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OMS/UE: aggiornate le linee guida per il rafforzamento dei sistemi informativi sanitari

A giugno 2024, l’OMS/Europa ha pubblicato le nuove linee guida dal titolo “Support Tool to strengthen information systems, definite a partire delle considerazioni e degli apprendimenti delle precedenti versioni pubblicate rispettivamente nel 2015 e nel 2021. Le sfide principali affrontate dai Paesi includono l’uso limitato delle informazioni sanitarie esistenti per la definizione delle politiche e lo scarso funzionamento dei meccanismi di coordinamento intersettoriale.

La Dott.ssa Natasha Azzopardi-Muscat, Direttrice della Divisione OMS/Europa per le Politiche e i Sistemi Sanitari dei Paesi ha affermato che “I Dati e sistemi informativi sanitari solidi sono la base su cui i Paesi costruiscono strategie e politiche sanitarie. Lo strumento di supporto aggiornato dell’OMS/Europa è stato progettato per aiutare gli Stati membri a rafforzare i loro sistemi informativi sanitari e a salvaguardare la salute di tutte le persone nella nostra Regione”.

lE nuove linee guida dell’oms per i sistemi informativi sanitari

Le nuove linee guida vogliono quindi essere uno strumento per supportare i paesi a valutare lo stato attuale dei loro sistemi, definire una visione strategica, preparare un piano di miglioramento e monitorare i progressi.

Lo strumento comprende 2 parti principali:

  • una guida per eseguire una valutazione complessiva dell’intero sistema informativo sanitario e una valutazione più approfondita di funzioni specifiche;
  • una guida per il successivo sviluppo di una strategia.

Nel dettaglio il documento suggerisce una valutazione esterna da parte di un team dell’OMS e un successivo processo di sviluppo della strategia del sistema informativo sanitario guidato dal Paese, per il quale l’OMS può fornire supporto tecnico. Tuttavia, le autorità nazionali e altri utenti possono utilizzare la guida per organizzare un’autovalutazione del sistema informativo sanitario.

 

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Rapporto OMS/UE: i livelli di consumo di sale e l’ipertensione incontrollata

L’OMS/Europa pubblica un nuovo rapporto che mette in guardia sui livelli di consumo di sale che possono provocare l’ipertensione incontrollata.

L’OMS ha rilevato che la maggior parte delle persone nella regione europea dell’OMS consuma troppo sale e più di un adulto su tre, di età compresa tra 30 e 79 anni, soffre di ipertensione (pressione alta). Infatti, un’elevata assunzione di sale aumenta la pressione sanguigna, che è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, come infarti e ictus. Il nuovo rapporto OMS/Europa “Action on salt and hypertension” chiede un approccio integrato per ridurre l’assunzione di sale e migliorare l’individuazione e il controllo dell’ipertensione per proteggere la salute delle persone.

Le statistiche dell’OMS/UE sul consumo di sale  E L’IPERTENSIONE INCONTROLLATA

In base ai dati contenuti nel rapporto dell’OMS/Europa si può stabilire che:

  • le malattie cardiovascolari (CVD) sono la causa principale di disabilità e morte prematura nella regione europea, causando oltre il 42,5% di tutti i decessi ogni anno. Ciò significa 10.000 morti ogni giorno;
  • gli uomini nella regione hanno quasi 2,5 volte più probabilità di morire di malattie cardiovascolari rispetto alle donne;
  • esiste un divario geografico: la probabilità di morire giovani (30-69 anni) a causa di una malattia cardiovascolare è quasi cinque volte più alta nell’Europa orientale e in Asia centrale rispetto all’Europa occidentale;
  • quasi tutti i paesi della regione europea (52 su 53) hanno un consumo medio giornaliero di sale superiore al livello massimo raccomandato dall’OMS di 5 g (circa un cucchiaino) al giorno.

Ad ogni modo, le malattie cardiovascolari e l’ipertensione sono prevenibili e controllabili implementando approcci basati sull’evidenza ed attuando politiche mirate per ridurre l’assunzione di sale del 25% salvando circa 900.000 vite entro il 2030.

Il nuovo rapporto OMS/Europa vuole pertanto promuovere un approccio integrato per ridurre l’assunzione di sale e controllare meglio i livelli di ipertensione nei seguenti modi:

  • introducendo politiche obbligatorie per ridurre l’assunzione di sale;
  • resistendo all’opposizione dell’industria: gli alimenti ad alto contenuto di sale tendono a produrre i maggiori profitti;
  • trattando efficacemente l’ipertensione;
  • migliorando le linee guida;
  • migliorando la conoscenza del paziente;
  • adottando un approccio centrato sul paziente;
  • rafforzando la resilienza della catena di approvvigionamento contro le emergenze garantendo un trattamento ininterrotto.

 

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digital health

OMS UE: Prima Iniziativa dei Partner strategici per i dati e la sanità digitale – SPI-DDH

L’OMS/Europa il prossimo 13 Giugno a Copenaghen, ha organizzato il lancio della prima iniziativa dei Partner strategici per i dati e la sanità digitale (SPI-DDH), che vede riuniti oltre 100 rappresentanti degli Stati membri, organizzazioni intergovernative, governative e non governative, centri di collaborazione dell’OMS per i dati e la salute digitale, il settore privato e le istituzioni accademiche.

Lo SPI-DDH non è un’entità giuridica e opererà attraverso l’impegno volontario dei partecipanti. Le raccomandazioni e le proposte dell’iniziativa non saranno vincolanti per l’OMS e per gli altri membri dell’iniziativa e sono intese solo come risorse per informare il dialogo politico, le azioni tecniche e le collaborazioni emergenti nel settore dei dati e della salute digitale.

L’iniziativa dei Partner strategici per i dati e la sanità digitale (SPI-DDH)

Questa iniziativa di nuova istituzione avrà una natura prettamente collaborativa e sarà finalizzata ad identificare e affrontare le lacune nei dati e negli ecosistemi della salute digitale e contribuire così a costruire sistemi sanitari sicuri, accessibili e incentrati sulla persona nella Regione europea dell’OMS.

Il lavoro dello SPI-DDH sarà guidato dalle priorità degli Stati membri e basato sulle più recenti ricerche scientifiche e pratiche basate sull’evidenza, allineandosi alla strategia globale dell’OMS sulla salute digitale 2020-2025 e al piano d’azione regionale sulla salute digitale per la Regione europea dell’OMS 2023-2030.

Gli obiettivi principali di questa Iniziativa sono:

  • identificare le sfide e le azioni chiave per migliorare l’adozione di una sanità digitale sicura ed equa nei paesi;
  • sostenere le collaborazioni che promuovono la solidarietà nell’assistenza sanitaria digitale;
  • fornire un “porto sicuro” indipendente per imparare e impegnarsi con partner esterni nell’esplorazione di dati e soluzioni di salute digitale;
  • sviluppare scenari futuri per l’erogazione dell’assistenza sanitaria e l’utilizzo dei dati nella regione europea che possano essere utilizzati per informare l’ulteriore trasformazione dei sistemi sanitari e la riqualificazione del personale sanitario.

In accordo con il Piano d’azione regionale sulla salute digitale 2023-2030 dell’OMS/Europa, sono stati identificati 4 gruppi di lavoro (GdL) dello SPI-DDH:

  • GdL1: Allineare i dati e l’implementazione della sanità digitale nei Paesi;
  • GdL2: Rafforzare le capacità dei Paesi di governare meglio la trasformazione digitale nel settore sanitario;
  • GdL3: Collaborazione tra Partner, stakeholder e pubblico in generale per aumentare l’adozione di soluzioni sicure per la salute digitale;
  • GdL 4: Prove per costruire la fiducia e la responsabilità in ambienti di salute digitale incentrarti sulla persona.

Le entità che possono partecipare all’iniziativa sono:

  • Stati membri dell’OMS/Europa, comprese le organizzazioni governative, rappresentate da ministri, alti rappresentanti, focal point nazionali e tecnici ufficialmente nominati per l’iniziativa;
  • Organizzazioni intergovernative, tra cui le agenzie delle Nazioni Unite, l’Unione Europea e l’OCSE;
  • Centri di collaborazione dell’OMS per i dati e la salute digitale;
  • Attori non statali – organizzazioni non governative, fondazioni filantropiche, mondo accademico e settore privato, soggetti al Framework on Engagement with Non-State Actors dell’OMS.

Per potersi candidare, è necessario inviare la propria manifestazione d’interesse all’OMS/Europa che valutata la candidatura, informerà per iscritto in merito all’esito della stessa.

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comunicazione in salute

OMS/Europa: un toolkit operativo contro l’infodemia

L’OMS/Europa ha sviluppato un toolkit operativo per combattere l’infodemia, ovvero quella situazione che si verifica quando negli ambienti digitali e fisici sono disponibili troppe informazioni, comprese informazioni false o fuorvianti. Ciò può rappresentare un grosso rischio per la salute, che spesso viene esacerbato durante le emergenze.

Cos’è la gestione dell’infodemia?

Per contrastare il fenomeno dell’infodemia, l’OMS ha sviluppato il concetto di gestione dell’infodemia, che è un modo sistematico per prepararsi, affrontare e mitigare i pericoli di informazioni false, così come il sovraccarico o la carenza di informazioni, nelle emergenze sanitarie.

Un recente rapporto del World Economic Forum sostiene che le informazioni false e manipolate rappresentano il rischio più urgente a breve termine per il mondo. Le false informazioni possono causare morte, sfiducia e divisione nella nostra società. Inoltre, grazie ai nuovi sviluppi dell’intelligenza artificiale (AI), sta diventando sempre più facile produrre e diffondere informazioni false.

Il Toolkit dell’OMS/Europa

Il nuovo kit di strumenti operativi pubblicato dall’OMS/Europa ha l’obiettivo di rispondere alle false informazioni che si possono sviluppare durante un’emergenza sanitaria. Nel dettaglio il toolkit delinea 5 passaggi chiave, offrendo un approccio strutturato alla gestione delle informazioni false in situazioni complesse.

  1. Rilevamento del segnale, che implica la comprensione delle narrazioni sanitarie, delle domande, delle preoccupazioni e delle lacune informative del pubblico a rischio. Ciò può essere fatto attraverso metodi online e offline, come il monitoraggio dei social media, i focus group e il coinvolgimento della comunità.
  2. Verifica del segnale, che richiede il controllo dei fatti delle informazioni, l’analisi della credibilità della fonte e il confronto delle informazioni con altre fonti per verificarne l’accuratezza e la coerenza.
  3. Valutazione del rischio, che valuta il potenziale danno delle informazioni false sulla base di fattori quali la credibilità della fonte, la diffusione e l’impatto sulla salute pubblica.
  4. Progettazione della risposta, che sviluppa un piano di comunicazione per contrastare le false informazioni e affrontare i rischi.
  5. Sensibilizzazione, che trasmette i messaggi chiave al pubblico target, convincendolo ad adottare i comportamenti sanitari desiderati.

Il toolkit offre quindi agli utenti una ricca gamma di tattiche e approcci sistemici che possono aiutarli a gestire le informazioni false, tutte basate su buone pratiche provenienti dall’Europa e da altre parti del mondo.

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Altro

OMS: la sfida di 100 settimane, un’azione per la lotta contro le malattie non trasmissibili

Ancora in atto la “Sfida delle 100 settimane” lanciata dall’OMS/Europa per accelerare l’azione sostenuta dagli Sustainable Development Goals – SDG (Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile) relativi alle malattie non trasmissibili – NCD. L’iniziativa è stata lanciata nell’ottobre 2023 in occasione della 73a sessione del Comitato Regionale per l’Europa dell’OMS ad Astana, in Kazakistan, per agevolare l’attuazione di politiche e programmi con il potenziale per salvare il maggior numero di vite umane.

La sfida riconosce sia l’urgenza di un’azione immediata sia la necessità di un cambiamento di paradigma che ponga le NCD al primo posto nell’agenda politica e sanitaria delle generazioni future. Pertanto, la SNI (Special Initiative on NCDs and innovation) adotta un approccio a doppio binario, promuovendo un progresso accelerato verso gli impegni relativi agli SDG per il 2030 (RACE to the Finish) e sostenendo allo stesso tempo i cambiamenti generazionali necessari per affrontare le NCD nell’ambito della permacrisis (Vision 2050) e ottenere una regione europea più sana e sostenibile. L’impegno della SNI è quello di sostenere gli Stati membri a raggiungere una popolazione più sana colmando il divario nelle NCD, tra cui cancro, malattie cardiovascolari (CVD), malattie respiratorie croniche e diabete, che persistono all’interno dei Paesi e in tutta la Regione.

La sfida segna anche il conto alla rovescia di 100 settimane al 4° incontro di alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili nel 2025.

IL RUOLO DELL’OMS NELLA SFIDA DELLE 100 SETTIMANE

In queste 100 settimane, l’OMS/Europa supporta gli Stati membri nell’identificare e dare priorità alle azioni che mostreranno un impatto positivo sulla salute e sull’economia nel breve-medio termine (2-7 anni). Inoltre, l’OMS sosterrà i paesi affinché si concentrino su investimenti strategici per garantire cambiamenti generazionali fondamentali, a lungo termine, per rendere l’Europa più resiliente alle NCD. Tutto questo grazie anche ad un kit di strumenti sviluppato dal SNI che supporta i decisori politici nella determinazione e attuazione delle politiche e dei programmi in grado di fornire risultati più rapidi e di maggiore impatto. Il toolkit include pacchetti nazionali su misura con opzioni politiche, dati e prove rilevanti per il paese.

 

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cure integrate

OMS Europa: la raccomandazione di Kluge sull’alfabetizzazione nella sanità digitale

Durante il Secondo Simposio organizzato dall’OMS sulla prospettiva dei sistemi sanitari digitali nell’area europea, il direttore dell’OMS Europa Kluge ha analizzato un recente rapporto sulla sanità digitale, esponendo dubbi e preoccupazioni.

“Attualmente, ci troviamo in una fase di rivoluzione epocale nell’ambito della sanità digitale, ma un numero considerevole di individui rischia di rimanere in una situazione svantaggiata”. Tale dichiarazione condensa il dilemma che si evince dal rapporto, nonostante i notevoli progressi registrati negli ultimi anni in materia.

Secondo Kluge, occorre affrontare le carenze e le lacune digitali in modo urgente, perché la questione è significativa e di primaria importanza al fine di garantire salute e benessere, nonché di ridurre il carico del gravoso lavoro degli operatori sanitari. È imperativo sfruttare il massimo del potenziale di mezzi e strategie digitali, sempre proteggendo la privacy delle persone coinvolte durante la trasformazione.

Il tema dell’alfabetizzazione alla base della strategia sanitaria digitale, le raccomandazioni di Kluge:

Nonostante la stragrande maggioranza dei paesi europei abbia adottato una propria strategia sanitaria digitale, che prevede dall’archiviazione elettronica delle cartelle cliniche, ai regolamenti per la protezione della privacy, l’analisi dell’OMS rivela che solo la metà dei paesi nella regione europea ha politiche volte a migliorare nello specifico l’alfabetizzazione sanitaria digitale. Kluge raccomanda di aumentare la formazione obbligatoria da parte di istituzioni educative e organizzazioni professionali, sia per gli operatori sanitari, che per gli studenti di scienze della salute largamente intese.

La mancanza di alfabetizzazione acuisce i divari e lascia indietro milioni di cittadini, specialmente nelle categorie più vulnerabili quali gli anziani e coloro che risiedono nelle aree rurali e con condizioni socioeconomiche difficili. L’adozione di strumenti digitali potenziata a seguito della pandemia è stata piuttosto irregolare, perciò occorre incorporare l’educazione digitale e alla salute negli obiettivi sanitari nazionali, seguendo quattro priorità chiave: connettività, investimenti, fiducia e cooperazione.

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7ma Conferenza Ministeriale OMS su Ambiente e Salute: pubblicata la Dichiarazione di Budapest

Nell’ambito del processo europeo di Salute ed Ambiente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità diede vita alla fine degli anni ’80 ad un’iniziativa che prese il nome di Conferenza ministeriale sull’ambiente e la salute. L’evento si svolge ogni sette anni e vede il coinvolgimento dei ministri dell’ambiente e della salute di tutti i 53 paesi che prendono parte alla regione europea dell’OMS.

Giunta alla sua settima edizione, la Conferenza ministeriale dell’OMS sull’ambiente e la salute assumeva particolare rilevanza perché cade nel momento cruciale della ripresa alla luce della pandemia da Covid-19. L’aggravamento della crisi climatica ha generato impatti importanti e diseguali sulla salute, affliggendo soprattutto le comunità più vulnerabili ed esposte.

Al termine della conferenza è stata adottata la Dichiarazione di Budapest, documento congiunto che prevede un impegno sottoscritto dagli Stati Membri ad agire sulle sfide sanitarie legate alle minacce del cambiamento climatico, dell’inquinamento ambientale e dell’aria, nonché alla perdita di biodiversità.

I dati allarmanti imponevano un testo che fosse ambizioso e quanto più coercitivo nei confronti degli stati membri. Ogni anno infatti, si stima che solo nei 53 paesi che prendono parte all’OMS Europa ci siano 1,4 milioni di decessi collegati al rischio ambientale generalmente inteso, dovuto anche alle diseguaglianze sanitarie e sociali che il quadro attuale ha esacerbato.

Oltre a questo imponente numero di morti evitabili, che rappresentano il 15% del totale, si stima anche come 77 milioni di persone nella regione non avessero accesso ad acqua potabile sicura nel 2020, come le ondate di calore abbiano portato solo nella scorsa estate a più di 20.000 decessi confermati e come parte delle soluzioni previste nelle SDGs dell’agenda 2030 stiano procedendo molto a rilento.

I pregi della 7ma Conferenza Ministeriale e della Dichiarazione di Budapest

Il testo della Dichiarazione di Budapest è molto ambizioso; afferma e ribadisce l’impegno dei paesi ad accelerare su una serie di iniziative strutturali verso una transizione che permetta la creazione di società sane, resilienti, eque e sostenibili. Vi è una tabella di marcia ben dettagliata che illustra nel dettaglio i passi da compiere nel settennato che precede la fatidica data del 2030. Dal punto di vista della dimensione attuativa, La conferenza ministeriale prevede la creazione di un meccanismo di partenariati, gli EHP Partnership, che possa facilitare l’attuazione sinergica degli obiettivi firmati.

 

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L’OMS/Europa esplora nuovi partenariati per affrontare sfide regionali

Poiché i sistemi sanitari e i fornitori di assistenza sanitaria in tutta la regione europea dell’OMS si trovano ad affrontare crisi crescenti, molte delle quali legate a sfide socioeconomiche, l’OMS/Europa sta riunendo una più ampia gamma di partenariati per incoraggiare i Paesi ad adottare economie del benessere con la salute al centro.

Il 9 giugno 2023, a Venezia, l’OMS/Europa ha avviato una collaborazione innovativa con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e la Banca d’Italia. Al dialogo hanno partecipato anche rappresentanti di Finlandia, Islanda, Lituania e Regno Unito, compreso il Galles, nonché rinomati esperti internazionali provenienti da Grecia, Irlanda e Regno Unito.

La nuova iniziativa, che mira a catalizzare il passaggio a società più resistenti dal punto di vista fiscale e più sane, è coordinata dall’Ufficio europeo dell’OMS per gli investimenti per la salute e lo sviluppo (l’Ufficio di Venezia).

Gli esperti di salute hanno presentato le prove emergenti utilizzando nuove tecniche di modellazione che hanno mostrato il legame tra ansia giovanile, disoccupazione giovanile e basso gettito fiscale. I rappresentanti delle banche centrali hanno condiviso modelli innovativi che tengono conto della qualità della vita e degli strumenti utilizzati per affrontare sfide sociali come il cambiamento climatico e lo scarso benessere. Insieme ad altri partecipanti, hanno discusso di possibili progressi metodologici e di dati per rafforzare ulteriormente le conoscenze.

Gli incontri di supporto hanno evidenziato altre aree di terreno comune, tra cui l’economia dell’assistenza e il divario retributivo di genere. Si tratta di priorità assolute per molti Paesi europei, come discusso al recente incontro OMS/Europa di Bucarest, in Romania, sulla crisi del personale sanitario e di assistenza.

I partecipanti hanno concordato che 3 aree d’azione chiave porteranno avanti questa iniziativa:

  • la co-creazione di prove e modelli all’avanguardia sul rapporto tra salute ed economia, per dare forma alle decisioni di investimento;

  • un archivio della regione europea dell’OMS di esempi di buone pratiche e di casi di studio che illustrino i benefici degli investimenti nel benessere dei giovani, nell’invecchiamento sano, e nello sviluppo a favore di coloro che vivono e lavorano nelle aree rurali;

  • laboratori politici nazionali per applicare la metodologia e condividere l’apprendimento e le migliori pratiche.

Per maggiori informazioni sull’incontro e sui partenariati si prega di consultare il seguente LINK.