Settembre, mese della sensibilizzazione sul cancro infantile, rappresenta un appuntamento cruciale per la comunità internazionale. Ogni anno, infatti, vengono diagnosticati circa 400 000 casi di cancro infantile, con una forte disparità tra i Paesi ad alto reddito, dove i tassi di sopravvivenza superano l’80 %, e quelli a basso reddito, dove sopravvive solo un bambino su cinque. Questo divario sostanziale mette in luce l’importanza di rafforzare i sistemi sanitari, rendere più accessibili le cure e promuovere un impegno globale condiviso.
L’impegno globale per contrastare il cancro infantile
La campagna mira ad aumentare la consapevolezza pubblica sul cancro infantile, a favorire la diagnosi precoce e a ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai trattamenti. Durante il mese di sensibilizzazione, l’OMS e i partner internazionali organizzano iniziative di comunicazione, attività formative e momenti di confronto tra esperti, operatori sanitari e rappresentanti delle famiglie. Il supporto alle famiglie è un aspetto fondamentale, perché il peso della malattia non è solo clinico, ma anche psicologico ed economico.
Il WHO Regional Office for the Eastern Mediterranean ha recentemente riunito in Egitto sopravvissuti al cancro infantile, professionisti sanitari e associazioni, per condividere esperienze e definire azioni concrete a favore di chi affronta la malattia. Le testimonianze dirette dei giovani sopravvissuti hanno sottolineato quanto sia prezioso il supporto offerto da chi ha già affrontato la malattia, insieme al ruolo delle comunità nel sostenere i bambini e le famiglie durante e dopo i trattamenti.
Global Initiative for Childhood Cancer
Particolare rilievo assume la Global Initiative for Childhood Cancer (GICC), lanciata nel 2018 dall’OMS in collaborazione con il St. Jude Children’s Research Hospital. L’obiettivo è ambizioso: portare il tasso globale di sopravvivenza al cancro infantile almeno al 60 % entro il 2030, riducendo la sofferenza e garantendo un futuro migliore ai bambini colpiti.
Nella Regione del Mediterraneo Orientale, otto Paesi hanno già aderito al CureAll Framework, impegnandosi ad adottare protocolli oncologici pediatrici standardizzati e a rafforzare le capacità dei sistemi sanitari. Alcuni esempi concreti: in Pakistan, Marocco, Siria e Libia sono stati avviati programmi di formazione per migliorare la diagnosi precoce del cancro infantile; in Egitto sono in fase di sviluppo politiche assicurative per alleviare il carico finanziario delle famiglie; in Giordania e Pakistan sono stati implementati protocolli pediatrici armonizzati; in Libano è stato istituito un Comitato Pediatrico per il Cancro, con la partecipazione di sopravvissuti, infermieri, rappresentanti OMS e assistenti sociali.
Settembre come mese della sensibilizzazione sul cancro infantile non è soltanto un momento simbolico: è un richiamo all’azione per istituzioni, professionisti e società civile affinché la lotta contro la malattia e il superamento delle disuguaglianze diventino una priorità condivisa.
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