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Commissione UE: adottati orientamenti sull’autonomia delle persone con disabilità

La Commissione Europea ha pubblicato gli “Orientamenti sulla vita indipendente e l’inclusione nella comunità delle persone con disabilità”, un documento che mira a promuovere l’uso efficace dei finanziamenti dell’UE per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità.

Pubblicato il 29 novembre scorso, il testo rappresenta un passo importante verso l’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD) e del Piano d’azione per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030.

STRUMENTI PER L’INCLUSIONE SOCIALE

Gli orientamenti forniscono raccomandazioni pratiche su come i fondi europei possono essere utilizzati per:

  • Promuovere la deistituzionalizzazione, favorendo soluzioni abitative in piccoli gruppi o appartamenti individuali all’interno delle comunità locali.
  • Sostenere l’accesso a servizi di assistenza inclusivi, come l’istruzione, la formazione e l’occupazione.
  • Garantire il pieno rispetto dei diritti umani delle persone con disabilità, assicurandone la partecipazione attiva nella società.

Questi orientamenti sono rivolti alle autorità nazionali, regionali e locali, nonché ai beneficiari dei finanziamenti UE, per garantire che le risorse vengano impiegate in modo strategico e inclusivo.

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Salute mentale

MHE: Indicatori per i Diritti Umani nella Salute Mentale: un modello basato sul Recovery

Mental Health Europe ha pubblicato un rapporto pionieristico intitolato “Indicatori basati sui diritti umani per i servizi di salute mentale”. Questo documento propone un modello basato sul concetto di Recovery per trasformare i servizi di salute mentale in Europa, garantendo la centralità dei diritti umani e della dignità personale.

Il rapporto di MHE “Indicatori basati sui diritti umani per i servizi di salute mentale”

Nel contesto del rapporto, il termine Recovery si riferisce a un approccio centrato sulla persona che promuove il benessere mentale non solo attraverso la gestione dei sintomi, ma anche supportando l’individuo nel vivere una vita significativa, autonoma e soddisfacente. Questo modello si fonda su concetti di empowerment, autodeterminazione, partecipazione comunitaria e protezione dei diritti umani.

Il documento analizza criticamente l’attuale stato dei servizi di salute mentale, mettendo in luce diverse problematiche, tra cui:

  • L’uso persistente di pratiche coercitive che violano i principi fondamentali della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (UNCRPD).
  • La mancanza di strumenti standardizzati per valutare l’adesione ai principi di Recovery e ai diritti umani.
  • Gli ostacoli all’autonomia e alla partecipazione attiva delle persone con disabilità psicosociali nelle decisioni che le riguardano.

Pertanto, il rapporto sottolinea come l’attuale approccio ai servizi debba evolversi, passando da un modello clinico-centrico a uno orientato alla persona, che promuova l’empowerment, l’inclusione sociale e la capacità di vivere una vita significativa.

Inoltre, propone indicatori basati sul Recovery per valutare e migliorare i servizi, in linea con i principi dell’UNCRPD. Tra le raccomandazioni principali:

  • Eliminare le pratiche coercitive, garantendo che la libertà e la sicurezza della persona siano rispettate in ogni contesto.
  • Promuovere la capacità legale e l’autonomia decisionale, anche attraverso strumenti come le direttive anticipate.
  • Integrare i diritti umani nelle pratiche quotidiane attraverso la formazione degli operatori sanitari e l’adozione di misure per il monitoraggio della conformità.
  • Implementare strumenti standardizzati, come il Recovery Self-Assessment e il Recovery-Oriented Services Assessment, per misurare l’adesione ai principi di Recovery.

Il rapporto, infine, auspica un cambiamento radicale nei sistemi di salute mentale, con un impegno concreto verso l’equità e l’inclusione. Gli indicatori basati sul Recovery rappresentano un passo decisivo per garantire che i servizi non solo rispondano ai bisogni clinici, ma siano anche coerenti con i diritti fondamentali.

Con questo documento, Mental Health Europe invita i responsabili politici, gli operatori sanitari e le organizzazioni della società civile a collaborare per sviluppare un sistema di salute mentale che metta al centro la persona e i suoi diritti.

 

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