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BD4QoL: migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da tumore testa-collo

BD4QoL (“Big Data Models and Intelligent tools for Quality of Life monitoring and participatory empowerment of head and neck cancer survivors”) è un progetto innovativo finanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell’Unione Europea. Il progetto ha l’obiettivo di supportare i pazienti che hanno completato con successo un percorso di cura per il tumore della testa e del collo, aiutandoli a recuperare una qualità della vita (QoL) ottimale, facilitando la diagnosi precoce di nuove condizioni di salute e consentendo interventi efficaci da parte dei medici di riferimento. Per valutarne l’efficacia nel supportare i pazienti dopo il trattamento, è attualmente in corso uno studio clinico randomizzato con oltre 300 pazienti arruolati, condotto in quattro ospedali in Italia e nel Regno Unito.

Il progetto, che si concluderà a dicembre 2025, è coordinato dall’Università di Milano e coinvolge 16 partner, tra cui regioni, aziende, ospedali, università e istituti di ricerca, provenienti da sette Paesi europei.

La Piattaforma BD4QoL

Per aiutare i pazienti a migliorare la loro qualità della vita dopo il percorso di cure, una grande quantità di dati sanitari, inclusi lo stato emotivo e la partecipazione sociale, viene raccolta tramite smartphone e analizzata in tempo reale. Algoritmi predittivi basati sull’Intelligenza Artificiale interpretano queste informazioni per definire la QoL del paziente, mentre tecniche di modellazione comportamentale rilevano i cambiamenti nel tempo e attivano raccomandazioni e avvisi personalizzati. Questo processo non solo informa e responsabilizza i pazienti, ma avvisa anche i medici di riferimento nel caso in cui vengano rilevati segnali di deterioramento della qualità della vita. BD4QoL sta implementando tre componenti chiave:

  • Chatbot basato su IBM Watson per il supporto ai pazienti: Un chatbot intuitivo che offre un’interfaccia in linguaggio naturale, invia messaggi motivazionali e genera avvisi in caso di variazioni nella salute o nell’attività sociale. Inoltre, consente ai pazienti di informare il team clinico sul proprio stato di salute e sui progressi, registrando eventuali sintomi.
  • App per i partecipanti allo studio: Due app vengono utilizzate sia per raccogliere dati dai pazienti sia per condividere con loro dashboard di monitoraggio e analisi. I dati raccolti riguardano informazioni comportamentali personali relative alla sfera sociale, fisica e al sonno, essenziali per valutare la qualità della vita di un individuo.
  • Monitoraggio di QoL dei pazienti presso il Point of Care (PoC): Il PoC integra un innovativo sistema di gestione del flusso di lavoro per il monitoraggio quotidiano da parte dei medici di avvisi, visite, sintomi riportati e valutazioni periodiche della qualità della vita dei pazienti. Questo sistema facilita il riconoscimento precoce delle morbilità e delle alterazioni potenzialmente rilevanti per la previsione del rischio e il miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
Empowerment dei pazienti con i dati sulla qualità della vita: il pilota in Lombardia

Nell’ambito delle attività del progetto, un’iniziativa pilota in Regione Lombardia sta esplorando come includere indicatori di qualità della vita raccolti da BD4QoL all’interno del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) dei pazienti che partecipano al progetto.

Alcuni partner, tra cui ARIA SpA e Regione Lombardia, stanno collaborando a una soluzione che renda disponibili ai pazienti tre questionari validati sulla qualità della vita (EORTC), raccolti durante il trial, insieme ai punteggi di QoL visualizzati nel PoC. I pazienti avranno dunque accesso a un report contenente i propri dati sulla qualità della vita, che potranno scaricare in formato PDF e caricare nella sezione “Taccuino” del proprio FSE, arricchendo così la loro storia clinica. Inoltre, potranno concedere ad altri medici l’accesso ai propri dati di QoL all’interno del FSE per cure più efficaci e personalizzate. Questa soluzione sarà presto testata presso l’Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano.

Per maggiori informazioni si prega di consultare il seguente LINK.

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Progetto REVERT: lancio di uno studio clinico a supporto dei pazienti affetti da tumore al colon-retto avanzato

Al via il trial clinico del progetto REVERT (taRgeted thErapy for adVanced colorEctal canceR paTients), finanziato nell’ambito del Programma Horizon Europe 2020, che vede l’Italia in prima fila al servizio della medicina predittiva in ambito oncologico grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale.

Il progetto REVERT viene portato avanti in collaborazione con il centro di coordinamento Europeo dell’IRCCS San Raffaele ed il centro di coordinamento del trial clinico dell’Università di Roma “Tor Vergata”.

Il Policlinico Universitario di Tor Vergata coordinerà i Centri Europei coinvolti nel trial clinico, che mira alla validazione pre-marketing di un sistema decisionale clinico, basato su algoritmi di predizione della risposta al trattamento in pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto in fase avanzata.

I dati sul tumore del colon-retto e l’importanza di Revert

Il tumore del colon-retto rappresenta la terza causa di neoplasia negli uomini e la seconda nelle donne, con incidenza minore soltanto ai tumori polmonari e mammari.

Dall’ultimo rapporto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica “I numeri del cancro in Italia 2022” si stima per l’anno in riferimento 48.100 nuovi casi (26.000 negli uomini e 22.100 nelle donne, in crescita rispetto al 2020 rispettivamente del +1,5% e del +1,6%), manifestatisi con sempre maggiore frequenza tra gli under 50, tra i quali le diagnosi sono raddoppiate con un tasso di mortalità previsto in aumento fino al 2030.

Inoltre, circa il 50% dei pazienti con cancro del colon-retto locale sviluppa in seconda istanza delle metastasi a distanza e quasi il 21% dei pazienti presenta tali metastasi già nel momento stesso della prima diagnosi. In questo contesto, urge porre l’accento sulla selezione del primo trattamento farmacologico nella malattia metastatica, che rappresenta un passaggio cruciale nel percorso terapeutico di questi pazienti, consentendo un significativo miglioramento dei tassi di risposta e della sopravvivenza globale, grazie all’associazione tra farmaci chemioterapici e farmaci a bersaglio molecolare.

L’utilizzo ambizioso ed innovativo dell’Intelligenza Artificiale in REVERT

La Prof.ssa Fiorella Guadagni, Coordinatrice del Progetto e della Biobanca BioBIM® e banca dati associata dell’IRCCS San Raffaele, nonché Professore Ordinario di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica presso l’Università Telematica San Raffaele Roma, spiega: “Il progetto nasce dall’esperienza realizzata al San Raffaele di Roma, dove già nel 2006 è stata creata una banca biologica e banca dati interistituzionale e multidisciplinare per l’applicazione di metodologie di intelligenza artificiale finalizzate alla messa a punto di protocolli di medicina predittiva.

L’obiettivo è quello di costruire un innovativo sistema di supporto decisionale basato sull’intelligenza artificiale utilizzando l’esperienza e i dati del mondo reale di diversi ospedali che operano nel sistema sanitario dell’UE per un modello innovativo di terapia combinatoriale, basato su un approccio di medicina personalizzata, che identifica l’intervento terapeutico più efficace per il singolo paziente con cancro colorettale”.

Attraverso questo modello innovativo, basato su tecniche di Intelligenza Artificiale, si intende personalizzare il trattamento terapeutico dei pazienti con tumore del colon-retto metastatico – non suscettibili di intervento chirurgico – identificando, di volta in volta, quello più efficace.

Lo studio clinico verificherà l’efficacia predittiva dell’Intelligenza Artificiale sulla scelta del migliore trattamento in un’ottica ‘personalizzata’”, spiega il Prof. Mario Roselli, Direttore dell’Unità di Oncologia Medica del Policlinico Universitario Tor Vergata e Professore Ordinario presso l’Ateneo. “L’algoritmo decisionale, infatti, è stato precedentemente “educato”, tramite valutazione retrospettiva dei profili clinici di pazienti già trattati nelle Unità di Oncologia partecipanti al progetto e che, in base alla loro risposta al trattamento, sono stati definiti ‘responder’ o ‘non responder’.

Tale algoritmo, applicato ai nuovi pazienti arruolati nello studio clinico consentirà di supportare lo sperimentatore verso la migliore scelta terapeutica. Sebbene il trial REVERT sia specificamente rivolto alla patologia colorettale metastatica, si prevede che i suoi risultati possano avere un impatto positivo su altre tipologie di tumore.”

I partner del progetto REVERT

Tra i partner Europei, oltre l’IRCCS San Raffaele in qualità di centro di coordinamento del progetto, e l’Università di Roma “Tor Vergata”, REVERT vede coinvolte 7 Unità di Oncologia Medica appartenenti a 3 diverse Nazioni Europee, quali: l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata (centro coordinatore clinico), l’Università di Firenze e quella Palermo, l’Institutul Regional de Oncologie Iasi e il Clusterul Regional Inovativ de Imagistica Moleculara Structurala (entrambe in Romania) e il Servicio Murciano De Salud (Spagna) che si occuperanno dell’arruolamento dei pazienti.

Tra i partner non prettamente clinici di REVERT che partecipano al progetto si annoverano: ProMIS –Programma Mattone Internazionale Salute, responsabile della disseminazione e comunicazione dei risultati, Malmo Universitet (Svezia), Umea Universitet (Svezia), Genxpro GMBH (Germania), Bundesanstalt Fuermaterialforschung Und-Pruefung (Germania), Biovariance GMBH (Germania), Fundacion Universitaria San Antonio (Spagna), Luxembourg Institute of Health (Lussemburgo) e Olomedia (Italia).

 

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