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CdR: Repository delle Politiche Regionali di Prevenzione e Diagnosi del Cancro

Il Comitato europeo delle regioni (CdR) ha pubblicato un nuovo “Repository delle Politiche Regionali di Prevenzione e Diagnosi del Cancro” (Cancer: repository of regional prevention and detection policies), che evidenzia come il cancro continui ad essere una delle principali cause di morte nell’UE, sottolineando anche le forti disparità regionali legate a fattori socioeconomici, ambientali, comportamentali e sanitari.

Pratiche regionali innovative in screening, diagnosi, sensibilizzazione e campagne sullo stile di vita dimostrano che la collaborazione, la prevenzione mirata e gli approcci che integrano la salute in tutte le politiche sono essenziali per ridurre queste disparità. Rafforzando la diagnosi precoce, migliorando l’educazione sanitaria e sfruttando la tecnologia, l’Europa può ridurre l’incidenza e la mortalità legata a questa malattia, garantendo un accesso equo alle cure.

I dati del Repository sulle Politiche Regionali di Prevenzione e Diagnosi del Cancro

Il cancro è stato responsabile di 1,15 milioni di decessi nell’UE nel 2021 e di 2,74 milioni di nuovi casi nel 2022. Inoltre, comporta un onere economico significativo, con un costo stimato di 199 miliardi di euro nel 2018. Sebbene la mortalità complessiva sia in calo, persistono ampie differenze regionali che riflettono disuguaglianze nell’accesso alle cure, nelle condizioni socioeconomiche e nella capacità dei sistemi sanitari.

La pubblicazione sottolinea la complessità dei fattori che determinano l’incidenza e l’esito del cancro. I determinanti biologici, come la genetica, rappresentano meno del 5 % dei casi, ma influiscono sulle differenze di sopravvivenza, soprattutto tra i sessi. Le condizioni socioeconomiche (istruzione, reddito, occupazione) sono forti indicatori del rischio di cancro, influenzando consapevolezza, esposizione ai rischi e accesso alle cure. Anche le influenze ambientali e i comportamenti, come il fumo e l’inattività fisica, contribuiscono in modo significativo all’incidenza della malattia. I sistemi sanitari, infine, determinano l’efficacia della prevenzione e della cura.

I dati Eurostat mostrano che in alcune regioni i tassi di mortalità per cancro sono più che raddoppiati rispetto ad altre. Anche all’interno degli stessi paesi si registrano differenze significative: ad esempio, le minoranze rurali hanno un rischio maggiore di mortalità per cancro cervicale, mentre altre regioni mostrano un alto numero di decessi per cancro ai polmoni legati al fumo.

Per quanto concerne l’Italia, le regioni settentrionali registrano una copertura più elevata ed una maggiore aderenza agli inviti allo screening rispetto alle regioni meridionali che presentano tassi significativamente inferiori. Questa disparità contribuisce ad una maggiore prevalenza di tumori al seno in fase avanzata al sud (la pubblicazione menziona il programma di diagnosi Frecciarosa 2024 lanciato in Sicilia dove Ferrovie dello Stato ha usato la propria rete di trasporti per migliorare l’accesso allo screening del cancro al seno, in particolare per le donne che vivono in aree svantaggiate). Inoltre, nella penisola, si può osservare un trend inverso per quanto riguarda i casi di cancro dovuti allo smog; infatti, l’elevato livello di inquinamento ambientale nella regione centro-settentrionale è associato a una maggiore mortalità per cancro rispetto alle regioni meridionali.

Infine, la pubblicazione del CdR propone raccomandazioni fondate sull’analisi di 30 casi studio, che coprono sei aree tematiche: screening, diagnosi, cooperazione transfrontaliera, sensibilizzazione, iniziative per gruppi vulnerabili e campagne per uno stile di vita sano. Queste raccomandazioni sottolineano l’importanza di una collaborazione regionale più forte, di politiche di prevenzione su misura, di partenariati pubblico-privati e di una migliore raccolta di dati sul cancro. La diagnosi precoce, l’educazione sanitaria e l’adozione di nuove tecnologie rappresentano strumenti chiave, mentre l’approccio “Salute in tutte le politiche” (Health in All Policies) si conferma cruciale per ridurre le disuguaglianze e costruire comunità europee più sane.

 

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digital health

Pubblicato lo studio dell’UE sull’impiego dell’intelligenza artificiale nei sistemi sanitari

In questo nuovo studio, commissionato dalla Commissione europea, si articola come l’intelligenza artificiale abbia un grande potenziale per migliorare l’efficienza, ridurre gli oneri amministrativi e migliorare la diagnosi e il trattamento nel settore sanitario, ma la sua diffusione rimane lenta a causa di ostacoli tecnologici, normativi, organizzativi e culturali. L’UE è in una posizione ideale per guidare un’adozione sicura, etica ed equa, a condizione che le sfide siano affrontate e che vengano attuati quadri di sostegno.

Il nuovo studio dell’UE

I sistemi sanitari di tutto il mondo devono affrontare pressioni crescenti dovute ai cambiamenti demografici, all’aumento della prevalenza di malattie croniche e complesse, all’incremento dei costi e alla carenza di personale. L’intelligenza artificiale (IA) offre un potenziale significativo per mitigare queste sfide, migliorando l’efficienza, riducendo gli oneri amministrativi e migliorando i percorsi diagnostici e terapeutici. Nonostante queste promesse, l’adozione degli strumenti di IA nella pratica clinica rimane limitata e lenta.

Per redigere lo studio la Commissione europea ha utilizzato un approccio misto che combina analisi della letteratura esistente, consultazioni con gli stakeholder, sondaggi, interviste, workshop e casi di studio. Ha identificato i principali ostacoli che impediscono l’implementazione dell’IA nell’assistenza sanitaria in quattro ambiti: sfide tecnologiche e relative ai dati, complessità legali e normative, vincoli organizzativi e aziendali, fattori sociali e culturali. Allo stesso tempo, ha evidenziato gli acceleratori, ovvero le strategie di successo attuate dagli ospedali a livello globale, che potrebbero ispirare le migliori pratiche nell’Unione europea.

Lo studio sottolinea la posizione unica dell’UE nel guidare l’implementazione sicura, efficace, etica ed equa dell’IA nell’assistenza sanitaria. Trovando un equilibrio tra il sostegno all’innovazione e la tutela dei diritti dei pazienti, l’UE può contribuire a promuovere l’adozione sostenibile dell’IA. Particolare attenzione è rivolta al potenziale trasformativo dell’IA nella cura del cancro, nella fornitura di assistenza sanitaria a distanza e nell’uso di dati sanitari su larga scala.

Le considerazioni future delineate nello studio includono la definizione di standard comuni per la governance dei dati e l’interoperabilità, lo sviluppo di centri di eccellenza, la garanzia di meccanismi di finanziamento, la conduzione di valutazioni delle prestazioni locali e la creazione di cataloghi di soluzioni di IA affidabili. Viene inoltre proposto un quadro di monitoraggio e indicatori per seguire i progressi e garantire l’integrazione a lungo termine.

Lo studio conclude che, sebbene l’IA da sola non possa risolvere le pressioni sistemiche sul settore sanitario, essa può essere un fattore determinante per la creazione di sistemi sanitari più resilienti, efficienti e incentrati sul paziente in tutta Europa, a condizione che vengano affrontati gli ostacoli e sfruttati gli acceleratori.

 

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digital health

Al via la IT4LIA AI Factory: Bologna diventa uno dei principali centri europei per l’intelligenza artificiale

L’IT4LIA AI Factory, inaugurata al DAMA Tecnopolo di Bologna con un investimento di 420 milioni di euro, è una delle prime piattaforme europee dedicate all’intelligenza artificiale. L’iniziativa, sostenuta da UE, Governo e istituzioni italiane, consolida l’Italia come hub strategico per supercalcolo, big data e innovazione digitale.

Il lancio dell’IT4LIA AI Factory

L’IT4LIA AI Factory è una delle prime piattaforme europee interamente dedicate all’intelligenza artificiale. L’avvio del progetto è stato celebrato con un evento istituzionale di rilievo nazionale ed europeo, che ha visto la partecipazione della vicepresidente della Commissione europea Henna Virkkunen, della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e del presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale, insieme a rappresentanti del mondo scientifico e industriale.

La giornata è iniziata con la visita alle infrastrutture del Tecnopolo gestite da Cineca e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che ospitano strumenti di calcolo tra i più avanzati d’Europa: dal supercomputer Leonardo alla piattaforma cloud Gaia, fino ai futuri sistemi di calcolo quantistico e al data center INFN-CNAF.

Secondo Virkkunen, IT4LIA dimostra l’impegno dell’Italia verso la sovranità digitale e contribuisce a rendere l’Europa un continente leader per un’IA sicura ed etica. La ministra Bernini ha sottolineato il ruolo strategico del Tecnopolo, integrato con il Centro nazionale HPC, Big Data e Quantum Computing, e ha evidenziato le opportunità per PMI, startup e pubbliche amministrazioni nei settori agroalimentare, manifatturiero e della cybersicurezza.

L’iniziativa conferma l’Emilia-Romagna come hub europeo del supercalcolo e della ricerca avanzata, generando opportunità concrete di sviluppo e lavoro qualificato. Anche il direttore dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Bruno Frattasi, ha ribadito come la Factory rappresenti un tassello chiave per l’autonomia tecnologica italiana.

Il progetto beneficia di un investimento di circa 420 milioni di euro, cofinanziato dalla Commissione europea e dal Governo italiano, con la collaborazione di Austria e Slovenia e il supporto di istituzioni e università italiane. Grazie a un modello a sportello unico, IT4LIA AI Factory offrirà accesso semplificato a dati e servizi avanzati, rafforzando la collaborazione tra ricerca, imprese e istituzioni e consolidando il ruolo dell’Italia come protagonista europea dell’intelligenza artificiale e del supercalcolo.

 

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digital health

R&I Days 2025: focus sul progetto MAESTRIA sulla miopatia atriale

Il 16 e 17 settembre 2025 a Bruxelles si terranno le giornate europee della ricerca e dell’innovazione (R&I) per scoprire le innovazioni che plasmano il futuro dell’Europa. Si parlerà dei progetti gestiti da HaDEA nei settori della salute, del digitale e della transizione verde attraverso panel, mostre e networking.

R&I Days

La sesta edizione delle Giornate europee della ricerca e dell’innovazione (R&I Days) mira a riunire responsabili politici, ricercatori, imprenditori e innovatori. L’evento esplorerà il futuro delle R&I europee, con particolare attenzione alla competitività, alla sostenibilità e alla leadership industriale.

Quest’anno saranno presentati tre progetti gestiti dall’Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale (HaDEA) per il loro contributo alla transizione sanitaria, digitale e verde:

MAESTRIA

Questo progetto Horizon 2020 si concentra sul miglioramento della diagnosi e della gestione della miopatia atriale, una patologia cardiaca legata alla fibrillazione atriale e all’ictus. MAESTRIA integra imaging avanzato, intelligenza artificiale e apprendimento automatico per consentire una diagnosi personalizzata e una migliore valutazione del rischio. Il progetto sta sviluppando la prima piattaforma digitale diagnostica per la cardiomiopatia atriale, con l’obiettivo di migliorare l’accuratezza, l’efficienza e la prevenzione di gravi complicanze.

PERSEPHONE

PERSEPHONE sta sviluppando robot autonomi ed efficienti dal punto di vista energetico per esplorare in sicurezza miniere profonde o abbandonate. Questi robot compatti utilizzano telecamere e sensori per scansionare i tunnel in 3D, creando un gemello digitale della miniera. Ciò consente una perforazione più sicura ed efficiente, riduce gli sprechi e i costi e garantisce l’accesso alle materie prime essenziali per la transizione verde.

eMOTIONAL Cities

Recentemente completato, questo progetto Horizon 2020 ha esplorato il modo in cui gli ambienti urbani influenzano la salute umana. Utilizzando tecnologie indossabili, i ricercatori hanno raccolto in tempo reale le risposte emotive e cognitive nelle città. I risultati aiutano a progettare spazi urbani più sani e più connessi.

 

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Altro

Rapporto EuroHealthNet-CHAIN sulle disuguaglianze sociali nella salute

EuroHealthNet ha pubblicato il suo rapporto intitolato “Disuguaglianze sociali nella salute nell’UE” (Social Inequalities in Health in the EU), redatto in collaborazione con il Centre for Health Equity Analytics (CHAIN).

IL RAPPORTO E IL SUO EVENTO

Questo studio, basato sui dati dell’Indagine sociale europea del 2014 e del 2024, fornisce il quadro più dettagliato finora disponibile delle disuguaglianze sociali nella salute in Europa negli ultimi dieci anni. Il rapporto mostra come i risultati sanitari siano influenzati dall’istruzione, dal reddito, dalle condizioni di vita e di lavoro, nonché dall’accesso ai servizi essenziali. Il rapporto presenta inoltre esempi di azioni promettenti in tutta Europa e fornisce raccomandazioni per i responsabili politici dell’UE e nazionali.

Questo rapporto viene presentato da EuroHealthNet con due eventi: una riunione di alto livello trasmessa in diretta streaming dal Parlamento europeo il 25 settembre p.v e un webinar il 26 settembre p.v.

  • 25 settembre: dedicato alle disuguaglianze sociali in materia di salute in Europa, viste non sono solo come una sfida, ma come un invito all’azione. I risultati in materia di salute sono indissolubilmente legati al nostro contesto socioeconomico, all’istruzione, alle condizioni di vita e di lavoro e all’accesso ai servizi essenziali. Affrontare questi fattori non è solo un imperativo sanitario, ma è essenziale per preservare il modello sociale europeo e garantirne la competitività.
  • 26 settembre: il workshop online riunisce esperti di sanità pubblica europei, nazionali e regionali, ricercatori, responsabili politici e rappresentanti della società civile per discutere in modo più approfondito i dati nazionali e subnazionali contenuti nella relazione, le buone pratiche e le raccomandazioni.

 

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bandi cure integrate Salute Globale

EU4Health: nuovi bandi 2025

HaDEA ha pubblicato due nuovi bandi (tender) il cui scopo è la preparazione alle crisi a sostegno dello sviluppo di contromisure mediche innovative per le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari e per lo sviluppo di nuovi test diagnostici per le malattie trasmesse da vettori. Le due call, aperte dal 4 settembre al 4 dicembre 2025, si inseriscono nel quadro delle politiche europee nell’ambito del programma di lavoro EU4Health 2025.

I due nuovi bandi in ambito EU4Health

Aperta la call EU4H-2025-HERA-PJ-1 a sostegno dello sviluppo di contromisure mediche innovative per le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (HERA), con tre sottotemi:

  • EU4H-2025-HERA-PJ-1-a — Invito a presentare proposte a sostegno dello sviluppo di contromisure mediche innovative per le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (HERA) – Prodotti Medicinali – CP-g-25-01.
  • EU4H-2025-HERA-PJ-1-b — Invito a presentare proposte a sostegno dello sviluppo di contromisure mediche innovative per minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (HERA) — Dispositivi di protezione individuale respiratori riutilizzabili e tute di protezione — CP-g-25-01.
  • EU4H-2025-HERA-PJ-1-c – Invito a presentare proposte a sostegno dello sviluppo di contromisure mediche innovative per le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (HERA) – Rilevamento e diagnosi.

Questo nuovo bando EU4Health e i suoi sottotemi sostengono la priorità politica di migliorare la disponibilità e l’accessibilità delle contromisure mediche, sostenere l’innovazione e l’accesso a tali prodotti e, in ultima analisi, migliorare la preparazione alle future emergenze sanitarie, con particolare attenzione alle capacità civili.

Gli stakeholder sono invitati a informarsi e a presentare la propria candidatura sul portale F&T dell’UE entro il 4 dicembre 2025, alle ore 17:00.

È stata anche aperta la call EU4H-2025-HERA-PJ-2 per lo sviluppo di nuovi test diagnostici per le malattie trasmesse da vettori (HERA)

Questo bando mira a sostenere lo sviluppo di tecnologie diagnostiche innovative che rispondano a tali esigenze. Promuovendo i progressi nel campo della diagnostica, l’Unione mira a migliorare la sorveglianza sanitaria, potenziare la prevenzione delle malattie e garantire migliori risultati sanitari per i suoi cittadini, rafforzando così la resilienza complessiva dei suoi sistemi sanitari contro le malattie trasmesse da vettori.

Gli stakeholder sono invitati a informarsi e a presentare la propria candidatura sul portale F&T dell’UE entro il 4 dicembre 2025, alle ore 17:00.

 

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Salute Globale

L’OMS/Europa rafforza la sicurezza sanitaria per la poliomielite attraverso il suo Laboratory Network

Migliorare il monitoraggio della poliomielite e la preparazione dei laboratori di ricerca è fondamentale, poiché i recenti casi rilevati evidenziano i rischi persistenti nella Regione europea dell’OMS. Il mantenimento delle prestazioni dei laboratori, la rapida condivisione dei dati e un’elevata copertura vaccinale sono elementi chiave per preservare lo status di regione libera dalla poliomielite.

LA poliomielite IN EUROPA

In risposta all’aumento dei casi di poliovirus rilevati in campioni ambientali in sei paesi, l’OMS/Europa ha organizzato una consultazione con i laboratori regionali di riferimento dell’OMS e i laboratori specializzati globali per la poliomielite il 12-13 agosto 2025 a Londra.

Esperti provenienti da tutta la regione si sono riuniti per valutare le attuali tendenze epidemiologiche e virologiche e sviluppare strategie volte a mantenere elevate le prestazioni dei laboratori nonostante le limitazioni delle risorse. Tra le azioni chiave concordate figurano la garanzia di una tempestiva comunicazione dei dati, la sicurezza delle catene di approvvigionamento dei reagenti e della capacità dei laboratori oltre il 2026 e il rafforzamento della collaborazione tra i laboratori per una più rapida condivisione delle informazioni.

Sebbene la regione sia stata dichiarata libera dalla poliomielite nel 2002, continuano a verificarsi importazioni del virus. Nel luglio 2025, la Germania ha segnalato 8 campioni ambientali positivi al poliovirus. La copertura vaccinale non ottimale in alcune aree espone a rischio le popolazioni vulnerabili, sottolineando l’importanza di una rapida individuazione e risposta.

La rete regionale europea di laboratori per la poliomielite dell’OMS (Polio Laboratory Network), che comprende 47 laboratori in 37 paesi, svolge un ruolo centrale in questo sforzo. Questi laboratori effettuano test sui virus, sequenziamenti e accreditamenti annuali dell’OMS per garantire la qualità e la prontezza, sostenendo l’obiettivo della Regione di mantenere il suo status di area libera dalla poliomielite.

 

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lotta contro il cancro

L’OMS esorta ad agire contro l’epatite, annunciando che l’epatite D è cancerogena

Stando ai dati condivisi dall’OMS, ogni 30 secondi una persona muore per una malattia epatica o un tumore correlati all’epatite, nonostante ci siano gli strumenti per fermare questa malattia. Di conseguenza l’OMS esorta i governi e i partner a intensificare gli sforzi per eliminare l’epatite virale come minaccia per la salute pubblica e ridurre i decessi per cancro al fegato.

I vari tipi di Epatite

Esistono vari tipi di epatite; quelli virali di tipo A, B, C, D ed E sono le principali cause di infezione epatica acuta. I tipi B, C e D possono portare a infezioni croniche, aumentando il rischio di cirrosi, insufficienza epatica e cancro. Più di 300 milioni di persone nel mondo convivono con queste forme di epatite, che causano 1,3 milioni di decessi all’anno. La maggior parte dei casi non viene diagnosticata.

Recentemente, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato l’epatite D come cancerogena per l’uomo, insieme all’epatite B e C. Le persone infette sia da B che da D corrono un rischio da due a sei volte maggiore di sviluppare un tumore al fegato. L’OMS ha pubblicato nuove linee guida sui test e sulla diagnosi e sta monitorando attentamente i risultati dei trattamenti innovativi per l’epatite D.

Esistono farmaci efficaci: l’epatite C può essere curata entro tre mesi e l’epatite B può essere controllata con una terapia permanente. Tuttavia, i benefici di questi progressi potranno essere realizzati solo attraverso un urgente potenziamento dei servizi di vaccinazione, test, riduzione del danno e trattamento.

Si stanno compiendo progressi: ad oggi 123 paesi hanno segnalato piani d’azione nazionali contro l’epatite, 129 hanno adottato il test dell’epatite B per le donne in gravidanza e 147 hanno introdotto il vaccino contro l’epatite B alla nascita. Tuttavia, permangono notevoli lacune. Nel 2022 solo il 13% delle persone affette da epatite B e il 36% di quelle affette da epatite C erano state diagnosticate, e i tassi di trattamento sono al di sotto degli obiettivi globali.

Per accelerare i progressi, l’OMS sta collaborando con il Rotary International e la World Hepatitis Alliance chiedendo investimenti, integrazione e una leadership comunitaria più forte per prevenire le infezioni, salvare vite umane e porre fine allo stigma.

 

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Salute mentale

OMS: roadmap sulla Salute mentale per integrare l’esperienza vissuta dai pazienti

Questa roadmap dell’OMS e della Commissione europea offre un quadro di riferimento in sei punti, illustrato con casi di studio europei, per guidare governi, responsabili politici, fornitori, professionisti e sostenitori nell’integrazione di questa competenza nei sistemi di salute mentale.

I contenuti della roadmap

La roadmap evidenzia come l’integrazione dei professionisti con esperienza nei sistemi sanitari e sociali è fondamentale per realizzare un’assistenza sanitaria mentale orientata al recupero. Questi professionisti forniscono un modello di recupero e colmano il divario tra le strutture sanitarie tradizionali e gli utenti dei servizi, umanizzando e promuovendo l’inclusività dei servizi.

Questa roadmap, creata in collaborazione con l’Ufficio regionale dell’OMS per l’Europa e la Commissione europea, fornisce un quadro strutturato per integrare le competenze derivanti dall’esperienza vissuta/vissuta nei sistemi di salute mentale e nel personale che vi opera. Il suo obiettivo è quello di consentire ai paesi di abbandonare l’inclusione simbolica e di orientarsi verso la co-creazione di servizi di salute mentale, riconoscendo al contempo le sfide sistemiche legate all’integrazione di questi ruoli, tra cui la resistenza del personale tradizionale, i vincoli politici e le incongruenze nei finanziamenti.

Il quadro della roadmap è articolato in sei azioni:

  1. Rafforzare le politiche promuovendo l’inclusione dei professionisti con esperienza nelle politiche e nelle strategie nazionali in materia di salute mentale, garantendo l’allineamento con i principi orientati al recupero;
  2. sviluppare la capacità di preparazione organizzativa rafforzando i sistemi e la cultura organizzativa per sostenere l’efficace integrazione dei professionisti nei team multidisciplinari e nei sistemi di salute mentale più ampi, garantendo l’allineamento con i principi orientati al recupero;
  3. promuovere la co-creazione, la collaborazione e l’integrazione integrando i principi di co-creazione nella progettazione, erogazione e valutazione dei servizi di salute mentale per garantire che l’esperienza e altre forme di competenza informino i miglioramenti sistemici;
  4. standardizzare la formazione e la certificazione co-creando e implementando programmi di formazione e certificazione standardizzati per i professionisti con che garantiscano coerenza, professionalità, fedeltà ai principi dell’esperienza vissuta e alla pratica orientata al recupero;
  5. migliorare la supervisione e il supporto istituendo modelli di supervisione clinica/pratica riflessivi e basati sui punti di forza per fornire ai professionisti il supporto necessario per gestire le sfide emotive e orientarsi tra le aspettative professionali, mantenendo al contempo le migliori pratiche e la fedeltà ai principi dei ruoli professionali basati sull’esperienza vissuta;
  6. ampliare l’accesso attraverso strumenti accessibili e digitali, utilizzando piattaforme digitali per espandere la portata dei professionisti, in particolare nelle aree remote e svantaggiate. Comprendere il potenziale trasformativo degli esperti nella creazione di servizi orientati al recupero è fondamentale per immaginare un futuro in cui i sistemi di salute mentale siano accessibili a tutti.

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digital health

Funding Paper EHMA: Digitalizzazione dei percorsi di gestione dei farmaci ospedalieri in tutta Europa

Il Funding Paper dell’EHMA (European Health Management Association) mostra come i sistemi digitali possano migliorare la sicurezza, ridurre gli errori, aumentare l’efficienza e alleggerire la pressione sugli operatori sanitari. EHMA fa parte dell’Alleanza per la digitalizzazione dei percorsi di gestione dei farmaci negli ospedali EPACT (Alliance for the digitalisation of hospitals medication management pathways) e in questa pubblicazione descrive le principali opportunità di finanziamento dell’UE, tra cui Recovery and Resilience Facility, EU4Health, Digital Europe e i fondi della politica di coesione.

Il Funding Paper

Basandosi su iniziative come il Critical Medicines Act e casi di studio provenienti da Italia, Germania, Irlanda e Ucraina, il Funding Paper evidenzia le migliori pratiche per investire e modernizzare i sistemi ospedalieri ed invita le istituzioni dell’UE, i governi e i dirigenti ospedalieri ad agire con urgenza per:

  • Investire attraverso i programmi UE esistenti;
  • integrare la gestione digitale dei farmaci nello Spazio europeo dei dati sanitari;
  • diffondere soluzioni collaudate che riducano gli errori e liberino il personale per la cura dei pazienti.

Questo Funding Paper evidenzia l’urgente necessità di digitalizzare i percorsi di gestione dei farmaci negli ospedali e delinea i principali programmi di finanziamento dell’UE a sostegno di questo cambiamento. Poiché i sistemi sanitari sono sottoposti a una pressione crescente, la digitalizzazione è essenziale per migliorare la sicurezza dei pazienti, ridurre gli errori, aumentare l’efficienza e sostenere gli operatori sanitari.

Mentre altri settori della sanità digitale hanno compiuto progressi, i processi relativi ai farmaci ospedalieri rimangono in gran parte manuali, richiedendo tempo e risorse significative per l’ordinazione, lo stoccaggio, la distribuzione e il monitoraggio. Ciò crea inefficienze, aumenta il rischio di errori e aumenta il carico di lavoro del personale. Con circa 80 milioni di errori gravi nella somministrazione dei farmaci ogni anno in tutta Europa, sono urgentemente necessarie soluzioni intelligenti e basate sui dati.

Questo Funding Paper suggerisce come, nel marzo 2024, la Commissione europea abbia pubblicato una relazione strategica a sostegno della proposta di legge sui medicinali critici, identificando 260 medicinali critici, 29 dei quali sono altamente vulnerabili a causa dell’eccessiva dipendenza dai fornitori. La legge propone misure strutturali, normative e di politica industriale per rafforzare la resilienza e garantire l’accesso ai farmaci essenziali.

Il Funding Paper esamina anche come gli strumenti di finanziamento dell’UE, quali il dispositivo per la ripresa e la resilienza, EU4Health, Digital Europe e i fondi della politica di coesione, possano contribuire a modernizzare la gestione dei farmaci. Casi di studio provenienti da Italia, Germania, Irlanda e Ucraina illustrano le migliori pratiche in materia di investimenti strategici e attuazione.

 

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