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La festa della mamma e il calo di nascite tra infertilità e divario di genere

Il 14 maggio si festeggia la festa della mamma, occasione per analizzare il calo delle nascite, dovuto all’infertilità e alle difficoltà prodotte dal divario di genere nel lavoro e nella cura familiare.
La festa della mamma e il calo di nascite: infertilità e divario di genere

Il calo di nascite

Il problema del calo delle nascite è ormai di strettissima attualità e solleva timori sul ricambio generazionale, ma anche su risvolti socio economici, poiché spesso il primogenito, arriva in età sempre più tardiva.

Per quanto riguarda il panorama italiano, il 2022 ha sancito il minimo storico delle nascite in Italia, -1,9% per 392.598 registrazioni all’anagrafe.

L’ INFERTILITà, IL RAPPORTO DELL’OMS

Una persona su sei nel mondo è affetta da infertilità nel corso della vita, lo dice un nuovo rapporto pubblicato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

“Questo rapporto, il primo del suo genere in un decennio, rivela un’importante verità: l’infertilità non discrimina. Per milioni di persone in tutto il mondo, il percorso verso la genitorialità può essere difficile, se non impossibile… indipendentemente da dove vivono e dalle risorse di cui dispongono”

“L’enorme percentuale di persone colpite – aggiunge – mostra la necessità di ampliare l’accesso alle cure per la fertilità e garantire che questo problema non sia più messo da parte nella ricerca e nella politica sanitaria”. Direttore generale Tedros Ghebreyesus.

Secondo le stime dello studio, circa il 17,5% della popolazione adulta soffre di infertilità, con una variazione limitata nella prevalenza tra le regioni, stimata al 17,8% nei paesi ad alto reddito e al 16,5% nei paesi a basso e medio reddito. Per l’Oms, l’infertilità è una malattia del sistema riproduttivo maschile o femminile e “può causare un disagio significativo, stigma e difficoltà finanziarie, influenzando il benessere mentale e psicosociale delle persone”. Nonostante l’entità del problema, le soluzioni per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dell’infertilità, comprese le tecnologie di riproduzione assistita come la fecondazione in vitro, rimangono sotto finanziate e inaccessibili per molte persone a causa dei costi elevati, dello stigma sociale e della disponibilità limitata.

Attualmente, nella maggior parte dei paesi, i trattamenti per la fertilità sono in gran parte finanziati dalle persone colpite, spesso con costi finanziari devastanti. “Migliori politiche e finanziamenti pubblici possono migliorare significativamente l’accesso alle cure e proteggere le famiglie più povere dal cadere in ulteriore povertà”, afferma l’Oms. Il rapporto evidenzia inoltre una mancanza di dati in molti paesi ed esorta una maggiore disponibilità di dati nazionali sull’infertilità.

A tal proposito, lo scorso aprile a Roma, si è tenuto il VI° Congresso nazionale per la medicina della riproduzione, che ha trattato questo tema come fulcro del dibattito e del confronto, servendosi di tutte le figure professionali che ogni giorno lavorano con le coppie infertili per garantire la realizzazione del desiderio genitoriale. Inoltre, questo Congresso è stato anche un’occasione per ribadire l’importanza di una nuova legge, che superi l’ormai obsoleta legge 40/2004, che garantisca non solo la tutela degli operatori e dei pazienti della medicina e della biologia della riproduzione, ma anche la sicurezza delle pratiche cliniche e la loro umanizzazione.

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IL PUNTO DI VISTA DELLE “EQUILIBRISTE” AFFRONTA IL TEMA DEL DIVARIO DI GENERE E DELLE DIFFICOLTà DELLE FAMIGLIE

Save the Children, per l’8°anno consecutivo, pubblica in prossimità della Festa della Mamma, il rapporto intitolato “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2023”, che raccoglie dati importanti, tracciando un bilancio aggiornato delle molte sfide che le donne in Italia devono affrontare quando diventano mamme.

Dai dati emerge che il 12,1% delle famiglie con minori nel nostro Paese (762mila famiglie) sono in condizione di povertà assoluta, e 1 coppia con figli su 4 è a rischio povertà.

Anche il mercato del lavoro sconta ancora un gap di genere fortissimo. Nel 2022, pur segnando una leggera decrescita, il divario lavorativo tra uomini e donne si è attestato al 17,5%, ma è ben più ampio in presenza di bambini, oppure in situazioni di monogenitorialità.

Lo studio affrontato da Save the Children include anche l”’Indice delle Madri, elaborato dall’ISTAT, che raccoglie una classifica delle Regioni italiane stilata in base alle condizioni più o meno favorevoli per le mamme. L’Indice prende in considerazione la sfera del lavoro, della demografia e della scuola, della salute (mortalità infantile e consultori), della violenza sulle donne, della partecipazione politica a livello locale, oltre al grado di soddisfazione personale.

  • 1. La dimensione della Demografia: l’indice vede tra le regioni più virtuose la Provincia Autonoma di Bolzano (138,5), nettamente sopra valore di riferimento fissato a 100 e quella di Trento (114,5), seguite da Sicilia (112,8), Campania (111,1) e Calabria (106,8). Al contrario, Sardegna (78,5) e Basilicata, registrano tassi molto al di sotto del valore nazionale, occupando gli ultimi posti dell’Indice.
  • 2. La dimensione del Lavoro: l’Emilia-Romagna (109,1) e il Piemonte (108,9), la Valle d’Aosta (107,9) e la Lombardia (106,2), occupano i primi due posti nell’area Lavoro. Di contro, Sicilia (81), Basilicata (82,2) non forniscono dati incoraggianti sull’occupazione delle mamme e si trovano nella zona più bassa dell’Indice.
  • 3. La dimensione della Rappresentanza: per la percentuale di donne in organi politici a livello locale per regione, Umbria (128,4) e Veneto (123,4) occupano i primi due posti. In Basilicata (68,4) e Valle d’Aosta (80,3), invece, la rappresentanza femminile è ben al di sotto del valore di riferimento nazionale.
  • 4. La dimensione della Salute: spiccano regioni come Valle d’Aosta (140,9) con ben 40 punti in più valore di riferimento nazionale e la Provincia Autonoma di Bolzano (117,6), mentre Calabria (88,6) e Campania (91,4) si posizionano agli ultimi posti con valori al di ben sotto di quello di riferimento.
  • 5. La dimensione dei Servizi: le Province Autonome di Trento (131,3) e Bolzano (126,3), rispettivamente al primo e secondo posto nell’area Servizi, sono le regioni più virtuose per i servizi offerti alle mamme e ai loro bambini (asili nido, mense scolastiche, tempo pieno). Per quest’area, è la Sicilia (75,8) a posizionarsi all’ultimo posto preceduta da Campania (78,3), Calabria (80,4) e Puglia (82), regioni dove l’offerta di servizi è discontinua o assente.
  • 6. La dimensione della Soddisfazione soggettiva: nuovamente le Province Autonome di Bolzano (132,4) e Trento (125,7). Le regioni, invece, dove le mamme sono decisamente meno soddisfatte sono Calabria (82,1) e Sicilia (82,4).
  • 7. La Dimensione della Violenza: Basilicata (71,7) e Provincia Autonoma di Trento (84,2) si posizionano agli ultimi posti nell’area Violenza, precedute a stretto giro da Campania (84,8), Sicilia (85,9), Puglia (90,1) e Lazio (91,3). Le regioni più virtuose per quanto riguarda la presenza di centri antiviolenza e case rifugio sono invece Friuli-Venezia Giulia (131,7) e Provincia Autonoma di Bolzano (130,3).

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ALCUNE INIZIATIVE PER LA FESTA DELLA MAMMA

  • In occasione del ventennale della nascita del Centro di fisiopatologia della riproduzione ex Asl To2, ora Fivet Asl Città di Torino, domenica 14 maggio terrà la giornata Check-up fertilità, che dalle 10 alle 16 dedicherà un incontro a donne, uomini e giovani coppie, per informare e formare riguardo al tema della fertilità.

Il Centro Fivet ASL Città di Torino intende in questo modo essere al fianco dei cittadini per tutti coloro che vorranno approfondire le tematiche della fertilità. Il personale Medico, Ostetrico, Biologo e Psicologico terrà i vari colloqui informativi. ( Per ulteriori informazioni si prega di cliccare il seguente LINK. )

  • La Fondazione AMI Prato assieme all’ASL Toscana Centro, con il patrocinio della Provincia e del Comune, e in collaborazione con molte altre realtà del territorio, promuoverà il “MAMIday” a Prato, evento ormai giunto alla sua 12esima edizione. L’evento vedrà una serie di iniziative che andranno in scena presso l’Ospedale Santo Stefano, fra incontri, laboratori, attività creative, alle quali possono partecipare le donne in gravidanza, le neo famiglie con bambini neonati e con bimbi più grandi fino a 10 anni. (Per ulteriori informazioni si prega di consultare il seguente LINK).

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