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La sottocommissione per la sanità pubblica al Parlamento Europeo diventa commissione permanente

Lo scorso venerdì (13 dicembre 2024) rispondendo alle aspettative dei cittadini ed in conformità con le priorità del PE per la decima legislatura, i capigruppo politici del Parlamento europeo (tra cui il Presidente Metsola) hanno deciso di potenziare le sottocommissioni per la sicurezza e la difesa e per la sanità pubblica come commissioni permanenti a tutti gli effetti, nonché di creare una commissione speciale sullo scudo democratico e una sugli alloggi.

Parlamento europeo: commissioni e sottocommissioni riguardanti la sanità

Hanno proposto che:

  • la sottocommissione per la Sicurezza e la Difesa (subcommittee on Security and Defence) diventi la commissione permanente per la Sicurezza e la Difesa;
  • la sottocommissione per la Sanità pubblica (subcommittee on Public Health) diventi la commissione permanente per la Sanità pubblica;
  • venga istituita una commissione speciale sullo Scudo della democrazia europea (special committee on European Democracy Shield);
  • venga istituita una commissione speciale sulla crisi degli alloggi nell’Unione Europea (special committee on Housing Crisis in the European Union);

Lo scorso mercoledì (18 dicembre 2024) i deputati hanno votato a Strasburgo le proposte stabilendo così che le commissioni permanenti saranno composte da 43 membri (ciascuna) mentre quelle speciali saranno composte da 33 membri (ciascuna) ed avranno un mandato di 12 mesi.

I membri delle due commissioni permanenti e delle due commissioni speciali saranno determinati da ciascun gruppo politico e dai deputati non iscritti. La composizione delle commissioni sarà annunciata durante la sessione plenaria del 20-23 gennaio 2025.

Le sottocommissioni per la sicurezza e la difesa e per la sanità pubblica cesseranno di esistere il primo giorno della sessione plenaria di gennaio e tutte e quattro le commissioni saranno formalmente istituite lo stesso giorno. I presidenti e i vicepresidenti di ciascuna commissione saranno eletti nelle rispettive riunioni costitutive.

 

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bandi digital health

euROBIN: al via la terza call sulla robotica nell’ambito del programma di scambio tecnologico

La terza call dell’euROBIN il cui scopo è condividere dati e conoscenze per sfruttare la loro diversità così da poter migliorare l’IA e la robotica all’interno dell’UE avrà come termine ultimo per la presentazione delle domande è fissato al 19 febbraio 2025. Il finanziamento massimo previsto è di 60.000 euro.

Cos’è euROBIN

euROBIN è la rete di eccellenza che riunisce le competenze europee in materia di robotica e intelligenza artificiale (IA). Rappresenta una piattaforma paneuropea unificata per la ricerca e lo sviluppo. Per la prima volta, diversi laboratori di ricerca di spicco in tutta Europa stanno conducendo ricerche congiunte sulla robotica basata sull’intelligenza artificiale.

Gli obiettivi includono sia progressi scientifici significativi su questioni fondamentali della robotica basata sull’IA, sia il rafforzamento della comunità scientifica della robotica in Europa, fornendo una piattaforma comunitaria integrativa. La rete è aperta a tutta la comunità robotica e prevede meccanismi di finanziamento a cascata per raddoppiare il numero di membri nei prossimi anni.

CHI PUÒ CANDIDARSI

Sia per i bandi aperti del Programma di scambio tecnologico che per i progetti di collaborazione, si cerca un singolo candidato (non un consorzio) che sia:

  • un’azienda registrata prima del 20 novembre 2024;
  • un’organizzazione di ricerca;
  • un’istituzione accademica di ricerca registrata prima del 20 novembre 2024.

I candidati devono essere registrati:

  • in uno degli Stati Membri dell’Unione europea e i loro Paesi e territori d’oltremare (PTOM);
  • o nei Paesi terzi associati a Horizon Europe.

 

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Comitato europeo delle regioni (CdR): Cambiamento demografico come priorità per l’UE

Il Comitato europeo delle regioni (CdR) ha espresso approvazione riguardo le conclusioni del Consiglio dei ministri dell’Unione europea sul ruolo della politica di coesione nell’affrontare le sfide demografiche, adottate il 28 novembre.

Cambiamento demografico: Quali sono gli esiti

Le conclusioni che sono state tratte riflettono molti dei precedenti appelli del CdR, in particolare la richiesta di riconoscere la transizione demografica come una priorità chiave dell’UE insieme alla trasformazione verde e digitale. Il 20 novembre, il CdR ha emesso un parere in cui sollecitava a pieno la politica di coesione per affrontare il cambiamento demografico, presentato da Raquel García González, Director-General per gli affari europei dell’Asturia.

Il CdR incita ad una definizione europea unica di “regions in demographic transition” (regioni in transizione demografica) per facilitare un migliore monitoraggio e supporto degli investimenti che affrontano queste sfide. Il Consiglio ha riconosciuto il ruolo della politica di coesione come strumento fondamentale dell’UE per mitigare e adattarsi ai cambiamenti demografici. L’importanza del principio di partenariato è stata evidenziata per garantire il coinvolgimento attivo delle autorità nazionali, regionali e locali nella progettazione e nell’attuazione delle politiche.

In linea con le raccomandazioni del CdR, il Consiglio ha evidenziato la necessità di un uso più efficace degli attuali meccanismi di investimento territoriale dell’UE e di un monitoraggio più attento degli investimenti demografici. Il Consiglio invita inoltre la Commissione europea a esplorare approcci territoriali integrati e ad affrontare questioni più ampie come l’accesso ai servizi pubblici, la tassazione e le norme sugli aiuti di Stato per affrontare efficacemente il cambiamento demografico.

Raquel García González ha espresso soddisfazione per il sostegno del Consiglio alla posizione del CdR. Ha inoltre chiesto dati aggiornati, tassi di cofinanziamento su misura e norme sugli aiuti di Stato modificate per aiutare le regioni in difficoltà a garantire pari accesso ai servizi pubblici per tutti i cittadini. Questo allineamento tra il CdR e il Consiglio mira a rafforzare la risposta dell’UE alla sfida del cambiamento demografico.

 

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OMS: pubblicato il rapporto biennale 2022-2023

Lo scorso novembre è stato pubblicato il Rapporto biennale 2022-2023 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), realizzato dall’Ufficio europeo per gli investimenti nella salute e lo sviluppo, con l’obiettivo di promuovere azioni collettive per costruire società resilienti e sane.

Il rapporto evidenzia le principali sfide affrontate dalla regione, tra cui l’aumento delle disuguaglianze sociali, la povertà infantile, e la crisi sanitaria nelle aree rurali, offrendo soluzioni innovative e partenariati per affrontarle.

RAPPORTO OMS: EQUITÀ SANITARIA E BENESSERE, PRIORITÀ PER LA RIPRESA ECONOMICA

Eventi di alto livello organizzati dall’Ufficio OMS di Venezia e dai suoi partner hanno evidenziato che le sfide globali non possono essere affrontate da un solo settore o paese. La crisi del costo della vita, le conseguenze della pandemia di COVID-19 e le crescenti insicurezze economiche hanno aggravato le disuguaglianze sociali, incrementando la povertà e l’esclusione sociale, soprattutto tra le popolazioni vulnerabili.

Tra le conclusioni del rapporto emerge l’aumento della povertà, con il 20% dei bambini in Europa che vive in condizioni precarie. La carenza di investimenti nei sistemi sanitari rurali ha portato a oltre 600.000 morti tra il 2019 e il 2023. Problemi di salute mentale come ansia, depressione e solitudine hanno colpito in particolare giovani, anziani e categorie economicamente svantaggiate. La crisi ha avuto un impatto negativo anche sulla parità di genere: 1,5 milioni di donne hanno perso il lavoro, accompagnate da un aumento della violenza di genere e una riduzione dei servizi di supporto.

Per affrontare queste criticità, l’Ufficio europeo dell’OMS ha avviato iniziative che includono politiche mirate per piccole regioni, l’accesso equo a innovazioni sanitarie e nuove coalizioni per rafforzare i sistemi sanitari pubblici. Si sottolinea inoltre il ruolo della spesa pubblica mirata a promuovere salute, equità e benessere collettivo.

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JPIAMR: annunciati i progetti vincitori della call di contrasto alla resistenza antibatterica

13 progetti che coinvolgono 64 partner di 15 Paesi diversi sono stati raccomandati per il finanziamento nell’ambito del 17° bando transnazionale JPIAMR. Il bando rientra nell’ambito della rete ERA-NET JPIAMR-ACTION e l’importo totale dei finanziamenti è di 17,2 milioni di euro.

I temi del bando transnazionale JPIAMR

I progetti mirano a migliorare, confrontare e valutare l’efficacia, l’economicità e l’adozione degli interventi esistenti contro le infezioni batteriche o fungine e/o a progettare nuovi interventi concentrandosi sui due temi del bando:

  • Progettare nuovi o migliorati interventi per prevenire, mitigare e/o trattare le infezioni fungine, che sono resistenti ai trattamenti e/o sono a rischio di sviluppare resistenza.
  • Migliorare e/o confrontare e/o valutare strategie, tecnologie, trattamenti, metodi, protocolli o raccolta dati basati su interventi esistenti, con l’obiettivo di prevenire o ridurre l’emergere o la diffusione della resistenza antibatterica o antimicotica o di trattare/curare le infezioni causate da batteri/funghi resistenti e raccomandare nuove politiche.

I progetti scelti sono i seguenti:

  • INTRODUCE: Questo progetto mira a sviluppare una tabella di marcia per l’introduzione di nuovi antibiotici dopo la loro approvazione normativa, per coordinare i processi a livello internazionale e fornire indicazioni per il monitoraggio dell’uso e dello l’aumento della resistenza.
  • SHIELD: Questo progetto esplora il potenziale della trained immunity (TI) per migliorare la difesa dell’ospite contro le infezioni fungine, offrendo una soluzione per combattere la resistenza antimicrobica.
  • PHAGES-AntiPERS: Questo consorzio è composto da un team multidisciplinare di clinici, microbiologi e bioinformatici, focalizzato sull’uso di approcci terapeutici innovativi che consentono di superare lo sviluppo di cellule persistenti nelle infezioni croniche e associate a biofilm trattate con fagi litici e antibiotici
  • RAFT: Questo progetto perseguirà un’esplorazione sistematica, uno sviluppo e una comprensione dei metalloantimicotici. Partendo da 3 classi di composti metallici precedentemente identificate, applicheranno la sintesi combinatoria, l’automazione e l’apprendimento automatico per preparare circa 4000 nuovi complessi metallici e ne studieranno le proprietà biologiche.
  • BIORESIST: Questo progetto confronterà i dati whole-genome sequencing (WGS) raccolti, l’uso e l’atteggiamento nei confronti di antimicrobici e biocidi nei paesi europei e in un paese a basso e medio reddito in Africa.
  • COMBAT-AMR: Questo progetto mira a sviluppare una serie di attrezzi standardizzati per gli approcci sperimentali e computazionali connessi, adattati alla progettazione preclinica di trattamenti antibiotici combinati, per poter affrontare gli attuali ostacoli nella progettazione e valutazione di combinazioni antibatteriche, ottimizzate per il trattamento di patogeni associati alla resistenza antimicrobica e per prevenire l’emergenza della resistenza antimicrobica.
  • PHASEK: Questo progetto mira a generare informazioni fondamentali su come combinare in modo ottimale fagi e antimicrobici utilizzando diversi modelli di infezione: in silico, in vitro, colture cellulari ex vivo, modelli organoidi derivati da pazienti e modelli animali murini.
  • FunHitDisco: In questo progetto saranno impiegate due tecnologie innovative di screening ad alto rendimento, lo screening degli elicitori e l’mRNA display, per scoprire composti antifungini.
  • FuGACI: In questo progetto saranno combinati i dataset di genomica globale esistenti provenienti da contesti clinici e di acque reflue, con nuovi dati di genoma e metagenoma provenienti da ospedali in Italia, Paesi Bassi e Australia e dati di acque reflue dal Regno Unito. Saranno poi analizzate le dinamiche di trasmissione e la co-occorrenza interspecie implementando e ottimizzando analisi bioinformatiche all’avanguardia sviluppate originariamente dai partner del progetto per patogeni batterici.
  • PURIFY AMR: Questo progetto propone di valutare in modo completo il potenziale terapeutico di TMP-SMX/purine o 5-FU/purine da soli e in combinazione con ß-lattamici contro MRSA e altri patogeni responsabili di infezioni delle ferite, infezioni correlate ai dispositivi, osteomielite, endocardite e infezioni polmonari in persone affette da fibrosi cistica. Questi dati serviranno a scoprire i loro meccanismi d’azione sottostanti e collegheranno questi meccanismi alla resistenza agli antibiotici.
  • AVOGADRO: Il consorzio si propone di generare glicopeptidi modificati in modo univoco, dotati di un’attività antibatterica più ampia e potenziata contro i ceppi resistenti, attraverso un processo ripetitivo.
  • NanoHeal: Lo scopo di questo progetto è di sviluppare e convalidare nanomateriali antimicrobici sicuri, efficaci e mirati, che possono essere somministrati sulle ferite e favoriranno la guarigione, oltre a garantirne la sterilizzazione. Le tecnologie saranno incorporate in medicazioni a base di gel, che potranno uccidere e respingere i microbi durante la guarigione.
  • Candi-NET: I risultati di questo progetto consentiranno la classificazione dei pazienti negli studi clinici sulla candidemia, nonché la convalida dei biomarcatori della risposta al trattamento del patogeno e dell’ospite e l’emergere della resistenza del patogeno come nuovi endpoint degli studi clinici.

 

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La Commissione riceve il parere scientifico sull’approccio One Health nell’UE

Lo Scientific Advice Mechanism della Commissione Europea ha recentemente pubblicato un evidence report che analizza l’importanza dell’approccio One Health per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite.

Cosa si intende per approccio One Health

One Health è un approccio integrato che riconosce l’interconnessione tra salute umana, salute animale e salute ambientale. Questo modello considera questi ambiti come parti di un sistema unico e interdipendente, proponendo politiche che li affrontino collettivamente per ottenere risultati ottimali per tutti. Le prove scientifiche dimostrano che i benefici dell’applicazione di One Health si estendono a vari settori, tra cui i sistemi sanitari, la sicurezza alimentare, le malattie zoonotiche, la resistenza antimicrobica e le malattie tropicali.

Questo approccio è fondamentale per affrontare le complesse sfide degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite, in particolare quelle legate alla salute globale, alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale. Alcune politiche dell’UE sono già in linea con questo approccio, come:

  • Zero Pollution Action Plan, che punta a ridurre l’inquinamento ambientale;
  • Animal Health Law, che tutela la salute e il benessere degli animali;
  • Strategy on Climate Change, che affronta l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute.

Tuttavia, è necessaria un’ulteriore enfasi su questo approccio, in particolare nell’alimentazione e nell’agricoltura, dove è fondamentale un passaggio a sistemi più sostenibili. Politiche come il Green Deal europeo e la strategia Farm-to-Fork trarrebbero vantaggio da un’attenzione più forte a One Health.

Per implementare One Health in modo efficace, l’UE deve promuovere una maggiore integrazione tra le varie aree politiche, supportata da una forte leadership politica. L’Europa dovrebbe anche svolgere un ruolo attivo negli sforzi globali per sviluppare politiche integrate, condividendo le best practices e incorporando One Health nell’istruzione e nella consapevolezza pubblica. Inoltre, l’UE deve migliorare i sistemi di sorveglianza e monitoraggio per rilevare minacce emergenti tra specie e ambienti.

Infine, è necessaria una miglior produttività degli interventi One Health, sui collegamenti tra salute mentale e fisica e su quei comportamenti interconnessi compresi in quest’approccio, come il commercio di animali selvatici, la gestione dell’acqua ed il consenso delle vaccinazioni.

 

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