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Infezioni respiratorie invernali, il rapporto dell’ECDC

L'ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha condotto un’analisi sulle IRA e le misure di prevenzione per contrastare l'impennata stagionale di COVID-19 e influenza.
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Un rapporto recentemente pubblicato dall’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) offre un’analisi dettagliata della situazione epidemiologica delle infezioni respiratorie acute (IRA) nei paesi dell’UE/SEE (Unione Europea/Stati membri dell’Area Economica Europea).

Le stagioni invernali nell’emisfero settentrionale portano un aumento delle IRA causate da vari agenti patogeni, tra cui il SARS-CoV-2, l’influenza, il virus respiratorio sinciziale (RSV) e altri virus e batteri stagionali. Questa co-circolazione di patogeni mette una pressione aggiuntiva sui sistemi sanitari, con un incremento delle visite ambulatoriali e dei ricoveri ospedalieri, soprattutto tra pazienti con condizioni preesistenti o fattori di rischio.

Nel contesto delle IRA, l’influenza e l’RSV hanno storicamente causato il maggior impatto in termini di morbilità, mortalità e assenteismo lavorativo/scolastico, mentre il SARS-CoV-2 ha segnato un impatto significativo soprattutto tra il 2020 e il 2023, senza seguire un chiaro andamento stagionale. È previsto che diversi patogeni respiratori continueranno a co-circolare nei prossimi mesi invernali, contribuendo ad aumentare la gravità delle malattie respiratorie, come avviene di consueto in questa stagione.

Le misure non farmaceutiche adottate durante la pandemia di COVID-19 hanno portato a una riduzione della circolazione di patogeni respiratori, comportando un calo dell’immunità della popolazione. Questo potrebbe aumentare il carico di malattie respiratorie, soprattutto tra i bambini e coloro con limitata esposizione pregressa. L’ECDC monitora influenza, COVID-19 e altre infezioni respiratorie virali nell’UE/SEE attraverso sistemi di sorveglianza sentinella basati su definizioni di caso precise.

Recenti dati evidenziano che il SARS-CoV-2 sia stato rilevato a livelli più elevati rispetto all’RSV e all’influenza, in molte aree. La positività dei test per il COVID-19, soprattutto tra i bambini di età 0-4 anni, è stata particolarmente alta (intorno al 60%) durante il periodo che va dalla settimana 25 alla 43 del 2023.

L’impegno dell’ECDC nel definire strategie di risposta

L’ECDC collabora con l’OMS per valutare e classificare le varianti di SARS-CoV-2 in circolazione, classificandole come varianti sotto monitoraggio, di interesse o di preoccupazione. Si prevede che molti altri patogeni respiratori circoleranno insieme nei prossimi mesi invernali, aumentando la morbilità. Pertanto, l’OMS raccomanda vaccini trivalenti per l’influenza stagionale 2023/24.

La strategia principale per affrontare la situazione è la vaccinazione, che rimane fondamentale per prevenire forme gravi di COVID-19 e influenza. L’ECDC raccomanda una focalizzazione sulle persone anziane e vulnerabili, nonché sugli operatori sanitari, per massimizzare l’efficacia delle campagne di vaccinazione. Promuovere l’igiene personale e diffondere informazioni chiare e affidabili sono altrettanto cruciali per migliorare l’aderenza alla vaccinazione e limitare la diffusione dei patogeni respiratori.

 

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