condizioni di lavoro.

Ulteriori iniziative della Commissione nell’ambito della Strategia Europea per l’Assistenza:

Infine, a marzo 2023, la Commissione Europea ha lanciato una campagna di comunicazione, per sfidare gli stereotipi di genere che ancora ostacolano la condivisione equa delle responsabilità genitoriali tra madri e padri.

La Commissione inoltre continua a monitorare attentamente l’attuazione della direttiva 2019/1158 relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza, con particolare attenzione ai congedi di paternità e genitoriali non trasferibili, mirati a correggere la distribuzione ineguale delle responsabilità di cura tra donne e uomini.

A giugno 2023, sempre nell’ambito della Strategia Europea per l’Assistenza, la Commissione ha anche co-organizzato un seminario con EQUINET per individuare misure volte a contrastare il possibile trattamento sfavorevole dei lavoratori che prendono congedi familiari, coinvolgendo rappresentanti degli organismi per l’uguaglianza e delle ispezioni del lavoro.

 

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Conferenza delle Regioni ripartisce le risorse PNRR sulla telemedicina

La Conferenza delle Regioni ha emesso parere favorevole in merito alla ripartizione delle risorse previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PnRR) destinate ai servizi di Telemedicina. Tale iniziativa ha consentito il varo di un decreto all’interno della Conferenza Stato-Regioni, che autorizza investimenti per un ammontare complessivo di 750 milioni di euro, finalizzati a garantire l’accesso ai servizi a un contingente di almeno 200.000 cittadini.

Contestualmente, le Regioni e le Province Autonome hanno già predisposto piani operativi specifici al fine di quantificare il loro fabbisogno di servizi minimi di telemedicina e, di conseguenza, il numero di persone che necessitano di assistenza in questo ambito.

I prossimi passi per l’avviamento degli investimenti sulla telemedicina:

Agenas, ovvero l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali, è stata designata come soggetto attuatore degli investimenti, destinando a essa un finanziamento pari a 50 milioni di euro. Inoltre, alle Regioni e alle Province autonome saranno allocate risorse per un importo complessivo di 432.049.248 euro, i quali verranno suddivisi in base alle effettive necessità relative ai servizi essenziali nel campo della telemedicina.

Tali risorse sono vincolate all’acquisto di attrezzature e servizi, e seguiranno le procedure di gara effettuate dalle Regioni capofila, nello specifico la Lombardia per quanto concerne i servizi minimi di telemedicina e la Puglia per ciò che riguarda le postazioni di lavoro, in conformità alle specifiche esigenze individuate.

 

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SOTEU 2023: sintesi del discorso della presidente Von der Leyen

Di fronte al Parlamento europeo di Strasburgo riunito in sessione plenaria il 13.09.2023, la presidente della CE Ursula Von der Leyen ha tenuto il SOTEU, l’ultimo discorso annuale sullo Stato dell’Unione Europea del suo mandato.

Il discorso della presidente Von der Leyen

Il SOTEU è stato l’occasione per fare il punto sui risultati ottenuti durante il mandato della presidente Von der Leyen, nonché per presentare le sfide principali che ne caratterizzeranno il prossimo, tra cui:

  • Il fatto di aver portato a termine più del 90% delle linee guida che erano state presentate nel 2019
  • L’ambizione che ha caratterizzato il suo mandato, dagli investimenti del NextGenEU al Green Deal, sul quale occorre mantenere la strategia ed continuare ad integrarla per garantire un futuro alle giovani generazioni, dal’European Wind Power Package, al 2040 target sul clima, all’iniziativa sulla resilienza dell’acqua
  • L’appello contro la violenza sulle donne, perché non può esserci vera uguaglianza fintanto che non ci sarà libertà piena. “No, è no”.
  • L‘indagine anti-sovvenzioni avviata dalla Commissione per quello che riguarda i veicoli elettrici provenienti dalla Cina. A tal proposito si è ribadita l’importanza della concorrenza leale non alterata da investimenti e sussidi statali ingenti che provocano una distorsione dei mercati
  • La richiesta a Mario Draghi di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea per affrontare le tre sfide del futuro: lavoro, inflazione e ambiente commerciale. In particolare sull’inflazione, la Von der Leyen ha sottolineato quanto la BCE stia facendo per superare questo periodo di crisi, come gli investimenti in campo energetico. La presidente ha inoltre ribadito l’impossibilità etica per l’Europa di effettuare investimenti dove non si rispetta il “rule of law”
  • La questione climatica: il pianeta è in ebollizione, questa è stata l’estate più calda mai registrata e le condizioni estreme verificatesi in Grecia e Spagna non sono altro che segnali di un pianeta che chiede un cambio di rotta
  • L’estensione della protezione temporanea agli ucraini nell’UE. L’Europa ha investito 12 miliardi di euro per fronteggiare la situazione. Il futuro dell’Ucraina è in Europa, come lo è per la Moldavia e i paesi dell’ovest dei Balcani. Ha anche aggiunto di non avere ulteriori indugi nel far entrare Romania e Bulgaria nell’area Schengen, anche seguito del lavoro svolto sulle migrazioni su cui l’UE sta arrivando ad uno storico accordo che renderà la gestione più “umana”
  • L’importanza del tema dell’Intelligenza Artificiale sulla quale è importante stabilire misure protettive, come il Digital Services Act, e un sistema unico di governance antropocentrica e innovazione responsabile. I supercomputer dell’UE verranno messi a disposizioni delle start-up di IA per addestrare i loro modelli come parte di una strategia che metta l’Europa al centro dell’era digitale
  • Il rafforzamento del ruolo internazionale dell’Europa, e della sua strategia di difesa industriale e di approvvigionamento, in maniera tale che possa consolidare la partnership con l’Africa, promuovendo lo stile di vita Europeo.

 

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Primo incontro OMS Europa Unità BCI – Insight comportamentali e culturali per la salute

Il modo in cui ci comportiamo è una parte essenziale della nostra salute e del nostro benessere: dai i comportamenti legati allo stile di vita come bere alcolici, fumare, essere fisicamente inattivi o mangiare cibi malsani, ai comportamenti protettivi come indossare una maschera o usare il preservativo, alle interazioni con i servizi e le cure sanitarie, ad esempio vaccinazione o i piani di trattamento, tutto influisce sullo stato di salute.

L’OMS utilizza gli insight comportamentali e culturali (unità BCI) per comprendere questi comportamenti, cosa li guida e cosa li impedisce. Questa conoscenza è preziosa per garantire politiche sanitarie, servizi e comunicazioni efficaci, adattati ai bisogni e alle circostanze delle persone e delle comunità.

L’evento mirava a supportare inoltre l’attuazione del “Quadro d’azione regionale europeo quinquennale per approfondimenti comportamentali e culturali per la salute“, concordato dagli Stati membri nella 72a sessione del Consiglio Regionale dell’OMS a settembre 2022 ed è stato il primo incontro di persona per la rete dei focal point BCI degli Stati membri, istituita nel 2021.

Tra gli obiettivi specifici dell’unità BCI:

  • promuovere la collaborazione e consolidare una comunità di pratica BCI regionale
  • definire la direzione per la BCI per la salute, implementando il quadro d’azione dell’unità BCI
  • rafforzare la conoscenza, le opportunità e la fiducia nell’applicazione della BCI
  • promuovere la collaborazione tra partner e paesi regionali e internazionali.

In apertura dei lavori è stata organizzata una formazione introduttiva sulla BCI e sull’approccio Tailoring Health Programs sviluppato dall’OMS.

L’applicazione di conoscenze comportamentali e culturali è un’iniziativa faro del Programma di lavoro europeo 2020-2025 – “Azione unita per una salute migliore”. L’unità BCI può aiutare a combattere le sfide sanitarie che coinvolgono il comportamento umano. L’approccio è basato sull’evidenza: esplora sistematicamente le barriere individuali, strutturali e socioculturali e i fattori che determinano i comportamenti sanitari e utilizza queste intuizioni per sviluppare e migliorare le politiche, i servizi e la comunicazione relativi alla salute.

 

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ALSII 2023: I ricercatori italiani sono secondi in UE nelle Life Sciences, ma è fuga di cervelli

L’indice Ambrosetti sull’innovazione sistemica nell’ambito delle scienze sociali (ALSII) posiziona l’Italia all’ottavo posto assoluto sui 27 Paesi dell’Unione Europea nell’ecosistema della ricerca. L’Italia è cresciuta molto negli ultimi anni, guadagnando una posizione nella classifica generale, sebbene ci si trovi attualmente molto lontani dai paesi di riferimento in UE quali Danimarca, Germania e Belgio.

Dal momento che l’ecosistema della Ricerca e dell’Innovazione nelle Scienze della Vita sta diventando sempre più competitivo e centrale nelle dinamiche di sviluppo dei paesi, è doveroso analizzare i parametri che definiscano il quadro, elencando i pregi e i difetti del nostro sistema. L’obiettivo dichiarato è poter apporre le migliorie necessarie che scongiurino un ennesimo perpetrarsi della “fuga di cervelli”, che tra il 2013 e il 2021 ha registrato un +41,8%.

I dati sui ricercatori nell’ALSII 2023

L’Italia eccelle in molti campi del settore, dall’efficacia dell’ecosistema innovativo o il numero di pubblicazioni scientifiche nelle Life Sciences (Scienze della vita), entrambe categorie in cui siamo secondi soltanto alla Germania. L’Italia è inoltre prima per ciò che concerne le citazioni nelle pubblicazioni su riviste scientifiche su tesi che riguardano le Life Sciences e terza per l’export di medicinali e prodotti farmaceutici.

Per ciò che concerne le principali lacune del belpaese, l’Italia è molto indietro per ciò che riguarda il capitale umano qualificato (dodicesima), il numero di laureati nelle materie Life Sciences e ricercatori attivi nel campo (quattordicesima).

A garantire l’urgenza dell’investimento, agli Starting Grant dell’ERC (European Research Council), i ricercatori italiani sono stati tra i più premiati, secondi solo ai tedeschi, nonostante tutte le carenze infrastrutturali e sistemiche. Tuttavia, l’Italia è l’unico tra i grandi paesi benchmark dell’UE ad avere un saldo netto molto negativo (-25) tra grant ottenuti dal Paesi e quelli per nazionalità.

A far fuggire le menti migliori sono soprattutto la mancanza di meritocrazia (84%) e i salari bassi poco competitivi (72%), mentre invece chi rimane lo fa principalmente per motivi personali o familiari (86%) e il 43% di essi si è pentito di averlo fatto. Il 76% dei ricercatori reputa non sufficienti le riforme del PNRR per rilanciare l’ecosistema, e scongiurare che le eccezionali menti che il nostro paese coltiva e forma portino risultati altrove.

 

 

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cure integrate

OMS Europa: la raccomandazione di Kluge sull’alfabetizzazione nella sanità digitale

Durante il Secondo Simposio organizzato dall’OMS sulla prospettiva dei sistemi sanitari digitali nell’area europea, il direttore dell’OMS Europa Kluge ha analizzato un recente rapporto sulla sanità digitale, esponendo dubbi e preoccupazioni.

“Attualmente, ci troviamo in una fase di rivoluzione epocale nell’ambito della sanità digitale, ma un numero considerevole di individui rischia di rimanere in una situazione svantaggiata”. Tale dichiarazione condensa il dilemma che si evince dal rapporto, nonostante i notevoli progressi registrati negli ultimi anni in materia.

Secondo Kluge, occorre affrontare le carenze e le lacune digitali in modo urgente, perché la questione è significativa e di primaria importanza al fine di garantire salute e benessere, nonché di ridurre il carico del gravoso lavoro degli operatori sanitari. È imperativo sfruttare il massimo del potenziale di mezzi e strategie digitali, sempre proteggendo la privacy delle persone coinvolte durante la trasformazione.

Il tema dell’alfabetizzazione alla base della strategia sanitaria digitale, le raccomandazioni di Kluge:

Nonostante la stragrande maggioranza dei paesi europei abbia adottato una propria strategia sanitaria digitale, che prevede dall’archiviazione elettronica delle cartelle cliniche, ai regolamenti per la protezione della privacy, l’analisi dell’OMS rivela che solo la metà dei paesi nella regione europea ha politiche volte a migliorare nello specifico l’alfabetizzazione sanitaria digitale. Kluge raccomanda di aumentare la formazione obbligatoria da parte di istituzioni educative e organizzazioni professionali, sia per gli operatori sanitari, che per gli studenti di scienze della salute largamente intese.

La mancanza di alfabetizzazione acuisce i divari e lascia indietro milioni di cittadini, specialmente nelle categorie più vulnerabili quali gli anziani e coloro che risiedono nelle aree rurali e con condizioni socioeconomiche difficili. L’adozione di strumenti digitali potenziata a seguito della pandemia è stata piuttosto irregolare, perciò occorre incorporare l’educazione digitale e alla salute negli obiettivi sanitari nazionali, seguendo quattro priorità chiave: connettività, investimenti, fiducia e cooperazione.

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workforce Salute mentale

Forum Mediterraneo in Sanità 2023: evento di lancio del Programma Nazionale (PN) Equità nella salute 2021-2027.

Durante il Forum Mediterraneo in Sanità 2023 è previsto l’evento di lancio del Programma Nazionale Equità nella salute 2021-2027. I lavori riguardanti il PN si articoleranno nelle giornate del 20 e 21 settembre con due tavole rotonde nella prima giornata:

  • la prima “Il Programma Nazionale Equità nella Salute. Dal programma ai progetti”, moderata dall’AdG del PN Equità nella Salute, INMP e ProMIS e che vede coinvolti gli Organismi intermedi (le 7 Regioni del Sud Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia ed INMP);
  • la seconda “Percorsi, modelli e buone pratiche per il rafforzamento dei servizi sanitari nelle aree di intervento del Programma Nazionale Equità nella Salute”, moderata dal Dipartimento per le Politiche di Coesione, Presidenza del Consiglio dei Ministri, ANPAL e AdG del PN Equità nella Salute e che vede coinvolti i membri del Comitato di Coordinamento del Programma.

Nella seconda giornata del Forum si terrà una sessione dedicata alla salute mentale, con la partecipazione di esperti della materia.

In apertura dei lavori interverranno la Commissione Europea ed il Ministero della Salute.

Sintesi dell’evento

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