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Commissione UE: aperte le call di Erasmus+ 2026

La Commissione Europea ha annunciato un budget complessivo di circa 5,2 miliardi di euro destinati al programma Erasmus+ per il 2026, con l’obiettivo di rafforzare le competenze dei cittadini europei, sostenere la mobilità transnazionale e migliorare la qualità dei sistemi educativi in tutta l’Unione Europea (UE).

L’iniziativa si inserisce nella “Union of Skills strategy” (strategia dell’Unione delle Competenze), che mira a favorire l’apprendimento permanente, la riqualificazione professionale e lo sviluppo di competenze necessarie a rispondere alle trasformazioni economiche, tecnologiche e sociali.

Nel 2026 Erasmus+ continuerà a sostenere le sue priorità trasversali – inclusione, innovazione digitale e sostenibilità verde – con un’attenzione specifica agli apprendenti e agli insegnanti ucraini, anche quelli sfollati nei Paesi dell’UE o in quelli associati al programma.

“Erasmus+ deve essere accessibile a tutti, indipendentemente dal contesto o dalle circostanze”, sostiene Roxana Mînzatu, Vicepresidente esecutiva per i Diritti sociali e le competenze, i posti di lavoro di qualità e la preparazione. “Il nostro obiettivo è chiaro: Nessuno dovrebbe essere lasciato indietro. Da formati più inclusivi a una maggiore sensibilizzazione, vogliamo aiutare un maggior numero di persone ad accedere a Erasmus+ e a sviluppare le competenze di cui hanno bisogno per il futuro. Già l’anno scorso, la percentuale di partecipanti con minori opportunità è cresciuta fino a circa il 17% e siamo determinati a fare ancora meglio nel 2026”.

Una delle principali novità riguarda l’introduzione di una nuova azione dedicata al settore scolastico: le “European partnerships for school development”, che sosterranno progetti innovativi per rafforzare le competenze fondamentali, l’impegno civico e la partecipazione democratica degli studenti.

Il programma continuerà a finanziare mobilità individuali e di gruppo, partenariati tra organizzazioni e attività di cooperazione internazionale ad ampio raggio.

ERASMUS+ 2026: MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE E AMBITI DI FINANZIAMENTO

Erasmus+ 2026 definisce le condizioni per la partecipazione al programma. Le organizzazioni attive nei settori dell’istruzione superiore, dell’istruzione scolastica, della formazione professionale (VET), dell’educazione degli adulti, della gioventù e dello sport possono candidarsi ai finanziamenti.

Tra i potenziali partecipanti figurano scuole, università, enti di formazione, associazioni giovanili, ONG e organismi sportivi.

Le persone fisiche – come studenti, insegnanti, formatori, giovani e operatori giovanili – non presenteranno candidature individuali, ma potranno partecipare tramite le organizzazioni di appartenenza che richiedono i finanziamenti.

La maggior parte delle candidature deve essere presentata alle Agenzie Nazionali dei Paesi aderenti al programma, mentre alcune azioni — in particolare quelle centralizzate o di più ampia portata — sono gestite direttamente dalla European Education and Culture Executive Agency (EACEA).

La Commissione invita tutti i potenziali beneficiari a consultare attentamente i bandi 2026, che includono dettagli sulle priorità del programma, le condizioni di ammissibilità e le scadenze per ciascuna azione.

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Nuovo rapporto UE: il ruolo dell’assistenza sanitaria nella riduzione delle disuguaglianze e della povertà

L’assistenza sanitaria pubblica svolge un ruolo essenziale nella riduzione di disuguaglianze e povertà all’interno dell’Unione Europea. È quanto emerge dal nuovo rapporto The Role of Healthcare in Reducing Inequalities and Poverty in the EU, pubblicato dalla Commissione europea.

La pandemia ha evidenziato la necessità di sistemi sanitari più resilienti e capaci di reagire a crisi future, in un contesto caratterizzato da invecchiamento demografico, pressioni economiche e aumento dei costi delle tecnologie sanitarie. Il documento sottolinea come difficoltà di accesso alle cure possano accentuare le disuguaglianze e come la tutela del diritto universale alla salute richieda scelte di investimento efficienti e sostenibili.

Il rapporto introduce una metodologia innovativa per valutare in modo più accurato l’impatto redistributivo dell’assistenza sanitaria pubblica, attraverso l’analisi delle Social Transfers in Kind (STiKs). Le STiKs rappresentano beni e servizi forniti gratuitamente o a costo ridotto dallo Stato, come visite mediche, trattamenti, farmaci o servizi diagnostici.

Secondo il documento, queste prestazioni costituiscono circa il 35% dei benefici sociali totali nell’UE e hanno un effetto significativo nella riduzione di disuguaglianza e povertà. Malgrado ciò, il loro impatto sulla povertà o sulla disuguaglianza non viene misurato regolarmente nelle statistiche ufficiali dell’UE, impedendo valutazioni effettivamente complete delle politiche sociali.

Il rapporto risulta particolarmente tempestivo, dato l’attuale contesto di significative pressioni sui finanziamenti e di priorità contrastanti per i fondi pubblici. L’invecchiamento della popolazione aggiunge ulteriore pressione ai sistemi sanitari e, in questo contesto, è essenziale misurare l’efficacia delle prestazioni sociali e garantire che le decisioni politiche sostengano la resilienza dei sistemi sanitari.

Il rapporto utilizza un approccio “ibrido” che combina il metodo assicurativo, basato sulle caratteristiche individuali come età e genere, con elementi dell’approccio dell’uso effettivo, sfruttando i dati disponibili sull’utilizzo dei servizi sanitari.

Un elemento centrale dello studio è l’integrazione delle STiKs nel modello di microsimulazione EUROMOD, lo strumento della Commissione europea che permette di simulare tasse, contributi e trasferimenti sulla base delle norme vigenti nei diversi Stati membri.

EUROMOD consente di ottenere una misura comparabile del reddito disponibile delle famiglie e, con l’ampliamento proposto nel rapporto, anche di analizzare l’impatto complessivo delle prestazioni sanitarie in natura sulla distribuzione del reddito. Grazie a queste simulazioni, il rapporto mostra che le STiKs riducono in modo rilevante l’indice Gini, uno degli indicatori più utilizzati per misurare la disuguaglianza, con riduzioni comprese tra 1,5 e 4,5 punti in quasi tutti gli Stati membri.

Assistenza sanitaria, scenari redistributivi e sostenibilità

Il rapporto evidenzia l’utilità di EUROMOD per simulare scenari ipotetici (“what-if”) e valutare gli effetti potenziali di interventi e riforme. Attraverso questi scenari, è possibile stimare come cambierebbe la distribuzione del reddito se, ad esempio, il sistema sanitario fosse finanziato in modo diverso o se le famiglie dovessero sostenere la spesa sanitaria tramite assicurazioni private. Le analisi mostrano che sistemi basati prevalentemente su contributi sociali tendono a essere più regressivi rispetto a quelli finanziati da imposte dirette. Il rapporto segnala inoltre il valore di questi strumenti per anticipare gli effetti di cambiamenti nel budget sanitario e identificare soluzioni più eque ed efficienti.

Un’altra dimensione analizzata riguarda le spese out-of-pocket (OOP), ovvero i costi sanitari pagati direttamente dalle famiglie al momento dell’erogazione delle prestazioni, come ticket, farmaci non rimborsati o visite specialistiche.

Sebbene tutti gli Stati membri dispongano di sistemi sanitari pubblici, una parte della spesa rimane a carico delle famiglie. Il rapporto mostra che livelli elevati di OOP possono rappresentare una barriera all’accesso, con effetti che si concentrano soprattutto sulle famiglie vulnerabili, sugli anziani e sui lavoratori autonomi. Una bassa spesa OOP tra i redditi più bassi non indica necessariamente una maggiore tutela: può riflettere anche rinuncia o posticipo delle cure per motivi economici, con un aumento delle esigenze mediche non soddisfatte.

Infine, il rapporto richiama l’attenzione sui rischi legati alla sostenibilità intergenerazionale della spesa sanitaria, in un contesto di rapido invecchiamento demografico. Le simulazioni mostrano che, senza correttivi, le generazioni più giovani potrebbero trovarsi a sostenere un carico crescente per finanziare i sistemi sanitari pubblici.

Nel complesso, le evidenze raccolte confermano che l’assistenza sanitaria pubblica è uno degli strumenti più efficaci per ridurre la povertà monetaria e la disuguaglianza nei Paesi dell’UE, e rappresenta un pilastro essenziale per sistemi sanitari resilienti, equi e sostenibili.

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Commissione europea: adottato il Programma di lavoro 2026

Ogni anno, la Commissione europea (CE) adotta il proprio Programma di lavoro annuale, che definisce le principali iniziative politiche e legislative da intraprendere nei dodici mesi successivi. Per il prossimo anno, la CE ha presentato il Programma di Lavoro per il 2026, delineando le priorità strategiche all’interno della Comunicazione intitolata “Il momento dell’indipendenza europea”.

CE: Programma di lavoro annuale 2026

In linea con le Linee guida politiche della Presidente von der Leyen e il discorso sullo Stato dell’Unione di settembre 2025, la Commissione riafferma l’impegno a portare avanti le priorità condivise e ad affrontare con determinazione le nuove sfide, collaborando con tutte le istituzioni e i partner europei per costruire un’Europa più sovrana, resiliente e prospera.

In un contesto globale segnato da crescenti instabilità geopolitiche, economiche e ambientali, l’Unione europea punta a rafforzare la propria autonomia strategica e la capacità di determinare il proprio futuro. In tale prospettiva, il Programma 2026 mira a consolidare la sovranità europea in ambiti chiave come difesa, sicurezza, energia, digitale e industria, promuovendo al contempo una crescita sostenibile e inclusiva.

Obiettivi e aree strategiche

Tra le azioni prioritarie, il documento prevede il rafforzamento delle politiche di prevenzione e promozione della salute pubblica, con un focus sulle malattie non trasmissibili, sulla salute mentale e sugli stili di vita sani.

Un’attenzione particolare è dedicata alla digitalizzazione del settore sanitario, con il proseguimento dei lavori sull’European Health Data Space (EHDS), destinato a facilitare la condivisione sicura dei dati sanitari e a migliorare la qualità della ricerca e delle cure.

Il Programma rilancia inoltre il sostegno alla Missione sul Cancro nell’ambito di Horizon Europe, promuovendo ricerca, diagnosi precoce e accesso equo alle cure oncologiche. In parallelo, vengono ribaditi i legami tra ambiente e salute, con azioni mirate a ridurre l’inquinamento e a proteggere il benessere fisico e mentale dei cittadini europei.

Infine, tra gli obiettivi principali del Programma figurano, da un lato, la protezione dei cittadini dagli impatti del cambiamento climatico e, dall’altro, il sostegno alla competitività dell’industria europea, con un’attenzione particolare rivolta a PMI, start-up e scale-up. Anche il rafforzamento del modello sociale europeo rappresenta una priorità, soprattutto alla luce delle trasformazioni demografiche in atto.

Come nel 2025, anche il Programma di lavoro 2026 si articola attorno a sette aree strategiche, che rappresentano le principali priorità politiche e legislative dell’Unione per il prossimo anno. Ciascun pilastro vuole contribuire al rafforzamento dell’indipendenza e resilienza dell’Europa:

  1. Prosperità e competitività sostenibili.
  2. Rafforzamento della difesa e sicurezza europee.
  3. Rafforzamento del modello sociale europeo.
  4. Tutela della qualità della vita.
  5. Sostegno della democrazia, Stato di diritto e valori europei.
  6. Europa globale.
  7. Preparare l’Unione di domani.

 

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Salute Globale Altro Cooperazione territoriale

11 novembre 2025: Cinque anni di European Health Union

L’11 novembre 2025 ricorre il quinto anniversario della European Health Union, l’iniziativa avviata dalla Commissione europea nel 2020 per rafforzare la capacità dell’Unione di prevenire, individuare e affrontare in modo coordinato le crisi sanitarie.
La proposta nacque nel contesto della pandemia di COVID-19, con l’obiettivo di costruire un quadro europeo più solido di preparazione e risposta alle minacce sanitarie transfrontaliere.

La European Health Union come pilastro della cooperazione sanitaria europea

La European Health Union costituisce il quadro politico e operativo attraverso cui l’Unione Europea promuove una cooperazione più stretta in materia di salute pubblica, coordinando la disponibilità di risorse sanitarie, migliorando la pianificazione congiunta tra Stati membri e garantendo una risposta tempestiva alle emergenze sanitarie su scala europea.

All’interno della European Health Union, un ruolo fondamentale è svolto da tre attori chiave:

  • ECDC, Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha potenziato le sue funzioni di analisi del rischio e monitoraggio, migliorando la condivisione dei dati tra gli Stati membri.
  • EMA, l’Agenzia europea per i medicinali, ha ampliato le competenze relative alla supervisione della produzione e distribuzione dei medicinali e alla gestione delle forniture in situazioni di crisi.
  • HERA, l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, opera come punto strategico per assicurare che l’Unione sia preparata ad affrontare future minacce, coordinando la disponibilità e la produzione di contromisure mediche e sviluppando capacità di risposta rapida.

Questi organismi rafforzano la capacità dell’Unione di proteggere la salute pubblica e di coordinare le azioni tra gli Stati membri in caso di crisi.

A cinque anni dal suo avvio, la European Health Union ha consolidato la cooperazione sanitaria tra gli Stati membri, migliorando la capacità collettiva dell’Unione di reagire in modo rapido e coordinato alle crisi sanitarie. Le azioni intraprese hanno rafforzato la sorveglianza epidemiologica, la condivisione dei dati e la gestione delle risorse critiche, gettando le basi per un approccio europeo più coerente e duraturo in materia di salute pubblica.

Questo anniversario rappresenta dunque un momento di bilancio e di prospettiva. La European Health Union ha contribuito a consolidare la sicurezza sanitaria collettiva dell’Unione europea e pone le basi per un approccio duraturo, coordinato e resiliente alla salute pubblica.

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lotta contro il cancro

EU Cancer Mission Conference 2025

La EU Cancer Mission Conference è una delle principali iniziative promosse dalla Commissione Europea per rafforzare la cooperazione tra ricerca, innovazione e politiche sanitarie nel quadro della Missione sul Cancro di Horizon Europe.

L’edizione 2025, in programma a Copenhagen il 4 dicembre p.v, riunirà rappresentanti delle istituzioni europee, della comunità scientifica, dei sistemi sanitari nazionali e delle organizzazioni dei pazienti, con l’obiettivo di consolidare il coordinamento e definire azioni comuni per affrontare in modo più efficace la sfida del cancro in Europa.

Parte integrante della Missione sul Cancro dell’Unione Europea, la conferenza si inserisce nel percorso con cui l’Europa sta ridefinendo le proprie politiche di prevenzione e cura del cancro, ponendo al centro la diagnosi precoce e la medicina di precisione. La EU Cancer Mission Conference costituirà un momento di confronto istituzionale e scientifico per fare il punto sui risultati raggiunti, valorizzare le migliori pratiche e definire le priorità di una strategia europea condivisa nella lotta contro il cancro.

La EU Cancer Mission Conference come momento strategico per la cooperazione europea

Durante la conferenza verranno affrontati temi chiave per il futuro della ricerca oncologica, tra cui medicina personalizzata, uso dei dati e delle tecnologie digitali, creazione di reti europee di eccellenza e accesso equo alle innovazioni. L’edizione 2025 includerà sessioni plenarie e momenti di confronto dedicati all’innovazione nei trattamenti, alla condivisione di buone pratiche e alle prossime fasi di attuazione degli obiettivi della Missione sul Cancro dell’UE, con la presentazione di progetti volti a rendere più omogeneo l’accesso all’innovazione sanitaria e a rafforzare le infrastrutture di ricerca condivise.

Istituita nell’ambito di Horizon Europe, la EU Cancer Mission coordina le iniziative europee per affrontare il cancro in modo integrato, promuovendo la collaborazione tra ricerca, innovazione e politiche sanitarie. L’obiettivo è tradurre le evidenze scientifiche in interventi concreti e garantire un accesso equo ai progressi terapeutici in tutti gli Stati membri. Inserita nel quadro della Presidenza danese del Consiglio dell’Unione Europea, la conferenza rappresenta un passaggio cruciale per consolidare la leadership europea nella ricerca oncologica e rafforzare una visione comune basata su innovazione, equità e cooperazione.

Le iscrizioni alla EU Cancer Mission Conference sono disponibili a questo link sul sito ufficiale della Commissione Europea, dove è possibile registrarsi per partecipare in presenza a Copenhagen o seguire i lavori in diretta streaming.

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workforce

CE: Consultazione pubblica sulla futura normativa dello Spazio europeo della ricerca

La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sul futuro Atto legislativo per lo Spazio europeo della ricerca (ERA Act), una normativa che mira a dare nuovo impulso all’area della ricerca e innovazione nell’UE e potenziare la circolazione di ricercatori, idee e infrastrutture.

L’obiettivo dell’invito è quello di raccogliere informazioni generali sui problemi riscontrati nello sviluppo e nella piena attuazione dello Spazio europeo della ricerca, oltre a conoscere il parere dei portatori di interessi sulle soluzioni praticabili che potrebbero essere sostenute dalla legislazione a livello UE.

L’invito a presentare contributi è rivolto a tutti i portatori di interessi delle amministrazioni nazionali e regionali e delle comunità di ricerca e innovazione, compresi gli istituti di istruzione superiore, gli istituti di istruzione e formazione professionale, le organizzazioni di ricerca, le comunità scientifiche e di ricerca, le imprese del settore privato, comprese le PMI, i centri tecnologici, le infrastrutture di ricerca e tecnologia, le strutture e le organizzazioni di consulenza scientifica e valutazione tecnologica, gli editori scientifici e il pubblico in generale.

La consultazione resterà aperta fino al 05 gennaio 2026.

ERA Act: obiettivi e implicazioni

L’ERA Act proposto dalla Commissione intende affrontare sfide strutturali come la mobilità limitata dei ricercatori, la disparità nell’investimento in R&I nei vari Stati membri e l’insufficiente condivisione dei risultati della ricerca. Tra gli elementi chiave: un impegno volto a raggiungere l’3 % del PIL europeo in R&D, la promozione della scienza aperta, il rafforzamento delle carriere nel settore della ricerca e l’armonizzazione delle politiche nazionali e comunitarie.

La normativa integrerà l’iniziativa “Scegli l’Europa”, che fa parte di un programma da 500 milioni di € per il periodo 2025-2027, inteso ad attrarre e trattenere i ricercatori provenienti da tutto il mondo e a promuovere l’Europa come una delle destinazioni principali per l’eccellenza scientifica.

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Altro

CE: norme HTA per le valutazioni cliniche congiunte dei dispositivi medici e medico-diagnostici in vitro

Il 17 ottobre la Commissione Europea ha adottato un regolamento di esecuzione che definisce norme dettagliate per le valutazioni cliniche congiunte (Joint Clinical Assessments – JCA) riguardanti i dispositivi medici e i dispositivi medico-diagnostici in vitro, in attuazione del Regolamento (UE) 2021/2282 relativo alla valutazione delle tecnologie sanitarie (Health Technology Assessment – HTA).

L’atto stabilisce le modalità di collaborazione tra il gruppo di coordinamento degli Stati membri per la HTA e la Commissione, in cooperazione con organismi notificati, gruppi di esperti, sviluppatori di tecnologie sanitarie, pazienti ed esperti clinici. Il regolamento definisce inoltre il formato e gli standard per la presentazione dei dati, la compilazione dei fascicoli e la redazione dei rapporti di valutazione.

Verso una HTA europea armonizzata

Con questo regolamento – il sesto e ultimo atto attuativo previsto dal Regolamento HTA – si completa il quadro procedurale volto a garantire un’applicazione coerente, trasparente e condivisa delle JCA a livello europeo.

Il regolamento HTA è entrato in vigore il 12 gennaio 2025 e, ad oggi, sono in corso nove valutazioni cliniche congiunte riguardanti nuovi medicinali antitumorali e terapie avanzate.

Contestualmente, il Gruppo di Coordinamento ha concluso la prima JCA attraverso la quale gli sviluppatori hanno ricevuto indicazioni condivise dagli Stati membri sui dati richiesti a supporto delle valutazioni. Si tratta della prima di sette consultazioni cliniche congiunte previste nel periodo 2025-2026.

Questo nuovo quadro normativo rafforza la cooperazione europea in materia di HTA, offrendo agli sviluppatori e alle autorità nazionali un percorso chiaro, condiviso e trasparente per la valutazione clinica dei dispositivi medici e diagnostici in vitro, con potenziali benefici in termini di accesso più rapido a innovazioni sicure ed efficaci.

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Salute Globale

Call for evidence sul piano UE per la prevenzione e la risposta alle crisi sanitarie

La Commissione Europea, Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare (DG SANTE), ha pubblicato una Call for Evidence per l’iniziativa “Union prevention, preparedness and response plan for health crises ”(Piano UE per la prevenzione e la risposta alle crisi sanitarie), prevista per il quarto trimestre del 2025.

L’iniziativa nasce come seguito operativo del Regolamento (UE) 2022/2371 sulle minacce sanitarie transfrontaliere, che obbliga la Commissione a sviluppare un piano comune per rafforzare la capacità dell’Unione di prevenire, prepararsi e rispondere alle emergenze sanitarie.

È possibile partecipare alla call for evidence fino al 29 ottobre 2025. 

Il Piano UE per la prevenzione e la risposta alle crisi sanitarie

Il Piano dell’Unione costituirà un quadro strategico e operativo per coordinare attività di prevenzione, preparazione e risposta a crisi sanitarie, sia biologiche che chimiche, ambientali o di origine sconosciuta. L’obiettivo è potenziare la resilienza del sistema sanitario europeo, favorendo la cooperazione tra Stati membri, Commissione, agenzie dell’UE e organismi internazionali, in particolare l’OMS.

Tra i principali ambiti di intervento figurano:

  • la governance condivisa e l’uso coordinato delle risorse sanitarie europee;
  • la sorveglianza epidemiologica e la valutazione dei rischi;
  • la comunicazione del rischio e la collaborazione multisettoriale;
  • la disponibilità e distribuzione di contromisure mediche;
  • la ricerca e l’innovazione per la risposta rapida alle emergenze.

Il piano seguirà un approccio “One Health”, riconoscendo l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale, e sarà periodicamente testato, aggiornato e armonizzato con i piani nazionali di preparedness.

La Commissione svilupperà il piano in collaborazione con gli Stati membri attraverso l’Health Security Committee, coinvolgendo anche agenzie europee (ECDC, EMA, HERA), organizzazioni internazionali e rappresentanti della società civile. Le attività di consultazione includeranno webinar informativi organizzati sulla Health Policy Platform, per raccogliere feedback e suggerimenti da istituzioni, ricercatori e operatori del settore sanitario.

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Cooperazione territoriale comunicazione in salute workforce

European Research Area Act: aperta fino al 10 settembre la consultazione pubblica

Cittadini, enti e imprese hanno tempo fino al 10 settembre 2025 per partecipare alla consultazione pubblica sull’European Research Area Act (ERA Act), la normativa promossa dalla Commissione Europea per consolidare lo Spazio Europeo della Ricerca come un vero mercato unico della conoscenza e dell’innovazione.

L’ European Research Area Act rappresenta un passo decisivo verso una maggiore integrazione europea in materia di ricerca. La Commissione Europea ha avviato una Call for Evidence per un’analisi di impatto, per raccogliere opinioni e suggerimenti che contribuiranno a plasmare il nuovo quadro legislativo. I contributi inviati saranno fondamentali per orientare la proposta legislativa e definire un quadro normativo in grado di sostenere eccellenza scientifica, equità e innovazione sostenibile in Europa.

Obiettivi chiave del European Research Area Act

Il nuovo atto legislativo mira a superare le frammentazioni nazionali e a rafforzare la cooperazione in ricerca e innovazione. Tra gli obiettivi principali figurano l’aumento degli investimenti fino al 3% del PIL, la promozione della scienza aperta, l’attrattività delle carriere accademiche e scientifiche e la tutela della libertà di ricerca.

L’European Research Area Act intende inoltre favorire la mobilità dei ricercatori, migliorare le condizioni di lavoro, rafforzare la valorizzazione della conoscenza e rendere l’Europa più competitiva a livello globale.

La Commissione Europea sottolinea l’importanza di questo passaggio per orientare le scelte legislative e garantire un quadro comune più solido e inclusivo. Il processo legislativo prevede la valutazione di impatto entro la fine del 2025 e la presentazione formale della proposta normativa nel terzo trimestre del 2026. Questa iniziativa segna una svolta per lo Spazio Europeo della Ricerca, con l’obiettivo di renderlo più integrato, equo e innovativo.

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Salute mentale

OMS: roadmap sulla Salute mentale per integrare l’esperienza vissuta dai pazienti

Questa roadmap dell’OMS e della Commissione europea offre un quadro di riferimento in sei punti, illustrato con casi di studio europei, per guidare governi, responsabili politici, fornitori, professionisti e sostenitori nell’integrazione di questa competenza nei sistemi di salute mentale.

I contenuti della roadmap

La roadmap evidenzia come l’integrazione dei professionisti con esperienza nei sistemi sanitari e sociali è fondamentale per realizzare un’assistenza sanitaria mentale orientata al recupero. Questi professionisti forniscono un modello di recupero e colmano il divario tra le strutture sanitarie tradizionali e gli utenti dei servizi, umanizzando e promuovendo l’inclusività dei servizi.

Questa roadmap, creata in collaborazione con l’Ufficio regionale dell’OMS per l’Europa e la Commissione europea, fornisce un quadro strutturato per integrare le competenze derivanti dall’esperienza vissuta/vissuta nei sistemi di salute mentale e nel personale che vi opera. Il suo obiettivo è quello di consentire ai paesi di abbandonare l’inclusione simbolica e di orientarsi verso la co-creazione di servizi di salute mentale, riconoscendo al contempo le sfide sistemiche legate all’integrazione di questi ruoli, tra cui la resistenza del personale tradizionale, i vincoli politici e le incongruenze nei finanziamenti.

Il quadro della roadmap è articolato in sei azioni:

  1. Rafforzare le politiche promuovendo l’inclusione dei professionisti con esperienza nelle politiche e nelle strategie nazionali in materia di salute mentale, garantendo l’allineamento con i principi orientati al recupero;
  2. sviluppare la capacità di preparazione organizzativa rafforzando i sistemi e la cultura organizzativa per sostenere l’efficace integrazione dei professionisti nei team multidisciplinari e nei sistemi di salute mentale più ampi, garantendo l’allineamento con i principi orientati al recupero;
  3. promuovere la co-creazione, la collaborazione e l’integrazione integrando i principi di co-creazione nella progettazione, erogazione e valutazione dei servizi di salute mentale per garantire che l’esperienza e altre forme di competenza informino i miglioramenti sistemici;
  4. standardizzare la formazione e la certificazione co-creando e implementando programmi di formazione e certificazione standardizzati per i professionisti con che garantiscano coerenza, professionalità, fedeltà ai principi dell’esperienza vissuta e alla pratica orientata al recupero;
  5. migliorare la supervisione e il supporto istituendo modelli di supervisione clinica/pratica riflessivi e basati sui punti di forza per fornire ai professionisti il supporto necessario per gestire le sfide emotive e orientarsi tra le aspettative professionali, mantenendo al contempo le migliori pratiche e la fedeltà ai principi dei ruoli professionali basati sull’esperienza vissuta;
  6. ampliare l’accesso attraverso strumenti accessibili e digitali, utilizzando piattaforme digitali per espandere la portata dei professionisti, in particolare nelle aree remote e svantaggiate. Comprendere il potenziale trasformativo degli esperti nella creazione di servizi orientati al recupero è fondamentale per immaginare un futuro in cui i sistemi di salute mentale siano accessibili a tutti.

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