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11 luglio: giornata mondiale della popolazione

Nel 1989, con la decisione 89/46, il Consiglio Direttivo del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP – United Nations Development Programme) ha stabilito che l’11 luglio di ogni anno si celebri la Giornata Mondiale della Popolazione. Tale decisione è stata presa con l’obiettivo di evidenziare l’importanza di dedicare un ruolo centrale alle questioni demografiche nei piani e nei programmi di sviluppo globali.

A partire dal XIX secolo, nei paesi più sviluppati si è verificata una riduzione senza precedenti del tasso di mortalità, che è diminuito drasticamente nel corso del XX secolo. Tra il 1800 e il 2005, l’aspettativa di vita è passata da 30 a 67 anni, portando a una rapida crescita della popolazione. Infatti, la popolazione mondiale è passata da 1 miliardo nel 1810 a oltre 8 miliardi nel 2022. L’aumento dell’aspettativa di vita rappresenta senza dubbio una delle maggiori conquiste dell’umanità.

Negli ultimi 200 anni, la popolazione mondiale è cresciuta sette volte più rapidamente rispetto agli anni precedenti. Questo incremento esponenziale è stato causato dall’urbanizzazione, dall’aumento dell’aspettativa di vita in età fertile e, di conseguenza, dall’aumento dei tassi di fertilità. Attualmente, secondo l’UNFPA (United Nations Population Fund), la popolazione mondiale si attesta intorno a 8 miliardi di persone. La crescita della popolazione fino a superare i 9 miliardi entro il 2050 dipenderà principalmente dalle future tendenze di fertilità e dalle politiche messe in atto oggi.

Giornata della popolazione 2023: il tema di quest’anno

Il tema scelto per quest’anno è “Un mondo di 8 miliardi: verso un futuro resiliente per tutti”. Questa tematica offre l’opportunità di riflettere sulla popolazione del pianeta, sui suoi equilibri e sulle sue disuguaglianze, nell’ottica di uno sviluppo globale equo e sostenibile. La crescita costante della popolazione solleva grandi interrogativi riguardo ai diritti e alla sostenibilità: rappresenta una risorsa o un problema?

I progressi medici, scientifici e le innovazioni tecnologiche hanno contribuito e continueranno a garantire condizioni di vita più lunghe, sane e sicure. In un mondo ideale, 8 miliardi di persone rappresentano un enorme contributo per costruire società più giuste e attente ai diritti di tutti. Tuttavia, questa prospettiva di benessere deve confrontarsi con sfide ancora aperte, come il cambiamento climatico, le disuguaglianze e la discriminazione basata sull’etnia, la classe sociale, la religione, il genere, l’orientamento sessuale e la disabilità. L’obiettivo ultimo deve essere garantire l’accesso universale all’assistenza sanitaria, all’istruzione, all’acqua, al cibo e all’energia.

Inoltre, sebbene l’aspettativa di vita sia aumentata, le statistiche globali evidenziano una diminuzione dei tassi di fertilità. All’inizio degli anni ’70, le donne avevano in media 4,5 figli ciascuna, mentre nel 2015 la fertilità totale nel mondo era scesa a meno di 2,5 figli per donna. Pertanto, il mondo si sta avviando verso una popolazione più numerosa, ma con una prospettiva di invecchiamento.

Le sfide della popolazione mondiale e la risposta dell’ONU

Questi dati delineano un quadro articolato e complesso in continua evoluzione. Tale quadro può rappresentare una grande risorsa per il futuro o, al contrario, determinare una condanna per il pianeta. Il punto cruciale risiede nelle scelte politiche a livello globale e nella responsabilità civica a livello individuale. In ogni caso, ogni decisione e comportamento dovrebbe tenere conto del quadro demografico generale e dei suoi fenomeni: quanti sono gli abitanti del pianeta, come sono distribuiti, quanti anni hanno e quanti altri verranno dopo di loro.

In questo contesto, l’Agenda 2030, il programma delle Nazioni Unite che mira a costruire un pianeta sostenibile per il presente e il futuro, rappresenta uno strumento fondamentale per limitare e orientare lo sviluppo in risposta al fenomeno della crescita demografica globale e ai suoi effetti.

Il controllo e la pianificazione del cambiamento demografico rappresentano prerequisiti essenziali per raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. I paesi hanno la possibilità di influenzare l’andamento demografico attraverso politiche sociali ed economiche. In quest’ottica, le Nazioni Unite collaborano con i governi per promuovere l’educazione sessuale nelle scuole e nelle comunità mediante corsi di formazione.

 

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