È disponibile il parere del Comitato europeo delle Regioni (CdR) del 24 e 25 maggio 2023 sulla “Normativa per un’Europa interoperabile”, redatto dal Presidente del Consiglio della Regione autonoma della Sardegna Michele Pais, mediante il quale si esprimono una serie di osservazioni in merito alla Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce misure per un livello elevato di interoperabilità del settore pubblico nell’Unione (normativa su un’Europa interoperabile).
Nel parere si rammenta l’importanza fondamentale dell’interoperabilità ai fini della resilienza digitale e dell’indipendenza strategica dell’UE, nello specifico nel disporre di servizi e sistemi interconnessi per mettere in atto soluzioni identiche o simili tra soggetti interconnessi e prevenire una possibile pandemia digitale a seguito di un grave attacco informatico. Inoltre, l’utilizzo di soluzioni open source ridurrà la dipendenza dai principali fornitori di soluzioni software, aumentando così l’indipendenza strategica dell’UE.
Si invita la Commissione ad adottare norme più chiare e ad assumere un preciso impegno finanziario per garantire che città e regioni non siano costrette e dirottare risorse sulla digitalizzazione, sottraendone ad altri servizi essenziali. Il CdR accoglie con favore la proposta della Commissione europea per istituire un sistema di governance dell’interoperabilità a livello dell’UE, proponendo delle osservazioni su alcuni aspetti della proposta:
- Considerazione dei diversi sistemi di interoperabilità a livello nazionale e ruolo chiave degli enti locali e regionali nel fornire servizi ai cittadini e digitalizzazione degli stessi entro il 2030 (toccando diversi ambiti tra cui la sanità).
- Necessità di un sostegno finanziario supplementare e attività di formazione e riqualificazione del personale.
- Rafforzamento e perfezionamento dei nuovi compiti degli enti subnazionali e delle risorse messe a disposizione per consentire una rapida ed efficace attuazione delle soluzioni di interoperabilità.
- Realizzazione di una struttura di governance equilibrata che rispetti il principio di sussidiarietà e i diversi modelli di governance degli Stati membri.
- Necessità di sviluppare e investire in nuove soluzioni interoperabili oppure di intraprendere la trasformazione dei sistemi esistenti, per far fronte agli enormi costi legati all’interoperabilità.
- Utilizzo di fonti di finanziamenti come il programma Europa digitale per ridurre l’onere per gli enti locali e regionali relativamente alla copertura dei relativi costi.
- Necessità di ricevere informazioni concrete su quando avrà luogo la valutazione obbligatoria dell’interoperabilità e su quali elementi possano far scattare tale valutazione, ad esempio nel caso degli appalti pubblici.
- Proposta di non obbligatorietà della valutazione dell’interoperabilità, finché il comitato per un’Europa interoperabile non avrà adottato gli orientamenti pertinenti.
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