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L’OMS Europa lancia NDC, la rete Paneuropea per il controllo delle malattie

L’OMS Europa assieme all’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA), ha lanciato la Rete paneuropea per il controllo delle malattie (NDC).

La NDC funge da fulcro delle reti nazionali per la sicurezza sanitaria e si impegna a rafforzare la preparazione alle malattie nella regione europea dell’OMS, che comprende 53 paesi in Europa e Asia centrale. Il suo obiettivo è identificare e mitigare in modo proattivo i potenziali rischi sanitari prima che possano trasformarsi in minacce regionali o globali.

I compiti della NDC tra condivisione e collaborazione

Tra i suoi compiti principali la NDC intende facilitare la collaborazione e la condivisione delle conoscenze tra nazioni, agenzie di sanità pubblica, mondo accademico e società civile, promuovendo nel contempo norme comuni per una gestione unificata delle malattie.

La rete mira anche a sfruttare le reti già esistenti presenti nel panorama dell’OMS Europa e del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), promuovendo lo sviluppo di approcci innovativi e migliorando il coordinamento tra i vari settori, da quello animale, a quello umano e ambientale.

Dove si inserisce la rete nel panorama EUROPEO della risposta alle emergenze sanitarie

In una dichiarazione, il Dr Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa, ha sottolineato l’importanza di prepararsi ora per affrontare future pandemie o emergenze sanitarie globali. La creazione della NDC è stata raccomandata anche da una commissione indipendente presieduta dall’ex primo ministro italiano Mario Monti nel 2021, evidenziando la necessità di una risposta globale alle sfide sanitarie. Dal punto di vista geopolitico, la rete mira a coinvolgere i paesi terzi extra UE, riunendo organismi e istituzioni europei, delle Nazioni Unite e dell’Asia centrale.

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Relazione ESPAS sulle sfide ed opportunità dell’Europa

Il Sistema europeo di analisi delle strategie e delle policies (ESPAS) ha presentato la sua quarta relazione circa le tendenze geopolitiche globali (Global Trends Report), dal nome: “Scegliere il futuro dell’Europa”. Tale iniziativa è concepita per sostenere la leadership politica che si insedierà dopo le elezioni europee del prossimo giugno, nel tentativo di fornire un supporto teso all’orientamento nel vasto panorama tematico.

La relazione presenta le sfide e le opportunità in 10 aree tematiche differenti, che spaziano dalla geopolitica stretta, alla crescita economica, allo sviluppo demografico con il relativo invecchiamento della popolazione europea, l’emergenza ambientale, la transizione energetica, l’accelerazione digitale, l’equità, la salute, il lavoro e la democrazia

Il rapporto descrive le tendenze previste da quest’anno sino al 2040, sottolineando il modo in cui esse interagiscono tra loro, evidenziando le scelte strategiche da intraprendere per poter garantire una visione resiliente e di lungo periodo.

Cos’è l’ESPAS e di cosa tratta

L’ESPAS è un’iniziativa interistituzionale costituita da nove istituzioni e organismi dell’UE. L’ESPAS si dedica alla promozione della previsione strategica e della governance in previsione delle principali questioni politiche, tra rischi ed opportunità. Le relazioni sulle tendenze globali sono il prodotto di punta dell’iniziativa.

La salute: una sfida globale

Nella parte relativa alla salute vengono evidenziate le lezioni apprese dalla pandemia di COVID-19, sottolineando l’importanza dei sistemi di allerta precoce e della preparazione, insieme alla cooperazione internazionale per la gestione delle emergenze sanitarie.

La relazione pone l’accento sulle disuguaglianze di salute globali, l’impatto del cambiamento climatico sulla salute e la necessità di affrontare la resistenza antimicrobica. Si concentra anche sull’innovazione tecnologica nella sanità, sulle minacce della cyber security e sull’importanza della ricerca e del sostegno finanziario per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile in materia di salute. Per l’UE, si evidenziano sfide come l’invecchiamento della popolazione e l’importanza della cooperazione tra Stati membri per garantire una risposta efficace alle emergenze sanitarie future.

 

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12 Maggio: Giornata Mondiale della Fibromialgia

Il 12 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Fibromialgia. Tale iniziativa si pone l’ambizioso obiettivo di aumentare la consapevolezza su questa patologia cronica e di promuovere la ricerca scientifica per migliorare la diagnosi e il trattamento. Attraverso il coinvolgimento di organizzazioni, istituti medici e la comunità in generale, si mira a informare sulle sfide e le difficoltà che i pazienti affrontano quotidianamente. Per l’occasione, quest’anno i monumenti di molti comuni italiani verranno illuminati di viola.

Cos’è la Fibromialgia e come si manifesta

La fibromialgia è un disturbo che si manifesta con dolore muscoloscheletrico diffuso, spesso accompagnato da stanchezza, disturbi del sonno, problemi cognitivi ed ansia. Spesso definita come la “malattia invisibile”, la fibromialgia rappresenta una sfida sia per i pazienti che per i medici, data la sua natura difficilmente riconoscibile. La fibromialgia colpisce infatti una percentuale significativa della popolazione, con una predominanza nel sesso femminile tra i 40 e i 50 anni.

Una delle sfide principali nella gestione della fibromialgia è la diagnosi, spesso ritardata o errata a causa della mancanza di test diagnostici definitivi. I sintomi, uniti alla difficoltà nel diagnosticare la malattia, possono generare frustrazione e peggioramento del benessere percepito dai pazienti. Al momento, le cause precise della fibromialgia rimangono ancora sconosciute, con ipotesi che suggeriscono una combinazione di fattori genetici, infettivi, ormonali e psicologici. Pertanto, la gestione della patologia richiede un approccio multidisciplinare, che può includere terapie farmacologiche, cambiamenti nello stile di vita e supporto psicologico.

Nonostante le sfide, è importante sottolineare che esistono strategie terapeutiche e cambiamenti nello stile di vita che possono aiutare i pazienti a gestire i sintomi e migliorare la loro qualità di vita, sebbene non esistano al momento terapie risolutive.

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Intelligenza Artificiale: Report ERC sui progetti finanziati

Dalla sua istituzione nel 2007 ad oggi, il Consiglio europeo della ricerca (ERC) ha investito più di 2 miliardi di euro nella ricerca di frontiera sull’intelligenza artificiale (IA). I finanziamenti hanno contribuito a far progredire tecnologie di IA all’avanguardia e a comprenderne le implicazioni sociali, economiche ed etiche.

Il nuovo report pubblicato dall’ERC mostra i risultati derivanti dall’analisi di 1.408 progetti finanziati. Di questi 238 sono quelli afferenti al settore della salute e affrontano principalmente i temi della ricerca nella pratica clinica, l’automazione della diagnostica e la ricerca biomedica. Inoltre, all’interno del report vengono delineate delle considerazioni etiche relative ai progetti di intelligenza artificiale finanziati dall’ERC, ad esempio in relazione all’uso dei dati personali.

I progetti finanziati da ERC sul tema della salute:

WARN-D: realizzato da Eiko Fried presso l’Università Leiden, al fine di sviluppare un sistema personalizzato per il riconoscimento precoce della depressione nei giovani e facilitare un intervento tempestivo. Il progetto ha visto il coinvolgimento di oltre 2000 studenti olandesi per un periodo di 2 anni e l’utilizzo di device come smartphone e smart-whatch per raccogliere dati per realizzare il modello WARN-D grazie ad algoritmi di machine learning.

META-BIOME: realizzato da Eran Elinav presso l’Istituto di Scienze Weizemann dal 2014 al 2019. Il progetto ha permesso di identificare dei nuovi trattamenti microbiome-targeted per malattie croniche.

AI CUeRES: realizzato da Valentina Cauda presso il Politecnico di Torino, AI CUrES è un progetto “Proof of Concept” finalizzato alla diagnosi precoce di metastasi grazie ad un approccio predittivo e real-time.

XAI: realizzato da Fosca Giannotti presso la Scuola Normale di Pisa, XAI ha l’obiettivo di sviluppare metodologie per costruire spiegazioni significative per sistemi opachi di Intelligenza Artificiale e Machine Learning. Sono stati condotti diversi casi studio sul tema explanation-by-design nel settore healthcare (Sistemi di Supporto alle Decisioni per clinici che utilizzano l’AI) e per l’identificazione di frodi.

EmergAi: realizzato da Johan Sundstrom presso l’Università di Uppsala a partire da Ottobre 2022, EmergAi ha lo scopo di realizzare un sistema di supporto alle decisioni cliniche per i medici della medicina d’urgenza. Il sistema fornirà ai medici una valutazione probabilistica della diagnosi più efficace basata sugli standard della pratica del triage.

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digital health

AgID pubblica la strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026

L’Agenzia per l’Italia digitale – AgID e il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno pubblicato l’executive summary della “Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026” che delinea una nuova visione per rendere l’Italia leader nell’innovazione guidata dall’Intelligenza Artificiale.

La Strategia si articola lungo quattro direttrici principali:
  • Ricerca: con l’obiettivo di consolidare l’ecosistema italiano, rafforzando iniziative esistenti come il Partenariato Esteso sull’intelligenza Artificiale, attrarre e trattenere talenti, sviluppare modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) italiani in linea con i valori e le normative europee, e finanziare la ricerca fondamentale e interdisciplinare.
  • Pubblica Amministrazione: con l’obiettivo di rendere l’IA il fattore trainante della trasformazione digitale. Saranno definite linee guida per l’adozione, il procurement e lo sviluppo di applicazioni IA nella PA. Progetti pilota semplificheranno i servizi per cittadini e imprese, mentre iniziative nazionali punteranno a efficientare i processi interni.
  • Imprese: con l’obiettivo di rafforzare sia il settore ICT che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale, sia i settori tradizionali che possono beneficiare di queste innovazioni. Sarà creato un ecosistema di facilitatori per le PMI, sostenendo lo sviluppo e l’adozione di soluzioni IA con fondi dedicati. Laboratori congiunti industria-ricerca e misure per start-up completeranno il quadro.
  • Formazione: con l’obiettivo di colmare gap di competenze. A tal fine si prevedono percorsi di avvicinamento all’IA nelle scuole, il potenziamento dell’offerta universitaria incluso il Dottorato Nazionale in IA, programmi di upskilling e reskilling per lavoratori, e iniziative di alfabetizzazione per la cittadinanza.

Sono stati delineati inoltre come fattori abilitanti: il potenziamento delle infrastrutture, la creazione di un repository nazionale di dataset e modelli, e l’istituzione di una Fondazione per l’IA che coordinerà l’attuazione della strategia.

 

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9ª Relazione sulla Coesione: ridurre i divari nelle regioni e negli Stati dell’UE

La Commissione ha appena reso pubblica la sua 9ª Relazione sulla Coesione, che evidenzia il successo della politica nell’abbattere le disparità economiche, sociali e territoriali all’interno dell’Unione Europea (UE).

Questo documento mette in luce i significativi progressi compiuti nel ridurre i divari tra gli Stati membri e le regioni, consolidando nel contempo il mercato unico europeo e promuovendo gli investimenti nell’ambito del capitale umano e dello sviluppo sostenibile.

LA RELAZIONE sulla coesione

La relazione, pubblicata ogni tre anni, offre una valutazione esaustiva della situazione attuale della coesione economica, sociale e territoriale all’interno dell’UE, evidenziando i progressi compiuti e le lezioni apprese. Inoltre, pone l’accento sul ruolo centrale dell’UE nel promuovere lo sviluppo regionale.

Basandosi su una vasta gamma di indicatori, come la prosperità, l’occupazione, i livelli di istruzione e la governance, questo rapporto fornisce una panoramica dettagliata dell’evoluzione della coesione e analizza le tendenze emergenti e le sfide attuali che influenzano le regioni dell’UE. A tal proposito, un esempio riportato nella 9ª Relazione sottolinea l’importanza del sostegno finanziario fornito dalla politica di coesione nel periodo 2014-2020, che ha contribuito alla creazione di oltre 4,4 milioni di imprese e alla generazione di 370.000 posti di lavoro.

Utilizzando questi dati e analisi, il documento della Commissione mira a fornire una guida per le politiche e gli investimenti futuri dell’UE, al fine di agevolare una crescita sostenibile e bilanciata a lungo termine in tutte le regioni europee.

le reazioni del Comitato delle Regioni

Durante il 10° Vertice europeo delle Regioni e delle Città, il CoR, insieme ai partner fondatori della coalizione europea #CohesionAlliance, ha lanciato un appello congiunto alle istituzioni europee e ai governi nazionali per mantenere la Politica di Coesione come pilastro principale del modello di sviluppo dell’UE nel prossimo decennio. L’appello stabilisce i principi su cui dovrebbe basarsi la futura politica regionale dell’UE al fine di rimanere un pilastro fondamentale del modello di sviluppo dell’UE e la politica di investimento a lungo termine, decentralizzata, del futuro bilancio dell’UE.

A tal proposito, nel novembre 2023, il CoR ha adottato all’unanimità un’opinione sul futuro della Politica di Coesione dopo il 2027, quando il periodo di programmazione attuale sarà terminato. Il Presidente del Comitato europeo delle regioni, Vasco Alves Cordeiro (PT/PES), ed il Presidente della COTER, Emil Boc, sono i co-relatori del testo che raccoglie le principali richieste delle regioni e delle città su come rendere più flessibile, robusta e per tutti i territori la politica regionale dell’UE nel prossimo decennio.

Il Presidente del CoR ha dichiarato: “Affrontiamolo: la Politica di Coesione come la conosciamo è a rischio e questo non è il momento di restare fermi. Il 9° rapporto sulla coesione conferma i risultati inequivocabili della Politica di Coesione nel sostenere tutte le regioni di fronte alle sfide con cui i cittadini europei si trovano ad affrontare. Fornisce un caso inequivocabile sulla necessità di una Politica di Coesione più forte in futuro basata sui suoi principi di partenariato e governance multilevel. Mobilitiamoci e uniamoci attorno a una nuova Politica di Coesione che continui a sostenere tutte le regioni.”

 

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Valutazione intermedia del Dispositivo di Ripresa e Resilienza: le conclusioni del Consiglio

I ministri hanno adottato conclusioni sull’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF) presentate dalla Commissione al Consiglio il 21 febbraio 2024. Le conclusioni fanno il punto dei progressi compiuti nell’attuazione dell’RRF e fungono da orientamenti politici per la Commissione e gli Stati membri nel contesto della valutazione intermedia dell’RRF.

Tale valutazione è prevista dal regolamento RRF e sarà seguita da una valutazione ex post nel 2028, che esaminerà complessivamente l’impatto del dispositivo una volta attuate tutte le misure incluse nei piani per la ripresa.

La valutazione intermedia del dispositivo e le conclusioni del Consiglio:

Nelle conclusioni adottate, il Consiglio ha riconosciuto il contributo positivo dell’RRF alle transizioni verde e digitale, nonché ad altre priorità dell’UE. In particolare, ha preso atto dell’incentivo per gli Stati membri ad attuare le Raccomandazioni Specifiche per Paese (RSP), sottolineando l’importanza di accelerare le riforme strutturali. Inoltre, ha accolto con favore l’orientamento dell’RRF verso il potenziamento della titolarità nazionale e ha posto l’accento sull’importanza della realizzazione e dell’attuazione.

Tuttavia, il Consiglio ha concordato sul fatto che la valutazione intermedia non permette ancora una valutazione completa dell’impatto dell’RRF e ha espresso altresì la necessità della valutazione finale prevista per il 2028, al fine di avere uno sguardo completo sull’impatto complessivo del dispositivo. Inoltre, i Ministri invitano la Commissione e gli Stati membri, ad identificare le modalità concrete per razionalizzare e migliorare l’attuazione del dispositivo e dei piani per la ripresa e la resilienza, garantendo nel contempo la tutela degli interessi finanziari dell’Unione, sottolineando l’importanza del rapido completamento degli investimenti e delle riforme entro agosto 2026 per conseguire pienamente gli obiettivi del dispositivo.

PANORAMA POLITICO

Il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) è il programma dell’UE di sostegno finanziario in risposta alle sfide poste dalla pandemia all’economia europea, facente parte del NextGenerationEU.

Gli Stati membri hanno presentato piani per la ripresa e la resilienza (PRR) alla Commissione, impegnando 648 miliardi di EUR per riforme e investimenti entro il 2026. In questo contesto si iscrive infatti il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano (PNRR)

 

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Studio EPRS per armonizzare le politiche sanitarie nell’UE

L‘European Parliamentary Research Service (EPRS) ha pubblicato uno studio intitolato “Cost of non-Europe in health policy“, che offre un’analisi dettagliata su tre aree chiave in cui una politica sanitaria congiunta dell’UE potrebbe portare significativi vantaggi: la ricerca e lo sviluppo, l’accesso ai farmaci su prescrizione e l’assistenza sanitaria preventiva.

Attraverso un approccio analitico, lo studio evidenzia come un intervento coordinato dell’UE in queste aree potrebbe generare benefici economici per le industrie sanitarie dell’UE, migliorando la salute e la qualità della vita dei pazienti e riducendo anche l’assenteismo lavorativo, oltre a garantire il diritto fondamentale di accesso tempestivo all’assistenza sanitaria.

Dove si inserisce lo studio dell’EPRS nelle dinamiche sanitarie europee:

Il documento risponde alla richiesta del Parlamento Europeo di rafforzare il ruolo dell’UE nella sanità pubblica e nella protezione e miglioramento della salute umana. Proprio in questo contesto, il documento sostiene la necessità di coordinare i programmi di ricerca e sviluppo nel settore sanitario, definiti attualmente come frammentati e disomogenei.

Attraverso un approccio analitico ed economico, lo studio identifica le priorità e le lacune nel campo sanitario, spaziando dalle infrastrutture e competenze al personale e ai dati, allo scopo di affrontare l’inefficienza strutturale della “società europea” nei confronti della salute pubblica.

 

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25 aprile: Giornata Mondiale della Malaria

Il 25 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Malaria, un’occasione per riflettere sullo stato attuale della lotta contro questa malattia che ancora oggi continua a minacciare la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Negli ultimi anni, nonostante gli sforzi congiunti delle organizzazioni internazionali e dei governi, il progresso nella riduzione della malaria si è fermato. Questo brusco cambio di rotta non solo ha avuto un impatto devastante sulla salute delle comunità più vulnerabili, ma ha anche amplificato il divario tra le classi sociali, acuendo le disparità di accesso alle cure in base alle condizioni socioeconomiche.

LA SITUAZIONE DELLA malaria nel mondo: il rapporto dell’OMS

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la regione africana continua a sopportare il peso più grave della malaria, rappresentando nel 2023 la stragrande maggioranza dei casi e dei decessi legati a questa malattia, ben più del 90%. Le popolazioni rurali, spesso prive di risorse e con limitato accesso all’istruzione, sono le più colpite. Questo scenario mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi critici fissati per il 2025 nella strategia globale antimalarica dell’OMS 2016-2030, sottolineando l’urgente necessità di rafforzare gli sforzi per combattere questa malattia.

Il tema della Giornata Mondiale della Malaria 2024, “Accelerare la lotta contro la malaria per un mondo più equo”, richiama l’attenzione sulle disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari, sull’uguaglianza di genere e sui diritti umani legati alle risposte alla malaria. È fondamentale porre fine alla discriminazione e allo stigma, coinvolgere attivamente le comunità nelle decisioni sanitarie, portare i servizi sanitari più vicino alle persone attraverso la sanità primaria e affrontare i fattori che aumentano il rischio di malaria.

Attraverso una continua sensibilizzazione, passata in secondo piano nel corso degli ultimi anni, è possibile coordinare gli sforzi contro la malaria, migliorando i servizi di prevenzione, individuazione e trattamento di questa malattia troppo spesso mortale.

 

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comunicazione in salute

ILC Europe Network: aperte le iscrizioni per diventare membri

L’ILC Europe Network, un’iniziativa regionale che ha preso piede nel 2021 nell’ambito dell’Alleanza Globale per i Centri internazionali della Longevità, ha l’obiettivo di affrontare il tema sempre più impellente dell’invecchiamento della popolazione in Europa e della longevità.

Il Network si compone di differenti attori della società civile e stakeholders che spaziano da figure accademiche di rilievo, medici, associazioni e rappresentanti del mondo privato e dell’industria e si pone l’obiettivo di sostenere le società nell’affrontare l’invecchiamento della popolazione e la longevità in modo positivo e produttivo.

Diventare membro dell’ILC Europe Network

All’interno del quadro di iniziative che l’organizzazione mette in piedi al fine di adempiere al suo scopo, le quali spaziano da eventi di policy e ricerca su temi specifici, la condivisione e la disseminazione di buone pratiche, il raccordo e l’inclusione dei policymakers di tutta Europa nei processi; l’ILC Europe Network ha dato vita ad un form che servirà a reclutare nuovi membri nell’organizzazione.

Per accedere al form di iscrizione alla Rete ILC Europe, si prega di cliccare sopra al seguente LINK.

Per maggiori informazioni sull’organizzazione si prega di consultare il seguente LINK.