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Domani 19 agosto 2023 si celebra la Giornata Mondiale dell’Aiuto Umanitario

Il 19 agosto 2003, un attentato al Canal Hotel di Baghdad, in Iraq, uccise 22 operatori umanitari, tra cui il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per l’Iraq, Sergio Vieira de Mello. Cinque anni dopo, nel 2009, l’Assemblea Generale adottò la risoluzione A/RES/63/139 che designa il 19 agosto come Giornata Mondiale dell’Aiuto Umanitario. Domani, sarà quindi un’occasione per celebrare gli operatori umanitari in servizio in tutto il mondo ma anche coloro che hanno perso la vita aiutando le persone più povere, emarginate e vulnerabili.

Ogni anno, la Giornata Mondiale dell’Aiuto Umanitario si concentra su un tema, riunendo i partner di tutto il sistema umanitario per difendere la sopravvivenza, il benessere e la dignità delle persone colpite dalle crisi e la sicurezza degli operatori umanitari.

Quest’anno, la campagna per la Giornata umanitaria mondiale riunisce la comunità internazionale per celebrare il ventesimo anniversario dell’attacco al Quartier Generale delle Nazioni Unite a Baghdad, in Iraq.

NO MATTER WHAT: IL TEMA DELLA GIORNATA MONDIALE 2023

In occasione della Giornata Mondiale del 2023, il World Humanitarian Day ha caricato un video in cui viene sottolineato lo sforzo resiliente e imprescindibile degli aiuti umanitari, che verranno esercitati nonostante i pericoli, le ostilità o le avverse condizioni nel panorama geopolitico.

#TheHumanRace #WorldHumanitarianDay #Nomatterwhat

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29 giugno: giornata mondiale della Sclerodermia

La sclerodermia, o sclerosi sistemica, è una malattia cronica del tessuto connettivo generalmente classificata come malattia autoimmune.

La parola “sclerodermia” deriva dalla parola greca “sclero”, che significa duro, e dalla parola latina “derma”, che significa pelle. L’indurimento della pelle è una delle manifestazioni più visibili della malattia. La malattia varia da individuo a individuo. La sclerodermia non è contagiosa, infettiva, cancerosa o maligna.

L’associazione AILS per la lotta alla sclerodermia ha organizzato in Italia la campagna mondiale della giornata della Sclerodermia 2023, chiamata “Trova la luce per fiorire- Find the Light to Bloom”, per mettere in luce i bisogni non soddisfatti di coloro che vivono con questa malattia ed implementare il dialogo con le istituzioni.

L’obiettivo è di rafforzare le diagnosi e l’accesso alle cure, al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Sintomi della sclerodermia: il fenomeno di Raynaud

Il sintomo più comune della malattia è il fenomeno di Raynaud, per cui le dita diventano bianche o blu quando si prova una forte emozione o in seguito all’esposizione al freddo. La malattia presenta diverse e svariate manifestazioni sui pazienti, talvolta variando notevolmente da persona a persona, incluso ciò che concerne gli effetti e la gravità degli stessi.

L’incidenza dipende dalle parti del corpo che sono colpite e dalla misura in cui sono colpite. Un caso lieve può diventare più grave se non adeguatamente trattato. Una diagnosi e un trattamento tempestivi e corretti da parte di medici qualificati possono ridurre al minimo i sintomi della sclerodermia e ridurre la possibilità di danni irreversibili.

Come viene diagnosticata la sclerodermia?

Il processo diagnostico può richiedere la consultazione con reumatologi, specialisti di malattie autoimmuni, e dermatologi, attraverso esami del sangue e numerosi altri test specializzati a seconda di quali organi sono interessati.

Quali sono le cause della sclerodermia?

La causa esatta o le cause della sclerodermia sono ancora sconosciute, ma gli scienziati e i ricercatori medici stanno lavorando duramente per fare queste determinazioni. È noto che la sclerodermia comporta una sovrapproduzione di collagene.

La sclerodermia è genetica?

La maggior parte delle persone non ha parenti con sclerodermia e i loro figli non ottengono la sclerodermia. La ricerca indica che esiste un gene di suscettibilità, che aumenta la probabilità di contrarre la sclerodermia, ma il gene da solo non causa la malattia.

Qual è il trattamento per la sclerodermia?

Attualmente non esiste una cura per la sclerodermia, ma ci sono molti trattamenti disponibili per aiutare i sintomi particolari. Alcuni trattamenti sono diretti a diminuire l’attività del sistema immunitario. Alcune persone con malattia lieve potrebbero non aver bisogno di farmaci e occasionalmente le persone possono interrompere il trattamento quando la loro sclerodermia non è più attiva. Poiché c’è così tanta variazione da una persona all’altra, c’è una grande variazione nei trattamenti prescritti.

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26 giugno: giornate internazionali per le vittime di tortura e contro l’abuso ed il traffico di droghe

Le giornate mondiali ed internazionali spesso vengono generalmente identificate ed assegnate ad un determinato tema per i motivi più diversi: può essere a seguito di una risoluzione delle Nazioni Unite, di un fatto scatenante di cui si vuole mantenere la memoria, o in seguito alla ricorrenza di nascita o morte di personaggio iconico che ha sposato in fondo tale causa.

Può succedere dunque che due temi molto importanti ed attuali quali il consumo ed il traffico illecito di droga, e le vittime di tortura, si trovino a condividere lo stesso spazio il 26 giugno. Di seguito verrà spiegato perché ambedue le cause si trovino in questa data che le Nazioni Unite riconoscono e qual è il punto della questione a livello internazionale.

La giornata internazionale contro il consumo e il traffico illecito di droga

La giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga si inserisce nel programma dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e nello specifico nell’obiettivo 3, che stabilisce il bisogno degli individui di “rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze, tra cui l’abuso di stupefacenti e il consumo nocivo di alcol”.

Nella risoluzione 42/112 del 7 dicembre 1987, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decise di celebrare il 26 giugno questa ricorrenza come espressione della sua determinazione a rafforzare l’azione e la cooperazione per raggiungere l’obiettivo di una società internazionale libera dall’abuso di qualsivoglia droga.

Ogni anno, molteplici comunità ed organizzazioni di tutto il globo osservano questa giornata per sensibilizzare sul grande problema che le droghe rappresentano per la società e per il suo futuro.

Le priorità della lotta alla droga: le persone al primo posto per fermare lo stigma e la discriminazione, attraverso la prevenzione

La piaga sociale della droga è diffusa in tutto il mondo e colpisce ogni anno milioni di persone in tutto il pianeta. Molte persone affrontano quotidianamente stigma e discriminazione in seguito e per colpa dell’assunzione di droghe, che possono danneggiare ulteriormente la salute fisica e mentale degli individui e impedire loro l’accesso all’aiuto di cui avrebbero bisogno e inclusione sociale. L’ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine (UNODC) riconosce l’importanza fondamentale che ricopre la possibilità di un approccio che metta al primo posto le persone, i loro diritti umani e la compassione.

È proprio su quest’ultimo punto che si concentra il tema della giornata di quest’anno, ossia trattare con rispetto ed empatia le persone che fanno uso di droghe; attraverso la fornitura di servizi volontari basati su prove per tutti, soluzioni che vadano oltre la banale punizione, la prevenzione e la compassione.

La giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura

La tortura è una pratica che l’uomo ha storicamente attuato nel corso dei secoli e dei millenni, nell’obiettivo di annientare la personalità della vittima e negare la dignità intrinseca dell’essere umano. Nonostante il divieto assoluto di tortura ai sensi del diritto internazionale e della lunghissima storia della legislazione sul tema, questa pratica che purtroppo appartiene alla parte più oscura degli esseri umani viene ancora praticata in modo persistente in tutte le regioni del mondo.

Le sue conseguenze pervasive vanno spesso oltre il fatto in sé, comportando la trasmissione verso le generazioni future ed innestare veri e propri cicli di violenza. Le Nazioni Unite sin dalla loro stessa creazione, hanno sempre condannato con veemenza la tortura, come uno degli atti più vili perpetrati degli esseri umani sui loro simili.

Il 12 dicembre 1997, con la risoluzione 52/149, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò il 26 giugno come la Giornata internazionale delle Nazioni Unite a sostegno delle vittime di tortura, in vista della totale eradicazione della stessa e dell’effettivo funzionamento della Convenzione contro la tortura ed altre Pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti. Ad oggi ci sono soltanto 173 Stati che fanno parte della Convenzione.

Cosa costituisce tortura? Definizione e contestualizzazione nel contesto geopolitico attuale

La Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti stabilisce al primo paragrafo dell’articolo 1 che:

“Il termine ‘tortura’ indica qualsiasi atto mediante il quale grave dolore o sofferenza, sia fisica che mentale, è intenzionalmente inflitta a una persona per scopi quali ottenere da lui o da terzi informazioni o una confessione, punendola per un atto che lui o una terza persona ha commesso o che si sospetta abbia commesso, o intimidando o costringendo lui o una terza persona, o per qualsiasi motivo basato su discriminazione di qualsiasi tipo, quando tale dolore o sofferenza è inflitta da o su istigazione di o con il consenso o l’acquiescenza di un pubblico ufficiale o di altra persona che agisce in veste ufficiale. Non include il dolore o la sofferenza derivanti solo da, inerenti o accessorie a sanzioni legali.”

La misura divenne particolarmente necessaria e primaria durante il contesto della guerra dei Balcani, durante la quale venivano perpetrate sistematicamente torture nei confronti delle popolazioni sottomesse. Purtroppo, anche oggigiorno nel contesto geopolitico attuale, a fronte di conflitti armati e guerre, la tortura è ancora spesso perpetrata con la scusa della sicurezza nazionale e dei confini.

Le ricorrenze di oggi servono non solo come sensibilizzazione e richiamo verso situazioni insostenibili e degradanti, ma anche come denuncia verso temi che comportano dei costi umani ed economici per la salute pubblica, fisica e mentale.

 

 

Per maggiori informazioni sulle vittime di tortura, si prega di consultare il seguente LINK.

Per maggiori informazioni su abuso e traffico di droga, si prega di consultare il seguente LINK.

 

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20 Giugno: Giornata Mondiale del rifugiato

Il 20 giugno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) – l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati – celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato. La campagna prevista per quest’anno riguarda l’inclusione sanitaria e le soluzioni per i rifugiati e le comunità che li ospitano.

In tutto il mondo, sono oltre 100 milioni le persone sfollate con la forza. In questo dato sono incluse oltre 8 milioni di persone – principalmente bambini, donne ed anziani – le quali sono fuggite dall’Ucraina assediata dal febbraio 2022 e oltre 3,6 milioni di siriani che vivono in Turchia, molti dei quali sono anche rimasti coinvolti nella serie di terremoti del 2023.

I rifugiati necessitano di molteplici diverse esigenze sanitarie che devono essere soddisfatte dando loro pieno accesso ai servizi essenziali, tra cui:

  • salute mentale
  • salute materna e infantile
  • immunizzazione
  • salute sessuale e riproduttiva
  • gestione delle malattie croniche e delle disabilità.

Spesso la realtà è che il rifugiato fatica a ricevere assistenza quando ne ha bisogno, durante i suoi viaggi e dopo essere arrivato ​​nei paesi ospitanti, a causa di fattori quali la mancanza di diritti, le barriere linguistiche, nonché gli ostacoli di carattere amministrativo, burocratico e finanziario.

Navigare in un nuovo sistema sanitario può risultare talvolta molto complesso senza il giusto supporto.

L’integrazione dei rifugiati nei sistemi sanitari avvantaggia sia la comunità di accoglienza che quella del rifugiato

Consentire ai rifugiati di avere pieno accesso all’assistenza sanitaria non si limita alla concessione di diritti formali, ma richiede servizi sanitari inclusivi e non discriminatori che siano culturalmente sensibili. Le prove hanno dimostrato che includere un rifugiato nei sistemi sanitari del paese ospitante:

  • riduce i costi sanitari a lungo termine
  • contribuisce alla crescita economica
  • promuove la coesione sociale e l’integrazione.

In generale, l’inclusione sociale e l’integrazione dei rifugiati nelle società possono promuovere una migliore salute fisica e mentale e il benessere, riducendo la discriminazione e l’esclusione, che contribuiscono alla cattiva salute.

Soluzioni innovative per costruire sistemi sanitari più inclusivi 

Alcuni paesi della regione europea dell’OMS, supportati da OMS/Europa, hanno esplorato soluzioni promettenti e innovative per rendere i loro sistemi sanitari più inclusivi.

  • La Polonia ha avviato una hotline per fornire informazioni complete su come ottenere una licenza medica temporanea, nonché informazioni ai rifugiati ucraini su come navigare nel sistema sanitario nazionale polacco.
  • La Grecia ha prodotto podcast e una stazione radio online, lavorando con rifugiati per fornire informazioni sanitarie in cinque lingue diverse (inglese, greco, farsi, arabo e francese), compresi argomenti come la salute materna e neonatale, l’abuso di droghe e le pratiche igieniche.
  • La Romania e la Grecia hanno impiegato i rifugiati come mediatori culturali per aiutare i rifugiati in arrivo a orientarsi nei sistemi sanitari.

 

Integrare i rifugiati qualificati nel personale sanitario e come mediatori culturali ha molti vantaggi dal momento che:

  • Possono aiutare i rifugiati del loro paese di origine a navigare efficacemente nel nuovo sistema sanitario, anche riducendo le barriere culturali e linguistiche.
  • Possono supportare sistemi sanitari tesi in tempi di carenza di operatori sanitari a livello regionale.
  • Le loro competenze rimangono aggiornate. Man mano che tornano nel loro paese di origine, la loro formazione e competenza possono essere fondamentali per ricostruire i servizi sanitari.

Il sostegno dell’OMS ai paesi che accolgono i rifugiati 

L’OMS intende aumentare sostanzialmente il suo sostegno ai paesi ospitanti. Attualmente, oltre 8 milioni di persone devono essere raggiunte nei paesi che accolgono rifugiati dall’Ucraina. Allo stesso tempo, i terremoti del 2023 in Turchia e nella Repubblica araba siriana hanno devastato aree che già ospitavano una significativa popolazione di sfollati. L’UNHCR riferisce che tra gli oltre 15 milioni di persone colpite in Turchia, 1,7 milioni sono rifugiati siriani che vivono sotto protezione temporanea, insieme alle comunità che li hanno ospitati, molti dei quali ora sono anch’essi sfollati.

Le principali priorità della risposta dell’OMS nei paesi che accolgono rifugiati saranno rafforzare ulteriormente l’accesso dei rifugiati ai servizi sanitari primari e di emergenza, compresa la fornitura di prodotti medici essenziali, vaccini e tecnologie.

L’OMS/Europa continuerà a:

  • sostenere la leadership sanitaria ei meccanismi di governance per facilitare le riforme del settore sanitario per i rifugiati;
  • fornire supporto tecnico e operativo al personale sanitario, per facilitare la fornitura di servizi ai rifugiati;
  • fornire la gestione delle informazioni, la sorveglianza per il processo decisionale basato sull’evidenza nella salute pubblica, la comunicazione del rischio e il coinvolgimento della comunità.

 

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14 giugno: Giornata Mondiale dei donatori di sangue

Nel 2005 la World Health Assembly istituì la Giornata Mondiale dei donatori di sangue, evento che si propone di celebrare e ringraziare l’impegno volontario di coloro che decidono di donare e donarsi, garantendo ad altri accesso universale alle trasfusioni.

Con il tempo, questa iniziativa divenne un prezioso strumento per sensibilizzare sugli effetti benefici che una donazione ricorrente ha, sia su coloro che necessitano di trasfusioni per vivere, che sul donatore stesso. In aggiunta, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto l’accento negli anni in una strategia che permettesse di raggiungere la disponibilità e l’accesso a livelli minimi di rifornimenti di sangue anche nei paesi sottosviluppati.

Il tema della giornata mondiale dei donatori di sangue 2023

Lo slogan della campagna di quest’anno è “donare il sangue, donare plasma e piastrine, condividere la vita e farlo stesso”. L’obiettivo è di celebrare coloro i quali già donano e incoraggiare altri a donare, mobilizzando e sostenendo l’importanza dei volontari per raggiungere l’universalità delle trasfusioni.

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13 giugno: Giornata Mondiale dell’albinismo

L’Albinismo è una condizione genetica, non contagiosa e rara, che si manifesta con l’assenza o la riduzione del pigmento della melanina, che protegge dal sole e dona il colore agli occhi, alla pelle e ai capelli. La patologia comporta alcune specifiche conseguenze, quali un’estrema sensibilità al sole che porta ad un elevato rischio di contrarre forme tumorali della pelle e cancro, o problemi alla vista.

L’ONU denuncia lo stigma che affligge le persone con albinismo. Soprattutto in alcune regioni del mondo dove la patologia è prevalente, come ad esempio l’Africa sub-Sahariana, chi è affetto da Albinismo sovente soffre una grave discriminazione, atti violenti ed isolamento per via di false credenze e superstizioni.

Gli atti discriminatori e violenti contro gli albini si manifestano in maggior misura in quei paesi in cui la maggioranza della popolazione è di colore. Alla base di tali violenze, c’è la credenza che gli albini siano dotati di poteri soprannaturali o portino sfortuna. In alcuni paesi africani, come la Tanzania (dove un abitante su 1400 è albino) e il Malawi, le parti del corpo degli albini vengono utilizzate per riti magici perché si pensa che i loro organi possano portare fortuna.

In alcuni villaggi africani, alcune parti del corpo degli albini vengono vendute e la pelle viene commercializzata sul mercato nero a prezzi altissimi, tra i 1500 e i 7000 euro. Le bambine vengono spesso stuprate perché si crede che possano guarire gli uomini malati di Aids. Durante le elezioni in Tanzania nell’ottobre del 2015, si sono verificati massicci attacchi contro gli albini, di cui gli stregoni usavano i corpi (o parti di essi) per dei riti magici a cui si sottoponevano anche molti politici.

La risposta dell’ONU e la Giornata Mondiale dell’Albinismo:

Il 18 Dicembre 2014, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 69/170, proclamando il 13 giugno la Giornata Internazionale dell’Albinismo. Già nel 2013, il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU aveva adottato una Risoluzione richiamando l’attenzione sulla diffusione degli attacchi contro gli albini.

Inoltre, il 10 Aprile 2015, con la Risoluzione A/HRC/RES/28/6, adottata senza votazione, il Consiglio ha istituito per un periodo di tre anni il mandato di un Esperto Indipendente sul diritto delle persone albine di godere dei Diritti Umani.

Nel marzo 2016, a Ginevra, l’UNICRI ha organizzato un gruppo di discussione sulle cause degli attacchi contro gli albini. “Nell’ultimo decennio, centinaia di persone affette da albinismo sono state vittime di attacchi con lo scopo di utilizzare parti del loro corpo per riti magici” ha affermato l’esperta. Durante l’evento è stato anche mostrato un estratto dal film “Jolibeau’s travel”, il quale mostra le relazioni tra l’albinismo e la stregoneria raccontando la storia di un ragazzo albino scappato dal Camerun per salvarsi.

Di recente, anche Amnesty International ha lanciato una campagna per sensibilizzare il governo del Malawi verso i brutali attacchi avvenuti contro gli albini nel paese. Il Presidente del Malawi, nel marzo del 2015, aveva condannato l’ondata di attacchi, sollecitando le forze dell’ordine a intervenire per non lasciare impuniti i responsabili. Tuttavia, fino ad ora, secondo Amnesty International, le azioni delle autorità sono state molto deboli e inefficaci, a dimostrazione del fatto che ciò che va combattuto, in primo luogo, è la superstizione legata a tali attacchi.

Diverse ONG hanno organizzato eventi in tutto il mondo in occasione della Giornata Internazionale dell’Albinismo, ed è incoraggiante il fatto che molti abbiano luogo in paesi africani come Togo, Benin, Camerun, Congo, Ghana, Kenya e Nigeria. In Francia, presso il Quartier Generale dell’UNESCO verrà proiettato un documentario seguito da un dibattito. Inoltre, diversi specialisti di oftalmologia, dermatologia e genetica, terranno un seminario sul tema.

Al Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra, il Consiglio per i Diritti Umani ha organizzato un evento con diverse ONG ed esperti di albinismo che terranno una conferenza e mostreranno dei video sul tema. Sono state anche invitate persone affette dalla patologia che condivideranno le loro esperienze di vita.

L’Albinismo in Italia:

In Italia, dal 2008 è attiva l’associazione di promozione sociale Albinit, presieduta da Elisa Tronconi e formata da un gruppo di volontari coinvolti nelle problematiche dell’albinismo. Nel mese di aprile, l’Associazione ha organizzato a Milano il Terzo Convegno Europeo sull’Albinismo, in cui ricercatori internazionali (oftalmologi, dermatologi, genetisti, neurologi, audiologi, laboratoristi molecolari), Associazioni europee di Albini, genitori, pazienti, insegnanti e tutti gli operatori del settore psicopedagogico si sono incontrati per discutere dei disagi vissuti dalle persone affette da albinismo.

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12 giugno: Giornata Mondiale contro il lavoro minorile

Il 12 giugno si celebra la giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile.

La creazione della giornata è stata promossa nel 2002 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), la quale ha fatto dell’eliminazione del lavoro minorile uno degli obiettivi principali sin dalla sua fondazione nel lontano 1919.

Anche l’Agenda ONU 2030 ne ha fatto uno specifico obiettivo, nel dettaglio l’8.7, il quale si propone di “Prendere provvedimenti immediati ed effettivi per sradicare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani e garantire la proibizione ed eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, compreso il reclutamento e l’impiego dei bambini soldato, nonché porre fine entro il 2025 al lavoro minorile in ogni sua forma”.

Cosa si intende per lavoro minorile?

Per lavoro minorile si intende quello in grado di mettere il minore in pericolo o di danneggiarlo, in violazione della legislazione internazionale e nazionale, privandolo della possibilità di acquisire un’istruzione. Non è da considerarsi tale, invece, la partecipazione ad attività lavorative che non interferisce con lo sviluppo del minore e non lo priva della possibilità di andare a scuola, come accade nel caso del lavoro domestico o della partecipazione alle attività dell’impresa familiare.

Nell’ultimo ventennio si erano registrati significativi progressi in materia ma gli ultimi anni – complici la pandemia, i conflitti, le crisi economiche, etc. – hanno invertito la tendenza, spingendo molte famiglie in condizioni di povertà e costretto nuovamente milioni di minori a lavorare.

I numeri della questione:

Secondo l’ultimo rapporto congiunto Unicef-Ilo sono 160 milioni i bambini e gli adolescenti tra i 5 e i 17 anni costretti a lavorare nel mondo, circa uno su dieci. In aggiunta, si registra un incremento di 8,4 milioni di bambini negli ultimi 4 anni: un dato allarmante che mostra come i progressi per porre fine al lavoro minorile si sono arrestati per la prima volta in 20 anni, invertendo il precedente trend che vedeva il lavoro minorile diminuire di 94 milioni tra il 2000 e il 2016. Circa 79 milioni di bambini sono impegnati in lavori potenzialmente pericolosi per la salute e lo sviluppo psicofisico e morale. In Italia le stime parlano di 336 mila minorenni tra i 7 e i 15 anni coinvolti nel lavoro minorile.

Il contesto geopolitico mondiale rischia di alimentare le disuguaglianze fra le popolazioni e i ceti sociali più fragili; è dunque fondamentale intraprendere un’azione strutturale che possa restituire una vita dignitosa ai bambini, come suggerito da Save the Children nell’ultimo rapporto sul tema rilasciato ad Aprile del 2023.

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Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Fistola Ostetrica 2023

La fistola ostetrica è un foro tra il canale del parto e la vescica o il retto, causato da un travaglio prolungato e ostruito senza accesso a cure mediche tempestive e di qualità. Le donne e le bambine perdono urina, feci o entrambe le cose e spesso causano problemi medici cronici, depressione, isolamento sociale e un aumento della povertà. Il 90% delle gravidanze con fistola si conclude con un parto morto.

I sistemi sanitari e le comunità non riescono a porre fine alla fistola ostetrica. La discriminazione di genere e l’emarginazione sociale creano ulteriori rischi, con il risultato che la fistola si verifica in modo sproporzionato tra le donne e le ragazze impoverite, poco servite ed emarginate.

Tre soluzioni economicamente vantaggiose possono prevenire la fistola: l’accesso tempestivo a cure ostetriche e neonatali d’emergenza di alta qualità, la formazione di professionisti con competenze ostetriche al momento del parto e l’accesso universale alla contraccezione moderna.

I sistemi sanitari possono ridurre la fistola monitorando la prevalenza, correggendo le lacune nell’assistenza e garantendo l’accesso universale a un personale sanitario competente. I piani sanitari nazionali devono anche affrontare la discriminazione di genere e altri fattori che rendono le donne e le ragazze più vulnerabili alla mortalità materna e alle malattie.

Una leadership politica e investimenti coraggiosi potrebbero sradicare la fistola. Partenariati ambiziosi e investimenti graduali sono indispensabili per porre fine alla fistola entro il 2030 – l’obiettivo globale delle Nazioni Unite nell’ambito degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

L’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione) guida la Campagna globale per l’eliminazione della fistola ostetrica, un’iniziativa volta a trasformare la vita di donne e ragazze vulnerabili. La campagna, lanciata nel 2003, rappresenta un impegno globale per la prevenzione della fistola e per un trattamento olistico, che comprende la riparazione chirurgica e il reinserimento sociale e la riabilitazione. Nonostante i progressi, l’eliminazione della fistola ostetrica entro il 2030 richiede un’azione accelerata, a partire da ora.

Per maggiori informazioni sulla campagna “End Fistula” si prega di consultare il seguente LINK.

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Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia

Quest’anno il tema della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia del 17 maggio è “Insieme: Resistere, sostenere, guarire”.

I progressi faticosamente ottenuti dalle comunità lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali sono sempre più minacciati. Leggi, norme e pratiche discriminatorie negano alle persone LGBTQIA+ la loro autonomia, l’accesso ad assistenza sanitaria vitale, i diritti e le scelte riproduttive.

Più di un terzo dei Paesi criminalizza le relazioni tra persone dello stesso sesso. Solo 24 consentono il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Anche in paesi con apparente uguaglianza di diritti, la violenza contro le persone LGBTQIA+ è costantemente elevata e spesso i casi non vengono denunciati. È inoltre comune che risulti difficile l’accesso ad assistenza sanitaria estremamente importante in questi contesti.

Un mondo equo dipende dal riconoscimento e dal rispetto delle diverse identità. In quest’ottica, il tema della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia quest’anno è “Sempre insieme: Uniti nella diversità”.

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comunicazione in salute

Giornata mondiale del lupus 2023

La Giornata Mondiale del Lupus è promossa dalla World Lupus Federation, una coalizione di organizzazioni di pazienti affetti da lupus di tutto il mondo, unite per migliorare la qualità della vita delle persone colpite dal lupus. Attraverso gli sforzi coordinati dei suoi affiliati globali, la World Lupus Federation lavora per creare una maggiore consapevolezza e comprensione del lupus, fornire istruzione e servizi alle persone che vivono con la malattia e difendere i loro diritti.

La Giornata mondiale del lupus serve a richiamare l’attenzione sull’impatto che il lupus ha sulle persone di tutto il mondo. La ricorrenza annuale si concentra sulla necessità di migliorare i servizi di assistenza sanitaria per i pazienti, di incrementare la ricerca sulle cause e sulla cura del lupus, di anticipare la diagnosi e il trattamento del lupus e di migliorare i dati epidemiologici sul lupus a livello globale. La Giornata Mondiale del Lupus serve a riunire le organizzazioni che si occupano di lupus e le persone colpite dalla malattia in tutto il mondo con l’obiettivo comune di portare maggiore attenzione e risorse agli sforzi per porre fine alle sofferenze causate da questa malattia autoimmune invalidante e potenzialmente fatale.

Quest’anno, in occasione della Giornata Mondiale del Lupus, il 10 maggio 2023, la comunità mondiale del lupus si riunisce per una giornata d’azione che consisterà in diverse attività volte a “rendere visibile il lupus”, in modo che il mondo possa conoscere meglio questa malattia debilitante e unirsi alla lotta contro il lupus.

Per accedere alla cassetta degli attrezzi contenente risorse per l’educazione e l’informazione su questo tema si prega di consultare il seguente LINK.

Per maggiori informazioni sulla World Lupus Federation e sulla giornata mondiale del lupus si prega di consultare il seguente LINK.