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Competenze digitali: la Commissione lancia DigComp 2.2

In occasione del Digital Education Stakeholder Forum, la Commissione europea ha lanciato “DigComp 2.2“, un quadro aggiornato per migliorare le competenze digitali nell’Unione, in linea con l’Agenda europea per le competenze 2020. DigComp 2.2 elenca più di 250 nuovi esempi di conoscenze, abilità e attitudini che aiuterebbero i cittadini a impegnarsi con fiducia e spirito critico e in modo sicuro a utilizzare le tecnologie digitali.

Il quadro aggiornato tiene conto delle tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale o l’Internet of Things, così come l’aumento dello smartworking.

Inoltre, DigComp 2.2 si concentra sull’alfabetizzazione digitale. Infatti, le scuole, le organizzazioni di formazione e le imprese potranno utilizzare DigComp 2.2 per aggiornare i loro curricula, stabilire obiettivi e risultati di apprendimento, costruire strumenti per valutare le competenze digitali di cui le persone hanno bisogno nell’istruzione e nel mercato del lavoro e per certificare tali competenze.

DigComp 2.2 contribuirà in maniera considerevole al raggiungimento dell’obiettivo dell’UE di raggiungere almeno l’80% della popolazione con competenze digitali di base entro il 2030.

Il quadro aggiornato è stato pubblicato dal Centro comune di ricerca (JRC).

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Azione Pilota sui Partenariati per l’Innovazione Regionale: Aperte le candidature per le Regioni

Il Comitato delle Regioni (CdR) e il Centro Comune di Ricerca della Commissione (JRC) hanno lanciato l’invito a manifestare interesse per un’Azione Pilota sui Partenariati per l’Innovazione Regionale.

Tale Azione coinvolgerà fino a 24 partecipanti (Stati membri, regioni o gruppi di regioni) che hanno la volontà di trasformare le loro economie e le loro società e che sono disposti a sviluppare dei framework strategici in materia di innovazione, sviluppo industriale e transizioni sostenibili. I Partenariati per l’Innovazione Regionale sono un approccio complementare che si basa sulle esperienze positive di strategie di specializzazione intelligente (S3). L’iniziativa mira a migliorare il coordinamento e la direzionalità delle politiche regionali, nazionali ed europee nell’ambito della Ricerca e dell’Innovazione. Il fine è quello di mettere in atto le transizioni verdi e digitali e affrontare il divario innovativo presente all’interno dell’UE. I Partenariati saranno inseriti all’interno del quadro politico UE, e andranno a sostenere l’implementazione del Green Deal europeo, del programma Horizon Europe, della Politica di Coesione e del NextGenerationEU. Sarà posta particolare attenzione agli strumenti e ai meccanismi di governance che mobilitano maggiori fonti di finanziamento e sulle politiche che ne amplificano l’impatto aiutando a collegare le iniziative regionali e nazionali alle iniziative UE per la doppia transizione.

L’importanza di tale Azione è stata sottolineata dalle parole del presidente del Comitato delle Regioni Tzitzikostas “L’esperienza, i contatti, la cooperazione, gli interessi condivisi e le competenze che questa iniziativa cerca di mettere a disposizione degli enti locali e regionali di tutta l’UE li aiuteranno ad affrontare con successo le sfide sociali che tutti noi attualmente affrontiamo. A lungo termine, questo esercizio aiuterà ad atrrarre gli investimenti necessari e a mobilitare in modo coerente tutte le politiche e gli strumenti di finanziamento pertinenti”. I partecipanti all’Azione Pilota dovranno indicare, in stretta collaborazione con il JRC e il CdR, le aree su cui desidereranno focalizzarsi.

Queste possono essere sfide socio-economiche o politiche, settori economici specifici e/o aree o strumenti di policy.

Le attività nell’ambito dell’Azione Pilota saranno adattate alle aree di maggiore interesse indicate da ciascun partecipante.

La scadenza per le candidature è prevista per il 25 aprile 2022. I territori selezionati saranno annunciati a maggio e poi presentati tramite un evento ufficiale previsto per il 17 dello stesso mese.

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Al via la nuova strategia nazionale per le aree interne nel segno della continuità e dell’allargamento

Il Dipartimento per le Politiche di Coesione ha avviato la procedura per individuare le aree che entreranno a far parte della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) 2021-2027, sulla base di quanto definito nella proposta italiana di Accordo di Partenariato, attualmente all’esame della Commissione Europea. Le Regioni possono decidere di confermare la presenza delle rispettive aree già presenti nella SNAI 2014-2020 anche nella nuova programmazione, oltre a proporre l’ingresso di nuove aree.

Grazie al finanziamento dei Fondi strutturali europei della programmazione 2021-2027, ma anche da risorse nazionali legate principalmente al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione Le risorse nazionali destinate al rafforzamento e all’ampliamento della SNAI ammontano attualmente a 310 milioni di euro. Esse saranno così suddivise:

  • 300.000 euro a ciascuna delle aree della precedente programmazione, per un totale di 21,6 milioni di euro;
  • 4 milioni di euro a ogni nuova area che farà il proprio ingresso nella SNAI 2021-2027, fino a un totale di 172 milioni di euro;
  • 11,4 milioni di euro sono riservati al progetto speciale ‘Isole minori’;
  • 100 milioni sono stati destinati alla prevenzione e al contrasto degli incendi;
  • 5 milioni per assistenza tecnica.
  • Rimangono ancora da assegnare 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 già destinati al finanziamento dei ‘dottorati comunali’, dopo la già avvenuta attribuzione delle prime borse di studio.

A queste risorse, si sommano quelle previste dal PNRR e dal Piano complementare:

  • 350 milioni di euro per la sicurezza e la manutenzione straordinaria delle strade;
  • 500 milioni di euro per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità.
  • 100 milioni di euro per le farmacie rurali.

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Iniziativa di ERNs per sostenere le persone con malattie rare e condizioni complesse colpite dalla guerra in Ucraina #ERNcareforUa

Le Reti Europee di Riferimento (ERNs) sono 24 reti dedicate alle malattie rare o complesse e a bassa prevalenza finanziate dalla Commissione Europea.

Con la guerra in corso, un gran numero di cittadini ucraini hanno un accesso molto limitato alle cure o stanno fuggendo verso i paesi dell’UE. Molti di questi rifugiati hanno o avranno problemi di salute. Alcuni di quei cittadini ucraini soffrono di una delle 6000 malattie rare conosciute, come circa il 6% della popolazione dell’Unione Europea. Per questi disturbi, a volte molto rari, le competenze sono spesso carenti in molte regioni o addirittura paesi, e i trattamenti possono essere molto costosi e/o difficili da ottenere in molti centri. Per rispondere alla crisi in Ucraina le reti ERN hanno promosso una serie di iniziative. Hanno lanciato un nuovo sito web (accessibile nella maggior parte delle lingue dell’UE, in ucraino e russo) con punti di contatto per ogni per specialità, nonché la loro lista di membri nei paesi di confine dell’Ucraina.

Funzioneranno, inoltre, come un HUB medico dell’UE per le malattie rare per supportare qualsiasi operatore sanitario che abbia bisogno di diagnosi, opzioni di trattamento o qualsiasi altra questione medica riguardante un paziente specifico. Ogni ERN, in collaborazione con le rispettive società medico-scientifiche, fornirà, infine, supporto per fare da tramite con le aziende farmaceutiche per informarle su specifiche carenze di farmaci, e per incoraggiare il loro coinvolgimento come partner umanitari e sosterranno tutte le autorità sanitarie pubbliche nazionali e dell’UE, la Commissione europea (compreso l’EWRS), l’OMS, le ONG e qualsiasi altra organizzazione e professionista sanitario, se sono necessarie informazioni per il triage o il trasferimento di pazienti affetti da malattie rare.

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Completato il pacchetto di politiche europee per affrontare le emergenze

L’Unione europea ha affrontato numerose crisi nel corso della sua storia e ha gradualmente attuato cambiamenti politici e istituzionali per migliorare la sua capacità di affrontare le emergenze future.

Come dimostrato dalla pandemia COVID-19, le crisi stanno diventando sempre più complesse e non si fermano alle frontiere. L’UE e i suoi stati membri hanno già istituito meccanismi di cooperazione e solidarietà transfrontaliera per gestire efficacemente le crisi e proteggere le persone.

Tuttavia, la risposta dell’UE alle crisi deve evolversi. In futuro, l’UE deve essere pronta ad affrontare crisi acute di natura diversa, che potrebbero essere multi-sfaccettate o ibride, avere effetti a cascata o verificarsi contemporaneamente.

Per fare questo la Commissione ha varato negli anni un pacchetto di strumenti e politiche per gestire le crisi e rafforzare la resilienza:

Per aumentare la sua resilienza alle sfide future, l’Ue dovrà ulteriormente migliorare la gestione delle crisi intersettoriali e transfrontaliere. Inoltre, dovrà migliorare la comunicazione di crisi e intensificare la lotta contro la disinformazione.

Nel mese di marzo 2022, il Consiglio ha adottato delle conclusioni sul lavoro della protezione civile nell’UE in vista del cambiamento climatico. Poiché gli eventi meteorologici estremi diventano più frequenti e intensi, i ministri hanno chiesto l’adattamento dei sistemi di protezione civile a tali eventi, affinché l’UE sia più resiliente di fronte al cambiamento climatico.

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Pubblicata la prima relazione annuale sullo strumento di recupero e resilienza

La Commissione europea ha adottato la sua prima relazione annuale sull’attuazione del Recovery and Resilience Facility (RRF), il fulcro di NextGenerationEU. A un anno dalla sua introduzione, la relazione fa il punto sui progressi compiuti nell’attuazione dello strumento che fornisce fino a 723,8 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti agli Stati membri per sostenere investimenti e riforme che permetteranno all’UE di uscire più forte dalla pandemia COVID-19. Il rapporto mostra i progressi che sono stati fatti dall’adozione del regolamento RRF nel febbraio 2021 all’erogazione della prima trance di pagamenti nel dicembre 2021.

Dopo un periodo di intensa preparazione e di dialogo con ogni Stato membro, la Commissione ha valutato i piani di recupero e di resilienza, approvandone 22. L’importo stanziato in questi piani ammonta a 445 miliardi di euro (291 miliardi di euro in sovvenzioni e 154 miliardi di euro in prestiti). Dopo l’approvazione dei piani da parte del Consiglio, la Commissione ha rapidamente erogato 56,6 miliardi di euro di prefinanziamento ai 21 Stati membri che ne avevano fatto richiesta.

Finora, soltanto 5 Stati membri hanno presentato alla Commissione la loro prima richiesta di pagamento regolare, e più di 30 richieste sono attese nel 2022.

Il rapporto sottolinea il valore aggiunto del RRF come strumento unico basato sulle prestazioni, che sostiene un’agenda senza precedenti di riforme e investimenti per affrontare le sfide specifiche degli Stati membri. Si prevede che l’RRF innescherà effetti di ricaduta positivi in tutta l’UE, sostenendo la convergenza economica e la coesione sociale e territoriale.

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Contributo della Commissione europea alla fornitura di assistenza medica urgente all’Ucraina

In un’intervista John F. Ryan, vicedirettore generale dell’UE e direttore della salute pubblica, afferma che la crisi in Ucraina sta sconvolgendo l’assistenza sanitaria essenziale. Pertanto, la Commissione europea sta coordinando gli sforzi con gli Stati membri, gli operatori sanitari e le ONG e collabora con altre agenzie dell’UE e organizzazioni internazionali per fornire assistenza medica urgente.

La DG SANTE sta collaborando con i ministeri della Salute attraverso il comitato per la sicurezza sanitaria dell’UE, che si è riunito periodicamente per analizzare la situazione e individuare il modo migliore per fornire sostegno. Gli Stati membri si sono già impegnati ad assistere l’Ucraina, offrendo alloggi di emergenza, medicinali, dispositivi medici, dispositivi di protezione medica, prodotti emoderivati e ambulanze. Gli Stati membri stanno inoltre mobilitando squadre mediche e si sono offerti di curare nei loro ospedali i pazienti ucraini feriti. Li abbiamo inoltre incoraggiati a inviare ossigeno e zeolite, un componente utilizzato per produrre ossigeno.

Il comitato per la sicurezza sanitaria ha stabilito la disponibilità nell’UE di posti letto nelle unità ospedaliere e nelle unità di terapia intensiva, le capacità chirurgiche e il trattamento delle ustioni e ha verificato le modalità di trasporto dei pazienti in situazioni di emergenza nei rispettivi Stati membri. Il comitato per la sicurezza sanitaria sta inoltre esaminando come garantire la continuità dell’assistenza alle persone che arrivano nell’UE, nel SEE e in Moldova dall’Ucraina. L’ECDC fornisce valutazioni dei rischi, che saranno ovviamente aggiornate in tempo reale.

La DG SANTE, inoltre, sta coordinando gli sforzi con le organizzazioni non governative (ONG), gli operatori sanitari e le associazioni di pazienti, le reti di riferimento europee, le reti trasfusionali e le organizzazioni per la salute mentale al fine di mobilitare risorse e aiutare sia i pazienti ucraini che quelli che entrano nell’UE dall’Ucraina.

La DG SANTE è a stretto contatto con tutti i servizi e le agenzie della Commissione, compreso il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), che sostiene gli Stati membri dell’UE confinanti con l’Ucraina e la Moldova a gestire gli sfollati e fornisce sostegno e orientamenti in materia di COVID-19 e altre malattie trasmissibili.

Con l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), DG SANTE, sta monitorando il possibile impatto sulla fornitura di medicinali nell’UE. L’EMA sta collaborando con la rete SPOC, che riunisce gli sportelli unici negli Stati membri per la gestione delle carenze, con l’obiettivo di raccogliere informazioni su potenziali perturbazioni e sui prodotti a rischio, e sia la DG SANTE che l’EMA stanno seguendo la situazione.

Per maggiori informazioni sulle modalità di lavoro della CE per fornire assistenza cliccare sotto su “ulteriori dettagli”.

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European Public Health Week 16-20 maggio 2022

Dal 16 al 20 maggio 2022 si svolgerà la Settimana europea di salute pubblica (EUPHW) promossa dalla European Public Health Association (EUPHA). L’evento ha lo scopo di aumentare la consapevolezza sulla salute pubblica e promuovere la collaborazione tra la comunità della salute pubblica in Europa.

Il tema dell’edizione 2022 della Settimana europea della salute pubblica è “La salute lungo tutto il corso della vita” e si occupa di tutto ciò che ha effetto durante la vita.

Ogni giorno della Settimana europea della sanità pubblica mette in luce un tema diverso:

  • Lunedì 16 maggio: Una gioventù sana e alfabetizzata sulla salute
  • Martedì 17 maggio: La vaccinazione come strategia di prevenzione chiave
  • Mercoledì 18 maggio: Il cambiamento climatico colpisce la nostra salute
  • Giovedì 19 maggio: Nessuna salute senza salute mentale
  • Venerdì 20 maggio: Costruire un sistema sanitario resiliente

È possibile parteciparvi come organizzatori di un evento in uno o più giorni della settimana nella modalità di conferenze e seminari, campagne sui social media, sfide online su un certo argomento o obiettivo, interviste con i mass media, sondaggi e quiz, formazione online e molti altri; come divulgatore attraverso il toolkit per i media a breve a disposizione sul sito; come partecipante prendendo parte agli eventi e attività dell’EUPHW.

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Consultazione PNRR “Facciamo semplice l’Italia. Le tue idee per una PA amica”

Il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha lanciato la consultazione pubblica “Facciamo semplice l’Italia. Le tue idee per una PA amica”.

La consultazione è parte integrante del progetto del Piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede la creazione, entro il 2026, di un catalogo unico, valido su tutto il territorio nazionale, di 600 procedure semplificate e reingegnerizzate.

Nel 2024 è fissata una tappa intermedia, entro cui semplificare le prime 200 procedure.

La consultazione è rivolta a cittadini, imprese, associazioni, pubbliche amministrazione e dipendenti pubblici.

L’obiettivo è raccogliere le segnalazioni sugli ostacoli più frequenti nei rapporti con le amministrazioni pubbliche nei diversi ambiti, dall’edilizia all’ambiente, dal lavoro al sociale, identificando così i problemi più ricorrenti, come tempi d’attesa eccessivi, costi ripetuti, richieste inutili di documenti cartacei per aprire un’attività, certificazioni superflue o complicate da ottenere. La consultazione vuole anche valorizzare le proposte di utenti e operatori della pubblica amministrazione, raccogliendo i loro suggerimenti per semplificare e migliorare le procedure.

La consultazione resterà aperta fino al 18 maggio 2022.

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Pubblicato lo studio sul miglioramento dell’implementazione della direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera 2011/24/UE

La Direttiva 2011/24/UE concernente l’applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera definisce sia le condizioni per cui un paziente può recarsi in un altro paese dell’UE per ricevere cure mediche che le condizioni per il rimborso delle spese. Illustra i costi dell’assistenza sanitaria, nonché le prescrizioni e la fornitura di medicinali e dispositivi medici.

Ad inizio 2022 la Commissione a pubblico lo “Studio sul miglioramento dell’implementazione della Direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera 2011/24/UE“. Lo scopo di questa ricerca, commissionata dalla DG SANTE,  era quello di approfondire il lavoro della Commissione sulle difficoltà che molti pazienti riscontrano nell’accesso all’assistenza sanitaria in un altro Stato membro e sulle carenze che permangono nell’applicazione pratica della Direttiva, offrendo alcune possibili soluzioni. Dallo studio è emerso come si debba puntare di più sul ruolo dei punti di contatto nazionali (NCP), istituiti per informare i pazienti sull’assistenza sanitaria transfrontaliera. Sono stati sviluppati dei principi guida, pensati per aiutare i NCP a fornire informazioni più trasparenti, accessibili e comprensibili al paziente.

Studi precedenti sulla direttiva hanno dimostrato che le informazioni sui trattamenti per i quali i pazienti dovrebbero richiedere l’autorizzazione preventiva non sono sempre sufficienti. Inoltre, le procedure amministrative complesse degli Stati Membri agiscono come barriere per i pazienti che ricercano un tipo di assistenza cross-border.

L’Articolo 6 della direttiva prevede che gli Stati membri debbano istituire dei punti di contatto nazionali (NCP) finalizzati a fornire informazioni sull’assistenza sanitaria transfrontaliera ai pazienti, che hanno il compito di “fare rete” con le organizzazioni dei pazienti, i fornitori di assistenza sanitaria e gli assicuratori sanitari. Dallo studio è emerso come vi sia un margine di miglioramento per quanto riguarda l’informazione diffusa ai pazienti. Inoltre, è evidente come in vari Stati membri non vengano attuati gli accordi di consultazione tra i NCP e gli altri stakeholder coinvolti. Anche se già ampiamente adottato dalla maggior parte dei NCP, il toolbox 2019 (contenente informazioni rilevanti sul quadro giuridico dell’assistenza sanitaria transfrontaliera) andrebbe pubblicizzato maggiormente, essendo uno strumento utile per migliorare l’attuazione della Direttiva.

Al fine di fornire raccomandazioni per migliorare le informazioni fornite ai cittadini sui sistemi di sistemi di autorizzazione preventiva ai sensi della direttiva, sono stati sviluppati dei principi guida mirati ad aiutare i NCP nel fornire informazioni più trasparenti, accessibili e comprensibili al paziente che coprano le seguenti aree principali: 1) trasparenza dei sistemi di autorizzazione preventiva 2) chiarezza e coerenza delle procedure di autorizzazione preventiva; 3) informazioni comprensibili sull’autorizzazione preventiva.

Infine, per facilitare il monitoraggio e la valutazione dell’attuazione della direttiva, sono stati sviluppati dei nuovi indicatori quantitativi e qualitativi.

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