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EDCTP3: pubblicato il Programma di Lavoro 2025

L’European and Developing Countries Clinical Trials Partnership (EDCTP3) ha pubblicato il Programma di Lavoro per il 2025, il più ampio e ambizioso dalla nascita della Joint Undertaking nel 2021.

Con un budget complessivo di 214 milioni di euro, il programma comprende quattro inviti a presentare proposte, coprendo sette tematiche principali per promuovere azioni di Ricerca e Innovazione (RIA) nel campo della Salute Globale.

il Programma di Lavoro EDCTP3 2025

Le iniziative si concentrano sullo sviluppo di vaccini e terapie per malattie come tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate. Tra le azioni principali:

  • sviluppo di vaccini contro la tubercolosi nell’Africa subsahariana;
  • nuovi candidati terapeutici contro la malaria;
  • accelerazione nello sviluppo di vaccini profilattici contro Malattie Tropicali Neglette (MTN).

Inoltre, le CSA mirano a rafforzare le infrastrutture di ricerca clinica in Africa tramite borse di studio in Sanità Pubblica, reti regionali per la risposta alle epidemie e poli strategici di formazione.

Un ulteriore focus è rivolto alla lotta contro le malattie diarroiche nel contesto dei cambiamenti climatici e alla promozione di innovazioni trasformative per rendere gli interventi più accessibili e convenienti. Saranno esplorati nuovi approcci per ottimizzare e rendere più agili le modalità di collaborazione, tra cui un pilota con contributi forfettari su due delle tematiche proposte dal bando.

Gli inviti per presentare le proposte si apriranno il 30 gennaio 2025. I consorzi interessati potranno inviare una breve proposta entro il 20 marzo 2025. I consorzi selezionati presenteranno poi una proposta completa entro settembre 2025.

Nelle prossime settimane verranno organizzati Info Days per supportare i candidati interessati.

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Medicina personalizzata: pubblicato il piano d’azione EU-Africa PerMed

EU-Africa PerMed, il progetto europeo volto a rafforzare la collaborazione tra Europa e Africa nel campo della medicina personalizzata, ha pubblicato un piano d’azione strategico. Il documento rappresenta un passo fondamentale per favorire l’adozione di approcci innovativi nella prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie, promuovendo al contempo l’equità sanitaria e la cooperazione internazionale.

EU-Africa PerMed, il PIANO STRATEGICO PER LA MEDICINA PERSONALIZZATA

Il piano d’azione identifica le priorità per consolidare la partnership tra i due continenti, puntando su ricerca congiunta, capacity building e condivisione di dati e risorse. In particolare, si propone di colmare le lacune nelle infrastrutture sanitarie, potenziare le competenze locali e facilitare l’accesso alle tecnologie avanzate per una medicina personalizzata più inclusiva e sostenibile.

Grazie a questa iniziativa, l’Europa e l’Africa si impegnano a sviluppare soluzioni collaborative che possano rispondere in modo efficace alle sfide sanitarie globali, garantendo un approccio integrato e orientato al paziente.

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Raccomandazione ECDC sulla diffusione del virus Mpox

In una nuova valutazione del rischio, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha affermato che è altamente probabile che l’UE registri più casi importati di Mpox causati dal virus del clade I attualmente in circolazione in Africa. Tuttavia, la probabilità di una trasmissione sostenuta in Europa è molto bassa, a condizione che i casi importati vengano diagnosticati rapidamente e che alcune misure di controllo vengano implementate.

La valutazione del rischio sulla diffusione del virus Mpox

Il direttore regionale dell’OMS per l’Africa, il dott. Matshidiso Moeti, ha affermato: “Sono già in corso sforzi significativi in ​​stretta collaborazione con comunità e governi, con i nostri team nazionali che lavorano in prima linea per aiutare a rafforzare le misure per frenare l’mpox. Con la crescente diffusione del virus, stiamo intensificando ulteriormente le nostre attività attraverso un’azione internazionale coordinata per supportare i paesi nel porre fine alle epidemie”.

Causato da un Orthopoxvirus, il mpox è stato rilevato per la prima volta negli esseri umani nel 1970, nella Repubblica Democratica del Congo. La malattia è considerata endemica nei paesi dell’Africa centrale e occidentale.

Nel luglio 2022, l’epidemia multinazionale di mpox è stata dichiarata PHEIC (emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale) poiché si è diffusa rapidamente in una serie di paesi in cui il virus non era mai stato visto prima. Tale PHEIC è stata dichiarata conclusa nel maggio 2023 dopo che si era verificato un calo sostenuto dei casi globali.

L’ECDC raccomanda che le autorità sanitarie pubbliche nell’UE/SEE mantengano alti livelli di pianificazione della preparazione e di attività di sensibilizzazione per consentire una rapida individuazione e risposta di eventuali ulteriori casi di MPXV clade I che potrebbero raggiungere l’Europa. Garantire una sorveglianza efficace, test di laboratorio, indagini epidemiologiche e capacità di tracciamento dei contatti sarà fondamentale per rilevare i casi di MPXV clade I nel continente e attivare qualsiasi risposta.

I due vaccini attualmente in uso contro l’mpox sono raccomandati dal Gruppo consultivo strategico di esperti in materia di immunizzazione dell’OMS e sono inoltre approvati dalle autorità di regolamentazione nazionali elencate dall’OMS, nonché da singoli paesi tra cui la Nigeria e la Repubblica Democratica del Congo.

Il Direttore generale ha avviato il processo di Emergency Use Listing per i vaccini mpox, che accelererà l’accesso ai vaccini per i paesi a basso reddito che non hanno ancora rilasciato la propria approvazione normativa nazionale. Emergency Use Listing consente inoltre ai partner, tra cui Gavi e UNICEF, di procurarsi i vaccini per la distribuzione.

L’OMS sta collaborando con i paesi e i produttori di vaccini per potenziali donazioni di vaccini e si sta coordinando con i partner attraverso la rete provvisoria di contromisure mediche per facilitare un accesso equo a vaccini, terapie, diagnosi e altri strumenti.

 

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OMS: aumentare i servizi HIV per debellare l’AIDS tra i bambini

Nonostante i progressi nella riduzione delle infezioni da HIV e dei decessi correlati all’AIDS tra i bambini, il nuovo rapporto Transforming Vision Into Reality dell’Alleanza globale per porre fine all’AIDS nei bambini entro il 2030 (fondata nel 2022 dall’OMS, UNAIDS e dall’UNICEF), evidenzia l’urgenza di un maggiore impegno.

I progressi compiuti nel campo dell’HIV

I programmi volti a prevenire la trasmissione verticale dell’HIV hanno evitato 4 milioni di infezioni tra i bambini dal 2000, e le nuove infezioni globali tra i bambini sono diminuite del 38% dal 2015. Tuttavia, nonostante questi risultati positivi, i servizi per l’HIV nei paesi più colpiti devono essere potenziati per raggiungere l’obiettivo di porre fine all’AIDS entro il 2030.

Molti paesi dell’Alleanza Globale stanno raggiungendo una copertura significativa della terapia antiretrovirale tra le donne in gravidanza e in allattamento, ma restano grandi sfide. Paesi come Uganda, Tanzania e Sudafrica hanno raggiunto coperture vicine al 100%, mentre altri come Mozambico e Zambia sono al 90%.

Tuttavia, nonostante i progressi, il mondo non è ancora sulla buona strada per raggiungere gli impegni relativi all’HIV per i bambini e gli adolescenti. Il ritmo dei progressi è rallentato e le sfide restano particolarmente rilevanti nei paesi dell’Africa occidentale e centrale.

Un altro aspetto critico è il crescente divario di trattamento terapeutico tra adulti e bambini affetti da HIV, che richiede un’attenzione immediata. Solo il 57% dei bambini che vivono con l’HIV riceve un trattamento salvavita, rispetto al 77% degli adulti. Le disuguaglianze di genere e le violazioni dei diritti umani aumentano la vulnerabilità all’HIV riducendo anche la capacità di accedere ai servizi essenziali.

Per debellare la malattia è pertanto necessario investire nei sistemi di laboratorio per garantire che i neonati esposti vengano rapidamente sottoposti a test e che quelli risultati positivi vengano prontamente avviati a un trattamento antiretrovirale appropriato all’età. Solo così sarà possibile colmare il divario diagnostico e a garantire un’erogazione di servizi più incentrata sul bambino.

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G7: Il prossimo vertice si terrà in Puglia, 13-15 giugno

Il prossimo Vertice del G7 si terrà dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia, nella Valle d’Itria, in Puglia. Tre giorni di sessioni durante i quali i Leader affronteranno le principali questioni globali.

IL PROGRAMMA DEL VERTICE DEL G7

Il Vertice si colloca in un momento particolarmente complesso dello scenario internazionale. Oltre alla discussione sulla guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente, il focus proposto dalla Presidenza italiana si concentrerà su Mediterraneo e Africa. Altro tema al centro del dibattito sarà quello della transizione energetica, la protezione dell’ambiente e l’intelligenza artificiale, sul quale è previsto anche l’intervento di Papa Francesco. È la prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette. Sessioni specifiche saranno poi dedicate al tema dei migranti, alle questioni finanziarie (sicurezza economica) e alla situazione nell’Indopacifico.

L’evento vedrà la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo dei sette Stati membri e del Presidente della Repubblica, oltre al Presidente del Consiglio Europeo e alla Presidente della Commissione Europea in rappresentanza dell’Unione Europea.

Nel dettaglio a rappresentare l’UE saranno il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Per consultare il programma dei lavori, si prega di cliccare sopra al seguente LINK.

NEXT STEPS

Gli esiti delle discussioni confluiranno nella Dichiarazione finale che i Leader adotteranno al termine dei lavori e che sarà illustrata nella conferenza stampa della Presidenza italiana di sabato 15 giugno.

Sarà inoltre prevista la pubblicazione di un comunicato sull’evento dedicato alla Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII) e una breve sintesi a cura della Presidenza sugli esiti della sessione di outreach (Africa, Mediterraneo, intelligenza artificiale ed energia).

Il vertice in Puglia offrirà quindi ai leader del G7 l’opportunità di dimostrare la loro forte determinazione a sostenere l’ordine internazionale basato sullo Stato di diritto e a rafforzare il loro impegno con i paesi in via di sviluppo.

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25 aprile: Giornata Mondiale della Malaria

Il 25 aprile di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Malaria, un’occasione per riflettere sullo stato attuale della lotta contro questa malattia che ancora oggi continua a minacciare la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Negli ultimi anni, nonostante gli sforzi congiunti delle organizzazioni internazionali e dei governi, il progresso nella riduzione della malaria si è fermato. Questo brusco cambio di rotta non solo ha avuto un impatto devastante sulla salute delle comunità più vulnerabili, ma ha anche amplificato il divario tra le classi sociali, acuendo le disparità di accesso alle cure in base alle condizioni socioeconomiche.

LA SITUAZIONE DELLA malaria nel mondo: il rapporto dell’OMS

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la regione africana continua a sopportare il peso più grave della malaria, rappresentando nel 2023 la stragrande maggioranza dei casi e dei decessi legati a questa malattia, ben più del 90%. Le popolazioni rurali, spesso prive di risorse e con limitato accesso all’istruzione, sono le più colpite. Questo scenario mette a rischio il raggiungimento degli obiettivi critici fissati per il 2025 nella strategia globale antimalarica dell’OMS 2016-2030, sottolineando l’urgente necessità di rafforzare gli sforzi per combattere questa malattia.

Il tema della Giornata Mondiale della Malaria 2024, “Accelerare la lotta contro la malaria per un mondo più equo”, richiama l’attenzione sulle disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari, sull’uguaglianza di genere e sui diritti umani legati alle risposte alla malaria. È fondamentale porre fine alla discriminazione e allo stigma, coinvolgere attivamente le comunità nelle decisioni sanitarie, portare i servizi sanitari più vicino alle persone attraverso la sanità primaria e affrontare i fattori che aumentano il rischio di malaria.

Attraverso una continua sensibilizzazione, passata in secondo piano nel corso degli ultimi anni, è possibile coordinare gli sforzi contro la malaria, migliorando i servizi di prevenzione, individuazione e trattamento di questa malattia troppo spesso mortale.

 

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