Il Consiglio dell’UE ha formalmente adottato una nuova direttiva per migliorare gli standard di qualità dell’aria in tutta Europa, allineandosi all’obiettivo di inquinamento zero dell’UE entro il 2050.
Questa modifica legislativa fa parte di uno sforzo più ampio da parte dell’UE per ridurre l’inquinamento atmosferico, che rimane la principale minaccia per la salute ambientale in Europa, responsabile di circa 300.000 morti premature all’anno. Inoltre, la direttiva consolida e semplifica le attuali leggi sulla qualità dell’aria dell’UE unendo due direttive precedenti, facilitando così un quadro normativo più coerente allineato alle raccomandazioni dell’OMS.
La nuova direttiva per migliorare gli standard di qualità dell’aria
Questa direttiva stabilisce parametri di riferimento più rigorosi per la qualità dell’aria per i principali inquinanti come il biossido di azoto e l’anidride solforosa, fattori che contribuiscono alle malattie respiratorie. Questi standard aggiornati sono informati dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e devono essere rispettati entro il 2030, sebbene gli stati membri possano richiedere un’estensione in condizioni specifiche.
La qualità dell’aria sarà monitorata e valutata utilizzando metodi comuni in tutta l’UE. Saranno obbligatorie misure proattive per le regioni a rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi del 2030. La direttiva prevede revisioni regolari, basate sulle attuali prove scientifiche, per determinare se gli standard rimangono adeguati.
Inoltre, la direttiva rafforza i diritti pubblici, consentendo ai cittadini dell’UE di richiedere un risarcimento se la loro salute dovesse essere compromessa a causa della mancata conformità alle normative sulla qualità dell’aria. Gli Stati membri dovranno facilitare l’accesso al ricorso legale e al risarcimento in caso di violazione delle norme sulla qualità dell’aria.
Dall’entrata in vigore della direttiva, gli Stati membri avranno due anni di tempo per integrare questi nuovi standard nella legislazione nazionale. Dopo l’attuazione, la Commissione europea li riesaminerà nel 2030 e successivamente ogni cinque anni per garantirne la pertinenza con le approfondite conoscenze scientifiche in evoluzione.
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