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L’importanza del trattato di Nizza che entrò in vigore 20 anni fa

Il 1° febbraio 2003 entrò in vigore il trattato di Nizza, che non fu decisivo ma permise un propedeutico e progressivo cammino di democrazia verso l’Unione Europea attuale

I percorsi si compiono a piccoli passi. Alcuni più importanti di altri, ma tutti necessari al fine di completare un quadro normativo che possa trovare fondamento storico e ideologico alla base.

 

Il trattato firmato a Nizza il 26 febbraio 2001 prevedeva l’allargamento delle competenze dell’Unione Europea, attraverso una modifica del Trattato dell’Unione Europea (TUE).

 

Delle novità che si attribuiscono a questo documento e a questa fase della storia delle relazioni europee, il Trattato di Nizza riuscì a rafforzare il ruolo legislativo e di controllo del Parlamento Europeo, unico organo ad elezione diretta dei cittadini dell’unione, nonché estendere il voto a maggioranza qualificata ad alcuni ambiti del Consiglio Europeo.

Il Consiglio Europeo è il corpo collegiale che definisce le priorità e le direzioni politiche che la Commissione Europea dovrà intraprendere ed inseguire successivamente. Restituire la possibilità di maggioranza qualificata anziché voto unanime consentì di sbloccare alcuni temi rimasti fermi per l’ostruzione dei pochi contro la democratica volontà dei molti.

 

In seguito, con il Trattato di Lisbona del 2007, entrato in vigore nel 2009, parte delle disposizioni del trattato di Nizza furono implementate, mai superate.

 

È importante dunque ricordare oggi, a distanza di vent’anni, che il percorso si costruisce con il lavoro costante, allenando la democrazia ad essere inclusiva nel suo esercizio democratico.

 

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