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Il futuro della politica di coesione oltre il 2027

Bruxelles continua a realizzare il suo obiettivo principale di sviluppo sociale, economico e territoriale nell’UE, contribuendo al contempo ad una transizione digitale e verde che possa essere sia equa sia inclusiva.

L’adozione delle conclusioni sul futuro della politica di coesione da parte degli Stati membri, riconosce l’importanza fondamentale di questa politica. Le proposte per il rinnovamento della politica di coesione post 2027 sono incluse in un parere elaborato dal Presidente del Comitato europeo delle regioni (CdR), Vasco Alves Cordeiro, e dal presidente della commissione COTER, Emil Boc, adottato il 29 novembre dalla plenaria del CdR.

Il dibattito ora converge su come riformare la politica di coesione al termine dell’attuale periodo di bilancio dell’UE 2021-27. Per affrontare crisi eccezionali e catastrofi climatiche, i leader locali e regionali propongono la creazione di un meccanismo che possa essere attivato a livello territoriale, oltre ad un “patto di partenariato europeo” che definisca un corpus unico di norme e obiettivi per tutti i fondi in regime di gestione concorrente – cioè condivisa fra autorità europee, nazionali e territoriali – garantendo coerenza e semplificazione. 

Altre richieste contenute nel parere:

  • tutte le regioni europee devono continuare a essere ammissibili a ricevere finanziamenti;
  • il modello di gestione concorrente, la governance multilivello e il principio di partenariato vanno mantenuti come principi guida della politica di coesione anche dopo il 2027;
  • la sospensione dei fondi legati alla politica di coesione per effetto di violazioni delle norme di bilancio dell’UE da parte dei governi nazionali (la cosiddetta “condizionalità macroeconomica”) andrebbe abrogata. Gli investimenti a lungo termine non possono essere tenuti in ostaggio delle decisioni nazionali;
  • gli investimenti nazionali e regionali necessari per i progetti cofinanziati a titolo della politica di coesione dell’UE non dovrebbero essere equiparati a spesa – e, quindi, a debito – nel quadro delle norme di bilancio dell’UE;
  • l’obiettivo della coesione territoriale deve essere vincolante per tutte le politiche europee secondo il principio di “non nuocere alla coesione”;
  • l’architettura complessiva dei finanziamenti dovrebbe essere semplificata per superare il proliferare degli strumenti d’investimento direttamente o indirettamente destinati alla coesione.

Il parere viene pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e trasmesso ai deputati al Parlamento europeo, ai commissari europei pertinenti e ai rappresentanti dei 27 Stati membri.

Per ulteriori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

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Il futuro della politica di coesione oltre il 2027

Bruxelles continua a realizzare il suo obiettivo principale di sviluppo sociale, economico e territoriale nell’UE, contribuendo al contempo ad una transizione digitale e verde che possa essere sia equa sia inclusiva. Questa è la politica di coesione del futuro, dipinta dai deputati della Commissione Sviluppo delle regioni del Parlamento europeo e dalla Commissione Politiche di coesione territoriale (Coter) del Comitato europeo delle regioni. I membri dei due organismi hanno fatto il punto in occasione dell’incontro annuale REGI-COTER, improntato sul tema “Il futuro della politica di coesione oltre il 2027”,  nel contesto della 21ª Settimana Europea delle Regioni e delle Città (9-12 ottobre 2023).

Il dibattito emerso si pone al centro del futuro della politica di coesione europea. Occorre dunque che amministrazioni centrali, e ancor più quelle locali, affinché siano in grado di spendere bene e per tempo le risorse messe a disposizione dai vari fondi per la coesione.

Il Parlamento ed il Comitato europeo delle Regioni sono dell’idea che sebbene la prosperità a lungo termine delle regioni dell’UE debba rimanere l’obiettivo principale, la politica di coesione deve anche essere in grado di reagire con flessibilità alle sfide emergenti e alle crisi in corso, dato il loro impatto sullo sviluppo delle regioni dell’UE.

Gli investimenti nell’innovazione e nella digitalizzazione potrebbero contribuire a colmare ed eliminare le disparità regionali esistenti e sostenere una crescita sostenibile complessiva. Allo stesso tempo, le regioni dell’UE dovranno prepararsi per le sfide sistemiche future come l’impatto dei cambiamenti demografici e climatici, soprattutto nelle regioni meno sviluppate.

Il futuro della coesione passa anche per una riforma della governance. Il coinvolgimento delle autorità regionali e l’introduzione della gestione multi-livello saranno fondamentali per la nuova politica di coesione, ma svolgeranno anche un ruolo centrale nel coinvolgere altri portatori di interessi locali e regionali, aumentando così la loro titolarità delle politiche dell’UE.

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Il dibattito sul futuro dei Sistemi sanitari- i prossimi 25 anni

L’Osservatorio europeo sulle politiche e i sistemi sanitari ha commemorato i suoi 25 anni organizzando il 21 settembre scorso, a Bruxelles, il dibattito “Sistemi sanitari – i prossimi 25 anni: come sfruttare l’innovazione per migliorare le prestazioni”.

Il dibattito ha tenuti i fari puntati sulla domanda “come sfruttare la rivoluzione dell’innovazione per migliorare le prestazioni dei nostri sistemi sanitari senza compromettere la sostenibilità e l’accesso universale?”, esponendo i piani e le politiche dell’OMS/Europa e della DG SANTE della Commissione Europea, ed ascoltando le prospettive nazionali.

Il dibattito ha portato a diversi risultati, alcuni sono riportati nel seguente elenco:

  • In vista delle prossime elezioni europee, bisognerà fare leva sulle lezioni apprese dall’esperienza del COVID-19
  • L’equità deve essere al centro dell’Unione Europea
  • Proteggere il personale sanitario e di assistenza è una priorità assoluta e innegabile
  • I giovani rappresentati dai Giovani Gasteiners #YFG sono più preoccupati del cambiamento climatico che dell’intelligenza artificiale
  • La digitalizzazione è fondamentale, ma quando si parla di IA, i cittadini europei vogliono essere protetti
  • Prendere sul serio la legislazione farmaceutica riguardo l’accesso e non il rafforzamento dell’industria
  • Utilizzare i fondi UE in maniera intelligente
  • I cittadini dell’UE hanno il potere di decidere il futuro, quindi bisogna collaborare per costruire un UE e una sanità migliore ed equa

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