La commissione del Parlamento europeo EMPL chiede misure di protezione per la salute mentale nello spazio di lavoro digitale e nei contesti educativi

Riconosciuti i vantaggi del telelavoro, richiesti standard minimi per promuovere il diritto alla disconnessione e a una formazione digitale accessibile

In una risoluzione adottata lo scorso luglio, la Commissione per l’Occupazione e gli Affari Sociali ha riconosciuto i vantaggi del telelavoro, ma ha chiesto standard minimi per promuovere il diritto alla disconnessione e a una formazione digitale accessibile.

Il Parlamento riconosce i vantaggi dello smart working, come una maggiore flessibilità e autonomia, ma mette in guardia dai rischi significativi per la salute derivanti da un’eccessiva connessione, da un’attenuazione dei confini tra lavoro e vita privata e da una maggiore intensità lavorativa o “tecnostress”(lo stress legato all’uso della tecnologia sul lavoro).

I deputati mettono in guardia sui rischi per la salute mentale dei lavoratori e sulle minacce al diritto alla privacy poste dal controllo e dalla sorveglianza abilitati dalla tecnologia attraverso software e strumenti di intelligenza artificiale, dal monitoraggio remoto in tempo reale dei progressi e delle prestazioni e dal rilevamento degli orari.

I ricercatori sottolineano anche altri fattori che causano ulteriore stress, tra cui l’insicurezza finanziaria, la paura della disoccupazione, l’accesso limitato all’assistenza sanitaria, l’isolamento, nonché le modifiche agli orari di lavoro e l’inadeguatezza dell’organizzazione del lavoro a causa della pandemia COVID-19 e della successiva crisi economica. Inoltre, sottolineano l’impatto che il passaggio al telelavoro può avere sulla salute mentale di chi è a rischio di esclusione digitale. Il divario digitale nell’UE deve essere affrontato per garantire che tutti i lavoratori abbiano un livello sufficiente di competenze digitali.

I deputati esortano l’UE e gli Stati membri ad affrontare il problema attraverso una strategia europea per la salute mentale, una strategia europea per l’assistenza e piani d’azione nazionali. Rilevano che la mancanza di norme e principi comuni vincolanti in materia di rischi psicosociali nell’UE porta a una protezione giuridica diseguale per i lavoratori.

Il Parlamento chiede alle istituzioni europee e agli Stati membri di regolamentare ulteriormente il lavoro digitale per proteggere la salute mentale, in collaborazione con i datori di lavoro e i rappresentanti dei lavoratori.

La Commissione, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro e gli Stati membri dovrebbero includere la salute mentale nei loro piani di risposta e preparazione alle crisi sanitarie e alle pandemie.

I deputati, infine, chiedono una direttiva sugli standard e le condizioni minime per garantire a tutti i lavoratori l’effettivo diritto alla disconnessione e per regolamentare l’uso degli strumenti digitali esistenti e nuovi a fini lavorativi.

Maria Walsh (PPE, IE), responsabile della relazione, ha dichiarato durante il dibattito: “La convinzione che l’UE non abbia un ruolo o una competenza in merito a questi temi è un’assoluta falsità. La salute mentale dei cittadini dovrebbe essere al centro del nostro lavoro e dobbiamo lavorare insieme per affrontare i problemi di salute mentale. L’intervento precoce e il reinserimento precoce della nostra popolazione giovane nel mercato del lavoro sono fondamentali. Chiediamo inoltre l’aggiornamento della legislazione europea per riflettere le nuove realtà del lavoro digitale“.

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