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Studio OMS: l’impatto dei vaccini nella salvaguardia della salute

Lo studio “Impact of COVID-19 vaccination programmes in Europe: lives saved and lessons learned” pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine dall’European Respiratory Surveillance Network dell’OMS stima che le vaccinazioni contro il COVID-19 abbiano salvato oltre 1,6 milioni di vite in Europa tra dicembre 2020 e marzo 2023.

Questa cifra evidenzia il successo delle campagne di vaccinazione coordinate, in particolare delle dosi di richiamo, nel prevenire i decessi correlati al COVID-19, soprattutto tra le popolazioni più anziane. In particolare, il 60% delle vite salvate si è verificato durante il periodo Omicron, evidenziando l’efficacia delle dosi di richiamo.

Lo studio dell’OMS sull’impatto dei programmi di vaccinazione COVID-19 in Europa

Sebbene l’immunità globale sia aumentata, sia attraverso la vaccinazione che all’esposizione naturale al virus, gli anziani rimangono ad alto rischio per quanto riguarda le conseguenze del contrarre il COVID-19. Lo studio mostra che le dosi di richiamo sono state particolarmente cruciali nel salvare vite tra le persone di età pari o superiore a 60 anni. Mentre la pandemia si trasforma in una trasmissione endemica, i paesi stanno rivalutando la necessità di una vaccinazione di richiamo continua, soprattutto le persone vulnerabili.

Lo studio sottolinea inoltre l’importanza dei dati di sorveglianza di routine per informare le politiche sanitarie e suggerisce che le vite salvate segnalate potrebbero essere una sottostima. Fattori come i decessi non segnalati e i benefici indiretti della vaccinazione, come la riduzione della trasmissione, non sono pienamente considerati.

Inoltre, l’assunzione di vaccini è variata in tutta Europa, con i paesi più ricchi che hanno mostrato una copertura più elevata e quindi una riduzione della mortalità più significativa. Lo studio evidenzia la necessità critica di una distribuzione equa dei vaccini per massimizzare i benefici per la salute pubblica.

 

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Rapporto OCSE: “L’assistenza è accessibile per gli anziani?”

Il 29 ottobre 2024, l’OCSE ha pubblicato un rapporto intitolato “L’assistenza è accessibile per gli anziani?” (Is Care Affordable for Older People?) che esplora in modo completo il sostegno pubblico all’assistenza a lungo termine – LTC (long term care) – nei paesi OCSE.

Questo rapporto suggerisce percorsi per implementare i finanziamenti che dovranno rafforzare i sistemi di assistenza a lungo termine, oltre ad opzioni di policy per migliorare l’individuazione dei benefici e cercare guadagni di efficienza per contenere i costi dell’LTC.

Il rapporto OCSE “L’assistenza è accessibile per gli anziani?”

Secondo il rapporto dell’OCSE Health at a Glance 2023, nel 2021 più di 242 milioni di persone avevano 65 anni e più, di cui oltre 64 milioni avevano almeno 80 anni. L’incidenza delle persone anziane sul totale continuerà ad aumentare, con l’incidenza media OCSE di coloro che hanno 80 anni e più destinata a raddoppiare dal 4,8% al 9,8%. Pertanto, con l’invecchiamento della popolazione mondiale, la domanda di assistenza a lungo termine per le persone anziane nelle attività della vita quotidiana è destinata ad aumentare di oltre un terzo entro il 2050. Questa situazione renderà difficile per i governi bilanciare la sostenibilità finanziaria con la necessità di fornire una protezione efficace contro i rischi finanziari associati alle esigenze di LTC.

Attualmente, nei paesi OCSE, i sistemi di assistenza a lungo termine finanziati con fondi pubblici lasciano ancora quasi la metà delle persone anziane con esigenze di assistenza a rischio di povertà, in particolare quelle con gravi problematiche e con basso reddito. I costi diretti rappresentano, in media, il 70% del reddito medio di una persona anziana nei paesi OCSE.

Inoltre, la domanda di LTC dovuta all’invecchiamento è ulteriormente intensificata dalla diminuzione dell’offerta di assistenti familiari o informali, poiché nuclei familiari più piccoli, parenti che vivono lontano e una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro limitano il bacino di potenziali assistenti informali a disposizione delle persone anziane.

Il documento dell’OCSE sottolinea pertanto la necessità di azioni di policy per garantire la sostenibilità fiscale, affrontando al contempo le attuali lacune in termini di adeguatezza. A tal proposito, il rapporto fornisce per i paesi tre opzioni con relative buone pratiche da prendere come spunto:

  • Cercare fonti di finanziamento aggiuntive per LTC. Considerare l’ampliamento delle fonti per finanziare i sistemi LTC oltre il reddito da lavoro, garantendo al contempo un’adeguata condivisione intergenerazionale dell’onere, valutando anche l’esplorazione di opzioni innovative di contribuzione privata e meccanismi di prefinanziamento. Ad esempio, la Slovenia ha avviato una riforma LTC nel 2023, che introdurrà un’assicurazione per finanziare nuovi benefici e servizi.
  • Migliorare il targeting dei benefici e dei servizi LTC. Il targeting degli individui con esigenze elevate e risorse ridotte può promuovere l’adeguatezza in un contesto di risorse limitate. In diversi paesi, rendere la condivisione dei costi più progressiva può portare a una spesa inferiore rispetto alla situazione attuale, senza un aumento della povertà. In altri paesi (Italia, Slovenia, Spagna, Grecia) il targeting dei benefici pubblici verso coloro con esigenze più elevate riduce la povertà mentre gli aumenti della spesa sono molto più piccoli rispetto alle politiche incentrate sulla riduzione dei soli costi diretti.
  • Migliorare l’efficienza e contenere i costi della LTC. Sia la promozione dell’invecchiamento sano che i miglioramenti della produttività potrebbero portare a una riduzione delle spese del 13% entro il 2050. Una migliore prevenzione, un uso più intelligente della tecnologia e la delega dei compiti tra i lavoratori sono alcune delle opzioni che possono migliorare l’efficienza delle LTC. Per esempio, i Paesi Bassi stabiliscono obiettivi di spesa per l’LTC e adeguano di conseguenza i prezzi massimi per servizi e fornitori.

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