Categorie
cure integrate

Conferenza sulle Cure a Lungo Termine nell’ambito della Strategia Europea per l’Assistenza

Il 12 novembre 2024 si terrà a Bruxelles la conferenza su invito “Affordable high-quality long-term care: catalysing dialogue and action under the European Care Strategy”, organizzata dalla Commissione Europea. Questo incontro riunirà rappresentanti di alto livello delle istituzioni europee e globali, inclusi esperti della WHO, OCSE e ILO, per affrontare temi chiave legati alle cure a lungo termine in Europa.

ProMIS parteciperà in presenza all’evento nell’ambito delle attività di supporto al National Coordinator sulle Cure a Lungo Termine. Il ProMIS inoltre, su richiesta della Commissione presenterà i recenti sviluppi in Italia in materia di supporto ai caregiver familiare all’interno della sessione parallela su “informal caregiving”.

La Conferenza sulle Cure a Lungo Termine

L’evento si concentrerà sull’analisi delle azioni già intraprese nell’ambito della Strategia Europea per l’Assistenza e della Raccomandazione del Consiglio sull’accesso a cure di alta qualità e a prezzi accessibili. Saranno condivise esperienze concrete, lezioni apprese e idee innovative per orientare il futuro delle politiche in questo settore.

 Temi principali della conferenza:

  • Valutazione delle azioni intraprese: Una revisione delle misure implementate finora sotto la Strategia Europea per l’Assistenza, con un focus sui progressi ottenuti in termini di accessibilità ed efficienza.
  • Dialogo tra stakeholder internazionali: L’evento offrirà una piattaforma di discussione con esperti di spicco a livello globale, rappresentanti istituzionali e professionisti del settore.
  • Innovazioni per il futuro delle cure: Saranno presentate nuove soluzioni per migliorare la qualità delle cure a lungo termine, con particolare attenzione al supporto dei caregiver formali e informali.

Per maggiori informazioni sulla Strategia Europea per l’Assistenza, si prega di visitare il seguente LINK.

Categorie
Altro

12 giugno: Giornata Mondiale contro il lavoro minorile

Il 12 giugno si celebra la giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile.

La creazione della giornata è stata promossa nel 2002 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), la quale ha fatto dell’eliminazione del lavoro minorile uno degli obiettivi principali sin dalla sua fondazione nel lontano 1919.

Anche l’Agenda ONU 2030 ne ha fatto uno specifico obiettivo, nel dettaglio l’8.7, il quale si propone di “Prendere provvedimenti immediati ed effettivi per sradicare il lavoro forzato, porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta di esseri umani e garantire la proibizione ed eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, compreso il reclutamento e l’impiego dei bambini soldato, nonché porre fine entro il 2025 al lavoro minorile in ogni sua forma”.

Cosa si intende per lavoro minorile?

Per lavoro minorile si intende quello in grado di mettere il minore in pericolo o di danneggiarlo, in violazione della legislazione internazionale e nazionale, privandolo della possibilità di acquisire un’istruzione. Non è da considerarsi tale, invece, la partecipazione ad attività lavorative che non interferisce con lo sviluppo del minore e non lo priva della possibilità di andare a scuola, come accade nel caso del lavoro domestico o della partecipazione alle attività dell’impresa familiare.

Nell’ultimo ventennio si erano registrati significativi progressi in materia ma gli ultimi anni – complici la pandemia, i conflitti, le crisi economiche, etc. – hanno invertito la tendenza, spingendo molte famiglie in condizioni di povertà e costretto nuovamente milioni di minori a lavorare.

I numeri della questione:

Secondo l’ultimo rapporto congiunto Unicef-Ilo sono 160 milioni i bambini e gli adolescenti tra i 5 e i 17 anni costretti a lavorare nel mondo, circa uno su dieci. In aggiunta, si registra un incremento di 8,4 milioni di bambini negli ultimi 4 anni: un dato allarmante che mostra come i progressi per porre fine al lavoro minorile si sono arrestati per la prima volta in 20 anni, invertendo il precedente trend che vedeva il lavoro minorile diminuire di 94 milioni tra il 2000 e il 2016. Circa 79 milioni di bambini sono impegnati in lavori potenzialmente pericolosi per la salute e lo sviluppo psicofisico e morale. In Italia le stime parlano di 336 mila minorenni tra i 7 e i 15 anni coinvolti nel lavoro minorile.

Il contesto geopolitico mondiale rischia di alimentare le disuguaglianze fra le popolazioni e i ceti sociali più fragili; è dunque fondamentale intraprendere un’azione strutturale che possa restituire una vita dignitosa ai bambini, come suggerito da Save the Children nell’ultimo rapporto sul tema rilasciato ad Aprile del 2023.

Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.