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11 luglio: giornata mondiale della popolazione

Nel 1989, con la decisione 89/46, il Consiglio Direttivo del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP – United Nations Development Programme) ha stabilito che l’11 luglio di ogni anno si celebri la Giornata Mondiale della Popolazione. Tale decisione è stata presa con l’obiettivo di evidenziare l’importanza di dedicare un ruolo centrale alle questioni demografiche nei piani e nei programmi di sviluppo globali.

A partire dal XIX secolo, nei paesi più sviluppati si è verificata una riduzione senza precedenti del tasso di mortalità, che è diminuito drasticamente nel corso del XX secolo. Tra il 1800 e il 2005, l’aspettativa di vita è passata da 30 a 67 anni, portando a una rapida crescita della popolazione. Infatti, la popolazione mondiale è passata da 1 miliardo nel 1810 a oltre 8 miliardi nel 2022. L’aumento dell’aspettativa di vita rappresenta senza dubbio una delle maggiori conquiste dell’umanità.

Negli ultimi 200 anni, la popolazione mondiale è cresciuta sette volte più rapidamente rispetto agli anni precedenti. Questo incremento esponenziale è stato causato dall’urbanizzazione, dall’aumento dell’aspettativa di vita in età fertile e, di conseguenza, dall’aumento dei tassi di fertilità. Attualmente, secondo l’UNFPA (United Nations Population Fund), la popolazione mondiale si attesta intorno a 8 miliardi di persone. La crescita della popolazione fino a superare i 9 miliardi entro il 2050 dipenderà principalmente dalle future tendenze di fertilità e dalle politiche messe in atto oggi.

Giornata della popolazione 2023: il tema di quest’anno

Il tema scelto per quest’anno è “Un mondo di 8 miliardi: verso un futuro resiliente per tutti”. Questa tematica offre l’opportunità di riflettere sulla popolazione del pianeta, sui suoi equilibri e sulle sue disuguaglianze, nell’ottica di uno sviluppo globale equo e sostenibile. La crescita costante della popolazione solleva grandi interrogativi riguardo ai diritti e alla sostenibilità: rappresenta una risorsa o un problema?

I progressi medici, scientifici e le innovazioni tecnologiche hanno contribuito e continueranno a garantire condizioni di vita più lunghe, sane e sicure. In un mondo ideale, 8 miliardi di persone rappresentano un enorme contributo per costruire società più giuste e attente ai diritti di tutti. Tuttavia, questa prospettiva di benessere deve confrontarsi con sfide ancora aperte, come il cambiamento climatico, le disuguaglianze e la discriminazione basata sull’etnia, la classe sociale, la religione, il genere, l’orientamento sessuale e la disabilità. L’obiettivo ultimo deve essere garantire l’accesso universale all’assistenza sanitaria, all’istruzione, all’acqua, al cibo e all’energia.

Inoltre, sebbene l’aspettativa di vita sia aumentata, le statistiche globali evidenziano una diminuzione dei tassi di fertilità. All’inizio degli anni ’70, le donne avevano in media 4,5 figli ciascuna, mentre nel 2015 la fertilità totale nel mondo era scesa a meno di 2,5 figli per donna. Pertanto, il mondo si sta avviando verso una popolazione più numerosa, ma con una prospettiva di invecchiamento.

Le sfide della popolazione mondiale e la risposta dell’ONU

Questi dati delineano un quadro articolato e complesso in continua evoluzione. Tale quadro può rappresentare una grande risorsa per il futuro o, al contrario, determinare una condanna per il pianeta. Il punto cruciale risiede nelle scelte politiche a livello globale e nella responsabilità civica a livello individuale. In ogni caso, ogni decisione e comportamento dovrebbe tenere conto del quadro demografico generale e dei suoi fenomeni: quanti sono gli abitanti del pianeta, come sono distribuiti, quanti anni hanno e quanti altri verranno dopo di loro.

In questo contesto, l’Agenda 2030, il programma delle Nazioni Unite che mira a costruire un pianeta sostenibile per il presente e il futuro, rappresenta uno strumento fondamentale per limitare e orientare lo sviluppo in risposta al fenomeno della crescita demografica globale e ai suoi effetti.

Il controllo e la pianificazione del cambiamento demografico rappresentano prerequisiti essenziali per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. I paesi hanno la possibilità di influenzare l’andamento demografico attraverso politiche sociali ed economiche. In quest’ottica, le Nazioni Unite collaborano con i governi per promuovere l’educazione sessuale nelle scuole e nelle comunità mediante corsi di formazione.

 

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ProMIS organizza un webinar sulle “Valli regionali dell’innovazione” nell’Unione Europea. 12 luglio 2023

ProMIS organizza un webinar il 12 luglio 2023 alle ore 10:30 dal titolo “Le «Valli regionali dell’innovazione» nell’Unione Europea: affrontare la sfida del miglioramento dell’assistenza sanitaria” nell’ambito dell’iniziativa faro 3Accelerare e rafforzare l’innovazione negli ecosistemi europei dell’innovazione nell’insieme dell’UE e ridurre il divario in termini di innovazione” della Commissione Europea.

Per maggiori informazioni e per iscriversi all’evento cliccare sul seguente LINK.

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29 giugno: giornata mondiale della Sclerodermia

La sclerodermia, o sclerosi sistemica, è una malattia cronica del tessuto connettivo generalmente classificata come malattia autoimmune.

La parola “sclerodermia” deriva dalla parola greca “sclero”, che significa duro, e dalla parola latina “derma”, che significa pelle. L’indurimento della pelle è una delle manifestazioni più visibili della malattia. La malattia varia da individuo a individuo. La sclerodermia non è contagiosa, infettiva, cancerosa o maligna.

L’associazione AILS per la lotta alla sclerodermia ha organizzato in Italia la campagna mondiale della giornata della Sclerodermia 2023, chiamata “Trova la luce per fiorire- Find the Light to Bloom”, per mettere in luce i bisogni non soddisfatti di coloro che vivono con questa malattia ed implementare il dialogo con le istituzioni.

L’obiettivo è di rafforzare le diagnosi e l’accesso alle cure, al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Sintomi della sclerodermia: il fenomeno di Raynaud

Il sintomo più comune della malattia è il fenomeno di Raynaud, per cui le dita diventano bianche o blu quando si prova una forte emozione o in seguito all’esposizione al freddo. La malattia presenta diverse e svariate manifestazioni sui pazienti, talvolta variando notevolmente da persona a persona, incluso ciò che concerne gli effetti e la gravità degli stessi.

L’incidenza dipende dalle parti del corpo che sono colpite e dalla misura in cui sono colpite. Un caso lieve può diventare più grave se non adeguatamente trattato. Una diagnosi e un trattamento tempestivi e corretti da parte di medici qualificati possono ridurre al minimo i sintomi della sclerodermia e ridurre la possibilità di danni irreversibili.

Come viene diagnosticata la sclerodermia?

Il processo diagnostico può richiedere la consultazione con reumatologi, specialisti di malattie autoimmuni, e dermatologi, attraverso esami del sangue e numerosi altri test specializzati a seconda di quali organi sono interessati.

Quali sono le cause della sclerodermia?

La causa esatta o le cause della sclerodermia sono ancora sconosciute, ma gli scienziati e i ricercatori medici stanno lavorando duramente per fare queste determinazioni. È noto che la sclerodermia comporta una sovrapproduzione di collagene.

La sclerodermia è genetica?

La maggior parte delle persone non ha parenti con sclerodermia e i loro figli non ottengono la sclerodermia. La ricerca indica che esiste un gene di suscettibilità, che aumenta la probabilità di contrarre la sclerodermia, ma il gene da solo non causa la malattia.

Qual è il trattamento per la sclerodermia?

Attualmente non esiste una cura per la sclerodermia, ma ci sono molti trattamenti disponibili per aiutare i sintomi particolari. Alcuni trattamenti sono diretti a diminuire l’attività del sistema immunitario. Alcune persone con malattia lieve potrebbero non aver bisogno di farmaci e occasionalmente le persone possono interrompere il trattamento quando la loro sclerodermia non è più attiva. Poiché c’è così tanta variazione da una persona all’altra, c’è una grande variazione nei trattamenti prescritti.

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ComPAct: invito a presentare proposte per rafforzare lo spazio amministrativo europeo

Mentre continua a riprendersi da molteplici shock, a partire dalla pandemia di COVID-19 fino all’invasione russa dell’Ucraina e alla crisi energetica che ne è scaturita, l’Europa deve anche prepararsi all’era digitale, affrontare la crisi climatica e le sfide ambientali, ottenere economie resilienti e sostenibili e società eque, promuovere la democrazia e svolgere un ruolo più incisivo nel mondo.

La Commissione continua a essere pienamente impegnata a sostenere l’Europa nell’affrontare tutte queste sfide, ma per attuare un’agenda politica tanto ambiziosa occorrono anche amministrazioni nazionali resilienti che sappiano tradurre le politiche dell’UE in azioni adeguate ed efficaci a tutti i livelli di governo in tutti gli Stati membri.

A tale fine, la normativa ComPAct, ossia la comunicazione sul rafforzamento dello spazio amministrativo europeo, è un nuovo spazio stabilito dalla Commissione Europea per aiutare le pubbliche amministrazioni degli Stati membri ad affrontare meglio le sfide attuali e future.

L’obiettivo di ComPAct è consentire una maggiore collaborazione graduale e strutturata tra le pubbliche amministrazioni, in un quadro condiviso tra tutte le componenti nazionali dello spazio amministrativo europeo per sostenere lo sforzo senza precedenti necessario per stimolare la crescita, garantire la stabilità e conseguire gli obiettivi delle transizioni verde e digitale.

ComPAct: l’invito a presentare idee per rafforzare lo spazio amministrativo europeo

In questo contesto, la Commissione ha pubblicato un invito a esprimere i propri commenti entro il 12 luglio 2023 sulle riforme amministrative necessarie a garantire lo sviluppo armonioso dell’Unione dopo le recenti crisi.

Con questo invito, la Commissione sta esplorando nuove azioni per approfondire la cooperazione amministrativa tra gli Stati membri e migliorare lo Spazio amministrativo europeo. La prossima comunicazione ComPAct si baserà su valori comuni e sulle sfide che le amministrazioni pubbliche pensano sia necessario affrontare per fornire i migliori servizi possibili ai cittadini e alle imprese.

Per migliorare lo Spazio amministrativo europeo, la Commissione sta attualmente studiando modi per:

  • Dotare le amministrazioni pubbliche di strumenti e approcci per l’aggiornamento e la riqualificazione del personale.
  • Facilitare lo scambio di funzionari pubblici e promuovere la cooperazione amministrativa, con particolare attenzione ai livelli regionale e locale.
  • Sostenere le amministrazioni pubbliche nell’attuazione della legislazione esistente e futura legata al Decennio digitale e all’implementazione dell’intelligenza artificiale.

Poiché gli Stati membri si trovano ad affrontare problemi simili nell’adattare le loro amministrazioni pubbliche alle nuove sfide, la Commissione si trova in una posizione unica per aggregare e condividere le esperienze e le conoscenze nazionali e per collaborare con gli Stati membri per aiutarli a migliorare la qualità delle loro politiche e dei loro servizi, beneficiando dell’efficienza di scala e dell’apprendimento accelerato.

Le azioni previste dal ComPAct sosterranno la convergenza delle pratiche amministrative per raggiungere un’elevata qualità delle politiche e dei servizi, mantenendo le specificità nazionali e cercando soluzioni che tengano conto delle differenti esigenze dei contesti territoriali in cui le politiche devono essere attuate.

Una significativa partecipazione italiana nel ComPAct consentirà, in questo senso, di rendere evidenti le istanze di riforma più cruciali per il nostro Paese e di valorizzare i percorsi in atto per migliorare l’efficienza e l’efficacia nell’attuazione del PNRR e delle politiche di coesione.

 

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OMS/Europa ha lanciato una serie di webinar su alcol e salute pubblica

L’Organizzazione Mondiale della Sanità per la regione Europea – WHO Europe – ha pubblicato tre report sull’equità nella salute nelle economie più sviluppate lanciando una serie di webinar gratuiti aperti a tutti, della durata di un’ora ciascuno, per sensibilizzare sull’impatto dell’alcol nella prospettiva della salute pubblica. La serie di incontri è stata pensata per gli studenti universitari, triennali e magistrali, per allargarsi verso giovani ricercatori e professionisti di diversi campi affini a quello della sanità pubblica, nonché economia, scienze sociali e medicina.

Dove si collocano e come si compongono i webinar sull’alcol di OMS Europa

I webinar prendono parte al progetto dell’OMS Europa denominato: “Progetto per l’evidenza sull’alcol” (EVID-ACTION), finanziato dalla Commissione Europea. L’obiettivo di tale iniziativa è di utilizzare l’evidenza scientifica per promuovere e facilitare l’implementazione di policy efficaci nell’Unione Europea, Islanda, Norvegia e Ucraina.

Del ciclo di 6 webinar previsti in programma, il prossimo verrà tenuto il 5 Luglio (14-15 CET) e tratterà delle disuguaglianze e iniquità legate all’alcol, fornendo non solo evidenza scientifica, ma anche un’opzione di policy.

Gli impegni successivi saranno:

  • il 12 Luglio (14-15 CET) per vedere la correlazione che intercorre fra alcol e cancro,
  • il 25 Luglio (10-11 CET) per approfondire i disturbi legati all’alcol, specialmente nella fase della precoce individuazione e trattamento,
  • il 4 Settembre (10-11 CET) per entrare nel dettaglio della correlazione fra la cultura alcolica e lo stigma sociale che ne deriva, analizzando i concetti chiave con una panoramica sugli aspetti più centrali del tema.

 

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26 giugno: giornate internazionali per le vittime di tortura e contro l’abuso ed il traffico di droghe

Le giornate mondiali ed internazionali spesso vengono generalmente identificate ed assegnate ad un determinato tema per i motivi più diversi: può essere a seguito di una risoluzione delle Nazioni Unite, di un fatto scatenante di cui si vuole mantenere la memoria, o in seguito alla ricorrenza di nascita o morte di personaggio iconico che ha sposato in fondo tale causa.

Può succedere dunque che due temi molto importanti ed attuali quali il consumo ed il traffico illecito di droga, e le vittime di tortura, si trovino a condividere lo stesso spazio il 26 giugno. Di seguito verrà spiegato perché ambedue le cause si trovino in questa data che le Nazioni Unite riconoscono e qual è il punto della questione a livello internazionale.

La giornata internazionale contro il consumo e il traffico illecito di droga

La giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga si inserisce nel programma dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e nello specifico nell’obiettivo 3, che stabilisce il bisogno degli individui di “rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze, tra cui l’abuso di stupefacenti e il consumo nocivo di alcol”.

Nella risoluzione 42/112 del 7 dicembre 1987, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decise di celebrare il 26 giugno questa ricorrenza come espressione della sua determinazione a rafforzare l’azione e la cooperazione per raggiungere l’obiettivo di una società internazionale libera dall’abuso di qualsivoglia droga.

Ogni anno, molteplici comunità ed organizzazioni di tutto il globo osservano questa giornata per sensibilizzare sul grande problema che le droghe rappresentano per la società e per il suo futuro.

Le priorità della lotta alla droga: le persone al primo posto per fermare lo stigma e la discriminazione, attraverso la prevenzione

La piaga sociale della droga è diffusa in tutto il mondo e colpisce ogni anno milioni di persone in tutto il pianeta. Molte persone affrontano quotidianamente stigma e discriminazione in seguito e per colpa dell’assunzione di droghe, che possono danneggiare ulteriormente la salute fisica e mentale degli individui e impedire loro l’accesso all’aiuto di cui avrebbero bisogno e inclusione sociale. L’ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine (UNODC) riconosce l’importanza fondamentale che ricopre la possibilità di un approccio che metta al primo posto le persone, i loro diritti umani e la compassione.

È proprio su quest’ultimo punto che si concentra il tema della giornata di quest’anno, ossia trattare con rispetto ed empatia le persone che fanno uso di droghe; attraverso la fornitura di servizi volontari basati su prove per tutti, soluzioni che vadano oltre la banale punizione, la prevenzione e la compassione.

La giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura

La tortura è una pratica che l’uomo ha storicamente attuato nel corso dei secoli e dei millenni, nell’obiettivo di annientare la personalità della vittima e negare la dignità intrinseca dell’essere umano. Nonostante il divieto assoluto di tortura ai sensi del diritto internazionale e della lunghissima storia della legislazione sul tema, questa pratica che purtroppo appartiene alla parte più oscura degli esseri umani viene ancora praticata in modo persistente in tutte le regioni del mondo.

Le sue conseguenze pervasive vanno spesso oltre il fatto in sé, comportando la trasmissione verso le generazioni future ed innestare veri e propri cicli di violenza. Le Nazioni Unite sin dalla loro stessa creazione, hanno sempre condannato con veemenza la tortura, come uno degli atti più vili perpetrati degli esseri umani sui loro simili.

Il 12 dicembre 1997, con la risoluzione 52/149, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò il 26 giugno come la Giornata internazionale delle Nazioni Unite a sostegno delle vittime di tortura, in vista della totale eradicazione della stessa e dell’effettivo funzionamento della Convenzione contro la tortura ed altre Pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti. Ad oggi ci sono soltanto 173 Stati che fanno parte della Convenzione.

Cosa costituisce tortura? Definizione e contestualizzazione nel contesto geopolitico attuale

La Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti stabilisce al primo paragrafo dell’articolo 1 che:

“Il termine ‘tortura’ indica qualsiasi atto mediante il quale grave dolore o sofferenza, sia fisica che mentale, è intenzionalmente inflitta a una persona per scopi quali ottenere da lui o da terzi informazioni o una confessione, punendola per un atto che lui o una terza persona ha commesso o che si sospetta abbia commesso, o intimidando o costringendo lui o una terza persona, o per qualsiasi motivo basato su discriminazione di qualsiasi tipo, quando tale dolore o sofferenza è inflitta da o su istigazione di o con il consenso o l’acquiescenza di un pubblico ufficiale o di altra persona che agisce in veste ufficiale. Non include il dolore o la sofferenza derivanti solo da, inerenti o accessorie a sanzioni legali.”

La misura divenne particolarmente necessaria e primaria durante il contesto della guerra dei Balcani, durante la quale venivano perpetrate sistematicamente torture nei confronti delle popolazioni sottomesse. Purtroppo, anche oggigiorno nel contesto geopolitico attuale, a fronte di conflitti armati e guerre, la tortura è ancora spesso perpetrata con la scusa della sicurezza nazionale e dei confini.

Le ricorrenze di oggi servono non solo come sensibilizzazione e richiamo verso situazioni insostenibili e degradanti, ma anche come denuncia verso temi che comportano dei costi umani ed economici per la salute pubblica, fisica e mentale.

 

 

Per maggiori informazioni sulle vittime di tortura, si prega di consultare il seguente LINK.

Per maggiori informazioni su abuso e traffico di droga, si prega di consultare il seguente LINK.

 

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25 giugno: giornata mondiale della vitiligine

Il 25 giugno 2023 si celebra in Italia e nel mondo, da oramai 13 anni, la Giornata mondiale della vitiligine, un’alterazione cutanea caratterizzata da macchie chiare o bianche sulla pelle, che nel nostro Paese colpisce circa 330mila persone. L’obiettivo di questa giornata è sensibilizzare e informare il pubblico su questa condizione cutanea che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Durante questa giornata, si promuovono la comprensione, l’accettazione e il sostegno per coloro che vivono con la vitiligine.

Che cos’è la vitiligine

La vitiligine è un’alterazione cromatica della pelle dovuta ad una malattia generalmente autoimmune, definita in gergo medico come depigmentazione cutanea. L’origine è tuttavia sconosciuta e sembrerebbe causata da una reazione eccessiva del sistema di difesa dell’organismo che attacca per errore i melanociti, cellule produttrici della melanina, il pigmento che determina il colore naturale della pelle, causando così la presenza di macchie cutanee ben circoscritte dette ipocromiche.

La vitiligine affligge tra lo 0,5 e l’1% della popolazione mondiale, senza particolari distinzioni fra sesso o etnia, e può manifestarsi in qualsiasi momento nell’arco della propria vita, sebbene generalmente si manifesti entro i primi 20 anni di vita.

La vitiligine non è né dolorosa né contagiosa, non nuoce alla salute, ha un andamento rapido e può colpire qualsiasi area della pelle, sebbene si manifesti generalmente su viso, collo, mani e nelle zone caratterizzate da pieghe cutanee. È vero però che essendo una zona particolarmente carente di melanina, occorre applicare delle creme con fattore di protezione molto alto nel momento in cui ci si espone al sole, per via della vulnerabilità verso eventuali scottature solari e limitare il rischio di manifestazioni tumorali della pelle.

La patologia si è legata nel tempo ad un fattore di stigmatizzazione sociale rilevante, che ha portato coloro che ne fossero affetti a soffrirne psicologicamente e ad esserne discriminati. Tuttavia, negli ultimi anni numerose campagne di sensibilizzazione hanno aiutato a ritrovare parte dell’autostima e ad integrare socialmente questa patologia.

Come si manifesta e tipi di vitiligine

La vitiligine inizia spesso con la comparsa di chiazze chiare sulla pelle, con il centro più bianco rispetto alla zona circostante. Il bordo può essere liscio o irregolare contornato da una area più scura, detta iperpigmentata.

Se sotto la pelle colpita sono presenti dei vasi sanguigni, la chiazza può essere leggermente rosa. La vitiligine si sviluppa in modo diverso da persona a persona: in alcuni, le macchie bianche sono poche e piccole; in altri, occupano aree estese del corpo. Occasionalmente possono dare prurito e, di solito, sono permanenti.

Per ciò che concerne i tipi di vitiligine, essa è classificata in base alla distribuzione delle macchie. I due tipi principali sono:

  • vitiligine non-segmentale, detta anche bilaterale o vitiligine generalizzata, dove le macchie depigmentate appaiono su entrambi i lati del corpo in modo simmetrico. Possono comparire su:
    • dorso delle mani
    • braccia
    • pelle intorno alle aperture (occhi, bocca, genitali, ano)
    • ginocchia
    • gomiti
    • piedi

La vitiligine non-segmentale è il tipo più comune e riguarda circa 9 persone su 10 malate di vitiligine

  • vitiligine segmentale, detta anche unilaterale o vitiligine localizzata. La vitiligine segmentale non è simmetrica e le macchie bianche della pelle interessano solo una zona del corpo. È molto meno comune della vitiligine bilaterale e rappresenta solo il 10% di tutte le forme di vitiligine. Compare soprattutto nei bambini.

In rari casi, è possibile che la vitiligine interessi tutto il corpo ed è nota come vitiligine universale o completa.

 

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Salute mentale lotta contro il cancro

SANT: Audizioni sulla Salute mentale dei giovani e sulla prevenzione di NCDs

Il 29 giugno, la sottocommissione per la sanità pubblica SANT terrà un’audizione dedicata al tema della salute mentale dei giovani, riconosciuta come una delle questioni di sanità pubblica più rilevanti nell’Unione Europea.

Questa sessione proseguirà la discussione tenutasi durante l’audizione SANT dell’1 giugno 2023 sulle malattie non trasmissibili (NCDs) e sulla salute mentale.

Le NCD si riferiscono a un gruppo di condizioni che non sono principalmente causate da un’infezione acuta, comportano conseguenze a lungo termine per la salute e spesso creano la necessità di trattamenti e cure a lungo termine (tumori, malattie cardiovascolari, diabete e malattie polmonari croniche).

Per maggiori informazioni sull’udienza sulle malattie non trasmissibili si prega di consultare il seguente LINK.

La strategia sulla salute mentale dei giovani di SANT:

La protezione degli adolescenti dalle avversità, la promozione dell’apprendimento socio-emotivo e del benessere psicologico, nonché l’assicurazione dell’accesso alle cure per tutti, rivestono un ruolo fondamentale per preservare la loro salute e il loro benessere sia durante l’adolescenza che nell’età adulta e saranno oggetto dell’incontro.

Con sempre più forza le istituzioni europee stanno mettendo al centro la salute mentale dei giovani.

Il tema rappresenta un elemento centrale all’interno della nuova strategia dell’Unione Europea, che ha annunciato per bocca della presidente della Commissione, Ursula Von Der Leyen, l’intenzione di adottare un nuovo approccio globale alla salute mentale.

Alla base di questa iniziativa c’è il report Health at a Glance: Europe 2018, che ha evidenziato come i problemi di salute mentale colpiscano circa 84 milioni di persone in tutta l’UE.

A questi dati si aggiunge il report del 2022, da cui emerge che quasi un giovane europeo su due riferisce di avere esigenze di assistenza insoddisfatte per quanto riguarda la salute mentale e che in diversi Paesi dell’UE la percentuale dei giovani che segnalano sintomi di depressione è più che raddoppiata durante la pandemia.

Per maggiori informazioni sull’udienza sulla salute mentale dei giovani si prega di consultare il seguente LINK.

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I 4 topic di Horizon Europe del Cluster 1 – Salute orientati ad “affrontare le malattie”

Sono stati pubblicati 4 topic di Horizon Europe, specificamente del Cluster 1 – Destinazione 3 “Tackling diseases and reducing disease burden (Affrontare le malattie e ridurne l’onere)”, che hanno come obiettivo quello di migliorare:

  • la comprensione delle malattie, delle loro cause e conseguenze,
  • l’approccio evidence-based per l’elaborazione delle politiche,
  • le metodologie per diagnosi tempestive e accurate, nonché l’identificazione di opzioni terapeutiche personalizzate,
  • lo sviluppo e la convalida di interventi efficaci per migliorare la sorveglianza, la prevenzione, l’individuazione, il trattamento e la gestione delle crisi delle minacce delle malattie infettive,
  • le evidenze scientifiche volte ad implementare corrette politiche e quadri normativi a livello globale.

I 4 topic del Cluster 1 nello specifico:

I topic del Cluster 1 che forniscono alcune possibilità di sperimentazione nell’ambito delle sfide sopra citate ricadono nella call “tackling diseases”, il cui primo step è in scadenza il 19 settembre 2023. I topic a cui sono stati destinati complessivamente 125 milioni di € sono:

  • HORIZON-HLTH-2024 – DISEASE-03-08-two-stage – Ricerca comparativa sull’efficacia degli interventi sanitari in aree ad alto fabbisogno di salute pubblica (Comparative effectiveness research for healthcare interventions in areas of high public health need).
  • HORIZON-HLTH-2024-DISEASE-03.11-two-stage – Prontezza e risposta alla pandemia: Prove su piattaforme adattive per la prontezza alla pandemia (Pandemic Preparedness and Response: adaptive platform trials for pandemic preparedness).
  • HORIZON-HLTH-2024-DISEASE-03.13-two-stage – Convalida di biomarcatori derivati da fluidi per la previsione e prevenzione dei disturbi cerebrali (Validation of fluid-derived biomarkers for the prediction and prevention of brain disorders).
  • HORIZON-HLTH-2024-DISEASE-03-14-two-stage – Affrontare gli oneri cronici per i malati di condizioni mediche poco studiate (Tackling high-burden for patients, under-researched medical conditions).

Le proposte che riceveranno da parte della Commissione Europea una valutazione positiva, saranno invitate a presentare delle proposte complete entro l’11 aprile 2024.

 

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Partenariato per la sanità digitale tra Commissione Europea e OMS

La Commissione europea e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) hanno annunciato lo scorso 5 giugno l’avvio di un importante partenariato per la sanità digitale.

L’OMS adotterà il sistema di certificazione COVID-19 digitale dell’Unione europea (UE) nel giugno 2023, per creare un sistema globale che faciliterà la mobilità a livello mondiale e proteggerà la popolazione dalle minacce sanitarie attuali e future.

Il quadro in cui si inserisce il partenariato:

Questa iniziativa fa parte della strategia globale dell’UE per la salute e della strategia globale degli Stati membri dell’OMS per la sanità digitale. Il partenariato rafforza la cooperazione strategica sulla salute globale tra l’UE e l’OMS, consolidando un solido sistema multilaterale.

Il partenariato prevede una stretta collaborazione nello sviluppo, nella gestione e nell’implementazione del sistema dell’OMS, sfruttando l’ampia competenza tecnica della Commissione europea. Il primo passo sarà garantire il corretto funzionamento dei certificati digitali dell’UE attualmente in uso.

Il sistema globale dell’OMS si baserà sul lavoro svolto dall’UE con il suo certificato COVID digitale – EU Digital COVID-19 Certificate or EU DCC-. L’UE ha sviluppato certificati interoperabili che facilitano la libera circolazione all’interno dell’Unione. Questi certificati, basati su tecnologie e standard open source, sono diventati la soluzione più utilizzata a livello mondiale e possono essere collegati ai certificati emessi da paesi terzi conformi alle specifiche dell’UE.

Questo partenariato digitale a lungo termine mira a garantire una migliore salute a livello globale. La Commissione europea e l’OMS collaboreranno per sviluppare il sistema dell’OMS a livello tecnico e ampliare le soluzioni digitali per includere, ad esempio, la digitalizzazione del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi. L’obiettivo è garantire una migliore salute a tutte le persone nel mondo.

Per consultare la pagina ufficiale ed esprimere l’eventuale interesse a partecipare si prega di consultare il seguente LINK