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Politica di coesione: mantenere unita l’UE e realizzare la transizione verde e digitale

A meno di tre mesi dalle elezioni europee, le città e le regioni sono unanimi nel confermare la necessità di un rafforzamento della politica di coesione per realizzare una transizione giusta, nell’ambito del futuro quadro di investimenti dell’UE incentrato sul sostegno alla coesione economica, sociale e territoriale.

Il Comitato europeo delle regioni (CdR), assieme ai partner fondatori della coalizione europea #CohesionAlliance, ha lanciato un appello congiunto alle istituzioni europee e ai governi nazionali affinché la politica di coesione rimanga il pilastro principale del modello di sviluppo dell’UE nel prossimo decennio, in occasione del 10° vertice europeo delle Regioni e delle città, svoltosi a Mons (nella regione della Vallonia in Belgio) il 18 e 19 marzo scorsi.

La Coesione al centro dell’agenda UE:

Nel corso del dibattito plenario che ha animato la prima giornata del 10° Vertice europeo, i ministri nazionali, i Commissari europei, i rappresentanti della Presidenza belga del Consiglio dell’UE, assieme ai governatori regionali ed ai sindaci, hanno concordato sulla necessità imperativa per l’Europa di realizzare una transizione verde che sia equa per tutti i cittadini e i settori industriali. La coesione economica, sociale e territoriale dovrebbe essere in cima all’agenda dell’UE, continuare a dare impulso alle transizioni digitali e ambientali e migliorare la resilienza ai disastri e alle crisi a tutti i livelli.

Come sottolineato anche dall’ex primo ministro italiano Enrico Letta, il mercato unico può avere successo solo grazie a una forte politica di coesione che sostenga tutte le regioni. Letta, che attualmente è presidente dell’Istituto Jacques Delors, è stato incaricato dalle istituzioni europee di redigere una relazione sul futuro del mercato unico, che sarà pubblicata nelle prossime settimane.

Nel corso del dibattito, il Presidente del CdR Vasco Alves Cordeiro ha lanciato l’appello congiunto #CohesionAlliance alle istituzioni europee e ai governi nazionali per una “politica di coesione rinnovata dopo il 2027 che non lasci indietro nessuno”. L’appello enuncia i principi su cui dovrebbe basarsi la futura politica regionale dell’UE, affinché rimanga un pilastro fondamentale del modello di sviluppo dell’UE e la principale politica di investimento decentrata a lungo termine del futuro bilancio dell’UE.

 

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Politica di coesione: firmato un protocollo di cooperazione

Il 20 marzo scorso il Presidente del Comitato europeo delle Regioni (CdR) Vasco Alves Cordeiro e il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea (CE) Maroš Šefčovič, responsabile per il Green Deal europeo, le relazioni interistituzionali e la prospettiva, hanno firmato un Protocollo di cooperazione riveduto per intensificare il lavoro comune, volto a garantire che la voce degli enti regionali e locali europei sia ascoltata in tutte le fasi del processo decisionale dell’UE.

Caratteristiche del protocollo di cooperazione:

Vengono delineate nel protocollo nuove opportunità concrete di partecipazione e scambio, come ad esempio:

  • una maggiore presenza del Presidente della Commissione e dei Commissari alle sessioni plenarie del CdR;
  • la possibilità per i membri del CdR di sottoporre alla Commissione questioni di interesse provenienti dai loro territori;
  • l’intensificazione e il miglioramento del collegamento delle iniziative esistenti promosse dalla CE e dal CdR per coinvolgere i politici locali in attività di rete, formazione e comunicazione dedicate;
  • la promozione di azioni congiunte di sviluppo delle capacità nei Paesi dell’UE;
  • una cooperazione rafforzata con gli uffici di rappresentanza della CE negli Stati membri.

 

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Pubblicato il Report del Gruppo di Esperti sul Futuro della Politica di Coesione

Il 20 Febbraio 2024 è stato presentato il report del Gruppo Indipendente di specialisti di alto livello sul futuro della Politica di Coesione. Il report valuta il funzionamento della Politica di Coesione e include raccomandazioni su come garantire che la politica continui a promuovere la prosperità e la convergenza in tutta l’UE.

Il Gruppo Indipendente di specialisti di alto livello è stato istituito dalla Commissaria per la Coesione e le Riforme Elisa Ferreira con lo scopo di approfondire le modalità per garantire che la Politica di Coesione continui a sostenere la crescita e la ripresa nelle Regioni Europee, realizzando al contempo la transizione verde e digitale e aiutando le Regioni ad adattarsi alle sfide demografiche, industriali e geopolitiche in corso.

Il Rapporto è stato arricchito anche grazie a contributi accademici, documenti di input preparati dalla Commissione e presentazioni fatte da parte di diversi stakeholder.

LA STRUTTURA DEL RAPPORTO

Il Rapporto si basa su tre domande chiave che aiutano a riflettere sul futuro della Politica di Coesione dopo il 2027:

  • Perché la Politica di coesione è fondamentale per il futuro dell’Europa?
  • Cosa fa e cosa dovrebbe fare la Politica di coesione?
  • Come può la Politica di coesione adempiere meglio alla sua missione di coesione economica, sociale e territoriale nel contesto della transizione verde e digitale e del cambiamento demografico?

Da queste domande, il Gruppo Indipendente di esperti ha quindi formulato le seguenti raccomandazioni “La politica di coesione dovrebbe”:

  • essere maggiormente basata sui luoghi (place-based), con investimenti orientati al futuro e adattati ai punti di forza, alle sfide e alle esigenze specifiche di ciascuna regione;
  • promuovere un approccio olistico alla politica sociale, investendo maggiormente nello sviluppo del capitale umano e nell’integrazione sociale per prevenire e ridurre le disuguaglianze in tutti i territori;
  • utilizzare le capacità e le potenzialità locali per sviluppare opportunità future di crescita inclusiva e sostenibile attraverso la diversificazione e la collaborazione;
  • costruire istituzioni nazionali e regionali migliori, mettendo lo sviluppo delle capacità e l’innovazione sullo stesso piano degli investimenti in infrastrutture e capitale produttivo;
  • realizzare strategie di sviluppo più efficaci e inclusive utilizzando i principi di un forte partenariato e di una gestione condivisa, riunendo le parti interessate a diversi livelli di governo e della società civile;
  • collegare le regioni per sfruttare le opportunità globali e realizzare un’innovazione più sostenibile e resiliente;
  • diventare più basati sui risultati (performance-based), fondendo questo approccio con la sua dimensione territoriale;
  • essere meglio integrata nel sistema di governance economica;
  • snellire le procedure amministrative e adottare approcci più efficienti e di facile utilizzo per semplificare i processi; e
  • rimanere concentrata sulla sua missione originaria di promuovere lo sviluppo sostenibile e la competitività, pur mantenendo la flessibilità necessaria per affrontare le sfide più urgenti.

Il Gruppo, Presieduto dal professor Andrés Rodriguez-Pose e composto da rappresentanti del mondo accademico, delle autorità nazionali e regionali e della società civile a livello dell’UE, selezionati sulla base della loro esperienza in materia di politica di coesione, governance economica e sociale e integrazione europea, ha tenuto 10 riunioni su temi legati al futuro della politica di coesione. Le discussioni sono state trasmesse in streaming in diretta e sono disponibili online per garantire che tutte le parti interessate abbiano accesso alla ricchezza di informazioni prodotte e ai ricchi dibattiti tenuti tra i suoi membri.

 

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Aperte le iscrizioni per la Settimana Europea delle Regioni 2024

Sono aperte fino al 2 Aprile 2024 le candidature per coloro che desiderano partecipare al più grande evento annuale dedicato alla politica regionale e di coesione, la Settimana europea delle regioni e delle città 2024. L’evento con sede a Bruxelles si terrà dal 7 al 10 ottobre 2024.

La Settimana europea delle regioni e delle città 2024

La Settimana europea delle regioni e delle città è un evento annuale di quattro giorni durante il quale le città e le regioni mostrano la loro capacità di creare crescita e occupazione, attuare la politica di coesione dell’Unione europea e dimostrare l’importanza del livello locale e regionale per una buona governance europea.

Quest’anno la 22a edizione della EURegionsWeek si svolgerà all’insegna del motto “Empowering Communities“, concentrandosi su quattro temi:

  1. Competitività e convergenza: due facce della stessa medaglia”.
  2. Le regioni rafforzano la democrazia europea“.
  3. Crescita intelligente e sostenibile per le regioni“.
  4. Le regioni hanno talento“.

L’evento ospiterà vari formati di sessioni, incentrate sui partenariati regionali e sul coinvolgimento dei decisori locali e regionali.

COME PARTECIPARE

L’incontro di avvio per i partner si è svolto il 22 febbraio 2024, quando gli organizzatori della EURegionsWeek – Direzione generale Politica regionale e urbana della Commissione europea e Comitato europeo delle regioni – hanno presentato l’edizione di quest’anno e le novità.

Le istituzioni e le organizzazioni interessate ad organizzare sessioni tematiche potranno presentare la propria candidatura dal 28 febbraio al 2 aprile 2024.

Per diventare partner della #EURegionsWeek 2024, è necessario compilare la domanda sul portale dedicato.

 

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INTERREG EUROPE: Pubblicata la 3° call per presentare proposte

Il Programma INTERREG EUROPE ha pubblicato l’avviso di pre-informazione per rendere noto a tutti i soggetti interessati che, a partire dal 20 Marzo e fino alle ore 12:00 del 7 Giugno 2024, sarà possibile presentare proposte progettuali in risposta alla 3° call.

Organizzazioni eleggibili per la 3° call del Programma INTERREG EUROPE sono:

  • Autorità Pubbliche.
  • Enti di Diritto Pubblico.
  • Enti Privati No-profit (che però non possono assumere il ruolo di Lead Partner).
L’obiettivo del Programma INTERREG EUROPE

Attraverso la Politica di Coesione, l’Unione europea si adopera per ridurre le disparità sia nei livelli di sviluppo che nella qualità della vita delle regioni europee. Promuove azioni volte a rendere il territorio europeo più innovativo, più sostenibile e più inclusivo, migliorando così la qualità della vita degli abitanti. La maggior parte dei fondi destinati a ridurre queste disparità sono gestiti a livello regionale o nazionale, ma l’Unione Europea ritiene che lo sviluppo regionale possa essere migliorato anche attraverso la cooperazione transfrontaliera grazie ai Progetti INTERREG.

In questo contesto, il programma Interreg Europe sostiene lo scambio e il trasferimento di esperienze, approcci innovativi e lo sviluppo di capacità tra le autorità pubbliche e le altre organizzazioni interessate in tutta Europa, al fine di migliorare i loro strumenti di politica di sviluppo regionale, compresi i programmi nell’ambito dell’obiettivo “Investimenti per l’occupazione e la crescita”.

Il Programma copre l’intero territorio Europeo, ed ora sono ammessi in qualità di Partner anche i soggetti provenienti da Albania, Bosnia Erzegovina, Moldova, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia, Svizzera e Ucraina. Partner provenienti da altri Paesi, possono partecipare ma senza ricevere fondi europei.

Il programma è strutturato su di un’unica priorità trasversale: l’obiettivo specifico Interreg “una migliore governance della cooperazione”. Ciò significa che i beneficiari possono cooperare su qualsiasi tema di rilevanza comune in linea con le loro esigenze regionali, purché rientri nell’ambito della politica di coesione, ed in particolare:

  1. Un’Europa più smart.
  2. Un’Europa più verde.
  3. Un’Europa più connessa.
  4. Un’Europa più sociale.
  5. Un’Europa più vicina ai cittadini.

Infine, in linea con l’obiettivo del programma, le autorità responsabili delle politiche sono il gruppo target principale di Interreg Europe. Queste organizzazioni possono essere autorità nazionali, regionali o locali, nonché altre organizzazioni responsabili dell’elaborazione e/o dell’attuazione delle politiche di sviluppo regionale.

Ogni “regione” coinvolta in un progetto deve identificare il principale strumento politico che intende migliorare attraverso la cooperazione, e deve essere garantito il coinvolgimento diretto delle autorità responsabili di questi strumenti. Infatti, il coinvolgimento dell’autorità responsabile della politica come partner è obbligatorio per almeno il 50% degli strumenti di policy indicati nel Progetto. Per i restanti strumenti di policy (se presenti), tali autorità devono essere coinvolte come “autorità politica associata”.

 

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Fondi europei: Report dei risultati del periodo 2014-2020

La Commissione Europea ha pubblicato la relazione di sintesi per l’anno 2023, contenente i risultati ottenuti dall’attuazione dei fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE) nel periodo 2014-2020.

I Fondi SIE rappresentano il principale strumento di investimento del bilancio dell’UE, servono a effettuare investimenti per creare posti di lavoro e un’economia e un ambiente sani e sostenibili in Europa e pertanto, sostengono la coesione territoriale, economica e sociale delle regioni europee, nonché la loro resilienza e ripresa dalle molteplici crisi degli ultimi anni.

I fondi SIE comprendono:

Pur concentrandosi sulla convergenza e sulla competitività a lungo termine, la solidarietà è sempre stata al centro dei fondi SIE. Tali fondi hanno di fatto aiutato gli Stati membri a prestare assistenza ai rifugiati e a superare gli effetti delle catastrofi naturali senza precedenti del clima, alleviando in ultima analisi la pressione sui bilanci nazionali.

La relazione presenta i risultati conseguiti dai fondi SIE entro la fine del 2022, dimostrando che la Commissione:
  • ha sostenuto oltre 5 milioni di imprese;
  • ha aiutato 5 milioni di persone a trovare un lavoro, a promuovere l’inclusione sociale e le competenze attraverso la formazione;
  • miglioramento dei servizi sanitari per oltre 63 milioni di persone;
  • aumento della capacità di produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili di oltre 6 000 MW (equivalente a circa 2 400 turbine eoliche);
  • ha migliorato la prestazione energetica di oltre 550 000 famiglie;
  • ha protetto 17 milioni di persone dalle inondazioni e 15 milioni di persone dagli incendi boschivi;
  • ha sostenuto oltre 8 milioni di progetti nel settore agricolo e nelle zone rurali;
  • ha mantenuto oltre 48 000 posti di lavoro e creato oltre 6 500 nuovi posti di lavoro nel settore della pesca e dell’acquacoltura.
Con particolare riferimento al settore della salute e dei servizi sanitari e socio-assistenziali, alcuni dei principali risultati ottenuti sono:
  • In Italia e in Spagna, buona parte della campagna di vaccinazione contro il virus COVID-19 è stata cofinanziata dai fondi REACT-EU. Più di 2,5 miliardi di euro sono stati utilizzati per assicurare le dosi di vaccino necessarie a proteggere l’intera popolazione dei due Paesi;
  • Grazie all’utilizzo dei fondi FESR in Sicilia è stato possibile finanziare con 7,5 milioni di euro le infrastrutture di ricerca per l’Istituto Istituto Mediterraneo per trapianti e terapie specialistiche avanzate (ISMETT), che rappresenta un centro di eccellenza per i trapianti e un ospedale di riferimento per l’intera area del Mediterraneo;
  • Il pacchetto di Misure “CARE Package” (Cohesion’s Action for Refugee in Europe) per supportare i Paesi e le Regioni Europee nella gestione dei flussi di rifugiati in fuga dall’aggressione russa contro l’Ucraina.

 

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Informal meeting 2024 sul futuro della politica di coesione

Il 6 febbraio scorso si è tenuto a Mons (Belgio) l’Informal meeting dei 27 ministri dell’UE responsabili della politica di coesione.

Focus dell’incontro, presieduto da Elio Di Rupo, Ministro-Presidente della Vallonia, è stato il futuro della politica di coesione e la riduzione delle disparità sociali ed economiche tra le diverse regioni dell’UE. La commissaria per la coesione e le riforme Elisa Ferreira ha sottolineato nel suo intervento come per lo sviluppo regionale, gli investimenti sono una condizione necessaria ma non sufficiente, e come questi debbano essere combinati con le riforme e con il rafforzamento delle capacità della pubblica amministrazione. 

In Italia è in corso di attuazione il Programma Nazionale Equità nella Salute – PNES, finanziato dalla Commissione Europea a valere sui fondi FSE+ e FESR, che vede il Ministero della Salute in qualità di Autorità di Gestione e in qualità di Organismi Intermedi le 7 Regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) e INMP. Il Ministero, in linea con quanto riportato all’Informal meeting dalla commissaria Ferreira, e in collaborazione con il ProMIS, sta promuovendo azioni di rafforzamento delle competenze delle Regioni e delle aziende sanitarie, beneficiare dirette dei fondi al fine di rendere più efficace ed efficiente la gestione del programma.

Infine, la presidenza belga intende avvalersi delle conclusioni di questo incontro, nonché delle riflessioni sviluppate parallelamente dalla Commissione europea, per elaborare linee guida per la politica di coesione post-2027. I ministri europei responsabili della politica di coesione si riuniranno nuovamente a Lussemburgo il 18 giugno per adottare le conclusioni del 9° rapporto sulla coesione.

La politica di coesione è la principale politica di investimento a lungo termine dell’UE. L’obiettivo è ridurre le disparità sociali ed economiche tra le diverse regioni dell’UE. Inoltre, rafforza la cooperazione tra le regioni, in particolare a livello transfrontaliero.

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Per maggiori informazioni rispetto al Programma Nazionale Equità nella Salute – PNES si prega di consultare il seguente LINK.

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158a Sessione Plenaria del Comitato Europeo delle Regioni – CdR

Il 29 e 30 novembre 2023 i membri del Comitato europeo delle Regioni – CdR, si sono riuniti a Bruxelles, presso l’Emiciclo (Parlamento europeo), per la 158a Sessione Plenaria, l’Assemblea che accoglie i rappresentanti regionali e locali dell’UE.

La plenaria ha avuto lo scopo di presentare le richieste di tutti i leader locali e regionali che mirano a rendere la politica regionale dell’UE più flessibile, solida e a favore di tutti i territori nel prossimo decennio. I governi dell’UE e la Commissione europea sono stati quindi esortati a riconoscere l’importanza fondamentale di questa politica per affrontare le disparità territoriali, promuovere la doppia transizione verde e digitale e difendere i valori democratici europei in tutti i territori dell’Unione.

Al centro dei lavori i temi di specifico rilievo per la partecipazione della dimensione regionale ai processi decisionali UE, tra cui la discussione e l’approvazione di numerosi pareri e risoluzioni su argomenti quali: riforma della politica di coesione, cooperazione transfrontaliera e territoriale, sviluppo rurale, coesione territoriale, pesca e affari marittimi, sport, accordo verde, agenda digitale.

In particolare, i​​​​​​​​​​​​​​​​​​​ punti salienti della sessione sono stati:​​

La plenaria si è conclusa con l’adozione all’unanimità del parere d’iniziativa “Relazione annuale sulla politica di concorrenza 2024”.

​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​Le Sessione Plenarie del CdR

Il CdR tiene fino a 6 sessioni plenarie ogni anno che diventano un’opportunità per i suoi membri di esprimere le proprie opinioni sulla legislazione dell’UE. Le sessioni hanno infatti lo scopo di:

  • Votare pareri, relazioni e delibere.
  • Adottare il programma politico del CdR all’inizio di ogni mandato.
  • Eleggere un Presidente, un Primo Vicepresidente e i restanti membri dell’Ufficio di Presidenza.
  • Istituire commissioni politiche all’interno dell’istituzione.
  • Approvare il progetto di stato di previsione delle spese e delle entrate del CdR.
  • Rivedere e concordare il regolamento interno del CdR.

Per conoscere i lavori e le attività della delegazione italiana al Comitato Europeo delle Regioni durante la 158ima sessione plenaria clicca QUI.

Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.