Categorie
Altro

La Commissaria Lahbib interviene sugli aspetti di genere del portafoglio sanitario

Il 12 dicembre scorso, la Commissaria Lahbib ha tenuto un discorso riguardante gli aspetti di genere del portafoglio sanitario durante la settimana della parità di genere del Parlamento europeo sottolineando che rendendo le donne più visibili in tutti i settori, particolarmente nel campo della salute, che tocca ogni aspetto della nostra vita, possa avvantaggiare la società nel suo complesso.

Commissaria Lahbib e i suoi punti chiave

La Commissaria Lahbib suggerisce come si debba migliorare il modo in cui i dati vengono raccolti visto che, per tanto tempo, le differenze tra donne e uomini sono state trascurate nella ricerca medica. L’uguaglianza nella ricerca sanitaria è fondamentale le differenze biologiche influenzano le diagnosi, le risposte ai trattamenti e la guarigione.

Le donne hanno tassi più elevati di malattie come il cancro al seno, l’osteoporosi e i disturbi autoimmuni. Altre malattie, come il diabete, la depressione e le malattie cardiovascolari, colpiscono donne e uomini in modo diverso. Inoltre, i fattori socio-economici, l’istruzione e la violenza di genere hanno un impatto significativo sulla salute delle donne.

Il secondo punto riguarda l’integrazione del genere nelle politiche sanitarie. “I sistemi sanitari che ignorano il genere ignorano la realtà” ha detto la Commissaria. È necessario affrontare i bisogni di tutti: donne, uomini, bambini, anziani e minoranze tramite un approccio preciso e targetizzato. La condivisione delle migliori pratiche tra gli Stati membri migliorerà l’assistenza sanitaria sia per le donne che per gli uomini. La sensibilità di genere è fondamentale per il Piano europeo per la lotta contro il cancro e per altre strategie sanitarie.

Infine, c’è bisogno di più donne negli studi clinici e di una maggiore rappresentanza nello sviluppo degli standard di sicurezza dell’industria. Molti prodotti sono ancora testati solo su corpi maschili, compresi i manichini per i crash test che sono progettati in base alle dimensioni medie del corpo maschile. Quando la salute delle donne viene trascurata, la società ne paga le conseguenze. L’UE perde quasi 290 miliardi di euro all’anno a causa della violenza contro le donne. Affrontare questi problemi va a vantaggio dell’intera società.

“L’uguaglianza di genere nella salute non è solo giusta, ma è essenziale per avere una società più sana” conclude la Commissaria Lahbib

 

Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

Categorie
comunicazione in salute Salute mentale

OMS: Garantire il benessere degli adolescenti per un futuro sano

In un comunicato recente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS ha sottolineato la necessità di tutelare la salute e il benessere degli adolescenti, che attualmente ammontano a quasi 1,3 miliardi in tutto il mondo, per la salute delle generazioni future stesse.

Garantire il benessere degli adolescenti per un futuro sano

L’adolescenza è una fase unica e critica dello sviluppo umano, che comporta importanti transizioni fisiche, emotive e sociali, ed è una finestra fondamentale per gettare le basi a lungo termine per una buona salute. Secondo l’ultima ricerca scientifica pubblicata dall’OMS “Trends in Adolescent Health: Successes and Challenges From 2010 to the Present”, è urgente incrementare gli investimenti per gestire i rischi sanitari e soddisfare le esigenze degli adolescenti in termini di salute mentale, sessuale e riproduttiva. La ricerca riporta anche le sfide più significative che gli adolescenti dovranno affrontare in futuro, tra cui il cambiamento climatico, i conflitti e le disuguaglianze.

A tal proposito, la pubblicazione, presentata durante un evento a margine del “Summit of the future” delle Nazioni Unite, segnala tra le tendenze preoccupanti negli ultimi dieci anni, alti tassi di disturbi mentali, obesità e un aumento delle infezioni sessualmente trasmissibili.

La violenza, incluso il bullismo, continua ad avere impatti devastanti sulla salute fisica e mentale dei giovani. È stata inoltre osservata una preoccupante regressione nell’accesso degli adolescenti alla salute sessuale e riproduttiva e all’educazione sessuale completa, in un contesto di crescente opposizione alla parità di genere e ai diritti umani.

I risultati emergenti da questa pubblicazione enfatizzano pertanto l’importanza di investire nella salute e nel benessere degli adolescenti, con particolare attenzione a elementi fondamentali come l’istruzione, la sanità e la nutrizione. Risulta impellente promulgare e implementare leggi e politiche che tutelino la salute e i diritti delle nuove generazioni, rendendo i sistemi e i servizi sanitari più attenti alle loro specifiche necessità, e dando priorità al coinvolgimento e all’empowerment dei giovani nella ricerca, nella programmazione e nelle politiche.

Per maggiori informazioni si prega di visitare il seguente LINK.

Categorie
Altro

Relazione intermedia comune sull’attuazione del Piano d’azione dell’UE per la parità di genere

Secondo quanto risulta dalla relazione intermedia comune della Commissione europea e del Servizio europeo per l’azione esterna sull’attuazione del piano d’azione dell’UE sulla parità di genere (GAP III) appena pubblicata, nel periodo 2021-2022, durante i primi anni di attuazione del GAP III, l’Unione europea ha impegnato 22,4 miliardi di € per contribuire alla costruzione di un mondo più equo.

L’UE ha sostenuto i paesi partner e la società civile nel miglioramento della parità di genere, con risultati trasformativi, tra cui un’aumentata protezione delle donne e delle ragazze dalla violenza di genere, una più nutrita partecipazione alla vita pubblica e politica, un maggiore accesso all’istruzione, alla sanità e alla protezione sociale e all’emancipazione economica nell’ambito dell’approccio Team Europa.

Al fine di consolidare questi risultati, l’UE proroga la durata del piano d’azione sulla parità di genere dal 2025 al 2027.

 

Tre anni del piano d’azione sulla parità di genere

In molte parti del mondo, i diritti delle donne e delle ragazze sono stati minacciati, ridotti o completamente eliminati, e ciò ha rappresentato un considerevole passo indietro rispetto ai significativi progressi ottenuti nel corso di decenni. Fin dalla sua adozione nel novembre 2020, il piano d’azione sulla parità di genere III ha pertanto messo i diritti umani e l’emancipazione, in particolare per le donne e le ragazze, in cima all’agenda di azioni esterne dell’UE, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e con altri impegni internazionali.

La percentuale di nuove azioni esterne aventi come obiettivo principale o significativo la parità di genere è passata dal 64,71 % nel 2019, prima dell’adozione del GAP III, al 72 % nel 2022, al fine di raggiungere l’obiettivo dell’85 % entro il 2025. I finanziamenti dell’UE per iniziative i cui obiettivi strategici sono la parità di genere e l’emancipazione femminile sono aumentati, passando da circa 9 miliardi di € nel 2021 a 13 miliardi di € nel 2022. La strategia Global Gateway, pubblicata nel dicembre 2021, integrerà gli obiettivi del GAP III.

Nel 2022 la parità di genere è stata all’ordine del giorno dei dialoghi politici, sulla sicurezza e/o sui diritti umani tra l’UE e circa 100 paesi partner. Con 33 di questi paesi i dialoghi si sono concentrati esclusivamente sulla parità di genere. Inoltre, le delegazioni dell’UE hanno elaborato 131 piani di attuazione a livello nazionale che adattano il piano d’azione sulla parità di genere al contesto locale, rafforzando l’approccio Team Europa dell’UE e dei suoi Stati membri.

 

Per scaricare la relazione intermedia si prega di consultare il seguente LINK.

Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

Categorie
Altro workforce

UE, via libera alla ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne

L’Unione europea si appresta a ratificare la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, in linea con il parere della Corte di giustizia del 2021.

A sei anni dalla firma da parte dell’UE della Convenzione – il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante per prevenire e combattere la violenza contro le donne e le ragazze – e nonostante i molteplici appelli del Parlamento europeo in tal senso, l’Unione non l’ha ancora ratificata a causa del rifiuto di alcuni paesi.

Tuttavia, il parere della Corte di giustizia dell’UE del 6 ottobre 2021 ha confermato che l’Unione europea può ratificare la Convenzione di Istanbul anche senza l’accordo di tutti gli Stati membri.

La Plenaria ha approvato due risoluzioni a riguardo. La prima, che riguarda i settori della Pa e quello delle istituzioni, è passata con 472 voti favorevoli, 62 voti contrari e 73 astenuti. Il secondo testo, che chiede di aderire alla Convenzione in materia di cooperazione legale e di asilo, è passato con 464 sì, 81 contrari e 45 astenuti.

Il Consiglio ha quindi richiesto l’approvazione del Parlamento per poter concludere la procedura. I deputati discuteranno la questione martedì e voteranno la loro risoluzione di consenso mercoledì.

L’adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul non esonera gli Stati membri dall’obbligo di ratificarla autonomamente, hanno già avvertito i deputati, esortando i sei Paesi rimanenti – Bulgaria, Cechia, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia – a farlo senza indugio.

Per maggiori informazioni, si prega di consultare il seguente LINK.

Categorie
Altro

Studio sull’impatto del COVID-19 sulla parità di genere nella ricerca e nell’innovazione

Una nuova relazione del gruppo di esperti della Commissione sull’impatto del COVID-19 sulla parità di genere nella ricerca e nell’innovazione sostiene che la pandemia abbia esacerbato le disuguaglianze nella ricerca e nell’innovazione (R&I).

Il rapporto illustra come la chiusura delle strutture di ricerca, la riduzione delle opportunità di networking, la sospensione della mobilità internazionale e la sovrapposizione di lavoro e vita privata abbiano messo in luce criticità e disuguaglianze di genere nel sistema di R&I.

La pandemia di COVID-19 ha colpito in particolare le donne e i gruppi che già prima della pandemia erano meno visibili nelle carriere di ricerca. Diversi studi mostrano una diminuzione della produttività accademica delle ricercatrici, in particolare di quelle all’inizio della carriera.

Inoltre, le donne avevano una quantità sproporzionata di responsabilità di cura, compresa l’istruzione domestica, che ha portato a una riduzione del tempo per condurre ricerche, rispetto a coloro che non avevano tali responsabilità. Questi ulteriori ostacoli non sono stati affrontati adeguatamente dalla comunità R&I.

Il rapporto offre inoltre una serie di raccomandazioni concrete e sollecita gli attori della R&I e i responsabili politici a mitigare gli effetti di genere della pandemia, anche attraverso programmi di finanziamento della ricerca mirati e la ridefinizione dei criteri di valutazione della ricerca.

Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.