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12 Maggio: Giornata Mondiale della Fibromialgia

Il 12 maggio di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale della Fibromialgia. Tale iniziativa si pone l’ambizioso obiettivo di aumentare la consapevolezza su questa patologia cronica e di promuovere la ricerca scientifica per migliorare la diagnosi e il trattamento. Attraverso il coinvolgimento di organizzazioni, istituti medici e la comunità in generale, si mira a informare sulle sfide e le difficoltà che i pazienti affrontano quotidianamente. Per l’occasione, quest’anno i monumenti di molti comuni italiani verranno illuminati di viola.

Cos’è la Fibromialgia e come si manifesta

La fibromialgia è un disturbo che si manifesta con dolore muscoloscheletrico diffuso, spesso accompagnato da stanchezza, disturbi del sonno, problemi cognitivi ed ansia. Spesso definita come la “malattia invisibile”, la fibromialgia rappresenta una sfida sia per i pazienti che per i medici, data la sua natura difficilmente riconoscibile. La fibromialgia colpisce infatti una percentuale significativa della popolazione, con una predominanza nel sesso femminile tra i 40 e i 50 anni.

Una delle sfide principali nella gestione della fibromialgia è la diagnosi, spesso ritardata o errata a causa della mancanza di test diagnostici definitivi. I sintomi, uniti alla difficoltà nel diagnosticare la malattia, possono generare frustrazione e peggioramento del benessere percepito dai pazienti. Al momento, le cause precise della fibromialgia rimangono ancora sconosciute, con ipotesi che suggeriscono una combinazione di fattori genetici, infettivi, ormonali e psicologici. Pertanto, la gestione della patologia richiede un approccio multidisciplinare, che può includere terapie farmacologiche, cambiamenti nello stile di vita e supporto psicologico.

Nonostante le sfide, è importante sottolineare che esistono strategie terapeutiche e cambiamenti nello stile di vita che possono aiutare i pazienti a gestire i sintomi e migliorare la loro qualità di vita, sebbene non esistano al momento terapie risolutive.

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Digital Europe: call “DIGITAL-2024-ADVANCED-SKILLS-06-WOMEN”

I Soggetti interessati hanno tempo fino alle ore 17:00 (CEST) del 29 maggio 2024 per presentare la propria candidatura come risposta alla call del programma DIGITAL “Advanced Digital Skills (DIGITAL-2024-ADVANCED-SKILLS-06)”.

L’azione mira a contrastare il disallineamento di genere nel settore ICT (Information and Communication Technology), come menzionato nel programma Digital Decade Policy, con l’obiettivo di raggiungere 20 milioni di specialisti ICT nell’UE entro il 2030. Le donne sono significativamente sottorappresentate nelle professioni ICT, uno dei settori in più rapida crescita occupazionale. Secondo Eurostat, dal 2012 al 2022 il numero di specialisti ICT nell’UE è aumentato del 57,8%, quasi sette volte l’aumento dell’occupazione totale. Tuttavia, le donne rappresentano solo il 21% dei laureati in ICT e meno del 19% degli specialisti in ICT nell’UE, nonostante il fatto che le ragazze superino i ragazzi nell’alfabetizzazione digitale.

Questo paradosso è affrontato nel Piano d’azione per l’istruzione digitale e nella Dichiarazione ministeriale “Impegno per le donne nel digitale” del 2019, di seguito denominata “Dichiarazione sulle donne nel digitale”. Tuttavia, ad oggi sono stati compiuti pochi progressi. Secondo i dati del 2022, l’81,1% delle persone impiegate come specialisti delle TIC nell’UE erano uomini, contro il 18,9% delle donne. La Romania (25,2%) e la Bulgaria (28,9%) sono gli unici Stati membri in cui la percentuale di donne è superiore al 25%.

Questa azione si propone di:

  • seguire gli sviluppi negli Stati membri per quanto riguarda la Dichiarazione sulle donne nel digitale, e in particolare identificare le migliori pratiche e le iniziative promettenti;
  • creare una rete di competenze e una comunità di stakeholder, in modo che la Commissione rimanga informata sulle migliori pratiche efficaci per incoraggiare e sostenere la partecipazione femminile nell’ICT in tutta Europa. Questo investimento sosterrà un aumento del numero di ragazze e donne che studiano e lavorano nel settore ICT;
  • fornire approfondimenti sul divario di genere nelle professioni ICT nell’UE, raccogliendo informazioni sul divario di genere nelle professioni ICT negli Stati membri, identificando e analizzando le migliori pratiche per affrontarlo;

Grazie a questa call si vogliono ottenere i seguenti risultati:

  • una relazione che identifichi i principali ostacoli per le ragazze e le donne nella scelta di una carriera come specialista ICT e che illustri le azioni pratiche, efficaci e fattibili per aumentare il numero di donne nel settore. Il rapporto dovrebbe anche presentare l’UE in un confronto globale e documentare le migliori pratiche e i fattori di successo dei Paesi UE e non UE con un alto numero di donne in carriera nel settore ICT;
  • una panoramica delle strategie e delle misure nazionali e regionali per attuare la “Dichiarazione sulle donne nel digitale”;
  • un forum per riferire sui progressi e discutere le iniziative relative alla “Dichiarazione sulle donne in digitale”, ad esempio sotto forma di conferenza e atti.

 

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25 novembre: Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (VAWG). La violenza contro le donne rimane una delle violazioni dei diritti umani più diffuse e pervasive nel mondo.

A livello globale, circa 736 milioni di donne – quasi una su tre – sono state vittime di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner, violenza sessuale da parte di persone diverse dal partner, o entrambe, almeno una volta nella vita. La soluzione sta in risposte solide ed imminenti, e in maggiori investimenti nella prevenzione.

Ad esempio, solo il 5% degli aiuti pubblici è destinato a contrastare questo fenomeno, e meno dello 0,2% è destinato alla sua prevenzione.

Pertanto, la violenza contro le donne continua a rappresentare un ostacolo al raggiungimento dell’uguaglianza, dello sviluppo, della pace e al rispetto dei diritti umani delle donne. Nel complesso, la promessa degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) di non lasciare nessuna persona indietro non può essere mantenuta senza porre fine a questa violenza.

16 giorni di attivismo

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne segnerà il lancio della campagna UNiTE (25 novembre – 10 dicembre), un’iniziativa di 16 giorni di attivismo che si conclude nel giorno che commemora la Giornata internazionale dei diritti umani (10 dicembre). Questa campagna, nata nel 2023, ha l’obiettivo di investire nella prevenzione contro la violenza contro donne.

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EIGE: Indice sull’uguaglianza di genere 2023

L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) presenta le conclusioni dell’indice sull’uguaglianza di genere. Introdotto dieci anni fa, EIGE è diventato un riferimento per analizzare la situazione della parità di genere nell’UE.

Nell’edizione di quest’anno si registra il maggiore incremento annuale mai raggiunto dall’indice: l’UE si posiziona con un punteggio complessivo pari a 70,2/100 punti, contro il 68,6 del 2022.

I paesi con i migliori risultat quali la Svezia, i Paesi Bassi e la Danimarca, continuano a rimanere ai primi posti dell’indice, mentre altri come Finlandia o la Francia registrano un calo. Questo dimostra chiaramente che i miglioramenti non possono essere dati per scontati, bensì vanno consolidati e sostenuti da misure volte a favorire il progresso.

Paesi come l’Italia, il Portogallo e Malta hanno registrato ampi miglioramenti in materia di uguaglianza di genere negli ultimi 10 anni, pur avendo ottenuto punteggi inferiori alla media dell’UE.

Tuttavia, permangono una serie di disuguaglianze di tipo strutturale, con particolare riferimento alla situazione economica, al tempo dedicato alle attività sociali, all’accesso ai servizi della salute. Inoltre, l’indice consente anche di rilevare informazioni specifiche sulle persone con disabilità in diversi ambiti della vita e i dati, purtroppo, evidenziano come le donne con disabilità siano ancora lasciate indietro in tutta l’Unione Europea.

Ancora lontani dal traguardo?

L’indice di quest’anno evidenzia che i progressi sono possibili, ma vanno consolidati mediante interventi in tutti gli ambiti della vita e in tutti gli Stati membri dell’UE. Il lavoro in questo senso non è finito. Bisogna adottare una prospettiva intersezionale, soprattutto per quanto riguarda il cambiamento climatico, un aspetto in cui le disuguaglianze di genere interessano persone e categorie diverse.

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19 Giugno: Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti

Storicamente, la violenza sessuale nei conflitti è stata una pratica largamente utilizzata come una forma di sottomissione e assoggettamento della popolazione o fazione avversaria. I popoli conquistatori erano e sono soliti praticare la violenza sessuale nei confronti di donne, bambini, ma anche talvolta contro uomini e ragazzi.

L’escalation di questo fenomeno è coincisa con la modificazione della sensibilità delle nostre società nel corso dei decenni e nei secoli, instillando progressivamente una coscienza sociale che ha reso possibile definire ed individuale la violenza sessuale nei conflitti non come una pratica iscritta nella dinamica delle guerre e di prassi, ma per quello che è: un crimine di guerra.

L’esperienza della guerra nell’ex-Jugoslavia, nella quale venivano sistematicamente praticate schiavitù sessuali e stupri di gruppo nei campi di prigionia al fine di generare figli di origine serba, fu il fatto che richiamò l’attenzione delle Nazioni Unite.

Fu così che nel 2008, la Risoluzione 1820 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite riconobbe la violenza sessuale nei conflitti come una strategia di guerra e come un crimine che minaccia alla pace e alla sicurezza mondiale. In onore di quel 19 Giugno, ogni anno in questa data si celebra la giornata a questo tema dedicata.

Cosa si intende specificatamente per violenza sessuale nei conflitti:

La giurisprudenza penale internazionale comprende nella definizione di “violenza sessuale” nei conflitti non solo l’atto sessuale stesso, quanto anche le offese verbali di carattere sessuale, lo stupro, la schiavitù sessuale, la prostituzione forzata e qualsiasi altra forma di violenza sessuale direttamente o indirettamente collegata (temporalmente, geograficamente o causalmente) ad un conflitto.

La violenza sessuale nei conflitti è considerata anche un atto che rientra nel crimine di genocidio, in particolare negli atti materiali denominati “lesioni gravi all’integrità fisica e mentale dei membri del gruppo” e nelle “misure destinate a impedire la riproduzione del gruppo”. Nella giurisprudenza internazionale le forme più evidenti dell’intento di rimozione della capacità riproduttiva del gruppo sono la sterilizzazione forzata, il controllo forzato delle nascite, il divieto di matrimonio, la segregazione dei sessi, le mutilazioni sessuali e lo stupro inteso a provocare una gravidanza forzata.

L’art. 7 (2) par. (f) dello Statuto del Tribunale Penale per la ex Jugoslavia ha definito l’inseminazione forzata come “la reclusione di una donna sottoposta a stupro con lo scopo di alterare la composizione etnica del gruppo”.

I problemi legati alla sanità pubblica e la necessità di investimenti legati alla violenza sessuale nei conflitti:

La società civile ha rafforzato un movimento di opinione per sostenere le vittime di violenza sessuale nei conflitti e contrastare in ogni modo questo crimine. Dal punto di vista delle conseguenze che questo fenomeno causa e determina in sanità pubblica, non basta prendere in considerazione soltanto le conseguenze dirette del gesto quali la violenza, le barbare uccisioni e le malattie sessualmente trasmissibili, ma anche i danni sociali, socioeconomici, culturali, di salute mentale che questo fenomeno causa e che provoca dei costi sociali ed umani inaccettabili.

Il contesto geopolitico odierno e l’attuale situazione Ucraina richiedono misure preventive e la disponibilità di poter accedere a risorse finanziarie importanti per prevenire, combattere e successivamente chiunque si macchi di questo crimine che porta con sé degli effetti tragici. La giornata di oggi intende porre l’accento non solo sulle sensibilità del tema, ma sull’impellenza di attuare ed implementare a stretto giro delle misure sociali di protezione verso le categorie più esposte.

Ad esempio, per quello che riguarda la violenza sessuale online le Nazioni Unite hanno deciso di intervenire con le Tecnologie dell’informazione e della comunicazione per migliorare l’uguaglianza di genere e far rispondere personalmente di tali azioni anche online, come dichiarato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.

 

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