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Nuovo rapporto UE: il ruolo dell’assistenza sanitaria nella riduzione delle disuguaglianze e della povertà

L’assistenza sanitaria pubblica svolge un ruolo essenziale nella riduzione di disuguaglianze e povertà all’interno dell’Unione Europea. È quanto emerge dal nuovo rapporto The Role of Healthcare in Reducing Inequalities and Poverty in the EU, pubblicato dalla Commissione europea.

La pandemia ha evidenziato la necessità di sistemi sanitari più resilienti e capaci di reagire a crisi future, in un contesto caratterizzato da invecchiamento demografico, pressioni economiche e aumento dei costi delle tecnologie sanitarie. Il documento sottolinea come difficoltà di accesso alle cure possano accentuare le disuguaglianze e come la tutela del diritto universale alla salute richieda scelte di investimento efficienti e sostenibili.

Il rapporto introduce una metodologia innovativa per valutare in modo più accurato l’impatto redistributivo dell’assistenza sanitaria pubblica, attraverso l’analisi delle Social Transfers in Kind (STiKs). Le STiKs rappresentano beni e servizi forniti gratuitamente o a costo ridotto dallo Stato, come visite mediche, trattamenti, farmaci o servizi diagnostici.

Secondo il documento, queste prestazioni costituiscono circa il 35% dei benefici sociali totali nell’UE e hanno un effetto significativo nella riduzione di disuguaglianza e povertà. Malgrado ciò, il loro impatto sulla povertà o sulla disuguaglianza non viene misurato regolarmente nelle statistiche ufficiali dell’UE, impedendo valutazioni effettivamente complete delle politiche sociali.

Il rapporto risulta particolarmente tempestivo, dato l’attuale contesto di significative pressioni sui finanziamenti e di priorità contrastanti per i fondi pubblici. L’invecchiamento della popolazione aggiunge ulteriore pressione ai sistemi sanitari e, in questo contesto, è essenziale misurare l’efficacia delle prestazioni sociali e garantire che le decisioni politiche sostengano la resilienza dei sistemi sanitari.

Il rapporto utilizza un approccio “ibrido” che combina il metodo assicurativo, basato sulle caratteristiche individuali come età e genere, con elementi dell’approccio dell’uso effettivo, sfruttando i dati disponibili sull’utilizzo dei servizi sanitari.

Un elemento centrale dello studio è l’integrazione delle STiKs nel modello di microsimulazione EUROMOD, lo strumento della Commissione europea che permette di simulare tasse, contributi e trasferimenti sulla base delle norme vigenti nei diversi Stati membri.

EUROMOD consente di ottenere una misura comparabile del reddito disponibile delle famiglie e, con l’ampliamento proposto nel rapporto, anche di analizzare l’impatto complessivo delle prestazioni sanitarie in natura sulla distribuzione del reddito. Grazie a queste simulazioni, il rapporto mostra che le STiKs riducono in modo rilevante l’indice Gini, uno degli indicatori più utilizzati per misurare la disuguaglianza, con riduzioni comprese tra 1,5 e 4,5 punti in quasi tutti gli Stati membri.

Assistenza sanitaria, scenari redistributivi e sostenibilità

Il rapporto evidenzia l’utilità di EUROMOD per simulare scenari ipotetici (“what-if”) e valutare gli effetti potenziali di interventi e riforme. Attraverso questi scenari, è possibile stimare come cambierebbe la distribuzione del reddito se, ad esempio, il sistema sanitario fosse finanziato in modo diverso o se le famiglie dovessero sostenere la spesa sanitaria tramite assicurazioni private. Le analisi mostrano che sistemi basati prevalentemente su contributi sociali tendono a essere più regressivi rispetto a quelli finanziati da imposte dirette. Il rapporto segnala inoltre il valore di questi strumenti per anticipare gli effetti di cambiamenti nel budget sanitario e identificare soluzioni più eque ed efficienti.

Un’altra dimensione analizzata riguarda le spese out-of-pocket (OOP), ovvero i costi sanitari pagati direttamente dalle famiglie al momento dell’erogazione delle prestazioni, come ticket, farmaci non rimborsati o visite specialistiche.

Sebbene tutti gli Stati membri dispongano di sistemi sanitari pubblici, una parte della spesa rimane a carico delle famiglie. Il rapporto mostra che livelli elevati di OOP possono rappresentare una barriera all’accesso, con effetti che si concentrano soprattutto sulle famiglie vulnerabili, sugli anziani e sui lavoratori autonomi. Una bassa spesa OOP tra i redditi più bassi non indica necessariamente una maggiore tutela: può riflettere anche rinuncia o posticipo delle cure per motivi economici, con un aumento delle esigenze mediche non soddisfatte.

Infine, il rapporto richiama l’attenzione sui rischi legati alla sostenibilità intergenerazionale della spesa sanitaria, in un contesto di rapido invecchiamento demografico. Le simulazioni mostrano che, senza correttivi, le generazioni più giovani potrebbero trovarsi a sostenere un carico crescente per finanziare i sistemi sanitari pubblici.

Nel complesso, le evidenze raccolte confermano che l’assistenza sanitaria pubblica è uno degli strumenti più efficaci per ridurre la povertà monetaria e la disuguaglianza nei Paesi dell’UE, e rappresenta un pilastro essenziale per sistemi sanitari resilienti, equi e sostenibili.

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European Child Guarantee: aggiornato il Monitoring Framework

Il Social Protection Committee – Indicators Sub-Group (SPC-ISG), assieme alla Commissione Europea, ha pubblicato la seconda versione del quadro comune di monitoraggio (Monitoring Framework) per la European Child Guarantee (ECG).

L’obiettivo è rafforzare la capacità dell’UE e degli Stati membri di valutare l’accesso effettivo ai diritti fondamentali da parte dei bambini a rischio di povertà o esclusione sociale (AROPE).

European Child Guarantee Monitoring Framework: novità

La Child Guarantee, adottata nel 2021 dal Consiglio UE, mira a garantire a tutti i bambini in difficoltà l’accesso gratuito e di qualità a: educazione prescolare, istruzione, almeno un pasto sano al giorno, assistenza sanitaria, nutrizione adeguata e alloggio dignitoso.

Il documento aggiorna 16 indicatori esistenti e ne introduce 7 nuovi, con particolare attenzione alla qualità dell’istruzione, all’accesso alla sanità (inclusa la salute mentale), alla nutrizione e alla disponibilità di alloggi adeguati.

Tra i principali aggiornamenti si riportano:

  • Maggiore copertura dei bambini con background migratorio, famiglie monoparentali o con disabilità;
  • nuovi dati sui bambini in affidamento e sul trasferimento intergenerazionale della povertà;
  • indicatori di contesto per valutare l’offerta di educazione digitale, screening sanitari gratuiti e accesso a pasti sani anche fuori dall’orario scolastico;
  • nuovi dati sul benessere mentale e sui comportamenti a rischio, come il consumo di tabacco e bevande zuccherate.

Nonostante i progressi, rimangono lacune nella disponibilità di dati comparabili, ad esempio sul numero di bambini senza fissa dimora o sull’accesso effettivo all’edilizia sociale.

Dalla pubblicazione della prima versione del quadro di monitoraggio, la quota complessiva di bambini in povertà è rimasta sostanzialmente stabile: circa 1/4 dei bambini è ancora a rischio povertà o esclusione sociale.

Si è registrato anche un leggero aumento della partecipazione dei bambini in povertà all’istruzione e all’assistenza alla prima infanzia, raggiungendo il 24% nel 2023. Tuttavia, questo tasso rimane inferiore a quello dei bambini più avvantaggiati, il che indica che le barriere all’accesso devono ancora essere affrontate.

Le disuguaglianze educative si sono ampliate, con un aumento di 5 punti percentuali (pp) nel tasso di scarso rendimento scolastico tra i bambini svantaggiati nel 2022 rispetto al 2018.

L’accesso a un alloggio adeguato è leggermente peggiorato: ad esempio, nel 2023 è stato registrato un aumento di 2 punti percentuali dell’incidenza della povertà energetica tra le famiglie con figli in povertà.

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OMS: UHC Watch rileva spese sanitarie insostenibili per il 20% delle famiglie UE

Secondo i dati raccolti dall’OMS tramite UHC Watch, la nuova piattaforma digitale che monitora l’accesso alle cure in più di 45 paesi, fino al 20% delle famiglie in Europa affronta spese sanitarie catastrofiche. I costi maggiori derivano da pagamenti diretti per medicinali, cure odontoiatriche e dispositivi medici, rendendo difficile soddisfare bisogni primari come cibo, riscaldamento e alloggio.

Le famiglie europee sono a rischio: il dato di UHC Watch

Le difficoltà finanziarie colpiscono in modo sproporzionato le fasce più vulnerabili. Nei 40 Paesi analizzati, l’incidenza della spesa sanitaria catastrofica è aumentata del 1,7% negli ultimi anni. Anche nei Paesi più ricchi, milioni di persone si trovano al limite della povertà a causa della forte dipendenza dai pagamenti diretti.

La spesa sanitaria catastrofica si verifica quando l’importo che una famiglia paga di tasca propria supera il 40% della sua capacità di pagare l’assistenza sanitaria. Ciò può significare che la famiglia non può più permettersi di soddisfare altre esigenze di base (cibo, alloggio e utenze). In Europa al momento una famiglia su cinque ha questo problema.

“Il fatto che fino al 20% delle famiglie in alcuni paesi in Europa affronti una spesa sanitaria catastrofica è un duro promemoria dell’urgente necessità di dare priorità alla copertura sanitaria universale”, ha affermato il dott. Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa.

Uno strumento per migliorare l’accesso equo alle cure

Lanciata dall’OMS, la piattaforma UHC Watch fornisce dati aggiornati per aiutare i decisori politici a monitorare e ridurre le barriere economiche all’accesso alle cure. Garantire che nessuno sia costretto a scegliere tra salute e bisogni di base è un obiettivo prioritario per migliorare i sistemi sanitari europei.

 

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