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Consip: PNRR, attivo nuovo contratto sanità digitale da 880 mln

Consip ha reso disponibile il nuovo contratto di Sanità digitale dedicato ai “Sistemi informativi clinico-assistenziali” (ed.2), facenti parte del programma di gare per l’attuazione del PNRR (Missione 6.C2-1.1.1. “Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero – Digitalizzazione delle strutture ospedaliere DEA di Livello I e II”).

L’iniziativa darà continuità all’offerta di servizi (cartella clinica elettronica ed enterprise imaging) già presenti nella prima edizione dell’Accordo quadro “Sistemi informativi clinico-assistenziali” ottimizzandoli rispetto al contesto del Ssn e valorizzando le soluzioni Cloud-SaaS (Software As a Service) in base alla complessità delle strutture sanitarie con l’obiettivo di diffondere e consolidare sul territorio standard di riferimento che guidino lo sviluppo di soluzioni applicative per i servizi integrati della rete clinico-assistenziale.

il nuovo contratto di Sanità digitale DELLA CONSIP

Il contratto ha un valore complessivo di 880 mln ed è suddiviso in sei lotti, di cui quattro dedicati ai servizi applicativi (due per la Cartella clinica elettronica e due per la Enterprise Imaging) e due ai servizi di supporto.
I servizi applicativi riguardano sviluppo ed evoluzione software, migrazione applicativa, configurazione e personalizzazione di soluzioni, manutenzione adeguativa e correttiva, supporto specialistico, conduzione applicativa e infrastrutturale.
Tra i servizi di supporto, invece, figurano quelli di project management, supporto al monitoraggio, change management, Pmo e demand management, digitalizzazione dei processi sanitari, IT Strategy ed Advisory.

Le amministrazioni titolari di progetti PNRR continueranno a utilizzare l’attuale Accordo quadro (ed.1) fino alla scadenza temporale. Il nuovo Accordo quadro diventerà il contratto di riferimento a partire dalla fine dell’anno.

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Unione europea della salute più forte e meglio preparata per il futuro

Durante la crisi causata dalla pandemia di COVID-19, l’Unione europea della salute si è rivelata una necessità al fine di salvaguardare la resilienza dell’UE contribuendo al benessere sociale, all’autonomia strategica e alla stabilità geopolitica dell’Europa.

Factsheet su un’Unione europea della salute forte per tutti

Partendo dall’esperienza maturata dalla pandemia, l’Unione Europea della salute è riuscita a fornire una risposta agli appelli dei cittadini che richiedevano una maggiore presenza dell’UE nel settore della sanità pubblica. La visione dell’Unione della salute, presentata nel novembre 2020, consiste nel garantire che gli Stati membri siano meglio preparati a rispondere alle crisi sanitarie future, sostenendo nel contempo politiche sanitarie moderne e innovative per tutti i cittadini dell’UE. Grazie a cospicui finanziamenti derivanti dal programma “UE per la salute“, gli obiettivi dell’Unione europea della salute si sono rapidamente trasformati in risultati tangibili.

Mentre nuove azioni sono in fase di preparazione, l’Unione europea della salute ha finora permesso di raggiungere i traguardi seguenti:

  • Misure di sicurezza sanitaria più incisive per rispondere meglio alle crisi future: oggi l’UE è dotata di strumenti più efficaci per prevenire le principali minacce per la salute, prepararsi ad affrontarle e rispondervi, grazie a un quadro giuridico più solido per la cooperazione in materia di sicurezza sanitaria, al rafforzamento delle agenzie sanitarie dell’UE e alla creazione dell’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).
  • Accesso equo e tempestivo a medicinali a prezzi accessibili per tutti i cittadini: la proposta di riforma farmaceutica dell’UE consentirà ad altri 70 milioni di cittadini dell’UE di accedere a nuovi medicinali, mantenendo nel contempo la competitività del settore farmaceutico europeo. La riforma si concentra sulle esigenze dei cittadini dell’UE al fine di garantire che tutti abbiano accesso ai medicinali di cui hanno bisogno, quando ne hanno bisogno, ovunque vivano e a prescindere dalla malattia. La riforma migliorerà inoltre la disponibilità di medicinali critici definendo una serie di misure per affrontare le carenze.
  • Un piano di lotta contro il cancro all’avanguardia di livello mondiale: nell’ambito del piano europeo di lotta contro il cancro sono state avviate una serie di azioni significative per affrontare la malattia in tutte le sue fasi, dalla prevenzione alla diagnosi e al trattamento, fino all’assistenza post malattia. Sostenuto da un finanziamento dell’UE pari a 4 miliardi di €, il piano sta già facendo la differenza nella vita dei pazienti oncologici in tutta Europa.
  • Iniziative rivoluzionarie per digitalizzare l’assistenza sanitaria: grazie all’innovativo spazio europeo dei dati sanitari (EHDS), i cittadini avranno accesso ad un’assistenza sanitaria migliore ovunque nell’UE. Nel pieno rispetto delle norme dell’UE in materia di protezione dei dati, lo spazio europeo dei dati sanitari sfrutta appieno il potenziale della transizione digitale e consentirà inoltre un migliore utilizzo dei dati per la ricerca e per lo sviluppo di medicinali che possono cambiare la vita.
  • Azione globale per una migliore salute mentale: l’approccio globale alla salute mentale dell’UE riconosce che la nostra salute mentale è importante quanto la salute fisica e riguarda persone di tutti i contesti di provenienza. Si tratta di azioni di ampio respiro sostenute da oltre 1,2 miliardi di € per promuovere il benessere mentale, migliorare la prevenzione e i servizi di sostegno ed eliminare la stigmatizzazione in questo importante ambito.
  • Norme per rafforzare la sicurezza dei pazienti e garantire l’approvvigionamento di medicinali: le misure volte a prevenire qualsiasi    interruzione dell’approvvigionamento di medicinali e       dispositivi medici critici fanno sì che i cittadini possano continuare a fare affidamento su medicinali, trattamenti e terapie sicuri ed efficaci.
  • Un approccio “One Health” per affrontare i principali rischi per la salute: avendo riconosciuto il legame tra salute umana, animale e ambientale, l’Europa si trova in una posizione migliore per sviluppare politiche più incisive per affrontare le principali sfide sanitarie, come la resistenza antimicrobica e l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute.

 

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FORUM PA 2024: il lavoro di rete per far crescere l’Italia

Forum PA torna come evento nazionale chiave per la Pubblica Amministrazione italiana, fortemente orientato al tema della modernizzazione e della digitalizzazione.

Tra gli appuntamenti previsti per la giornata del 22 Maggio, dalle 09:30 alle 10:30 si terrà il tavolo di lavoro “Fondi diretti, riforme e sinergie: il “lavoro di rete” come opportunità di crescita per l’Italia“. L’incontro, organizzato dal Dipartimento per gli Affari Europei della Presidenza del Consiglio dei Ministri, mira ad approfondire il tema e l’importanza delle reti di lavoro tra riforme, fondi diretti e sinergie.

In questo contesto, il Dipartimento Affari Europei della Presidenza del Consiglio dei Ministri si propone come punto di riferimento per agevolare l’accesso ai fondi diretti dell’UE e promuovere riforme efficaci. La conoscenza tecnica dei programmi di finanziamento e una corretta interpretazione dei bandi sono fondamentali per una progettualità efficace.

Inoltre, la sinergia tra i fondi europei e le riforme strutturali può massimizzare l’impatto delle politiche di sviluppo, promuovendo investimenti sostenibili e favorendo la modernizzazione.

Le tematiche proposte verranno discusse in un tavolo di lavoro, a cui parteciperà anche ProMIS (Regione Veneto), volto a condividere l’esperienza dei punti di contatto nazionali di rilevanti programmi di finanziamento europeo come Horizon (APRE), CERV (CERVITALIA), LIFE (MUR), Erasmus+ (INAPP), e del programma europeo di sostegno alle riforme TSI (PCM).

il Forum PA

L’edizione 2024 del Forum PA “Per una PA a colori – Persone e Organizzazioni nella rivoluzione dell’IA”, si terrà dal 21 al 23 maggio presso il Palazzo dei Congressi a Roma e sarà incentrato sull’intelligenza artificiale (IA), esplorandone le molteplici implicazioni per il mondo della pubblica amministrazione.

Il programma del Forum PA 2024 includerà oltre 200 appuntamenti distribuiti tra le giornate del 21, 22 e 23 maggio, tra seminari, dibattiti, tavole rotonde e altri format. L’obiettivo sarà affrontare le sfide attuali della PA italiana, promuovendo creatività, coraggio e sperimentazione.

Per maggiori informazioni sul Forum PA 2024, si prega di consultare il seguente LINK.

Per maggiori informazioni e per iscriversi alla sessione del tavolo di lavoro “Fondi diretti, riforme e sinergie: il “lavoro di rete” come opportunità di crescita per l’Italia” si prega di consultare il seguente LINK.

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Il futuro della politica di coesione oltre il 2027

Bruxelles continua a realizzare il suo obiettivo principale di sviluppo sociale, economico e territoriale nell’UE, contribuendo al contempo ad una transizione digitale e verde che possa essere sia equa sia inclusiva.

L’adozione delle conclusioni sul futuro della politica di coesione da parte degli Stati membri, riconosce l’importanza fondamentale di questa politica. Le proposte per il rinnovamento della politica di coesione post 2027 sono incluse in un parere elaborato dal Presidente del Comitato europeo delle regioni (CdR), Vasco Alves Cordeiro, e dal presidente della commissione COTER, Emil Boc, adottato il 29 novembre dalla plenaria del CdR.

Il dibattito ora converge su come riformare la politica di coesione al termine dell’attuale periodo di bilancio dell’UE 2021-27. Per affrontare crisi eccezionali e catastrofi climatiche, i leader locali e regionali propongono la creazione di un meccanismo che possa essere attivato a livello territoriale, oltre ad un “patto di partenariato europeo” che definisca un corpus unico di norme e obiettivi per tutti i fondi in regime di gestione concorrente – cioè condivisa fra autorità europee, nazionali e territoriali – garantendo coerenza e semplificazione. 

Altre richieste contenute nel parere:

  • tutte le regioni europee devono continuare a essere ammissibili a ricevere finanziamenti;
  • il modello di gestione concorrente, la governance multilivello e il principio di partenariato vanno mantenuti come principi guida della politica di coesione anche dopo il 2027;
  • la sospensione dei fondi legati alla politica di coesione per effetto di violazioni delle norme di bilancio dell’UE da parte dei governi nazionali (la cosiddetta “condizionalità macroeconomica”) andrebbe abrogata. Gli investimenti a lungo termine non possono essere tenuti in ostaggio delle decisioni nazionali;
  • gli investimenti nazionali e regionali necessari per i progetti cofinanziati a titolo della politica di coesione dell’UE non dovrebbero essere equiparati a spesa – e, quindi, a debito – nel quadro delle norme di bilancio dell’UE;
  • l’obiettivo della coesione territoriale deve essere vincolante per tutte le politiche europee secondo il principio di “non nuocere alla coesione”;
  • l’architettura complessiva dei finanziamenti dovrebbe essere semplificata per superare il proliferare degli strumenti d’investimento direttamente o indirettamente destinati alla coesione.

Il parere viene pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e trasmesso ai deputati al Parlamento europeo, ai commissari europei pertinenti e ai rappresentanti dei 27 Stati membri.

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Accordo provvisorio europeo per il nuovo portafoglio di identità digitale

Il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla creazione di un quadro paneuropeo di identità digitale.

 

Secondo il testo concordato, questo nuovo portafoglio di identità digitale consentirà ai cittadini di identificarsi e autenticarsi online senza dover ricorrere a fornitori commerciali – una pratica che solleva problemi di fiducia, sicurezza e privacy.

 

Il portafoglio dell’UE sarà utilizzato su base volontaria. Durante i negoziati, gli eurodeputati hanno ottenuto disposizioni per salvaguardare i diritti dei cittadini e promuovere un sistema digitale inclusivo, evitando discriminazioni nei confronti di coloro che scelgono di non utilizzare il portafoglio digitale.

 

L’accordo prevede la gratuità delle “firme elettroniche qualificate” per gli utenti dei portafogli dell’UE, che sono le più affidabili e hanno lo stesso valore legale di una firma autografa, nonché le interazioni tra portafogli, per migliorare la fluidità degli scambi digitali. Gli eurodeputati hanno anche imposto la natura open-source del portafoglio per incoraggiare la trasparenza, l’innovazione e migliorare la sicurezza. Inoltre, hanno stabilito regole rigorose per la registrazione e la supervisione delle aziende coinvolte per garantire la responsabilità e la tracciabilità.

 

Attraverso il cosiddetto cruscotto della privacy, gli utenti potranno avere il pieno controllo dei propri dati e richiederne la cancellazione, come previsto dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Inoltre, la normativa prevede il diritto di utilizzare uno pseudonimo.

 

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Parlamento Europeo: approvato il Data Act

È stata approvata la nuova legge Data Act dal Parlamento Europeo, con 481 voti a favore, 31 contrari e 71 astensioni, che disciplina la condivisione dei dati generati dall’uso di prodotti connessi o di servizi correlati e che consentirà agli utenti di accedere e verificare i dati che generano.

La normativa mira anche a contribuire allo sviluppo di nuovi servizi, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale, dove sono necessarie grandi quantità di dati per l’addestramento degli algoritmi. Secondo la nuova legge, in circostanze eccezionali o di emergenza, gli enti pubblici potranno accedere e utilizzare i dati in possesso del settore privato.

Il Parlamento ha anche ottenuto l’introduzione di una definizione chiara del segreto commerciale per evitare trasferimenti illegali di dati e fughe di dati verso Paesi con normative più deboli in materia di protezione. La nuova legge dovrebbe inoltre facilitare la possibilità di passare da un fornitore di servizi cloud all’altro, introducendo salvaguardie contro i trasferimenti internazionali illegali di dati da parte di queste aziende.

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Presentata la piattaforma web “ecosistematelemedicina.it”

È stata presentata nei giorni scorsi a Roma la piattaforma web “ecosistematelemedicina.it”, avviata quasi un anno fa dai responsabili per la Sanità digitale e Telemedicina, diciotto Società scientifiche e Associazioni professionali in un unico ecosistema formativo e informativo dedicato alla digitalizzazione della Sanità.

L’obiettivo è quello di avviare un dialogo sempre più efficace a livello sanitario con le istituzioni nazionali e regionali, coinvolte nell’attuazione della digitalizzazione della sanità, e di mettere a sistema soluzioni che possano sostenere il SSN nel suo processo di riorganizzazione dei servizi assistenziali e dei processi di cura nel territorio.

Con la piattaforma si vuole offrire un portale di riferimento per la comunità scientifica e sanitaria nazionale relativamente allo stato dei lavori, best practices, informazioni normative sulla progettazione delle soluzioni dei sistemi, caratteristiche tecnologiche e di valore rispetto al processo e ai bisogni, formazione in telemedicina e innovazione digitale in sanità.

La piattaforma intende coinvolgere il maggior numero possibile di professionisti sanitari e specialisti, che useranno le soluzioni di telemedicina nella propria azione assistenziale quotidiana, offrendo loro la possibilità di ritrovarsi in un luogo di riferimento certificato, per trovare le informazioni di cui hanno bisogno e partecipare anche a un network multidisciplinare, composto sia da personale sociosanitario sia da rappresentanti delle associazioni dei pazienti.

Si rimanda per maggiori informazioni al seguente LINK.

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Il futuro della politica di coesione oltre il 2027

Bruxelles continua a realizzare il suo obiettivo principale di sviluppo sociale, economico e territoriale nell’UE, contribuendo al contempo ad una transizione digitale e verde che possa essere sia equa sia inclusiva. Questa è la politica di coesione del futuro, dipinta dai deputati della Commissione Sviluppo delle regioni del Parlamento europeo e dalla Commissione Politiche di coesione territoriale (Coter) del Comitato europeo delle regioni. I membri dei due organismi hanno fatto il punto in occasione dell’incontro annuale REGI-COTER, improntato sul tema “Il futuro della politica di coesione oltre il 2027”,  nel contesto della 21ª Settimana Europea delle Regioni e delle Città (9-12 ottobre 2023).

Il dibattito emerso si pone al centro del futuro della politica di coesione europea. Occorre dunque che amministrazioni centrali, e ancor più quelle locali, affinché siano in grado di spendere bene e per tempo le risorse messe a disposizione dai vari fondi per la coesione.

Il Parlamento ed il Comitato europeo delle Regioni sono dell’idea che sebbene la prosperità a lungo termine delle regioni dell’UE debba rimanere l’obiettivo principale, la politica di coesione deve anche essere in grado di reagire con flessibilità alle sfide emergenti e alle crisi in corso, dato il loro impatto sullo sviluppo delle regioni dell’UE.

Gli investimenti nell’innovazione e nella digitalizzazione potrebbero contribuire a colmare ed eliminare le disparità regionali esistenti e sostenere una crescita sostenibile complessiva. Allo stesso tempo, le regioni dell’UE dovranno prepararsi per le sfide sistemiche future come l’impatto dei cambiamenti demografici e climatici, soprattutto nelle regioni meno sviluppate.

Il futuro della coesione passa anche per una riforma della governance. Il coinvolgimento delle autorità regionali e l’introduzione della gestione multi-livello saranno fondamentali per la nuova politica di coesione, ma svolgeranno anche un ruolo centrale nel coinvolgere altri portatori di interessi locali e regionali, aumentando così la loro titolarità delle politiche dell’UE.

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Rapporto sullo stato del Decennio Digitale: i progressi compiuti dall’Unione Europea

Il primo rapporto sullo stato del Decennio Digitale fornisce una visione completa dei progressi compiuti nel raggiungimento della trasformazione digitale per potenziare un’Unione Europea più sicura, resiliente e competitiva.

Esso comprende una valutazione delle prestazioni dell’UE rispetto agli obiettivi e alle mete europee per il 2030, focalizzandosi su quattro pilastri principali: competenze digitali, infrastrutture digitali, digitalizzazione delle imprese, compresa l’uso dell‘Intelligenza Artificiale (IA), e digitalizzazione dei servizi pubblici.

Il rapporto del 2023 è un appello agli Stati membri per un’azione collettiva al fine di affrontare le attuali lacune negli investimenti, accelerare la trasformazione digitale in Europa e intensificare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi del Programma di Politica per il Decennio Digitale (DDPP).

Le raccomandazioni orizzontali del rapporto del 2023 e le raccomandazioni specifiche per ciascun paese saranno la base per la discussione e la collaborazione tra la Commissione e gli Stati membri su come raggiungere gli obiettivi comuni. Questo lavoro sarà supportato attraverso l’attuazione di progetti su larga scala su più paesi, compresi i nuovi Consorzi di Infrastrutture Digitali Europee (EDICs) appena introdotti.

Infrastrutture digitali – connettività sicura

Uno degli obiettivi per il 2030 è la copertura di gigabit disponibile per tutti e reti 5G performanti in tutte le aree popolate. A tal fine sono necessari investimenti aggiuntivi di almeno €200 miliardi per garantire una copertura di gigabit completa in tutta l’UE, nonché una copertura 5G in tutte le aree popolate.

Semiconduttori

L’obiettivo attuale per il 2030 è che l’UE raddoppi nel decennio digitale la sua quota nella produzione globale di semiconduttori all’avanguardia, passando dall’attuale 10% al 20% della quota di mercato globale in valore. Per raggiungere questo obiettivo, l’Atto Europeo sui Chip, entrato in vigore il 21 settembre 2023, mira a sviluppare un ecosistema di semiconduttori prospero e catene di approvvigionamento resilienti.

Digitalizzazione delle imprese

Il DDPP stabilisce tre obiettivi per favorire la digitalizzazione delle imprese:

  • almeno il 75% delle imprese dell’UE dovrebbe adottare nei loro processi servizi di cloud computing, big data e/o Intelligenza Artificiale (IA);
  • oltre il 90% delle piccole e medie imprese (PMI) dovrebbe raggiungere almeno un livello digitale di base (misurando l’uso di diverse tecnologie digitali a livello aziendale);
  • raddoppiare il numero di “unicorni” (aziende con una valutazione superiore a €1 miliardo).
Digitalizzazione dei servizi pubblici

Il DDPP prevede l’accessibilità online al 100% dei servizi pubblici chiave e, ove pertinente, la possibilità per i cittadini e le imprese dell’Unione di interagire online con le amministrazioni pubbliche, l’accesso online ai fascicoli sanitari elettronici per il 100% dei cittadini dell’Unione e l’accesso a un’identificazione elettronica sicura (eID) per il 100% dei cittadini dell’Unione.

Competenze digitali

L’UE si impegna a incrementare le competenze digitali di base tra almeno l’80% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni, e raggiungere 20 milioni di specialisti delle ICT entro il 2030. Gli Stati membri devono dare priorità agli investimenti nell’istruzione di alta qualità e nelle competenze e promuovere la partecipazione delle donne nelle discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) fin da giovane età.

Valori e principi per la società online

Il rapporto evidenzia il ruolo pionieristico dell’UE nella creazione di una trasformazione digitale sicura, sicura e centrata sull’essere umano, come stabilito nella Dichiarazione Europea sui Diritti Digitali e sui Principi. L’UE ha introdotto misure politiche e legislative rilevanti, come il Digital Services Act, il AI Act, il European Media Freedom Act e la Comunicazione sui mondi virtuali.

Una transizione NEL DECENNIO digitale sostenibile

Il rapporto traccia gli sforzi in corso per rendere la transizione nel decennio digitale più ecologica. Misure come l’iniziativa del Diritto di Riparazione, i criteri di eco-design per telefoni cellulari e tablet e il piano d’azione dell’UE per la digitalizzazione dei sistemi energetici ridurranno l’impatto ambientale delle tecnologie digitali.

Per monitorare i progressi sugli obiettivi digitali e gli obiettivi, la Commissione ha integrato l’Indice dell’Economia e della Società Digitali (DESI), l’esercizio annuale di monitoraggio sulle prestazioni dell’Europa nella digitalizzazione, nel rapporto sullo stato del Decennio Digitale.

Il Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione ha contribuito significativamente a questo esercizio di monitoraggio, nell’ambito delle sue attività di supporto e di orientamento della transizione digitale. Ha pubblicato tre rapporti che forniscono metodologie, risultati e dati per sostenere il raggiungimento degli obiettivi del 2030, sia a livello europeo che nazionale: una metodologia per stimare le traiettorie dell’UE verso gli obiettivi del 2030, la mappatura degli strumenti di finanziamento dell’UE agli obiettivi del Decennio Digitale e il benchmarking internazionale degli investimenti privati in diverse aree tematiche.

 

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OMS: Pubblicato un report su Intelligenza Artificiale e Sanità

L’Intelligenza Artificiale (IA) nel settore sanitario è un tema sempre più centrale per ciò che concerne future opportunità e sfide dei sistemi del futuro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha recentemente pubblicato a tal proposito un documento, che affronta le considerazioni normative fondamentali che riguardano l’applicazione dell’IA in ambito sanitario.

Il testo si prefigge di delineare un quadro chiaro ed esaustivo per i governi e le autorità regolatorie, affinché possano sviluppare future linee guida efficaci e puntuali che sostituiscano o si adattino a quelle esistenti. L’obiettivo è adottare l’IA in conformità e armonia con la protezione della privacy e la sicurezza dei dati dei pazienti per migliorare la salute pubblica.

IA: la posizione dell’OMS

L’OMS riconosce il potenziale dello strumento, che in quanto tale può e deve migliorare le diagnosi, l’assistenza centrata sui pazienti ed integrare le competenze del personale sanitario, laddove manchino specialisti e strumenti.

Occorre però comprendere a pieno il funzionamento dell’IA, e secondo l’OMS è imperativo innanzitutto stabilire quadri giuridici e normativi solidi sul tema, per poter adattare la tecnologia in modo etico e sicuro.

L’OMS individua sei aree chiave per la regolamentazione dell’IA in ambito sanitario. La trasparenza è fondamentale, compresa la documentazione completa del ciclo di vita del prodotto e il monitoraggio dei processi di sviluppo. Per affrontare il rischio, questioni come l’uso previsto, l’apprendimento continuo, gli interventi umani, i modelli di formazione e le minacce alla sicurezza informatica devono essere affrontate in modo completo, cercando di semplificare i modelli il più possibile.

 

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