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Ricerca: stanziati oltre 740 milioni per finanziare 3.700 progetti

Sono quasi 3.700 i Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (PRIN) che accedono allo stanziamento di 741milioni di euro previsti dal Ministero dell’Università e della Ricerca a seguito della conclusione della procedura PRIN 2022.

Un risultato che porterà l’Italia a raggiungere in anticipo il target di almeno 3.150 progetti entro il 31 dicembre 2023 fissato a livello comunitario per l’accesso alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il programma PRIN finanzia progetti biennali che, per complessità e natura, richiedono la collaborazione di più unità di ricerca. Il PRIN vuole promuovere e sostenere il sistema nazionale della ricerca, rafforzare le interazioni tra università ed enti di ricerca e favorire la partecipazione italiana alle iniziative nell’ambito del Programma Quadro di ricerca e innovazione dell’Unione Europea.

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PNT Italia: Avviato il Progetto per la Piattaforma nazionale di Telemedicina

Il progetto relativo alla Piattaforma nazionale di Telemedicina, incluso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ha compiuto un importante passo avanti con l’avvio delle operazioni della società di progetto PNT Italia, creata da Engineering e Almaviva.

Questa nuova società, denominata PNT Italia, rappresenta il primo e fondamentale passo per la realizzazione del Piano Telemedicina previsto dal PNRR. PNT Italia, già attiva, è una società a responsabilità limitata con una partecipazione del 60% da parte di Engineering, un gruppo con una vasta esperienza nelle tecnologie che sostengono il sistema sanitario italiano e competenze avanzate nel campo della Telemedicina. Il restante 40% è di proprietà di Almaviva, una società che da molti anni collabora con il Ministero della Salute e importanti amministrazioni regionali, con competenze nel settore eHealth. 

La concessione Agenas per la realizzazione e gestione della Piattaforma nazionale di Telemedicina ha una durata di 10 anni ed è organizzata in tre fasi: 

  • Attualmente, siamo nella fase di “Start Up” che si concluderà entro novembre 2023 con il collaudo e l’attivazione della Piattaforma. 
  • Successivamente, ci sarà una fase di “Avvio e Consolidamento” della durata di 2 anni, che terminerà entro novembre 2025. 
  • A partire da dicembre 2025, inizierà la fase di “Gestione a regime” che proseguirà fino alla fine della concessione. Durante questa fase, la Piattaforma continuerà ad ampliare i propri servizi, adattandosi all’evoluzione della Sanità digitale.

La Piattaforma nazionale di Telemedicina (PNT) sarà una soluzione basata su tecnologia Cloud Native per la gestione e il monitoraggio dei processi di Telemedicina a livello regionale. Sarà in grado di integrarsi con gli ecosistemi digitali specifici di ogni Regione, valorizzando gli investimenti già effettuati o pianificati a livello locale. Una volta avviata, la PNT favorirà l’armonizzazione delle terminologie, delle tassonomie e delle codifiche a livello nazionale, promuovendo una maggiore integrazione tra i servizi sanitari regionali e migliorando l’accessibilità e la qualità delle cure per le persone su tutto il territorio nazionale, in linea con gli obiettivi del PNRR nel campo della Sanità Digitale.

La Piattaforma sarà sviluppata seguendo i principi di affidabilità, flessibilità, robustezza e riusabilità raccomandati da AgID. Metterà quindi al centro la sicurezza dei dati dei cittadini, garantendo al contempo l’accessibilità, l’inclusione e l’efficienza.

 

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Misure per la parità di genere nei PNRR: l’Italia esempio virtuoso in Europa

La pandemia del COVID-19 ha acuito sensibilmente quelle che erano le disparità di genere, sociali ed economiche già presenti negli Stati Europei. L’evidenza scientifica ha ampiamente dimostrato quanto gli effetti della crisi si siano riversati in maniera esponenzialmente maggiore sulle donne rispetto che gli uomini.

L’Unione Europea ha deciso di intervenire in modo strutturale per ovviare a questa questione, obbligando per esempio gli Stati membri in questa programmazione ad avere un Gender Equality Plan (GEP) per poter partecipare ai progetti dell’Unione Europea come ad esempio il programma Horizon Europe.

Se è giusto affermare che il GEP riguardi le singole organizzazioni che fanno domanda e non gli Stati membri di per sé, è vero anche che tale misura debba essere presentata da enti pubblici quali organismi di finanziamento della ricerca, nonché ministeri nazionali, enti pubblici di autorità, enti di ricerca siano essi pubblici o privati.

Inoltre, occorre aggiungere che il GEP non va inteso come una misura isolata all’interno di un quadro normativo impreparato, ma che dovrebbe essere circoscritto all’interno di una analisi degli studi di genere, alla base dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza post-Covid.

Ed invece l’EIGE nel suo rapporto registra che, un coinvolgimento limitato sia dei governi nazionali che degli organismi indipendenti per la parità di genere e la società civile femminile e femminista, abbia portato ad un risultato che stima a meno del 2% la quota destinata a bilancio per misure di genere.

Questo dato è frutto della mancanza di approccio strutturale da parte degli Stati dell’UE, che non hanno prodotto dapprima una gender analysis, così da delineare le criticità del tema ed agire di conseguenza durante la stesura dei Piani di Ripresa e Resilienza.

Il caso virtuoso dell’Italia sulla serietà dell’analisi di genere a monte del PNRR

L’Italia si è dimostrata, insieme soltanto alla Spagna e alla Svezia, uno dei pochissimi paesi che hanno prodotto dapprima una analisi del divario di genere nei diversi settori, per poi favorire e promuovere la parità attraverso un approccio trasversale in cui il tema è stato preso in considerazione nelle fasi di attuazione del PNRR.

Il tema della parità di genere va inteso in questa fase come una delle chiavi di lettura del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per rendere più inclusiva ed efficace l’esecuzione dei bilanci.

Altri Stati membri si stanno ora mobilitando nell’introdurre un’iniziativa prospettica sul tema della parità di genere nei propri Piani Nazionali. Tuttavia si ha la sensazione che si sia persa una occasione importante per attuare con forza una struttura egualitaria ed inclusiva delle differenze di genere, soprattutto in un periodo storico che riflette l’acuirsi delle disparità sociali. Se è vero dunque che si possa rimediare in futuro attraverso la specifica implementazione di altri piani nazionali sul tema, occorre in questa fase elogiare coloro i quali hanno tracciato le linee guida del piano di Ripresa pensando da subito, tra le priorità, di ridurre gli effetti negativi quanto meno della crisi sulle donne.

È essenziale includere e mantenere questa forma mentis anche nelle fasi finali di attuazione e soprattutto monitoraggio dei piani nazionali, da non prendere sottogamba per non vanificare quanto di buono fatto nella fase precedente. Un plauso va anche alla Svezia e in particolare alla Spagna, che ha fatto dell’uguaglianza di genere un caposaldo della strategia nazionale di ripresa.

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Relazione sullo stato di attuazione del PNRR 31 maggio 2023

LO STATO DI ATTUAZIONE 2023

La Relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza identifica la presenza di due “elementi di debolezza” in tre aree della Missione 6, relative sia all’ambito del Dm 77 (territorio) – per l’investimento 1.1 “case di comunità (Cdc) e presa in carico della persona” e l’investimento 1.3 “Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue sue strutture” (ospedali di comunità) – sia per l’investimento 1.2 “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”: tutti e tre gli ambiti sono “critici” per le due voci “Eventi e circostanze oggettive: aumento costi e/o scarsità di materiali” ed “Eventi e circostanze oggettive: squilibrio offerta/domanda.

IL SECONDO SEMESTRE 2023

Il primo step di rilevo, da centrare entro questo mese di giugno, è l’aumento del numero di borse di studio in medicina generale, con l’assegnazione di 1.800 borse (M6 C2-14). In totale – si legge nella Relazione – entro giugno 2024 (M6 C2-15), è prevista l’assegnazione di ulteriori 900 borse per un totale di 2.700 assegnazioni in più. Le attività del triennio formativo 2021-2024 sono iniziate a maggio 2022, dopo che il ministro della Salute aveva ripartito tra le Regioni le risorse per finanziare le prime 900 borse di studio per i medici di medicina generale.

Il sito del ministero della Salute dà poi conto di una serie di adempimenti che entro giugno, tra Milestone (qualità) e Target (quantità), andranno soddisfatti: oltre alle 1.800 borse per la Medicina generale, il completamento della procedura di iscrizione ai corsi di formazione manageriale, le reingegnerizzazione del NSis a livello locale e il completamento del patrimonio informativo (servizi applicativi), la stipula dei contratti per le Cot e quella dei contratti per l’interconnessione aziendale alla voce “casa come primo luogo di cura”.

 

Per scaricare la relazione sullo stato di attuazione PNRR si prega di consultare il seguente LINK.

Per maggiori informazioni si prega di consultare l’articolo sulla relazione sullo stato di attuazione PNRR de Il Sole 24 Ore presso il seguente LINK.