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EIT Health Think Tank: Pubblicato il report “Implementing the European Health Data Space Across Europe”

Il rapporto “Implementazione dello Spazio Europeo dei Dati Sanitari in tutta Europa” di EIT Health Think Tank è il risultato di confronti/tavole rotonde realizzate con gli esperti di tutta Europa, ed offre raccomandazioni pratiche per affrontare le sfide nell’attuazione del regolamento.

il report di EIT Health Think Tank

Dividendoli in 6 dimensioni cruciali, il report riporta gli ostacoli e le sfide specifiche che i principali attori potrebbero dover affrontare nell’implementazione dello European Health Data Space – EHDS, e formula raccomandazioni su come queste sfide possano essere superate: risorse e finanziamenti, governance, capacità e competenze, qualità dei dati, rapporto tra dati primari e secondari e creazione di una cultura orientata ai dati nell’assistenza sanitaria.

  • Risorse e finanziamenti:

Ostacolo: Il budget destinato dalla Commissione Europea per l’implementazione del regolamento risulta sensibilmente disallineato rispetto all’ambizione dello stesso.

Soluzione proposta: Si suggerisce ai decisori politici dell’UE di fornire finanziamenti adeguati e una migliore coordinazione per consentire agli operatori sanitari di investire nell’infrastruttura per lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari (EHDS).

  • Governance:

Ostacolo: Sebbene la volontà politica di implementare l’EHDS sia stata segnalata dalla maggior parte degli Stati membri, la mancanza di una cultura della condivisione dei dati tra gli attori del sistema sanitario e la scarsa consapevolezza e controllo dei dati sanitari da parte dei cittadini potrebbero ostacolare, in molte parti d’Europa, lo sforzo collettivo necessario per realizzarla nella pratica.

Soluzione proposta: Si raccomanda di garantire un significativo coinvolgimento dei pazienti e della società civile nel consiglio dell’EHDS e di sostenere iniziative collaborative tra gli Stati membri per condividere le migliori pratiche.

  • Capacità e competenze:

Ostacolo: Molti detentori di dati sanitari hanno poca capacità tecnica o umana per assumersi responsabilità di cura, gestione, estrazione e trasferimento dati.

Soluzione proposta: Si raccomanda alle istituzioni sanitarie di sviluppare capacità di raccolta dati, automatizzare la raccolta dei dati primari e migliorare i processi con soluzioni tecnologiche. Inoltre, si consiglia si aggiornare il personale attuale e sviluppare percorsi di carriera che promuovano l’acquisizione e lo sviluppo di competenze per la gestione e la scienza dei dati.

  • Qualità dei dati:

Ostacolo: In tutti i Paesi presi in esame, la garanzia della qualità dei dati da integrare, in particolare dalle cartelle cliniche elettroniche e da altre fonti sanitarie, è stata ritenuta associata a grande complessità, impegno e costi ricorrenti.

Soluzione proposta: Si suggerisce di contribuire allo sviluppo di approcci standard per migliorare la qualità dei dati primari che siano compatibili con i processi di lavoro di routine.

  • Relazione tra dati primari e secondari:

Ostacolo: Lo sviluppo e l’introduzione della cultura e dell’innovazione guidata dai dati nella pratica clinica si sono scontrati con ostacoli significativi e con i timori del pubblico.

Soluzione proposta: Si suggerisce agli organismi di accesso ai dati sanitari di facilitare la tracciabilità dei dati per favorire la fiducia nei nuovi output e tecnologie.

  • Verso una cultura basata sui dati nella sanità:

Ostacolo: Molte domande rimangono aperte per i pazienti e i cittadini europei, che meritano chiarezza sui benefici attesi dalla concessione di accesso ai loro dati e sulle garanzie per il loro utilizzo secondario.

Soluzione proposta: Si suggerisce alle associazioni dei pazienti di mobilitare i pazienti come sostenitori della condivisione dei dati con il pubblico.

 

Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

Per scaricare il rapporto completo clicca sopra al seguente LINK.

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Serie di Eventi su “La Buona Governance per la politica Regionale dell’UE (2024)”

Tra il 21 Marzo e il 25 Aprile 2024 avranno luogo a Bruxelles i 5 eventi della 3° Serie di eventi “Good Governance for EU Regional Policy”.

Questi incontri saranno l’occasione per scoprire e discutere con le autorità di Programma, le parti interessate, le Organizzazioni Internazionali e i Servizi della Commissione, gli ultimi sviluppi in materia di rafforzamento della capacità amministrativa e di governance.

La Buona Governance per la politica Regionale dell’UE: il programma del 2024
  • 21 marzo 2024 (09:00 – 12:30): Presentazione degli studi sui Modelli Organizzativi delle Autorità di programma;
  • 22 marzo 2024(09:15 – 12:00): Incontro sulla partecipazione dei Cittadini;
  • 15 aprile 2024: Webinar sugli strumenti per il rafforzamento della capacità amministrativa;
  • 24 aprile 2024 (09:30 – 16:00): 3° Forum per le Autorità di Gestione: Costruire la Capacità Amministrativa. Durante il Forum sarà disponibile la traduzione simultanea da/a Inglese, Francese, Italiano, Spagnolo e Polacco;
  • 25 aprile 2024 (09:30 – 15:30): 1° Rete per i Capi delle Autorità di Gestione sul rafforzamento della capacità amministrativa.

 

Tutte le sessioni saranno trasmesse in diretta streaming sul sito web dell’evento.

 

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INTERREG ALPINE SPACE: Lancio della call per progetti SMALL SCALE

Il programma INTERREG APINE SPACE ha lanciato la call per progetti SMALL SCALE per la sola priorità “Governance”. Le proposte potranno essere presentate fino al 27 giugno 2024 alle ore 13:00.

I progetti su piccola scala (SMALL SCALE) sono più brevi e coinvolgono meno partner rispetto ai progetti “standard”, permettendo di affrontare argomenti innovativi da una prospettiva tematica e/o territoriale.

Le caratteristiche principali dei progetti SMALL SCALE sono:

  • Budget: compreso tra 250.000 e 750.000 euro.
  • Durata: compresa tra 12 e 24 mesi.
  • Partnership: composta da un minimo di 4 e massimo 7 Partner.
  • Transnazionalità: coinvolgimento di almeno 3 Paesi.
  • Procedura di candidatura: 1 unica fase.

Al fine di fornire un contributo significativo alla priorità, il programma invita i candidati a sviluppare idee progettuali dedicate a:

  • Migliorare il coordinamento tra le organizzazioni a tutti i livelli di governo e di governance, nonché tra i diversi settori politici, per rafforzare la governance multilivello e la cooperazione intersettoriale.
  • Sviluppare e attuare azioni specifiche per i luoghi che rispondano alle esigenze territoriali per promuovere approcci integrati basati sui luoghi.
  • Coinvolgere le parti interessate e i cittadini durante l’intero ciclo politico per adottare approcci dal basso verso l’alto e partecipativi, impegnandosi con le comunità e garantendo la sostenibilità e la titolarità locale dei risultati attraverso processi di co-creazione.
  • Rafforzare le competenze, le abilità e i processi delle parti interessate per sviluppare le capacità.

I partner interessati hanno tempo dal 20 Maggio al 27 Giugno 2024 per candidare i propri progetti.

Il 9 e 10 Aprile si svolgerà a Vienna un “Idea Lab” organizzato dal Programma per i soggetti interessati che potranno così confrontarsi su idee di progetto.

 

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Interreg Europe: approvati 78 progetti nell’ambito del II° bando

In un precedente articolo di qualche mese fa era stata segnalata l’apertura a Stoccolma del secondo bando di Interreg Europe, programma di cooperazione interregionale cofinanziato dall’Unione Europea che si pone l’obiettivo di ridurre la disparità tra le regioni d’Europa in termini di sviluppo, crescita e qualità della vita.

La selezione delle 146 proposte arrivate ad Interreg Europe ha portato all’approvazione di 78 progetti complessivi, 10 dei quali vedono l’Italia come lead partner.

 

I progetti a guida italiana nel secondo bando del programma Interreg Europe

 

Nell’ambito SMART:

  • il progetto Charme ha come capofila il comune di Pavia e tratta il tema dell’heritage culturale digitale.
  • Il progetto Hyperion vuole migliorare l’uso dell’idrogeno.

 

Nell’ambito GREEN:

  • Il progetto Gov4water cerca di ottimizzare l’uso dell’acqua. L’iniziativa ha a capo l’agenzia umbra che si occupa di acqua e rifiuti.
  • Il progetto Green Hydra con a capo il comune di Ravenna intende migliorare le politiche sull’idrogeno verde e i suoi ecosistemi per integrare le piccole e medie imprese.
  • Maa Solutions è il Progetto per chi cerca una mobilità urbana sostenibile attraverso soluzioni digitali.

 

Nell’ambito SOCIAL:

  • Il progetto Jewels Tour cerca di avvalersi del patrimonio ebraico per far leva su un turismo sostenibile.
  • Il progetto REliHE difende il patrimonio religioso nelle aree rurali. A capo il Politecnico di Torino.
  • Il progetto Salam si impegna a garantire un’accessibilità sostenibile al mercato del lavoro.

 

Nell’ambito CITIZENS:

Il progetto Proximities, con a capo il comune di Reggio Emilia, promuove accessibilità ai servizi e agli spazi vivibili nelle periferie urbane.

 

Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

 

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Il futuro della politica di coesione oltre il 2027

Bruxelles continua a realizzare il suo obiettivo principale di sviluppo sociale, economico e territoriale nell’UE, contribuendo al contempo ad una transizione digitale e verde che possa essere sia equa sia inclusiva.

L’adozione delle conclusioni sul futuro della politica di coesione da parte degli Stati membri, riconosce l’importanza fondamentale di questa politica. Le proposte per il rinnovamento della politica di coesione post 2027 sono incluse in un parere elaborato dal Presidente del Comitato europeo delle regioni (CdR), Vasco Alves Cordeiro, e dal presidente della commissione COTER, Emil Boc, adottato il 29 novembre dalla plenaria del CdR.

Il dibattito ora converge su come riformare la politica di coesione al termine dell’attuale periodo di bilancio dell’UE 2021-27. Per affrontare crisi eccezionali e catastrofi climatiche, i leader locali e regionali propongono la creazione di un meccanismo che possa essere attivato a livello territoriale, oltre ad un “patto di partenariato europeo” che definisca un corpus unico di norme e obiettivi per tutti i fondi in regime di gestione concorrente – cioè condivisa fra autorità europee, nazionali e territoriali – garantendo coerenza e semplificazione. 

Altre richieste contenute nel parere:

  • tutte le regioni europee devono continuare a essere ammissibili a ricevere finanziamenti;
  • il modello di gestione concorrente, la governance multilivello e il principio di partenariato vanno mantenuti come principi guida della politica di coesione anche dopo il 2027;
  • la sospensione dei fondi legati alla politica di coesione per effetto di violazioni delle norme di bilancio dell’UE da parte dei governi nazionali (la cosiddetta “condizionalità macroeconomica”) andrebbe abrogata. Gli investimenti a lungo termine non possono essere tenuti in ostaggio delle decisioni nazionali;
  • gli investimenti nazionali e regionali necessari per i progetti cofinanziati a titolo della politica di coesione dell’UE non dovrebbero essere equiparati a spesa – e, quindi, a debito – nel quadro delle norme di bilancio dell’UE;
  • l’obiettivo della coesione territoriale deve essere vincolante per tutte le politiche europee secondo il principio di “non nuocere alla coesione”;
  • l’architettura complessiva dei finanziamenti dovrebbe essere semplificata per superare il proliferare degli strumenti d’investimento direttamente o indirettamente destinati alla coesione.

Il parere viene pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e trasmesso ai deputati al Parlamento europeo, ai commissari europei pertinenti e ai rappresentanti dei 27 Stati membri.

Per ulteriori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

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LIFE: I progetti italiani raccontati alla COP28 UAE di Dubai

Il Programma LIFE – National Contact Point dell’Italia – operante nell’ambito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (DG “Attività europea ed internazionale”), ha organizzato il 9 dicembre l’evento “Il contributo del Programma LIFE all’azione per il clima: l’esperienza dei progetti italiani”.

Si è trattato di un side event organizzato in occasione della 28° Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP28 UAE), programmata a Dubai (Emirati Arabi Uniti) dal 30 novembre al 12 dicembre.

L’evento si è svolto (in lingua inglese) dalle 17.30 alle 19.00 (ora locale di Dubai, corrispondente in Italia a 14.30-16.00), all’interno del Padiglione italiano allestito presso la sede della COP28 UAE, ed è stato fruibile in live streaming sul canale YouTube del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Scopo dell’iniziativa è stato quello di presentare le opportunità offerte dal Programma LIFE, strumento di finanziamento europeo per l’ambiente e l’azione per il clima, in termini di sostegno alla realizzazione di progetti virtuosi ricompresi nei 3 settori prioritari di intervento del Sottoprogramma LIFE “Climate Change Mitigation and Adaptation:

  1. “Mitigazione dei cambiamenti climatici”,
  2. “Adattamento ai cambiamenti climatici”
  3. Governance e informazione in materia di cambiamenti climatici”.

Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

DOCUMENTI UTILI

LOCANDINA

AGENDA_IT

AGENDA_ENG

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Il Nuovo Programma Nazionale per i Dispositivi Medici

A seguito dell’Intesa Stato-Regioni del 10 maggio 2023 – Rep. n. 101/CSR, il 5 settembre 2023 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministro della Salute che adotta il nuovo Programma Nazionale di Health Technology Assessment (PNHTA) 2023-2025.

Il PNHTA rappresenta una rivoluzionaria evoluzione nella governance dei dispositivi medici, introducendo un ecosistema integrato di Health Technology Assessment (HTA) a tutti i livelli decisionali del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), sia a livello nazionale che regionale, fino alle strutture aziendali.

Il nuovo Programma Nazionale HTA 2023-2025 si configura come un sostegno fondamentale alla creazione di un modello di governance innovativo per i dispositivi medici nel SSN. Il PNHTA è fondato su due principi cardine che ne assicurano l’efficacia e l’efficienza:

  • L’utilizzo dell’HTA in modo integrato a tutti i livelli decisionali del SSN, evitando duplicazioni e potenziando sistematicamente i benefici potenziali dell’HTA.
  • L’applicazione dell’HTA in tutte le fasi del ciclo di vita di una tecnologia medica, dalla ricerca e sviluppo fino alla sua obsolescenza, garantendo una valutazione completa e continua.

Il PNHTA non si limita alla valutazione della tecnologia in sé, ma la considera all’interno di un processo di cura più ampio. L’intero programma è progettato per creare un sistema completamente integrato di valutazione delle tecnologie, con l’obiettivo di fornire un reale supporto alle attività di pianificazione dei servizi sanitari, partendo dal livello europeo e rispettando le competenze di ogni livello istituzionale.

L’obiettivo del PNHTA

L’obiettivo prioritario del PNHTA è utilizzare l’Health Technology Assessment come strumento concreto per supportare i processi decisionali a livello macro, nazionale, regionale e aziendale. Questa integrazione mira a creare una governance in grado di valutare i reali bisogni dei dispositivi medici, identificando quelli che meglio rispondono alle necessità di salute e analizzando i benefici effettivi che generano. Ciò, a sua volta, crea le condizioni per una programmazione e allocazione delle risorse più efficiente per il SSN.

Il documento di programmazione

Il documento di programmazione, pubblicato sul sito dell’AGENAS, stabilisce innanzitutto i criteri e le modalità per il versamento delle quote annuali, il monitoraggio e la gestione del fondo dedicato al governo dei dispositivi medici. Si prevede che la CdR (Commissione di Revisione) e AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) svolgano un ruolo chiave nella predisposizione di una programmazione annuale delle attività.

La CdR è responsabile di produrre un programma di lavoro annuale che definisce le priorità e le tecnologie da sottoporre a valutazione all’interno del Programma Nazionale. Questo programma di lavoro può essere adattato durante l’anno in corso in risposta a situazioni di emergenza di sanità pubblica.

AGENAS contribuisce alla programmazione annuale considerando diverse variabili, tra cui le risorse economiche destinate, le risorse umane necessarie, il numero di valutazioni da garantire, e tutte le attività che possono integrarsi al PNHTA per migliorare l’efficienza complessiva del governo dei dispositivi medici.

La struttura del documento di programmazione annuale include un elenco delle funzioni all’interno del PNHTA per il periodo 2023-2025, un elenco di attività/obiettivi specifici per funzioni, il numero di valutazioni di HTA e HS (Health System), una matrice degli attori e delle responsabilità, nonché dettagli sulle risorse necessarie, la loro misurazione e valorizzazione. La sezione successiva del documento affronta temi cruciali come la comunicazione, la trasparenza, il conflitto di interessi e la riservatezza. Si prevede che CdR e AGENAS sviluppino strumenti per condividere metodi, procedure e rendicontazione delle attività nell’ambito del programma. Inoltre, vengono stabilite regole riguardanti il conflitto di interesse e la riservatezza dei dati che devono essere osservate da tutti gli attori coinvolti.

Infine, il documento sottolinea la durata triennale del programma, includendo anche il cronoprogramma dell’implementazione delle attività.

Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

 

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Il futuro della politica di coesione oltre il 2027

Bruxelles continua a realizzare il suo obiettivo principale di sviluppo sociale, economico e territoriale nell’UE, contribuendo al contempo ad una transizione digitale e verde che possa essere sia equa sia inclusiva. Questa è la politica di coesione del futuro, dipinta dai deputati della Commissione Sviluppo delle regioni del Parlamento europeo e dalla Commissione Politiche di coesione territoriale (Coter) del Comitato europeo delle regioni. I membri dei due organismi hanno fatto il punto in occasione dell’incontro annuale REGI-COTER, improntato sul tema “Il futuro della politica di coesione oltre il 2027”,  nel contesto della 21ª Settimana Europea delle Regioni e delle Città (9-12 ottobre 2023).

Il dibattito emerso si pone al centro del futuro della politica di coesione europea. Occorre dunque che amministrazioni centrali, e ancor più quelle locali, affinché siano in grado di spendere bene e per tempo le risorse messe a disposizione dai vari fondi per la coesione.

Il Parlamento ed il Comitato europeo delle Regioni sono dell’idea che sebbene la prosperità a lungo termine delle regioni dell’UE debba rimanere l’obiettivo principale, la politica di coesione deve anche essere in grado di reagire con flessibilità alle sfide emergenti e alle crisi in corso, dato il loro impatto sullo sviluppo delle regioni dell’UE.

Gli investimenti nell’innovazione e nella digitalizzazione potrebbero contribuire a colmare ed eliminare le disparità regionali esistenti e sostenere una crescita sostenibile complessiva. Allo stesso tempo, le regioni dell’UE dovranno prepararsi per le sfide sistemiche future come l’impatto dei cambiamenti demografici e climatici, soprattutto nelle regioni meno sviluppate.

Il futuro della coesione passa anche per una riforma della governance. Il coinvolgimento delle autorità regionali e l’introduzione della gestione multi-livello saranno fondamentali per la nuova politica di coesione, ma svolgeranno anche un ruolo centrale nel coinvolgere altri portatori di interessi locali e regionali, aumentando così la loro titolarità delle politiche dell’UE.

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Parere del Comitato EU delle Regioni sulla Normativa per un’ Europa interoperabile

È disponibile il parere del Comitato europeo delle Regioni (CdR) del 24 e 25 maggio 2023 sulla “Normativa per un’Europa interoperabile”, redatto dal Presidente del Consiglio della Regione autonoma della Sardegna Michele Pais, mediante il quale si esprimono una serie di osservazioni in merito alla Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce misure per un livello elevato di interoperabilità del settore pubblico nell’Unione (normativa su un’Europa interoperabile).

Nel parere si rammenta l’importanza fondamentale dell’interoperabilità ai fini della resilienza digitale e dell’indipendenza strategica dell’UE, nello specifico nel disporre di servizi e sistemi interconnessi per mettere in atto soluzioni identiche o simili tra soggetti interconnessi e prevenire una possibile pandemia digitale a seguito di un grave attacco informatico. Inoltre, l’utilizzo di soluzioni open source ridurrà la dipendenza dai principali fornitori di soluzioni software, aumentando così l’indipendenza strategica dell’UE.

Si invita la Commissione ad adottare norme più chiare e ad assumere un preciso impegno finanziario per garantire che città e regioni non siano costrette e dirottare risorse sulla digitalizzazione, sottraendone ad altri servizi essenziali. Il CdR accoglie con favore la proposta della Commissione europea per istituire un sistema di governance dell’interoperabilità a livello dell’UE, proponendo delle osservazioni su alcuni aspetti della proposta:

 

  • Considerazione dei diversi sistemi di interoperabilità a livello nazionale e ruolo chiave degli enti locali e regionali nel fornire servizi ai cittadini e digitalizzazione degli stessi entro il 2030 (toccando diversi ambiti tra cui la sanità).
  • Necessità di un sostegno finanziario supplementare e attività di formazione e riqualificazione del personale.
  • Rafforzamento e perfezionamento dei nuovi compiti degli enti subnazionali e delle risorse messe a disposizione per consentire una rapida ed efficace attuazione delle soluzioni di interoperabilità.
  • Realizzazione di una struttura di governance equilibrata che rispetti il principio di sussidiarietà e i diversi modelli di governance degli Stati membri.
  • Necessità di sviluppare e investire in nuove soluzioni interoperabili oppure di intraprendere la trasformazione dei sistemi esistenti, per far fronte agli enormi costi legati all’interoperabilità.
  • Utilizzo di fonti di finanziamenti come il programma Europa digitale per ridurre l’onere per gli enti locali e regionali relativamente alla copertura dei relativi costi.
  • Necessità di ricevere informazioni concrete su quando avrà luogo la valutazione obbligatoria dell’interoperabilità e su quali elementi possano far scattare tale valutazione, ad esempio nel caso degli appalti pubblici.
  • Proposta di non obbligatorietà della valutazione dell’interoperabilità, finché il comitato per un’Europa interoperabile non avrà adottato gli orientamenti pertinenti.

 

Per consultare la pagina ufficiale si prega di consultare il seguente LINK.