La Commissione Europea ha reso pubblico un nuovo Eurobarometro flash per dare uno sguardo approfondito al punto di vista dei cittadini dell’UE sulla salute mentale.
L’indagine, condotta in tutti i 27 Stati membri tra i cittadini di età pari o superiore a 15 anni, offre dettagli sullo stato attuale della salute mentale, sui fattori che contribuiscono ad una buona salute mentale, sulla percezione delle persone con problemi di salute mentale e sulla qualità e accessibilità dei relativi servizi sanitari.
- L’89% degli intervistati ritiene che la promozione della salute mentale sia importante quanto la promozione della salute fisica.
- Il 46% degli intervistati ha sperimentato un problema emotivo o psicosociale, come sentirsi depresso o ansioso, negli ultimi dodici mesi.
- Il 54% degli intervistati con un problema di salute mentale non ha ricevuto aiuto da un professionista.
- La maggior parte degli intervistati ha risposto che i recenti eventi mondiali hanno influenzato la loro salute mentale “in qualche modo” (44%) o “in larga misura” (18%).
LA SALUTE MENTALE E IL TEMA DEL LAVORO
Il tema del lavoro è menzionato in tutto il sondaggio come un fattore che contribuisce sia alla capacità di migliorare che a peggiorare la salute mentale, con il 18% degli intervistati che afferma che è un fattore importante per raggiungere una buona salute mentale. A tal proposito, il Consiglio nel mese di ottobre, ha approvato per la prima volta delle conclusioni sull’interconnessione tra salute mentale e occupazione.
Nel 2022 il 27% dei lavoratori dell’Unione europea ha sofferto di stress, depressione e ansia. L’esposizione a determinati fattori di rischio connessi allo stress e ai disturbi mentali è ulteriormente aumentata in seguito della pandemia di COVID-19.
Tale condizione fa comprendere come la salute mentale e il lavoro siano strettamente interconnessi. La salute mentale è una condizione importante per la capacità lavorativa e la produttività e i rischi psicosociali sul luogo di lavoro possono incidere negativamente sulla mente delle persone. In particolare, il lavoro precario, compreso il lavoro mal retribuito e non protetto, può portare a disturbi quali ansia e depressione.
In quest’ottica e tenendo conto dell’emergere e del consolidamento di nuove forme di lavoro, il Consiglio invita gli Stati membri, tra l’altro, a:
- promuovere politiche occupazionali di qualità per combattere la precarietà;
- rafforzare i sistemi pubblici volti a salvaguardare la salute mentale sul lavoro;
- promuovere la ricerca in materia di salute mentale sul lavoro;
- sostenere l’assunzione o il reinserimento dei lavoratori con problemi di salute mentale;
- sostenere i lavoratori autonomi e le PMI nella prevenzione dei rischi psicosociali sul lavoro;
Il Consiglio invita inoltre la Commissione europea a:
- riflettere su una politica adeguata per affrontare i rischi psicosociali sul lavoro;
- considerare il diritto alla disconnessione in quanto misura di prevenzione;
- promuovere il coordinamento delle iniziative nazionali sulla gestione dei rischi psicosociali sul lavoro.
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