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La SEDEC ha presentato due pareri nell’ambito della Strategia europea per l’assistenza

La SEDEC - Commissione per le politiche sociali, l'istruzione, l'occupazione, la ricerca e la cultura, in seno al Comitato Europeo delle Regioni, ha presentato due proposte all’interno della European care strategy, sull’adeguamento del reddito minimo ed un’economia sociale.
SEDEC

All’interno del quadro delle commissioni che fanno capo al Comitato Europeo delle Regioni, la commissione SEDEC è responsabile dei dossier relativi all’occupazione, alle politiche sociali, all’istruzione, alla formazione (ivi compreso l’apprendimento permanente), allo sport e alla cultura.

La SEDEC è anche responsabile dei dossier relativi all’uguaglianza, all’economia sociale e ai giovani, nonché della ricerca, dell’innovazione e dell’intelligenza artificiale.

Le iniziative SEDEC:

La SEDEC ha lanciato due iniziative chiave legate al “Pilastro europeo dei diritti sociali” al Comitato Europeo delle Regioni del 12 dicembre, che ha adottato un parere in merito alla proposta di una strategia europea per l’assistenza.

Questo rafforzamento dovrebbe basarsi su misure europee coordinate per un migliore riconoscimento e miglioramento della situazione e delle condizioni di lavoro dei professionisti dell’assistenza. La prima prevede un adeguamento del reddito minimo per garantire l’inclusione delle fasce più a rischio, la seconda prevede un approccio olistico e integrato al fine di ottenere un’economia Europea più sociale.

La strategia dell’Unione:

Heinrich Dorner (Austria, PSE), relatore del parere, ha dichiarato che sia necessario che l’Unione Europea acceleri la sua strategia di assistenza, considerate le tendenze demografiche dell’UE, con una previsione di persone potenzialmente bisognose di assistenza a lungo termine che dovrebbe aumentare da 19,5 milioni nel 2016 a 23,6 milioni nel 2030 e a 30,5 milioni nel 2050 nell’UE e con circa 8 milioni di posti di lavoro necessari nel settore sanitario e sociale nei prossimi dieci anni.

Tale pacchetto si dovrebbe inserire in un quadro giuridico basato sull’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e sulla riduzione dei divari territoriali nella disponibilità e nell’accesso all’assistenza a lungo termine, in particolare incentivando gli investimenti sociali anche a livello europeo.

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