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Pubblicato il documento “EIC Forum Policy Orientations 2022” orientamenti di indirizzo per le politiche di innovazione in Europa

Il Forum EIC (European Innovation Council) riunisce le autorità pubbliche e gli organismi degli “Stati membri e Paesi associati” responsabili delle politiche e dei programmi di innovazione, con l’obiettivo di promuovere il coordinamento e il dialogo sullo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione dell’UE.

Gli Stati membri e i Paesi associati, così come altre parti interessate, condividono e discutono le politiche relative all’innovazione. L’EIC si configura come uno spazio in cui raccogliere, discutere e testare le nuove idee delle parti interessate e la loro possibile adozione e diffusione a livello europeo.

L’obiettivo del gruppo di lavoro sulla politica dell’innovazione del Forum EIC è stato quello di promuovere il dialogo con gli Stati membri e i Paesi associati sulla Nuova Agenda Europea per l’Innovazione (NEIA). Il Gruppo di lavoro ha contribuito a promuovere il coordinamento e il dialogo sullo sviluppo dell’ecosistema dell’innovazione dell’Unione e l’allineamento delle agende nazionali di R&I con gli sforzi dell’Unione.

I temi del Forum EIC:

Durante il primo incontro del gruppo di lavoro sulla politica dell’innovazione i membri del gruppo di lavoro hanno evidenziato la necessità di fare riferimento, prendere in considerazione e sostenere gli strumenti dell’UE esistenti, per articolare il NEIA in relazione ad altre iniziative dell’UE e per garantire sinergie e complementarità tra le diverse azioni faro.

La seconda riunione del gruppo di lavoro sulla politica dell’innovazione del Forum EIC si è concentrata sullo sviluppo e sul collegamento delle valli regionali dell’innovazione nell’ambito della terza flagship della NEIA sulla promozione degli ecosistemi dell’innovazione e sulla lotta al divario dell’innovazioni; il gruppo di lavoro, esaminando l’esperienza chiave delle parti interessate e delle autorità regionali, ha cercato di ricavare le migliori pratiche da utilizzare come modelli per altre regioni.

Inoltre, i membri del gruppo di lavoro hanno sottolineato l’importanza di una conoscenza approfondita dell’ecosistema interessato, in particolare nei casi di forte competenza settoriale, di una consapevolezza delle sinergie e delle opportunità intersettoriali.

Le sfide per il futuro includono la possibilità di entrare in contatto con le parti interessate degli ecosistemi, mentre i responsabili politici devono essere flessibili e creativi per quanto riguarda lo sviluppo e l’uso degli strumenti.

All’indomani della pandemia di COVID-19 e in un periodo di turbolenze geopolitiche, l’innovazione è essenziale per guidare la competitività dell’Europa e per garantire la salute e il benessere dei suoi cittadini.

In questo contesto, l’Europa deve sfruttare il ruolo del settore pubblico come attore principale in grado di modellare i mercati, fornire servizi migliori e accessibili, attirare investimenti privati e fornire alle start-up innovative un primo cliente fondamentale.

Utilizzando gli appalti per l’innovazione strategicamente, il settore pubblico potrebbe guidare il cambiamento in molte aree diverse. Nello specifico, gli appalti per l’innovazione hanno la capacità di rendere l’economia dell’UE più competitiva a livello globale e di rafforzare l’autonomia strategica dell’UE aprendo nuove opportunità commerciali alle imprese innovative nell’UE che creano nuovi posti di lavoro di alta qualità e crescita nel nostro continente.

Sono stati compiuti diversi passi per migliorare il ruolo degli appalti per l’innovazione tra gli Stati membri, ma nonostante le riforme legislative e gli incentivi, questo settore è ancora caratterizzato da un approccio avverso al rischio (in tal senso, sia la pubblica amministrazione che il mercato devono sensibilizzare e migliorare i canali di comunicazione.) mentre il quadro giuridico e i finanziamenti sembrano avere un ruolo secondario.

Il gruppo di lavoro del forum EIC sugli appalti per l’innovazione suggerisce per superare questi ostacoli che ci debba essere un serio sforzo per aumentare la consapevolezza e la conoscenza degli appalti per l’innovazione, che i cicli di feedback tra gli ecosistemi dell’innovazione e gli appaltatori pubblici debbano essere operativi e aperti, che le amministrazioni aggiudicatrici sviluppino, nelle prime fasi, la cultura della cooperazione, del rischio e dell’uso delle procedure e delle conoscenze competitive, e che si faciliti ulteriormente il flusso di informazioni verso i responsabili politici al fine di garantire che tutte le informazioni pertinenti raggiungano il destinatario appropriato all’interno degli Stati membri.

In conclusione, il potenziale strategico degli appalti per l’innovazione è immenso, specialmente nel sostenere lo sviluppo tecnologico nel e dal settore pubblico.

 

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Conferenza Annuale EHMA: aperto fino al 17 febbraio il bando per partecipare

L’European Health Management Association (EHMA) e l’Università Cattolica del Sacro Cuore ospiteranno a Roma, dal 5 al 7 giugno 2023, la 28esima conferenza annuale di EHMA. Il tema di quest’anno è ‘Management della salute: soluzioni sostenibili per sistemi complessi

Partecipazione

È possibile inviare un abstract per partecipare all’evento e presentare buone pratiche e soluzioni innovative entro il 17 febbraio.

In particolare, sono 5 le tematiche su cui è suggerito indirizzare il proprio contributo:

1) sistemi incentrati sulle persone;

2) tecnologia sanitaria e trasformazione digitale;

3) il personale del futuro;

4) sistemi sanitari sostenibili e resilienti;

5) accesso, erogazione e risultati dell’assistenza sanitaria.

Struttura dell’evento EHMA

La conferenza è strutturata intorno a cinque aree che riflettono la pratica della gestione della salute.

Le aree sono:

  • Governance, leadership e responsabilità sociale;
  • management, operazioni e pratica;
  • capitale umano, professionalità e gestione delle persone;
  • finanza ed economia;
  • politica e regolamenti.

 

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Monitoraggio dell’implementazione della salute digitale: una panoramica delle metodologie nazionali e internazionali

Un recente studio dell’OMS/Europa e del Centro regionale per gli studi sullo sviluppo della società dell’informazione (Cetic.br) del Centro brasiliano di informazione sulla rete (NIC.br) ha esaminato metodologie nazionali e internazionali selezionate per monitorare l’attuazione della sanità digitale.

Tale iniziativa ha condotto alla scoperta che, nonostante il loro chiaro potenziale, i programmi e gli interventi di salute digitale spesso non vengano monitorati o valutati.

Di qui l’esigenza di organizzare un incontro, ospitato dal team Data and Digital Health dell’OMS/Europa, che il 16 febbraio 2023 riunirà online un gruppo di esperti coinvolti nello studio sulla salute digitale, per discutere l’importanza di monitorare l’implementazione della salute digitale e gli sforzi compiuti finora.

Presenterà anche gli sforzi compiuti nei contesti latinoamericani e nordici per avere dati comparabili nei paesi di queste regioni.

Il panel del webinar include:

  • Alexandre Fernandes Barbosa, direttore di Cetic.br;
  • Christian Nøhr, professore di Health Informatics, Department of Planning, presso l’Aalborg University;
  • David Novillo Ortiz, direttore dell’unità Data and Digital Health, presso WHO/Europe;
  • Elettra Ronchi, Digital Health and Data Governance Consultant, WHO; docente a contratto di Data Governance and Health Innovation, presso Sciences Po School of Public Affairs, France;
  • Fabio Senne, Survey Project Coordinator, presso Cetic.br.

Il webinar è aperto al pubblico, per registrarsi consultare il seguente LINK

Per ulteriori informazioni e registrarsi consultare il seguente LINK.

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Esiti del primo forum delle Missioni Horizon Europe (evento TRAMI)

Nel forum delle Missioni Horizon Europe organizzato da TRAMI – tenutosi lo scorso 25 gennaio dalle ore 9:30 alle ore 16:30 – sono stati presentati gli elementi distintivi delle missioni europee e gli strumenti a disposizione per l’implementazione.

Partecipanti da diversi gruppi di stakeholders hanno condiviso le loro prospettive ed il lavoro svolto finora. Ciascuna missione specifica è inoltre stata rappresentata da membri dei rispettivi gruppi di lavoro, i quali hanno definito le sfide principali da affrontare e i potenziali obiettivi da conseguire con una coordinazione tra gruppi missione e all’interno delle singole missioni grazie a reti di collegamento europee (con particolare attenzione al ruolo del TRAMI).

L’attività è stata interamente registrata, con i video delle varie sessioni ora disponibili sul sito TRAMI presso la pagina dell’evento.

Struttura dell’evento

L’evento è stato diviso in tre sezioni principali:

  1. sessione plenaria di panoramica sulla struttura e le componenti chiave delle missioni europee e del TRAMI stesso (09:30-11:30);
  2. tre sessioni parallele sull’implementazione delle missioni (12:15-14:45);
  3. seconda sessione plenaria, focalizzata sulle principali sfide associate alle specifiche singole missioni Cancro, Città, Suolo, Acque, e Clima (14:45-16:30).

Risorse ProMIS e TRAMI

Il contenuto delle sessioni è disponibile in forma di sintesi tra i documenti allegati, o in forma integrale sul sito dell’evento (accessibile presso questo LINK).

Documenti allegati:

Agenda European Mission Forum 25.1.2023_4

Sintesi 1st European Mission Forum (EMiF)

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È disponibile il report “Italia: revisione del sistema sanitario 2022”

Sebbene l’aspettativa di vita abbia continuato a crescere fino al 2019 raggiungendo gli 83,6 anni, si è registrata una diminuzione temporanea nel 2020 a causa del numero di decessi legati al COVID-19. Le principali cause di morte in Italia sono le malattie cardiovascolari e il cancro, come nella maggior parte degli altri Paesi ad alto reddito, e, a partire dal 2020, i disturbi respiratori infettivi. Le differenze regionali negli indicatori di salute sono marcate e i fattori di rischio comportamentali, come le abitudini alimentari e il consumo di alcol e tabacco, sono i principali fattori di mortalità: sono responsabili di circa un terzo di tutti i decessi.

Le regioni sono responsabili del finanziamento, della pianificazione e dell’erogazione dei servizi sanitari. Il Servizio Sanitario Nazionale in Italia (SSN) è altamente decentralizzato e ogni regione è responsabile dell’organizzazione e dell’erogazione dei servizi sanitari alla popolazione. Il governo centrale stabilisce il pacchetto di prestazioni nazionali e stanzia i fondi per i sistemi sanitari regionali. Durante la pandemia COVID-19, c’è stata una centralizzazione del potere in termini di leadership e amministrazione, ma l’attuazione è stata in gran parte lasciata alle regioni. Sebbene la spesa sanitaria sia relativamente bassa, negli ultimi anni le spese vive sono aumentate.

Con l’8,7% del PIL nel 2019, la spesa sanitaria in Italia è inferiore a quella di altri Paesi dell’Europa occidentale. Nel 2019, circa il 74% della spesa sanitaria totale è stata finanziata da fonti pubbliche, mentre la maggior parte delle spese rimanenti (23%) provengono da pagamenti out-of-pocket da parte delle famiglie. Negli ultimi dieci anni, la percentuale di spesa sanitaria privata è aumentata e la maggior parte di questa crescita è dovuta alle spese dirette delle famiglie, piuttosto che ai ticket, sollevando preoccupazioni sull’adeguatezza della protezione finanziaria.

Tuttavia, dato il livello di spesa sanitaria, il SSN italiano è stato generalmente efficace nel fornire accesso a cure di alta qualità a un costo ragionevole, nonostante le significative variazioni regionali. Le aree chiave di riforma includono la prevenzione, l’assistenza ospedaliera, la ridefinizione del pacchetto di prestazioni nazionali e il monitoraggio.

Le recenti iniziative politiche hanno incluso l’espansione della copertura vaccinale, la ristrutturazione dell’offerta ospedaliera e il miglioramento degli standard di assistenza, la revisione del pacchetto di prestazioni e l’implementazione di sistemi di monitoraggio delle performance del sistema sanitario. Le principali sfide per il sistema sanitario sono legate alla necessità di affrontare la storica carenza di investimenti nel personale sanitario, di modernizzare le infrastrutture e le attrezzature obsolete e di migliorare le infrastrutture informatiche. Il governo italiano intende utilizzare il Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dall’UE per rafforzare l’assistenza primaria e comunitaria investendo nelle strutture, migliorando l’infrastruttura digitale del SSN, aggiornando le attrezzature mediche e formando gli operatori sanitari.

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La Commissione Europea lancia una nuova Consultazione sulla Salute Mentale – scadenza 15.02.23

La Commissione Europea ha lanciato un call for evidence “A comprehensive approach to mental health” per ricevere feedback dagli stakeholder interessati.

La Commissione affronterà il problema in una Comunicazione sull’approccio globale alla salute mentale, prevista nel programma di lavoro della Commissione per il 2023 nell’ambito della priorità “Promozione dello stile di vita europeo”.

L’edizione 2022 del rapporto “Health at a Glance” ha mostrato quale sia stato l’impatto della pandemia COVID-19 sulla salute mentale e la necessità di misure aggiuntive per prevenire una generazione di giovani segnata. Inoltre, questo approccio globale alla salute mentale risponde alle conclusioni della Conferenza sul futuro dell’Europa, dove i cittadini europei hanno evidenziato che la salute mentale è uno dei principali temi che desta preoccupazione.

L’iniziativa mira a promuovere un approccio globale orientato alla prevenzione nei confronti della salute mentale, considerata come un problema di salute pubblica, e a integrare la salute mentale nelle politiche dell’UE. Essa definirà eventuali aree di intervento future concentrandosi sul chiaro valore aggiunto dell’UE nel facilitare il lavoro degli Stati membri e delle persone in prima linea.

Tra le azioni contemplate figurano:

  • Promozione di una buona salute mentale e prevenzione dei problemi di salute mentale.

  • Individuazione precoce e screening dei problemi di salute mentale.

  • Azioni per affrontare ulteriormente i rischi psicosociali sul lavoro.

  • Sostegno e miglioramento dell’accesso al trattamento e alla cura dei problemi di salute mentale.

  • Miglioramento della qualità della vita.

  • Questioni trasversali, tra cui la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, il ruolo degli strumenti digitali, la formazione e il supporto, la formazione interdisciplinare per il personale sanitario o le esigenze specifiche dei gruppi vulnerabili e dei gruppi socioeconomici svantaggiati.

La scadenza è il 15 febbraio 2023.

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Transforming Health and Care Systems – THCS

E’ online il sito web della partnership THCS, un’azione Cofund nell’ambito del programma Horizon Europe che ha come obiettivo quello di contribuire alla transizione verso sistemi sanitari e assistenziali più sostenibili, efficienti, resilienti, inclusivi, innovativi e di alta qualità incentrati sulle persone, e accessibili indistintamente a tutti.

Il partenariato avrà una durata di 7 anni ed è costituito da 64 istituzioni appartenenti a 26 paesi.

Il ProMIS è presente nel partenariato come ente affiliato del Ministero della Salute Italiano, che ne è il coordinatore.

Il ProMIS è parte del Gruppo di Coordinamento e sarà quindi impegnato a supporto del Ministero della Salute nelle attività di gestione previste nel WP2, oltre ad essere responsabile delle attività di comunicazione e disseminazione previste nel WP3.

Il coinvolgimento del ProMIS è previsto anche nelle attività del WP1 per la definizione e attuazione della governance e dello sviluppo del piano di lavoro annuale, e nel WP9 che vede lo sviluppo e la gestione di un Knowledge Hub, che fungerà da piattaforma multifunzionale per rispondere alle esigenze di diversi gruppi target nel settore sanitario e assistenziale.

Per ulteriori informazioni sulle attività della partnership, i partner e sul ruolo del ProMIS visitare il sito web di THCS al seguente LINK.

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Pubblicata la terza newsletter del Progetto europeo JADECARE sulle cure integrate

Il progetto europeo JADECARE – Joint Action on Implementation of Digitally Enabled Integrated Person-Centered Care, ha pubblicato la sua terza newsletter, dove potete trovare articoli, news, eventi/webinar sulle attività del progetto e articoli specifici sul tema in oggetto.

Il progetto coinvolge partner provenienti da 17 Stati membri dell’UE. ProMIS, Ente Affiliato ad Agenas insieme a Ministero della salute, Regione Lombardia, Regione Marche, ARS Toscana, USL Umbria 1 e ASL NA2, supporta il consorzio nelle attività di comunicazione e disseminazione nonché nella realizzazione delle attività dedicate all’integrazione delle buone pratiche nelle politiche nazionali e alla loro sostenibilità.

In questa newsletter vengono promossi:

  • il 2° Consortium meeting che si è tenuto a Bilbao ad ottobre 2022, dove si è particolarmente dato spazio ai risultati preliminari processi di implementazione dei next adopters;
  • il 2° stakeholder forum di Amburgo del novembre 2022 dove più di 75 partecipanti provenienti da oltre 50 diverse organizzazioni europee si sono uniti dove esperti di sanità digitale si sono riuniti per discutere di integrazione socio-sanitaria e dati sanitari;
  • la partecipazione di JADECARE a novembre 2022 all’European Public Health conference di Berlino, alla 2° conferenza portoghese sulle cure integrate e alla conferenza sulle cure primarie di Madrid;
  • l’intervista a Yhasmine Hamu Azcarate, project manager di Jadecare.

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Le indagini del Garante Europeo della protezione dei dati (GEPD)

Le indagini del GEPD sono un modo per stabilire se le istituzioni, gli organi e gli organismi dell’UE abbiano violato le norme applicabili in materia di protezione dei dati.

La conduzione delle indagini si articola in 9 step principali:

1. Apertura dell’indagine

Il GEPD notifica all’istituzione dell’UE la sua decisione formale di avviare un’indagine. Ciò include una richiesta di prove. Il GEPD fissa un termine entro il quale l’istituzione dell’UE deve rispondere.

2. Incontro di apertura

Il GEPD può organizzare una riunione per spiegare perché l’istituzione dell’UE è oggetto di indagine e affinché l’istituzione dell’UE spieghi oralmente prove complesse, se necessario.

3. Raccolta prove

Il GEPD può organizzare una riunione per discutere le prove. Può farlo anche su richiesta dell’istituzione dell’UE o di un’altra parte che potrebbe essere pregiudicata dalla decisione finale del GEPD.

4. Tempo di ispezione

Il GEPD può richiedere un’ispezione in loco o a distanza per comprendere concretamente come i dati vengono trattati dall’istituzione dell’UE.

5. Valutazione preliminare

Il GEPD informa le parti dei fatti, dei documenti, della valutazione giuridica e delle misure correttive previste che devono essere incluse nella sua decisione finale. Questa fase consente alle parti di condividere le loro osservazioni sulla valutazione preliminare del GEPD prima che abbia luogo qualsiasi azione esecutiva.

6. Udienza

Il GEPD può organizzare un’audizione su richiesta di una parte che voglia presentare le proprie osservazioni sulla valutazione preliminare.

7. Decisione finale

La decisione finale del GEPD determina se l’istituzione dell’UE ha violato le norme sulla protezione dei dati. La decisione finale include anche misure correttive e le scadenze entro le quali l’istituzione dell’UE deve metterle in atto.

8. Pubblicazione delle decisioni finali

Il GEPD di solito pubblica le decisioni finali delle sue indagini. Prima di farlo, il GEPD chiede sempre alle parti se alcuni elementi della decisione finale debbano essere mantenuti riservati.

9. Dopo l’inchiesta

Il GEPD controlla se le sue misure correttive siano state messe in atto dall’istituzione dell’UE. Se l’istituzione dell’UE non l’ha fatto, il GEPD può emettere un’ammenda o deferire la questione alla Corte di giustizia.

Per un’indagine di successo si consiglia anche:

Di documentare tutti i passaggi con precisione;

Che il personale del GEPD rispetti i propri obblighi di riservatezza e segreto professionale;

Che le istituzioni dell’UE cooperino con il GEPD.

Inoltre, il GEPD deve rispettare il diritto delle parti a difendersi e di essere ascoltate. Se le misure correttive sono state attuate correttamente, il GEPD chiude il caso.

Per ulteriori informazioni cliccare al seguente LINK.

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Pubblicato lo studio I-Com sull’attuazione dei PNRR in ambito digitale

Lo studio “Affrontare le sfide della transizione digitale nei Piani nazionali di Ripresa e Resilienza” è stato scritto dall’Istituto per la Competitività I-Com, e fornito dall’Economic Governance and EMU Scrutiny Unit (EGOV) su richiesta della Commissione per i problemi economici e monetari (ECON). Il documento è ora pubblicamente accessibile presso il seguente LINK.

Il paper analizza il pilastro del digitale nel contesto dei vari piani nazionali di ripresa e resilienza degli Stati Membri UE. Gli obiettivi dello studio sono l’identificazione di iniziative chiave, il confronto della distribuzione delle risorse, la valutazione degli attuali livelli di implementazione, e la definizione delle principali sfide al raggiungimento dei risultati generali. Il livello di riforme ed investimenti è stato valutato all’interno di cinque aree principali: connettività, digitalizzazione della pubblica amministrazione, intelligenza artificiale e industria 4.0, capacità digitali, cybersecurity.

L’Italia è uno dei dieci Stati Membri ad aver fornito dati sulle milestones ed i bersagli raggiunti, e risulta essere il paese con la più alta spesa assoluta sugli obiettivi digitali (27 miliardi di €). La sua percentuale di spesa dei fondi PNRR nell’area digitale è del 27%, superiore al requisito minimo (20%) e alla media europea (26%). I paesi con la maggior percentuale di spesa sulla transizione digitale sono l’Austria (53%) e la Germania (50%).

Nell’area della connettività il progresso dell’Italia risulta finora in linea con gli obiettivi prefissati dalle definizioni degli indicatori comuni. Nell’area della digitalizzazione della PA vengono riportati vari investimenti nel campo della salute pubblica, con risultati iniziali identificati come promettenti nell’ambito della formazione di personale sanitario e della telemedicina, da monitorare nel corso del biennio 2023-2024. Vengono riportati anche il progresso in linea con gli obiettivi nell’area dell’intelligenza artificiale e dell’industria 4.0, e i significativi investimenti in ambito di capacità digitali, il cui impatto dovrà essere analizzato in futuro. Per quanto riguarda il settore della cybersecurity, l’Italia deve dimostrare ulteriore progresso riguardo le nuove infrastrutture per allinearsi agli obiettivi dichiarati, ma ci sono indicatori promettenti anche in questo campo.

In generale le sfide nel percorso di digitalizzazione sono ancora numerose ed il progresso in merito richiederà tempo per poter essere valutato accuratamente.

L’area di maggiore debolezza rimangono i progetti transnazionali, i quali dovranno essere espansi e potenziati per poter realizzare pienamente il potenziale dei fondi e dei progetti europei coinvolti, soprattutto in un ambito di inevitabile interconnessione tecnologica.

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