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Politica di coesione: firmato un protocollo di cooperazione

Il 20 marzo scorso il Presidente del Comitato europeo delle Regioni (CdR) Vasco Alves Cordeiro e il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea (CE) Maroš Šefčovič, responsabile per il Green Deal europeo, le relazioni interistituzionali e la prospettiva, hanno firmato un Protocollo di cooperazione riveduto per intensificare il lavoro comune, volto a garantire che la voce degli enti regionali e locali europei sia ascoltata in tutte le fasi del processo decisionale dell’UE.

Caratteristiche del protocollo di cooperazione:

Vengono delineate nel protocollo nuove opportunità concrete di partecipazione e scambio, come ad esempio:

  • una maggiore presenza del Presidente della Commissione e dei Commissari alle sessioni plenarie del CdR;
  • la possibilità per i membri del CdR di sottoporre alla Commissione questioni di interesse provenienti dai loro territori;
  • l’intensificazione e il miglioramento del collegamento delle iniziative esistenti promosse dalla CE e dal CdR per coinvolgere i politici locali in attività di rete, formazione e comunicazione dedicate;
  • la promozione di azioni congiunte di sviluppo delle capacità nei Paesi dell’UE;
  • una cooperazione rafforzata con gli uffici di rappresentanza della CE negli Stati membri.

 

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Il Meccanismo Transfrontaliero Europeo

Il Comitato delle Regioni (CoR), durante la sessione plenaria del 10 ottobre scorso, ha chiesto alla Commissione Europea di presentare una nuova proposta relativa al Meccanismo Transfrontaliero Europeo – ECBM.

Il Meccanismo è uno strumento che avrebbe il potenziale per migliorare la vita dei cittadini, dei lavoratori e delle industrie nei paesi di confine. L’attuale proposta, sostenuta sia dal CdR che dal Parlamento europeo, risale al 2018 ed era inclusa nel pacchetto regolamentare per la politica di coesione 2021-2027. Ad oggi risulta ancora bloccata da alcuni Stati membri.

IL CONTESTO POLITICO

Il Meccanismo prevede la possibilità di applicare, in un determinato Stato membro e in relazione a una regione transfrontaliera attorno ad una frontiera terrestre, “le disposizioni giuridiche di uno Stato membro limitrofo nei casi in cui l’applicazione delle disposizioni del primo Stato membro costituirebbe un ostacolo giuridico all’attuazione di un progetto congiunto”. Questo sarebbe il nocciolo della questione e per il quale un certo numero di Stati membri ha mostrato notevoli riserve, sospendendo le discussioni. Ciononostante, il Parlamento e il CdR ribadiscono il grande valore di questo regolamento per le regioni frontaliere e chiedono che ne venga proposto uno nuovo, o che venga modificato, in maniera tale da poter rispondere ad alcune delle preoccupazioni ed esigenze degli Stati membri.

Il CoR, nello specifico, chiede di intensificare gli sforzi, eliminare gli ostacoli amministrativi, coinvolgere i leader locali e semplificare i regolamenti europei. Infatti, studi effettuati della Commissione europea dimostrano che una notevole perdita del potenziale di crescita nelle regioni frontaliere dell’UE è la diretta conseguenza di ostacoli giuridici e amministrativi. Ciò, oltre a creare notevoli oneri, rallenta notevolmente le attività transfrontaliere.

Inoltre, pur considerando le difficoltà degli Stati membri al riguardo, il CoR ha sottolineato la necessità di sfruttare appieno il mercato unico europeo istituendo punti di coordinamento transfrontalieri in tutti gli Stati membri e di essere adeguatamente coinvolto nella definizione e attuazione di nuove misure.

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