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Bilancio UE: il Comitato europeo delle Regioni invita a rivedere la proposta post-2027

Il Comitato europeo delle Regioni (CdR) ha adottato una risoluzione relativa al futuro Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) dell’Unione europea per il periodo successivo al 2027. Il documento sottolinea la necessità di garantire che il bilancio a lungo termine dell’UE continui a sostenere in modo equilibrato le politiche di coesione, agricoltura e pesca, salvaguardandone la complementarità e il valore aggiunto per i territori.

Il CdR ribadisce il ruolo della politica di coesione quale principale strumento dell’Unione per promuovere competitività regionale, sviluppo sostenibile e inclusione sociale, evidenziando l’importanza di mantenerla accessibile a tutte le regioni europee e di assicurarne la gestione in partenariato con gli enti locali e regionali.

Sulla base della risoluzione adottata, il Comitato sta elaborando un parere sul futuro QFP, che sarà presentato nel marzo 2026 dal relatore Sari Rautio (FI/PPE). Tale parere sarà accompagnato da ulteriori contributi sui regolamenti settoriali collegati al prossimo bilancio pluriennale, la cui adozione è prevista nella prima metà del 2026.

 

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CdR: Repository delle Politiche Regionali di Prevenzione e Diagnosi del Cancro

Il Comitato europeo delle regioni (CdR) ha pubblicato un nuovo “Repository delle Politiche Regionali di Prevenzione e Diagnosi del Cancro” (Cancer: repository of regional prevention and detection policies), che evidenzia come il cancro continui ad essere una delle principali cause di morte nell’UE, sottolineando anche le forti disparità regionali legate a fattori socioeconomici, ambientali, comportamentali e sanitari.

Pratiche regionali innovative in screening, diagnosi, sensibilizzazione e campagne sullo stile di vita dimostrano che la collaborazione, la prevenzione mirata e gli approcci che integrano la salute in tutte le politiche sono essenziali per ridurre queste disparità. Rafforzando la diagnosi precoce, migliorando l’educazione sanitaria e sfruttando la tecnologia, l’Europa può ridurre l’incidenza e la mortalità legata a questa malattia, garantendo un accesso equo alle cure.

I dati del Repository sulle Politiche Regionali di Prevenzione e Diagnosi del Cancro

Il cancro è stato responsabile di 1,15 milioni di decessi nell’UE nel 2021 e di 2,74 milioni di nuovi casi nel 2022. Inoltre, comporta un onere economico significativo, con un costo stimato di 199 miliardi di euro nel 2018. Sebbene la mortalità complessiva sia in calo, persistono ampie differenze regionali che riflettono disuguaglianze nell’accesso alle cure, nelle condizioni socioeconomiche e nella capacità dei sistemi sanitari.

La pubblicazione sottolinea la complessità dei fattori che determinano l’incidenza e l’esito del cancro. I determinanti biologici, come la genetica, rappresentano meno del 5 % dei casi, ma influiscono sulle differenze di sopravvivenza, soprattutto tra i sessi. Le condizioni socioeconomiche (istruzione, reddito, occupazione) sono forti indicatori del rischio di cancro, influenzando consapevolezza, esposizione ai rischi e accesso alle cure. Anche le influenze ambientali e i comportamenti, come il fumo e l’inattività fisica, contribuiscono in modo significativo all’incidenza della malattia. I sistemi sanitari, infine, determinano l’efficacia della prevenzione e della cura.

I dati Eurostat mostrano che in alcune regioni i tassi di mortalità per cancro sono più che raddoppiati rispetto ad altre. Anche all’interno degli stessi paesi si registrano differenze significative: ad esempio, le minoranze rurali hanno un rischio maggiore di mortalità per cancro cervicale, mentre altre regioni mostrano un alto numero di decessi per cancro ai polmoni legati al fumo.

Per quanto concerne l’Italia, le regioni settentrionali registrano una copertura più elevata ed una maggiore aderenza agli inviti allo screening rispetto alle regioni meridionali che presentano tassi significativamente inferiori. Questa disparità contribuisce ad una maggiore prevalenza di tumori al seno in fase avanzata al sud (la pubblicazione menziona il programma di diagnosi Frecciarosa 2024 lanciato in Sicilia dove Ferrovie dello Stato ha usato la propria rete di trasporti per migliorare l’accesso allo screening del cancro al seno, in particolare per le donne che vivono in aree svantaggiate). Inoltre, nella penisola, si può osservare un trend inverso per quanto riguarda i casi di cancro dovuti allo smog; infatti, l’elevato livello di inquinamento ambientale nella regione centro-settentrionale è associato a una maggiore mortalità per cancro rispetto alle regioni meridionali.

Infine, la pubblicazione del CdR propone raccomandazioni fondate sull’analisi di 30 casi studio, che coprono sei aree tematiche: screening, diagnosi, cooperazione transfrontaliera, sensibilizzazione, iniziative per gruppi vulnerabili e campagne per uno stile di vita sano. Queste raccomandazioni sottolineano l’importanza di una collaborazione regionale più forte, di politiche di prevenzione su misura, di partenariati pubblico-privati e di una migliore raccolta di dati sul cancro. La diagnosi precoce, l’educazione sanitaria e l’adozione di nuove tecnologie rappresentano strumenti chiave, mentre l’approccio “Salute in tutte le politiche” (Health in All Policies) si conferma cruciale per ridurre le disuguaglianze e costruire comunità europee più sane.

 

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CdR: Rafforzamento dei sistemi e del personale sanitario

Il Comitato Europeo delle Regioni (CdR) ha adottato un parere che evidenzia come la carenza di personale sanitario rappresenti una minaccia per la resilienza sociale dell’Unione Europea. Secondo il CdR, le regioni prive di adeguati servizi sanitari tendono a registrare ritardi economici, mettendo a rischio la stabilità e aumentando la pressione sui sistemi sanitari nazionali.

Il parere del CdR

Il parere, approvato durante la sessione plenaria del 14 maggio 2025, sottolinea l’importanza di affrontare le sfide legate alla carenza di personale sanitario per garantire la coesione sociale e territoriale nell’UE. Il CdR invita le istituzioni europee e gli Stati membri a implementare politiche efficaci per attrarre e trattenere professionisti della salute, specialmente nelle aree rurali e periferiche.

Inoltre, il Comitato raccomanda di rafforzare la cooperazione tra i livelli di governo e di investire in formazione, condizioni di lavoro dignitose e incentivi per il personale sanitario. Tali misure sono ritenute essenziali per garantire un accesso equo ai servizi sanitari e per sostenere la resilienza delle comunità locali.

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Adottate le priorità 2025–2030 del Comitato europeo delle Regioni

Durante la sessione plenaria del 15 maggio 2025, il Comitato europeo delle Regioni (CdR) ha adottato il proprio programma strategico per il periodo 2025–2030.

L’obiettivo è quello di rafforzare la coesione, la resilienza e la prossimità come pilastri fondamentali per il futuro dell’Unione europea, in linea con l’Agenda strategica 2024-2029 del Consiglio europeo e gli Orientamenti politici della Commissione europea.

COESIONE al centro dell’agenda politica del Comitato delle Regioni

La nuova agenda è articolata attorno a cinque priorità:

  • difesa della politica di coesione come valore fondamentale dell’UE;
  • promozione della transizione verde e digitale a livello territoriale;
  • rafforzamento della democrazia locale e della partecipazione dei cittadini;
  • costruzione di comunità più sicure e inclusive;
  • potenziamento della dimensione esterna delle politiche regionali, incluse cooperazione e vicinato.

Inoltre, il documento sottolinea la necessità di rafforzare l’Unione europea della salute e affrontare le principali criticità del settore: carenza di personale sanitario, disuguaglianze nell’accesso alle cure, carenze di farmaci essenziali e vulnerabilità delle infrastrutture sanitarie agli attacchi informatici. Il CdR, pertanto, chiede un’azione congiunta multilivello per contrastare malattie croniche, problemi di salute mentale e disuguaglianze persistenti tra territori, con particolare attenzione alla dimensione locale della salute pubblica.

Infine il CdR sottolinea l’urgenza di proteggere la politica di coesione nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale 2028–2034 e di riconoscere il ruolo delle città e delle regioni nell’attuazione del Green Deal, della transizione demografica e delle sfide geopolitiche.

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La commissione NAT affronta la carenza di operatori sanitari

La Commissione Risorse Naturali (NAT) del Comitato europeo delle regioni (CdR) ha tenuto la sua prima riunione del nuovo mandato, focalizzandosi su due temi cruciali: la carenza di operatori sanitari e le sfide nella filiera agroalimentare.

L’opinione della La Commissione Risorse Naturali (NAT) sulla carenza di operatori sanitari

L’Unione Europea sta affrontando una significativa carenza di personale sanitario, con un deficit stimato di 1,2 milioni di medici, infermieri e altri professionisti. Questa situazione compromette la qualità dell’assistenza e la resilienza dei sistemi sanitari regionali. La commissione NAT ha discusso strategie per affrontare questa crisi, tra cui l’investimento nella formazione, il miglioramento delle condizioni lavorative e l’attrazione di nuovi talenti nel settore sanitario.

Parallelamente, la commissione ha esaminato le sfide che colpiscono la filiera agroalimentare europea, aggravate da eventi recenti come la pandemia e le tensioni geopolitiche. Si è sottolineata l’importanza di rafforzare la resilienza del settore attraverso il supporto ai produttori locali, la promozione di pratiche sostenibili e l’assicurazione di condizioni di lavoro eque per tutti gli operatori coinvolti.

Il presidente della commissione NAT ha evidenziato l’urgenza di affrontare queste problematiche per garantire il benessere delle comunità locali e la sicurezza alimentare nell’UE. Ha inoltre ribadito l’impegno del CdR nel collaborare con le istituzioni europee e gli Stati membri per sviluppare politiche efficaci e sostenibili.

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Roberto Ciambetti eletto vicepresidente Commissione NAT al Comitato Europeo delle Regioni

Il 21 febbraio 2025, la Commissione per le risorse naturali (NAT) del Comitato europeo delle regioni (CdR) ha inaugurato il suo nuovo ciclo di lavoro con l’elezione della leadership che guiderà i prossimi anni di attività. La Commissione NAT svolge un ruolo cruciale nelle politiche europee, occupandosi di settori strategici quali salute pubblica, agricoltura, sviluppo rurale, pesca, produzione alimentare, silvicoltura, turismo e protezione civile.

Alla guida della Commissione è stato eletto Piotr Całbecki, presidente del Voivodato di Kujawsko-Pomorskie in Polonia, che assumerà il ruolo di presidente. Sarà affiancato da due vicepresidenti: Roberto Ciambetti, consigliere regionale in Regione del Veneto, e Fernando López Miras, presidente della Comunidad Autónoma de la Región de Murcia in Spagna.

Salute pubblica al centro dell’agenda DELLA COMMISSIONE NAT

Tra le priorità della nuova leadership emerge con forza la salute pubblica, con un’attenzione particolare al rafforzamento dell’accesso alle cure e alla riduzione delle disparità sanitarie tra le regioni europee. Questo impegno è testimoniato dalla conferma di Birgitta Sacrédeus come relatrice del parere in corso sul personale sanitario, un tema sempre più centrale nelle agende politiche nazionali ed europee. La discussione su questo dossier è attesa per la seconda riunione della Commissione NAT.

L’accento sulla salute riflette una consapevolezza crescente della necessità di rafforzare i sistemi sanitari regionali, garantendo equità nell’accesso alle cure e rispondendo alle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione, dalla carenza di personale sanitario e dalle disparità infrastrutturali tra territori.

Un mandato strategico per le regioni europee

Con questa nuova leadership, la Commissione NAT si prepara ad affrontare questioni fondamentali per lo sviluppo sostenibile e la coesione territoriale dell’Unione Europea. Le decisioni prese avranno un impatto diretto sulle comunità locali, contribuendo a delineare strategie condivise per una gestione più efficace delle risorse naturali, della sanità e delle politiche agricole e turistiche.

 

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Il Comitato Europeo delle Regioni (CdR) inaugura il nuovo mandato

Il 12 e 13 febbraio 2025, il Comitato Europeo delle Regioni (CdR) ha inaugurato il nuovo mandato per il periodo 2025-2030 durante la 164ª sessione plenaria a Bruxelles. L’incontro ha segnato l’inizio di un nuovo ciclo politico per le autorità locali e regionali dell’Unione Europea, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra regioni e città e promuovere politiche che rispondano alle esigenze dei cittadini.

LE PRIORITÀ DEL NUOVO MANDATO DEL CDR

Durante la plenaria sono state delineate le principali aree di intervento per i prossimi cinque anni:

  • Coesione territoriale: ridurre le disparità economiche e sociali tra le regioni europee.
  • Transizione verde: favorire politiche sostenibili per il clima e l’ambiente.
  • Innovazione digitale: incentivare la digitalizzazione e lo sviluppo tecnologico nei territori.
  • Partecipazione civica: promuovere il coinvolgimento attivo dei cittadini nelle decisioni politiche.

La nuova leadership del CdR avrà il compito di rappresentare le istanze delle comunità locali, assicurando che le politiche dell’UE siano attuate con un approccio inclusivo e sostenibile.

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Comitato europeo delle regioni (CdR): Cambiamento demografico come priorità per l’UE

Il Comitato europeo delle regioni (CdR) ha espresso approvazione riguardo le conclusioni del Consiglio dei ministri dell’Unione europea sul ruolo della politica di coesione nell’affrontare le sfide demografiche, adottate il 28 novembre.

Cambiamento demografico: Quali sono gli esiti

Le conclusioni che sono state tratte riflettono molti dei precedenti appelli del CdR, in particolare la richiesta di riconoscere la transizione demografica come una priorità chiave dell’UE insieme alla trasformazione verde e digitale. Il 20 novembre, il CdR ha emesso un parere in cui sollecitava a pieno la politica di coesione per affrontare il cambiamento demografico, presentato da Raquel García González, Director-General per gli affari europei dell’Asturia.

Il CdR incita ad una definizione europea unica di “regions in demographic transition” (regioni in transizione demografica) per facilitare un migliore monitoraggio e supporto degli investimenti che affrontano queste sfide. Il Consiglio ha riconosciuto il ruolo della politica di coesione come strumento fondamentale dell’UE per mitigare e adattarsi ai cambiamenti demografici. L’importanza del principio di partenariato è stata evidenziata per garantire il coinvolgimento attivo delle autorità nazionali, regionali e locali nella progettazione e nell’attuazione delle politiche.

In linea con le raccomandazioni del CdR, il Consiglio ha evidenziato la necessità di un uso più efficace degli attuali meccanismi di investimento territoriale dell’UE e di un monitoraggio più attento degli investimenti demografici. Il Consiglio invita inoltre la Commissione europea a esplorare approcci territoriali integrati e ad affrontare questioni più ampie come l’accesso ai servizi pubblici, la tassazione e le norme sugli aiuti di Stato per affrontare efficacemente il cambiamento demografico.

Raquel García González ha espresso soddisfazione per il sostegno del Consiglio alla posizione del CdR. Ha inoltre chiesto dati aggiornati, tassi di cofinanziamento su misura e norme sugli aiuti di Stato modificate per aiutare le regioni in difficoltà a garantire pari accesso ai servizi pubblici per tutti i cittadini. Questo allineamento tra il CdR e il Consiglio mira a rafforzare la risposta dell’UE alla sfida del cambiamento demografico.

 

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Esiti Seminario RegHub 2024

La Rete degli Hub Regionali – RegHub – ha organizzato a Bruxelles, lo scorso 17 ottobre, il suo seminario annuale.

Il Seminario RegHub 2024

Durante la mattina, gli hub hanno preso parte alla 9ª e ultima riunione plenaria della piattaforma Fit For Future della Commissione Europea. In questa occasione, sono stati adottati i pareri della piattaforma riguardo alla valutazione del Fondo Sociale Europeo (FSE+), con Anne Karjalainen (PSE/FI) come relatrice, e alla valutazione del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, del Just Transition Fund e del Fondo di Coesione, con Mark Speich (PPE/DE) come relatore, sui quali gli hub hanno fornito il loro contributo.

Nel pomeriggio, il seminario è proseguito con una discussione sul miglioramento della regolamentazione e della competitività nel prossimo mandato dell’UE, seguita da un dibattito di gruppo sui circuiti di feedback efficaci per offrire un’esperienza utente a livello locale e regionale delle politiche dell’UE. È seguita una panoramica approfondita delle consultazioni in corso e passate, prima di concludere con una sessione dettagliata sulla possibile collaborazione con la DG GROW per la valutazione e la revisione delle normative dell’UE in materia di appalti pubblici.

Infine, l’evento di networking è stato ospitato dall’Ufficio di collegamento della Provincia autonoma di Bolzano-Alto Adige a Bruxelles, al quale hanno partecipato gli hub nel corso della serata.

 

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Invito a manifestare interesse per partecipare all’azione preparatoria 2030CATALYSTS

L’implementazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) rimane disomogenea nei territori europei e la necessità di strategie SDG coese e trasformative è pressante.

Tutte le regioni che si impegnano per un mondo più sostenibile, resiliente e inclusivo e che cercano di migliorare le proprie politiche SDG locali possono ora presentare domanda per partecipare al progetto “2030CATALYSTS: Implementation of the SDGs in the regions – from monitoring to action”. L’invito a presentare candidature è stato lanciato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea (Joint Research Centre-JRC), dal Comitato Europeo delle Regioni (CdR) e sostenuto dal Parlamento europeo.

Gli obiettivi di 2030CATALYSTS

2030CATALYSTS mira a dotare tutte le regioni delle conoscenze e degli strumenti necessari per implementare gli SDG attraverso strategie basate sul luogo, localizzate in ogni contesto regionale. Così facendo, il progetto consentirà alle regioni di perfezionare il loro approccio al monitoraggio e al raggiungimento degli SDG intrecciandoli nei loro tessuti sociali unici.

Un massimo di 20 regioni avranno l’opportunità di partecipare a 2030CATALYSTS, impegnandosi attivamente nelle attività, come fornire set di dati, report e altre risorse pertinenti per il monitoraggio e l’implementazione degli SDG, nonché approfondimenti regionali sui loro progressi stessi. I candidati selezionati apriranno la strada a un ecosistema di collaborazione, in cui ogni regione contribuisce e trae vantaggio dalla conoscenza collettiva e dalle strategie basate sui dati.

Il progetto è sviluppato dal Centro comune di ricerca della Commissione europea e sostenuto dal Parlamento europeo.

Sarà possibile inviare la propria manifestazione di interesse per partecipare al progetto entro il 31 ottobre 2024.

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