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Progetto “Dialogical-Work”: evento per integrare l’approccio dialogico nel sistema dei servizi

L’approccio dialogico è un metodo di lavoro orientato al dialogo di rete, per agire un cambio culturale e di “postura” nel modo in cui l’organizzazione si rapporta con gli/le utenti, riconoscendo come fondamentale il piano relazionale tra tutti gli attori del sistema.

Il progetto “Dialogical work”

Il progetto “Dialogical work – Approccio dialogico per integrare il lavoro multiprofessionale nei settori educativo, sanitario e sociale. Formazione dei gruppi di governance e dei tutor” è un progetto Erasmus plus, nato nell’ambito degli Open Lab del ProMIS (laboratori di co-progettazione tra Regioni/PP.AA. italiane, nell’ambito di consorzi transnazionali, per la stesura di progetti Europei), che coinvolge 10 organizzazioni sociali, sanitarie, universitarie e non profit di Italia, Portogallo, Finlandia, Lituania, Polonia, Paesi Bassi, Belgio e Romania.

È coordinato dalla Regione Emilia Romagna e vede il coinvolgimento, in qualità di partners, dell’Università Federico II di Napoli e della Provincia Autonoma di Trento.

Obiettivo del progetto è sviluppare approcci innovativi e dal basso verso l’alto per promuovere il lavoro integrato e multi-professionale, attraverso interventi di formazione dialogica sperimentati mediante workshop.

Il progetto Dialogical-work risponde alle sfide educative dell’allineamento delle competenze dei professionisti della salute, del sociale e della formazione ai bisogni e alle aspettative complesse e in evoluzione che emergono nelle società in trasformazione, fornendo le competenze ai professionisti attraverso un metodo di lavoro in rete orientato al dialogo che ancora manca nella formazione dei professionisti di oggi.

Dal 2018 ad oggi la Regione Emilia-Romagna ha avviato 5 percorsi formativi e 11 sperimentazioni territoriali per implementare l’approccio dialogico nei servizi sanitari, sociali e sociosanitari, formando più di 200 professionisti/e come facilitatori/trici e coordinatori/trici dialogici di rete, tutor dell’approccio dialogico e governance dialogica.

A maggio 2023 inizieranno 2 percorsi formativi aperti a nuovi territori interessati a candidarsi.

Il 15 Marzo, dalle ore 9:30 alle 17:30 si terrà presso la sala “20 maggio 2012” (Viale della Fiera, 8) a Bologna un incontro del progetto, relativo agli strumenti che permettano di praticare l’integrazione dell’approccio dialogico in Emilia Romagna nel sistema dei servizi.

Dopo l’esperienza maturata durante il primo evento moltiplicatore tenutosi ad ottobre 2022, nonché dei corsi di formazione dialogici che sono iniziati a gennaio di quest’anno, questo evento sarà l’occasione per approfondire e mettere in pratica l’approccio dialogico, presentare le sperimentazioni dialogiche già realizzate in Emilia Romagna e condividere le prossime tappe dei percorsi formativi regionali aperti ai nuovi territori.

L’evento è gratuito ed è rivolto a tutti i professionisti e le professioniste del sistema dei servizi sociali, sanitari e sociosanitari, nonché ad altri soggetti o servizi potenzialmente interessati.

Scadenza per iscriversi: 13 Marzo 2023.

Per iscriversi si prega di consultare il seguente LINK.

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Scopri il MOOC gratuito “One Health: preparazione, prevenzione e risposta alle pandemie”

Il MOOC – Massive Open Online Course – “One Health: Preparazione, prevenzione e risposta alle pandemie” è disponibile sul sito di Coursera. Il corso è stato sviluppato dal Karolinska Institutet (KI) e dalla Federazione delle Accademie Europee di Medicina (FEAM) nell’ambito del progetto di ricerca “Pan-European Response to the Impacts of the COVID-19 and future Pandemics and Epidemics” (PERISCOPE).

Finanziato dal programma di ricerca della Commissione europea Horizon 2020, PERISCOPE studia l’ampio impatto socioeconomico e comportamentale della pandemia COVID-19, per rendere l’Europa più resiliente e preparata a futuri rischi su larga scala.

A chi si rivolge il MOOC:

Questo MOOC si rivolge principalmente a gruppi professionali tecnici altamente specializzati (autorità sanitarie, responsabili politici, ricercatori e altri accademici) interessati a saperne di più sull’approccio One Health.

I moduli sono rivolti a partecipanti che probabilmente hanno una conoscenza pregressa del concetto in un’area o pilastro specifico, ma non necessariamente in tutti.

L’approccio One Health:

Il MOOC fornirà le conoscenze di base e la contestualizzazione dell’approccio One Health nelle crisi come la pandemia COVID-19. Frequentando il corso, i partecipanti identificheranno i fattori abilitanti, i limiti, le barriere e i prossimi passi da compiere per il concetto di One Health e la sua operatività.

Il MOOC è gratuito (con la possibilità di ricevere il certificato attraverso il pagamento di una fee), consiste in 12 lezioni registrate online ed è strutturato in una modalità di apprendimento autodidatta, facilmente adattabile ai propri impegni.

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Marc Lemaître è il nuovo direttore generale del DG Ricerca e Innovazione

Nel corso del Collegio dei Commissari riunitosi mercoledì 1 febbraio 2023, la Commissione europea ha nominato Marc Lemaître Direttore generale della DG Ricerca e Innovazione.

 

Chi è Marc Lemaître?

 

Economista di formazione laureato al College d’Europe e lussemburghese di nazionalità, il nuovo Direttore vanta oltre 25 anni di esperienza nell’ambito delle politiche europee, di cui 15 anni come dirigente presso la Commissione europea.

 

Tra i ruoli rilevanti ricoperti negli ultimi anni, Lemaître è stato capo di gabinetto di tre dirigenti della commissione europea, prima di diventare lui stesso dapprima Direttore dell’ufficio per la gestione e il pagamento dei diritti individuali (PMO) ed infine Direttore Generale del direttorato per le politiche Regionali e Urbane. Tale carica è stata ricoperta dal 2016 sino ad oggi.

 

La rilevanza della nomina nello scacchiere politico europeo è determinata dal fatto che il DG Ricerca e Innovazione è responsabile del programma Horizon, il più grande programma transnazionale di investimenti su ricerca ed innovazione del mondo. Nel periodo che va dal 2021 al 2027, l’Unione Europea ha stanziato per questo imponente progetto ben 95,5 miliardi di Euro.

 

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Studio su European Health Data Space del Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo ha pubblicato uno studio di ricerca che fornisce una valutazione della proposta legislativa per l’European Health Data Space (EHDS), ivi compreso l’inserimento ed il collegamento all’interno del quadro normativo con altre misure dell’Unione Europea e le leggi degli Stati membri.

In aggiunta, tale ricerca include raccomandazioni sulle ulteriori misure necessarie per raggiungere, facilitare e migliorare la condivisione, lo scambio e il riutilizzo dei dati sanitari in tutta l’UE.

Tra queste vengono citate: la richiesta di modificare la proposta EHDS per chiarire il grado di ammissibilità delle infrastrutture centralizzate rispetto a quelle decentrate; una riesamina delle autorità e responsabilità dell’organismo per l’accesso ai dati sanitari; l’ampliamento della discussione sulla sussidiarietà; la garanzia da parte della Commissione Europea di un unico standard sanitario a livello europeo.

Inoltre, si richiede l’aumento degli incentivi per i professionisti della sanità a partecipare alla creazione e alla condivisione dei dati, nonché una riesamina dell’elenco delle finalità vietate (in particolare sull’uso dei dati secondari) e molto altro.

 

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comunicazione in salute digital health

La SEDEC ha presentato due pareri nell’ambito della Strategia europea per l’assistenza

All’interno del quadro delle commissioni che fanno capo al Comitato Europeo delle Regioni, la commissione SEDEC è responsabile dei dossier relativi all’occupazione, alle politiche sociali, all’istruzione, alla formazione (ivi compreso l’apprendimento permanente), allo sport e alla cultura.

La SEDEC è anche responsabile dei dossier relativi all’uguaglianza, all’economia sociale e ai giovani, nonché della ricerca, dell’innovazione e dell’intelligenza artificiale.

Le iniziative SEDEC:

La SEDEC ha lanciato due iniziative chiave legate al “Pilastro europeo dei diritti sociali” al Comitato Europeo delle Regioni del 12 dicembre, che ha adottato un parere in merito alla proposta di una strategia europea per l’assistenza.

Questo rafforzamento dovrebbe basarsi su misure europee coordinate per un migliore riconoscimento e miglioramento della situazione e delle condizioni di lavoro dei professionisti dell’assistenza. La prima prevede un adeguamento del reddito minimo per garantire l’inclusione delle fasce più a rischio, la seconda prevede un approccio olistico e integrato al fine di ottenere un’economia Europea più sociale.

La strategia dell’Unione:

Heinrich Dorner (Austria, PSE), relatore del parere, ha dichiarato che sia necessario che l’Unione Europea acceleri la sua strategia di assistenza, considerate le tendenze demografiche dell’UE, con una previsione di persone potenzialmente bisognose di assistenza a lungo termine che dovrebbe aumentare da 19,5 milioni nel 2016 a 23,6 milioni nel 2030 e a 30,5 milioni nel 2050 nell’UE e con circa 8 milioni di posti di lavoro necessari nel settore sanitario e sociale nei prossimi dieci anni.

Tale pacchetto si dovrebbe inserire in un quadro giuridico basato sull’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e sulla riduzione dei divari territoriali nella disponibilità e nell’accesso all’assistenza a lungo termine, in particolare incentivando gli investimenti sociali anche a livello europeo.

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comunicazione in salute

Sondaggio del Comitato Europeo delle Regioni sulla resilienza digitale

Il Comitato Europeo delle Regioni ha lanciato uno studio sulla resilienza digitale, che analizzerà lo stato di avanzamento di quest’ultima negli enti regionali e locali dei 27 paesi dell’UE e capirà quali soluzioni e fondi vengano utilizzati a livello subnazionale, al fine di rafforzarli.

I quattro obiettivi specifici dello studio sono: 1) comprendere lo stato di avanzamento della resilienza digitale; 2) mappare le opportunità di finanziamento effettivamente utilizzate dalle autorità locali e regionali europee per investimenti in materia; 3) definire le potenziali misure da adottare a livello subnazionale per aumentare la resilienza digitale; 4) valutare il costo della mancata resilienza digitale, tenendo conto della necessità delle amministrazioni pubbliche di garantire la fornitura di servizi pubblici e l’integrità dei dati di cittadini e imprese.

Lo studio del Comitato Europeo delle Regioni sarà pronto entro aprile 2023.

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EPH e EUPHA organizzeranno a Dublino, dall’8 all’11 novembre 2023, la 16esima Conferenza europea di sanità pubblica

Dall’8 al 11 novembre 2023, l’EUPHA (European Public Health Association) e la EPH (European Public Health Conference) organizzano a Dublino la 16th European Public Health Conference, dal titolo “Il nostro cibo, la nostra salute, la nostra Terra. Un futuro sostenibile per l’umanità”.

Alla luce dei recenti accadimenti degli ultimi anni in tema di sanità pubblica, dal COVID-19 al vaiolo delle scimmie, la conferenza si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’Europa sull’approccio One Health e sulla necessità di andare in controtendenza rispetto allo smantellamento dei sistemi sanitari nei paesi dell’Unione Europea, per favorire un approccio inclusivo, sostenibile ed innovativo verso le sfide di sanità pubblica.

EPH e EUPHA tratteranno molteplici temi, dall’emergenza climatica all’approvvigionamento, passando per la crisi ucraina e l’inflazione.

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lotta contro il cancro

La Commissione Europea lancia i Country Cancer Profiles 2023 nel Registro europeo sulle disuguaglianze nella lotta al cancro

Il 2 febbraio 2023 la Commissione ha lanciato, nel corso di un webinar, i Country Cancer Profiles (Profili Nazionali sul Cancro) nell’ambito del Registro europeo delle disuguaglianze.

All’interno della strategia europea di prevenzione e cura sul cancro, i Country Cancer Profiles permettono di stabilire dei parametri standardizzati nei diversi paesi, in modo da analizzare più facilmente talune sfide e disparità in relazione ai risultati che gli altri stati europei conseguono.

In questo modo è più agevole per i decisori politici individuare eventuali lacune nel sistema ed avere una struttura integrata che tenga conto delle competenze comunitarie, nazionali e regionali sul tema.

L’obiettivo è quello di avere un approccio strutturale sempre più integrato ed efficace, in grado di identificare le disuguaglianze e le disparità all’interno di ciascun paese e confrontarle con la situazione dell’UE nel suo complesso.

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EUPHA organizza la Settimana europea della salute pubblica su questioni globali e azioni locali dal 22 al 26 maggio 2023

La Settimana europea della salute pubblica (EUPHW) è un’iniziativa nata dall’European Public Health Association (EUPHA) per sensibilizzare sulla salute pubblica e promuovere la collaborazione tra la comunità della salute pubblica in Europa.

Si tratta di un’iniziativa annuale che ha preso il via nel 2019 e continua a crescere.

Alla luce delle recenti e future sfide globali, quest’anno il tema di EUPHA sarà: “Salute pubblica: Questioni globali, azioni locali” per concentrarsi su un approccio più pratico e strutturale alle questioni.

Ognuna delle cinque giornate approfondirà un’area tematica specifica: la prima giornata sarà incentrata sulla salute mentale e sull’inclusività di questa disciplina; la seconda sulla diversità nella salute; la terza sull’accesso alle cure, con le nuove barriere finanziarie dovute anche all’inflazione, e su come integrare i servizi sanitari con la distribuzione non uniforme degli operatori sanitari; la quarta giornata sulla Prevenzione e il controllo delle malattie croniche; l’ultima giornata sulle Emergenze sanitarie globali e la risposta.

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La Commissione Europea propone più tempo per certificare i dispositivi medici, per ridurre il rischio di carenze

La piena applicabilità del Regolamento Europeo 2017/745, avvenuta il 26 maggio 2021 relativamente alle norme che disciplinano il sistema dei dispositivi medici, ha avuto numerosi effetti dal punto di vista pratico.

La trasposizione del testo normativo nella realtà ha comportato alcuni problemi, perché se è vero che nel medio-lungo periodo aumenterà la qualità dei dispositivi medici standardizzati per i pazienti di tutta l’Unione, nel breve termine il rischio era di dover svendere alcuni apparecchi ancora funzionanti senza la certezza di averne di nuovi perché sotto certificazione.

Per mitigare il rischio di carenze ed assicurare comunque gli standard qualitativi necessari nelle cure, la Commissione Europea ha proposto di concedere più tempo nel certificare i dispositivi medici, adottando un periodo di transizione più lungo.

Questo consentirà ai pazienti di non dover rinunciare ai dispositivi di cui hanno bisogno, in attesa che il periodo di transizione faccia il suo corso e le nuove apparecchiature in linea con il quadro giuridico attuale entrino nel mercato.

L’estensione prevista è ponderata a seconda del tipo di dispositivo: ad esempio quelli ad alto rischio come protesi all’anca o pacemaker avranno un periodo di transizione più bassi rispetto ad esempio a siringhe o strumenti chirurgici.

La proposta ora deve essere adottata dal Parlamento e dal Consiglio Europeo, attraverso una procedura di codecisione accelerata che garantirà uno snellimento dei tempi burocratici.

 

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