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74a sessione del Comitato Regionale per l’Europa dell’OMS – RC74

I ministri della Salute e i delegati di alto livello dei 53 Stati membri della regione europea dell’OMS, nonché i rappresentanti delle organizzazioni partner e della società civile, si incontreranno a Copenaghen, Danimarca, dal 29 al 31 ottobre 2024 per la RC74 – 74a sessione del Comitato regionale per l’Europa dell’OMS.

IL PROGRAMMA DELLA RC74
  • 29 ottobre: GIORNO 1 – Apertura e aggiornamenti globali e regionali dell’OMS

La prima giornata della RC74 si aprirà con il Presidente esecutivo uscente della RC73, che darà il via all’elezione dei funzionari del RC74. Verranno poi messi in evidenza dal Direttore generale dell’OMS le principali sfide attuali per la salute globale avviando un dibattito generale sullo stato della salute nella Regione europea dell’OMS e sulla
situazione del settore sanitario, presentando le azioni strategiche intraprese da quest’ultimo per raggiungere gli obiettivi del Programma di lavoro europeo 2020-2025 e dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Inoltre, verrà annunciata la Relazione del trentunesimo Comitato permanente del Comitato regionale per l’Europa (SCRC).

  • 30 ottobre: GIORNO 2 – Governance e bilancio del programma

Gli Stati membri esamineranno le candidature ricevute per la partecipazione agli organi e ai comitati direttivi dell’OMS, compreso il posto di Direttore regionale. Per contribuire a rafforzare ulteriormente la responsabilità e la trasparenza dell’OMS/Europa e sostenere la governance partecipativa, il Comitato Regionale sarà invitato a prendere nota del Rapporto di Responsabilità 2024, che presenta
una panoramica di come l’OMS/Europa è finanziata, strutturata, gestita e governata, insieme al rapporto quinquennale sul lavoro degli uffici geograficamente dispersi.
Inoltre, sarà presentato il bilancio del programma per il biennio precedente e le prospettive di attuazione del bilancio del programma 2024-2025.

  • 31 ottobre: GIORNO 3 – Priorità tecniche e chiusura della sessione

Il Comitato regionale sarà invitato a prendere in considerazione un quadro d’azione sui sistemi sanitari resilienti e sostenibili, basato sulla riflessione e sulle relative attività svolte nel corso del 2023 sui sistemi sanitari dell’OMS/Europa, culminate nella Conferenza di alto livello per il 15° anniversario della Carta di Tallinn, tenutasi a Tallinn, in Estonia, il 12-13 dicembre 2023.

Inoltre, il Comitato regionale sarà invitato a prendere in considerazione una strategia e un piano d’azione sulla preparazione, la risposta e la
resilienza alle emergenze sanitarie nella Regione europea dell’OMS 2024-2029 (Preparedness 2.0), che mira a sostenere i Paesi a sviluppare piani nazionali di preparazione e risposta alle emergenze sanitarie adatti allo scopo. Il Comitato sarà invitato ad approvare anche il piano d’azione regionale 2024-2030 degli Emergency Medical Teams, basato sulla strategia globale Emergency Medical Teams 2030. Infine, si considereranno le possibili date e sedi per le prossime sessioni del Comitato Regionale 2025-2028.

NEXT STEP

Dopo la chiusura della sessione, il trentaduesimo SCRC terrà la sua prima sessione per determinare eventuali punti di azione immediati e discutere un programma di lavoro iniziale.

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9ª Relazione sulla Coesione: ridurre i divari nelle regioni e negli Stati dell’UE

La Commissione ha appena reso pubblica la sua 9ª Relazione sulla Coesione, che evidenzia il successo della politica nell’abbattere le disparità economiche, sociali e territoriali all’interno dell’Unione Europea (UE).

Questo documento mette in luce i significativi progressi compiuti nel ridurre i divari tra gli Stati membri e le regioni, consolidando nel contempo il mercato unico europeo e promuovendo gli investimenti nell’ambito del capitale umano e dello sviluppo sostenibile.

LA RELAZIONE sulla coesione

La relazione, pubblicata ogni tre anni, offre una valutazione esaustiva della situazione attuale della coesione economica, sociale e territoriale all’interno dell’UE, evidenziando i progressi compiuti e le lezioni apprese. Inoltre, pone l’accento sul ruolo centrale dell’UE nel promuovere lo sviluppo regionale.

Basandosi su una vasta gamma di indicatori, come la prosperità, l’occupazione, i livelli di istruzione e la governance, questo rapporto fornisce una panoramica dettagliata dell’evoluzione della coesione e analizza le tendenze emergenti e le sfide attuali che influenzano le regioni dell’UE. A tal proposito, un esempio riportato nella 9ª Relazione sottolinea l’importanza del sostegno finanziario fornito dalla politica di coesione nel periodo 2014-2020, che ha contribuito alla creazione di oltre 4,4 milioni di imprese e alla generazione di 370.000 posti di lavoro.

Utilizzando questi dati e analisi, il documento della Commissione mira a fornire una guida per le politiche e gli investimenti futuri dell’UE, al fine di agevolare una crescita sostenibile e bilanciata a lungo termine in tutte le regioni europee.

le reazioni del Comitato delle Regioni

Durante il 10° Vertice europeo delle Regioni e delle Città, il CoR, insieme ai partner fondatori della coalizione europea #CohesionAlliance, ha lanciato un appello congiunto alle istituzioni europee e ai governi nazionali per mantenere la Politica di Coesione come pilastro principale del modello di sviluppo dell’UE nel prossimo decennio. L’appello stabilisce i principi su cui dovrebbe basarsi la futura politica regionale dell’UE al fine di rimanere un pilastro fondamentale del modello di sviluppo dell’UE e la politica di investimento a lungo termine, decentralizzata, del futuro bilancio dell’UE.

A tal proposito, nel novembre 2023, il CoR ha adottato all’unanimità un’opinione sul futuro della Politica di Coesione dopo il 2027, quando il periodo di programmazione attuale sarà terminato. Il Presidente del Comitato europeo delle regioni, Vasco Alves Cordeiro (PT/PES), ed il Presidente della COTER, Emil Boc, sono i co-relatori del testo che raccoglie le principali richieste delle regioni e delle città su come rendere più flessibile, robusta e per tutti i territori la politica regionale dell’UE nel prossimo decennio.

Il Presidente del CoR ha dichiarato: “Affrontiamolo: la Politica di Coesione come la conosciamo è a rischio e questo non è il momento di restare fermi. Il 9° rapporto sulla coesione conferma i risultati inequivocabili della Politica di Coesione nel sostenere tutte le regioni di fronte alle sfide con cui i cittadini europei si trovano ad affrontare. Fornisce un caso inequivocabile sulla necessità di una Politica di Coesione più forte in futuro basata sui suoi principi di partenariato e governance multilevel. Mobilitiamoci e uniamoci attorno a una nuova Politica di Coesione che continui a sostenere tutte le regioni.”

 

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Evento OMS: Reinventare un’economia per società resilienti e più sane

Il 9 aprile u.s., l’Ufficio Europeo per gli Investimenti per la Salute e lo Sviluppo dell’OMS (Ufficio di Venezia dell’OMS) ha convocato ministri, sindaci e decisori italiani e internazionali, nonché leader chiave nei settori dell’economia, della salute, del benessere e dello sviluppo sostenibile, per un dibattito volto ad immaginare un’economia per società resilienti e più sane che non lascino indietro nessuno.

L’evento si è tenuto a Venezia in collaborazione con il paese ospitante, l’Italia, ed è stato guidato dal direttore regionale dell’OMS/Europa, dottor Hans Henri P. Kluge, insieme al capo dell’ufficio di Venezia, Christine Brown; e ha avuto l’obbiettivo di riflettere sull’importanza di porre al centro del Future Summit delle Nazioni Unite le azioni a favore di società resilienti e sane.

L’EVENTO DELL’OMS

Attraverso l’iniziativa europea dell’economia del benessere dell’OMS, l’Ufficio di Venezia dell’OMS sta aprendo la strada alla costruzione di nuove alleanze tra i settori finanziario, economico e sanitario per trovare un terreno comune su nuovi investimenti, strategie e approcci per affrontare la salute mentale e l’inclusione dei giovani. persone, invecchiamento, sviluppo squilibrato e parità di genere.

L’evento “Reinventare un’economia per società resilienti e più sane che non lascino indietro nessuno”, pertanto, ha dimostrato come sia possibile immaginare l’economia e il terreno comune per l’azione a favore della salute pubblica, indicando le seguenti linee programmatiche:

  • creare nuove partnership tra settori e stakeholder che tradizionalmente non hanno collaborato, come i settori sanitario, finanziario ed economico, per implementare soluzioni trasformative che affrontino importanti sfide in materia di salute e sviluppo, tra cui società che invecchiano, salute mentale dei giovani, uguaglianza di genere, sistemi pubblici resilienti e divari urbano-rurali;
  • avere l’OMS/Europa che aiuta i governi a sfruttare nuovi investimenti, strategie e approcci, tra cui il bilancio di genere e gli investimenti a impatto sociale, per finanziare la transizione verso economie del benessere, massimizzando al tempo stesso i benefici collaterali per molteplici settori;
  • consentire ai soggetti pubblici e privati di trasformare le loro pratiche per creare società ad alto livello di fiducia, coese ed eque e gettare le basi per la stabilità fiscale, popolazioni sane e una società resiliente;
  • facilitare lo scambio di innovazioni e conoscenze da città e regioni sane per consentire ai governi di accelerare il progresso nazionale.

Le soluzioni discusse durante il dibattito informeranno gli Stati membri, i partner e l’OMS nell’attuazione pratica degli impegni volti ad accelerare l’equità sanitaria e lo sviluppo sostenibile nella regione europea dell’OMS.

IL CONTESTO POLITICO

Negli ultimi 20 anni, l’Ufficio di Venezia dell’OMS ha generato prove e strumenti decisionali per consentire ai paesi di investire nella salute, nell’equità sanitaria e in società più sane, fondamentali per comunità coese e sicure e per consentire alle persone di vivere con dignità e prosperare. L’Ufficio di Venezia dell’OMS sostiene l’attuazione degli impegni assunti nelle strategie sanitarie europee e globali dell’OMS, come il 13° Programma Generale di Lavoro e il Programma Europeo di Lavoro 2020-2025, nonché nelle risoluzioni dell’Unione Europea (UE) e delle Nazioni Unite.

Basandosi su questo lavoro, e in risposta alle crescenti disuguaglianze sanitarie, sociali ed economiche nella regione europea, nel 2013 l’OMS/Europa ha pubblicato la storica “Revisione dei determinanti sociali e del divario sanitario nella regione europea dell’OMS”. A ciò ha fatto seguito da vicino l’iniziativa dell’OMS European Health Equity Status Report (HESRi), che ha fornito a tutti i paesi della regione, nonché alle agenzie dell’UE e delle Nazioni Unite, politiche senza precedenti e strumenti di supporto interattivo per colmare i divari sanitari (ad esempio set di dati sulla sanità europea e italiana).

L’anno scorso, HESRi è stato aggiornato con “Trasformare il panorama sanitario ed equità sociale: promuovere una crescita socialmente giusta e inclusiva per migliorare la resilienza, la solidarietà e la pace”, che includeva piani di ripresa con valutazione dell’impatto e 5 modi per garantire che questi ricostruiscano società più sane e più resilienti.

Inoltre, in risposta alle diverse priorità sanitarie nei paesi, l’Ufficio di Venezia dell’OMS sta supportando 41 autorità regionali attraverso la rete delle regioni per la salute (Regions for Health Network – RHN) e 11 piccoli paesi attraverso l’iniziativa Piccoli paesi (Small Countries Initiatives – SCI) per garantire che le innovazioni tecnologiche e sociali consentano alle persone di vivere in modo sano nelle società prospere attraverso l’accesso equo a beni e servizi.

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cure integrate comunicazione in salute

Approccio all’assistenza sanitaria di base: una guida introduttiva

L’assistenza primaria si basa su valori fondamentali legati al trattamento delle persone nel loro contesto locale, alla continuità e al coordinamento delle cure stesse. La cura primaria rappresenta il principale punto di contatto tra il sistema sanitario e le comunità, fungendo da punto di incontro tra la struttura formale e la realtà quotidiana delle persone. Inoltre, ha il potere di plasmare e ridefinire i sistemi sanitari per renderli più accessibili, integrati e sostenibili.

Nonostante gli insegnamenti della pandemia, l’efficienza che offre la Primary Health Care – PHC e il suo potenziale nel raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU, si scontrano con le risorse insufficienti di ci dispongono. Queste sfide hanno motivato la stesura di questa guida per promulgare le evidenze a livello globale e combinare le migliori pratiche e le conoscenze non formalizzate che i paesi hanno generato, con ricerche e analisi sistematiche.

Raccomandazioni

Gli elementi fondamentali delineati da questa guida possono essere sintetizzati e strutturati secondo quanto segue:

  • L’assistenza sanitaria primaria è fondamentalmente orientata alla fornitura di servizi sanitari olistici e integrati per creare un ponte tra l’assistenza sanitaria e il coinvolgimento della comunità e quindi supporta l’accesso, la partecipazione e la qualità.
  • L’implementazione completa della PHC è un processo intrinsecamente politico che richiede non esclusivamente soluzioni tecniche: sono necessarie una visione a lungo termine e obiettivi consistenti intrapresi da una leadership di alto livello.
  • L’aumento dei costi sanitari e le preoccupazioni sulla sostenibilità hanno creato una finestra di opportunità per l’assistenza primaria, ma sarà inevitabilmente limitata nel tempo, il che rende l’azione particolarmente urgente.

Questo volume ha l’obiettivo di servire da strumento che aiuti i policy-maker a sostenere gli investimenti nella cura primaria, a promuovere il cambiamento nella pratica e ad avanzare verso la copertura sanitaria universale.

 

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75° anniversario della Giornata dei diritti umani

Quest’anno si commemora il 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  (UDHR), che coincide con il 30° anniversario dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani.

Per 75 anni, l’ambizione principale della Dichiarazione è stata quella di infondere nella società l’uguaglianza, le libertà fondamentali e la giustizia. Inoltre, la Dichiarazione sancisce i diritti di tutti gli esseri umani ed è un modello globale per leggi e politiche internazionali, nazionali e locali ed un fondamento dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Nella Giornata dei diritti umani che si celebrerà il 10 dicembre 2023, la Human Rights 75 (HR 75) cercherà di aumentare la conoscenza sull’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani, soprattutto tra i giovani, ispirando le persone a creare un movimento di umanità condivisa, dando loro il potere di lottare per i propri diritti e prendere azione.

A tal proposito, per quest’occasione, l’ONU per i diritti umani terrà un evento di alto livello a Ginevra nelle giornate dell’11 e 12 dicembre 2023. Tra i partecipanti figurano Stati membri, organizzazioni della società civile, città e governi locali, difensori dei diritti umani, rappresentanti parlamentari, enti delle Nazioni Unite, accademici, esperti, giovani e artisti.

Registrazione

Per registrarsi e partecipare ai dibattiti online, cliccare QUI.

Per scaricare la locandina dell’evento, cliccare QUI.

Gli eventi collaterali si svolgeranno negli hub regionali, al Palazzo delle Nazioni e in sale virtuali.

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1 dicembre – Giornata mondiale contro l’AIDS

Ogni 1° dicembre si celebra la Giornata Mondiale dell’AIDSAcquired immune deficiency sindrome.

Il tema di quest’anno è #Let Communities Lead – “Lasciate che siano le comunità a guidare”, che si concentra sulla solidarietà globale e sulla responsabilità condivisa. La tematica 2023 si aggiunge ad un elenco crescente di sfide rispetto alle quali la Giornata dedicata all’AIDS ha messo in guardia le persone a livello globale sin dalla sua istituzione, avvenuta nel 1988.

UNITI PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS

Le comunità che convivono e sono colpite dall’HIV, le reti di persone provenienti da popolazioni chiave e i leader giovanili sono stati e continuano ad essere essenziali per il progresso nella risposta all’HIV. Ogni anno, infatti, le agenzie delle Nazioni Unite (ONU), i governi e la società civile si uniscono per condurre campagne su temi specifici legati all’HIV. Questo principio, secondo cui le comunità guidano, si riflette anche nel fatto che i paesi che mettono le comunità al primo posto, come Botswana e Zimbabwe, hanno ottenuto progressi significativi superando gli obiettivi di test e trattamenti “95-95-95” prima della scadenza del 2025. Ciò significa che il 95% delle persone che vivono con l’HIV conoscono il loro stato di HIV, il 95% delle persone che sanno di vivere con l’HIV sono in trattamento antiretrovirale salvavita e il 95% delle persone in trattamento hanno una soppressione virale. Così facendo, il numero di persone in trattamento antiretrovirale in tutto il mondo è quasi quadruplicato , da 7,7 milioni nel 2010 a 29,8 milioni nel 2022.

Tuttavia, i tassi di nuove infezioni e di decessi non stanno diminuendo abbastanza rapidamente da raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile di porre fine all’AIDS come epidemia entro la fine di questo decennio.

CONTESTO POLITICO

Decenni di prove evidenziano chiaramente il fatto che le leggi, le politiche e le pratiche che criminalizzano le persone che vivono con l’HIV e altre popolazioni chiave aumentano lo stigma, bloccano l’accesso ai servizi, impediscono risposte efficaci all’HIV e costano vite umane. Un’analisi dell’O’Neill Institute, dell’UNDP e della Rete globale delle persone che vivono con l’HIV (GNP+) illustra gli importanti progressi compiuti sulla depenalizzazione. Eppure in alcuni paesi si registra una forte tendenza all’introduzione di leggi anti-LGBTQI+, procedimenti giudiziari e persecuzioni. Nell’ambito degli sforzi per abbattere le barriere, l’iniziativa SCALE aiuta i paesi e le comunità a promuovere progressi sostenendo la leadership delle persone che vivono con l’HIV e di altre popolazioni chiave.

Purtroppo, poiché i finanziamenti per l’HIV stanno tornando ai livelli del 2013 e al deficit stimato del 90% per i programmi di prevenzione per le popolazioni chiave del 2022, esiste un bisogno urgente non solo di aumentare i finanziamenti ma anche di continuare a sovvenzionare ciò che già funziona: inclusa una combinazione basata sull’evidenza, sui  diritti, sulla cura e integrazione dell’HIV, promuovendo l’avanzamento di leggi non discriminatorie, l’uguaglianza di genere e il rafforzamento delle risposte della comunità.

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Focus senza precedenti sulla salute pubblica globale all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

“Se il COVID-19 non ci ha insegnato qualcosa, è che quando la salute è a rischio, tutto è a rischio”, ha affermato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus intervenendo alla  78a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA 78), in corso in questi giorni a New York.

 

L’OMS ha infatti esortato i leader mondiali a dimostrare che la salute è un investimento, non un costo, ed è fondamentale per famiglie, società ed economie prospere e resilienti. Il quadro generale tuttavia non è dei più rosei: circa 4,5 miliardi di persone, più della metà della popolazione mondiale, non hanno sufficiente accesso ai servizi sanitari essenziali.

 

Sono quattro i principali temi legati alla salute che i leader e i ministri mondiali affronteranno questa settimana: un nuovo piano pandemico che vada oltre il Covid;  assistenza sanitaria per tutti; il Piano d’azione globale per una vita sana e il benessere per tutti, noto anche come “SDG 3 GAP”; la lotta alla tubercolosi.

 

“La cattiva salute priva gli individui, le famiglie, le comunità e intere nazioni delle opportunità di crescere e prosperare”, ha affermato il dottor Tedros. “Il fatto che miliardi di persone non possano accedere o permettersi i servizi sanitari essenziali li espone alla povertà, a malattie facilmente prevenibili e curabili come la tubercolosi, e all’impatto di future epidemie e pandemie. Nel 75° anno dell’OMS, ricordiamo al mondo ciò che hanno affermato i nostri fondatori: che la salute non è solo un diritto umano fondamentale, ma anche il fondamento di società sicure, pacifiche e prospere”.

 

I leader mondiali hanno approvato due nuove importanti Dichiarazioni politiche, la prima sulla Copertura sanitaria universale ed una seconda sul contrasto alle nuove pandemie.

 

La dichiarazione “Copertura sanitaria universale (Universal Health Coverage, UHC): espandere la nostra ambizione per la salute e il benessere in un mondo post-COVID”, ha come obiettivo quello di essere un catalizzatore vitale affinché la comunità internazionale intraprenda azioni, impegni politici ed adeguati investimenti finanziari per raggiungere l’obiettivo “Copertura sanitaria universale” previsto dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Maggiori informazioni a questo LINK).

 

La seconda dichiarazione, “Rendere il mondo più sicuro: creare e mantenere lo slancio politico e la solidarietà per la prevenzione, la preparazione e la risposta alla pandemia” afferma la necessità che gli Stati membri concludano i negoziati su un accordo formale sulla prevenzione, preparazione e risposta alla pandemia, noto anche come Accordo pandemico, entro maggio del prossimo anno.

Invita inoltre gli Stati ad affrontare gli impatti negativi sulla salute fisica e mentale della disinformazione, della disinformazione, dell’incitamento all’odio e della stigmatizzazione legati alla salute, in particolare sulle piattaforme dei social media. Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

 

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