Il presente glossario è la raccolta, in ordine alfabetico, dei più frequenti vocaboli riportati in questo sito afferenti alle tematiche trattate dal ProMIS, accompagnato ognuno dalla spiegazione del significato. Il glossario può essere di aiuto all’utente che consulta il sito web del ProMIS per comprendere meglio la terminologia che viene utilizzata.
Sigla che indica un insieme di Stati (attualmente 79) con i quali l’UE ha stipulato successive convenzioni (Accordi di Yaoundè I e II, Convenzioni di Lomè I, II, III, IV e Accordo di Cotonou), che si sostanziano in accordi di associazione e rientrano nella politica comunitaria di aiuto allo sviluppo. La sigla ACP corrisponde alle iniziali delle zone di appartenenza degli aderenti: AFRICA: Angola, Benin, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Repubblica del Capo Verde, Repubblica Centrafricana, Ciad, Comore, Congo (Brazzaville), Congo (Kinshasa), Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale, Kenya, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Maurizius (Isole), Mauritania, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Ruanda, Sao Tome e Principe, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Sudafrica, Sudan, Eswatini (ex Swaziland), Tanzania, Togo, Uganda, Zambia, Zimbabwe. CARAIBI: Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Belize, Dominica, Giamaica, Grenada, Guyana, Haiti, Repubblica Dominicana, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Suriname, Trinidad e Tobago. PACIFICO: Fiji, Cook (Isole), Kiribati, Marshall (Isole), Micronesia (Stati Federati di), Nauru, Niue, Palau, Papua Nuova Guinea, Salomone (Isole), Samoa, Tonga, Tuvalu, Timor Leste, Vanuatu. Sebbene non partecipi ancora all’accordo di partenariato, Cuba è diventato a tutti gli effetti il 79° membro dei paesi ACP nel dicembre 2000.
Nell’ambito della missione 6 – Salute, Componente 1, il PNRR prevede l’attivazione di 1288 Case della Comunità sul territorio nazionale entro la metà del 2026. Le Case di Comunità sono strutture di prossimità, facilmente individuabili e accessibili da parte della comunità. Attraverso le Case della Comunità sarà possibile potenziare e riorganizzare l’offerta dei servizi territoriali. All’interno delle Case della Comunità opererà un équipe multidisciplinare di professionisti in ambito socio-sanitario e sarà presente il Punto Unico di Accesso alle prestazioni sanitarie. Secondo quanto programmato dal PNRR, la Casa di Comunità costituirà un punto di riferimento continuativo per la popolazione, dove saranno attivi un’infrastruttura informatica, un punto prelievi e strumentazione polispecialistica.
La missione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie è la creazione di un sistema di vigilanza europeo delle malattie infettive, quali l’influenza, il COVID-19, l’HIV/AIDS, l’epatite, il morbillo, la tubercolosi, la resistenza antimicrobica e la vaccinazione.
Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), fino al 31 dicembre 2020 Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), è un organo collegiale del Governo presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri. La sua composizione è prevista dalla legge n. 48 del 27 febbraio 1967, modificata dalla legge n. 71 del 24 giugno 2013.
Può essere nominato Segretario del CIPESS un Ministro o un sottosegretario di Stato. Il CIPESS (istituito nell’anno 1967 come CIPE – Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha cambiato nome il 1° gennaio 2021 in CIPESS – Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) è un organo di decisione politica in ambito economico e finanziario che svolge funzioni di coordinamento in materia di programmazione della politica economica da perseguire a livello nazionale, comunitario ed internazionale; esamina la situazione socio-economica generale ai fini dell’adozione di provvedimenti congiunturali; individua gli indirizzi e le azioni necessarie per il conseguimento degli obiettivi di politica economica; alloca le risorse finanziarie a programmi e progetti di sviluppo; approva le principali iniziative di investimento pubblico del Paese. Con l’innovazione introdotta dalla riforma del cd “decreto clima”, la programmazione economica del CIPESS sarà orientata alla transizione ecologica e alla sostenibilità, col fine di perseguire il rilancio della crescita secondo criteri di sostenibilità, in linea con l’Agenda ONU 2030 e i programmi dell’Unione Europea. Il Comitato si riunisce in sedute con cadenza periodica, ordinariamente precedute da riunioni preparatorie. Le delibere relative alle decisioni assunte dal CIPESS sono inviate al Ministero dell’economia e delle finanze per le verifiche di finanza pubblica. Esse sono poi inviate alla Corte dei Conti per la registrazione e successivamente pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. I principali argomenti oggetto di esame da parte del CIPESS sono relativi a: approvazione dei singoli progetti del Programma delle Infrastrutture Strategiche assegnando le relative risorse finanziarie;
assegnazione finanziamenti per determinate opere pubbliche, tra i quali gli “interventi nel settore dei sistemi di trasporto rapido di massa” ex legge 26 febbraio 1992, n. 211; pareri sulle Linee guida dei Ministeri in materia di valutazione delle opere pubbliche e l’approvazione dei relativi Documenti pluriennali di pianificazione (DPP), sui contratti di programma, i piani d’investimento e le convenzioni dei principali concessionari pubblici (Trenitalia, RFI, ANAS, ENAC) e privati (autostradali), gli aggiornamenti dei piani economico finanziari (PEF) dei concessionari autostradali e le operazioni di partenariato pubblico-privato; approvazione del riparto di risorse finanziarie del Fondo Sviluppo e coesione e dei Fondi da questo alimentati che operano nei settori infrastrutture e mobilità, lavoro e politiche sociali, sostegno alle imprese, ricerca, innovazione tecnologica, ambiente, agricoltura, energia, sicurezza, istruzione, beni culturali; approvazione dei Piani operativi nell’ambito del FSC, i Patti di competenza territoriale (Patti per il Sud, Patti per le Città metropolitane, Patti per il Centro-Nord); approvazione del Programma nazionale della ricerca, il Programma statistico nazionale, il Programma per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, il Programma per la sicurezza stradale, i Piani per la casa e gli aggiornamenti concernenti il Piano di azione nazionale per la riduzione dei livelli di emissione di gas a effetto serra, il Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica e la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile;
approvazione e/o finanziamento degli strumenti di sostegno alle imprese; l’assegnazione di risorse e altre misure inerenti la ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi sismici del 6 aprile 2009; il riparto di risorse finanziarie del Fondo Sanitario Nazionale, di quelle concernenti le misure compensative a favore dei siti che ospitano centrali nucleari ed impianti del ciclo del combustibile nucleare e quelle del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca da destinare anche a Contratti di sviluppo, di distretto e di filiera; approvazione delle relazioni concernenti l’attività relativa al Monitoraggio degli investimenti pubblici (MIP) e al Codice unico di progetto (CUP).
Questo approccio è centrato sul coinvolgimento attivo delle comunità locali nella progettazione, nell’implementazione e nella gestione dei servizi sanitari. Riconosce che le comunità hanno una profonda conoscenza delle proprie esigenze sanitarie e delle risorse locali disponibili. Pertanto, si concentra su partnership collaborative tra professionisti sanitari, istituzioni locali e membri della comunità per sviluppare soluzioni sanitarie su misura. L’approccio basato sulla comunità mira a migliorare la fiducia nei servizi sanitari, a promuovere la prevenzione delle malattie e a ridurre le disuguaglianze nella salute attraverso l’empowerment delle comunità stesse.
È uno dei principi di attuazione dei fondi strutturali, e stabilisce che gli interventi si concentrino su alcune priorità fondamentali. Nella programmazione 2007-2013 gli obiettivi erano: convergenza, destinato alle regioni in ritardo di sviluppo (con un PIL pro capite inferiore al 75% della media comunitaria) e alle regioni in phasing out; competitività regionale e occupazione; cooperazione territoriale europea per il rafforzamento dell’iniziativa comunitaria INTERREG. Nella programmazione 2014-2020 gli obiettivi tematici erano: rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione; migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), nonché il loro utilizzo e qualità; migliorare la competitività delle PMI; sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio; promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione e la gestione dei rischi; preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’efficienza delle risorse; promuovere il trasporto sostenibile e migliorare le infrastrutture di rete; promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori; promuovere l’inclusione sociale e lottare contro la povertà e qualsiasi discriminazione; investire in istruzione, formazione e apprendimento permanente; migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione.
Nella programmazione 2021-2027 gli obiettivi strategici sono: un’Europa più intelligente, attraverso la promozione di una trasformazione economica intelligente e innovativa; un’Europa più verde e a basse emissioni di carbonio, attraverso la promozione di una transizione verso un’energia pulita ed equa, di investimenti verdi e blu, dell’economia circolare, dell’adattamento ai cambiamenti climatici e della gestione e prevenzione dei rischi; un’Europa più connessa, attraverso il rafforzamento della mobilità e della connettività regionale; un’Europa più sociale, attraverso l’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali; un’Europa più vicina ai cittadini, attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato delle zone urbane, rurali e costiere e delle iniziative locali.
Il Consiglio d’Europa non è un organo dell’UE ma un’organizzazione internazionale istituita, subito dopo la seconda guerra mondiale, in ambito europeo, con il “Trattato di Londra” del 5 maggio 1949. Il Consiglio d’Europa, con sede a Strasburgo, ha per scopo istituzionale il conseguimento di una più stretta unione fra i suoi Stati membri, per salvaguardare e promuovere i principi comuni, favorendo il progresso economico e sociale. A tali fini il Consiglio d’Europa predispone la stipulazione di accordi e convenzioni internazionali fra Stati membri ma anche fra Stati membri e Stati terzi, Si tratta prevalentemente di convenzioni in materie giuridiche, volte ad assicurare l’osservanza dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali da parte degli Stati ratificanti. Gli Stati membri del Consiglio d’Europa attualmente sono 46 (a seguito della decisione del Comitato dei Ministri del 16 marzo 2022, la Federazione russa non è più un membro del Consiglio d’Europa).
È il principale organo legislativo e decisionale dell’Unione Europea. Definisce, assieme al Parlamento europeo, le regole fondamentali del mercato unico europeo e delle politiche comuni dell’Unione, approvando le decisioni su proposta della Commissione europea. È inoltre investito delle principali competenze in materia di cooperazione intergovernativa, politica estera, sicurezza e giustizia. È costituito dai rappresentanti dei Governi degli Stati membri e vi partecipano anche i ministri degli Stati membri responsabili dei ministeri competenti per la materia che di volta in volta viene discussa durante le periodiche riunioni del Consiglio. La Presidenza del Consiglio Europeo viene esercitata a turni semestrali da ciascun rappresentante dei Governi degli Stati membri. Il Consiglio è assistito da un Segretario generale che, svolge anche il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune. In materia di salute pubblica in Consiglio opera il Consiglio “Occupazione, politica sociale, salute e consumatori” che si riunisce generalmente 4 volte l’anno.
Formalizzata dal Trattato di Amsterdam e successivamente modificata da quello di Nizza, la cooperazione rafforzata si riferisce alla volontà di alcuni Stati membri di avanzare sulla via dell’approfondimento della costruzione europea, lasciando aperta la possibilità per gli altri Stati membri di aderire in un secondo momento. Ai sensi del TFUE, per instaurare una cooperazione rafforzata in un determinato settore è necessario che la proposta venga avanzata da almeno 9 stati membri e che non vada contro i meccanismi del mercato interno e della coesione economica e sociale. Nessuno Stato membro può opporsi alla creazione di tale forma di cooperazione. È possibile istaurare una cooperazione rafforzata anche nel settore della PESC, con esclusione di questioni militari e relative alla politica di difesa.
La DG Sante è la Direzione Generale dell’Unione Europea responsabile della formulazione e dell’attuazione delle politiche sanitarie nell’UE. La sua missione principale è garantire la protezione della salute pubblica e la sicurezza alimentare dei cittadini europei. Questo ente lavora sulla regolamentazione dei prodotti alimentari, sulla promozione di stili di vita sani, sull’affrontare delle sfide sanitarie transfrontaliere e sulla promozione della cooperazione tra i paesi membri dell’UE per migliorare la salute pubblica.
ECHI è l’acronimo con cui viene indicato l’elenco degli indicatori sanitari della Comunità europea (European Core Health Indicators, precedentemente European Community Health Indicators). Offre una visione d’insieme della demografia e della situazione socio-economica, dello stato di salute, dei determinanti della salute e dei sistemi sanitari.
L’Ufficio Europeo per gli aiuti umanitari è stato creato nel 1992 al fine di migliorare la prestazione di aiuti immediati alle popolazioni che si trovano in una situazione di grave bisogno. Successivamente, è stato sostituito dalla Direzione generale per la Protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee, che ha mantenuto l’abbreviazione ECHO (DG ECHO). Il dipartimento ha concentrato gli sforzi sui paesi in via di sviluppo e dalla sua costituzione ha fornito aiuti a più di 85 paesi. Le sue attività consistono in interventi di emergenza, che comportano però anche azioni di supporto nel medio periodo. Le azioni di aiuto umanitario sono svolte a favore delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo, dei paesi ACP (Asia, Caraibi, Pacifico) e di altri paesi terzi vittime di catastrofi naturali, di guerra e altre situazioni eccezionali. Tali azioni finanziate dalla Comunità possono essere realizzate su richiesta di organismi e organizzazioni internazionali o non governative, oppure su iniziativa della Commissione. L’UE è il più grande donatore del mondo: fornisce il 55 % degli aiuti umanitari internazionali, di cui il 30 % attraverso ECHO e il 25 % con programmi gestiti direttamente dagli Stati membri. ECHO opera con una rete di più di 200 partner. Si tratta essenzialmente di organizzazioni che hanno firmato un partenariato con la Commissione, come le agenzie specializzate delle Nazioni Unite, la Croce Rossa, altri organismi internazionali e numerose organizzazioni non governative.
La E-health (salute elettronica) rappresenta un approccio integrato che sfrutta le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel settore sanitario per migliorare la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e la gestione delle condizioni di salute. Questo approccio comprende l’uso di dispositivi digitali, applicazioni mobili, sistemi di registrazione elettronica dei pazienti, telemedicina e intelligenza artificiale per consentire un accesso più rapido ed efficiente ai servizi sanitari. La E-health mira anche a promuovere una maggiore partecipazione dei pazienti nella gestione della propria salute e a migliorare la comunicazione tra i professionisti sanitari.
L’Agenzia europea per i medicinali è l’agenzia dell’Unione Europea che si occupa della valutazione dei medicinali. Con sede ad Amsterdam, l’EMA garantisce la protezione e la promozione della salute dell’uomo e degli animali, attraverso l’attività di coordinamento, valutazione e monitoraggio dei prodotti autorizzati a livello centrale dai singoli Stati, mettendo a punto linee guida tecniche e fornendo supporto scientifico agli sponsor.
Il programma Erasmus + è gestito dalla Commissione europea, dall’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA), dalle agenzie nazionali dei paesi partecipanti al programma e dagli uffici nazionali di alcuni paesi partner. Erasmus +, nel periodo di programmazione 2021 – 2027, finanzia progetti nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport. Il programma prosegue quanto avviato nell’edizione precedente (2014-2020). Inclusione sociale, sostenibilità ambientale, transizione digitale e promozione della partecipazione alla vita democratica da parte delle generazioni più giovani sono i temi chiave del nuovo programma. Per il periodo 2021 – 2027, Erasmus+ dispone di una dotazione finanziaria di 28,4 miliardi di euro. Il Programma sostiene le priorità e le linee di azione stabilite dallo Spazio Europeo dell’Istruzione, il Piano d’Azione dell’educazione digitale e l’Agenda europea delle competenze. Obiettivi specifici del programma sono: promuovere la mobilità degli individui e dei gruppi a fini di apprendimento e la collaborazione, la qualità, l’inclusione e l’equità, l’eccellenza, la creatività e l’innovazione al livello delle organizzazioni e delle politiche nel campo dell’istruzione e della formazione; promuovere la mobilità a fini di apprendimento non formale e informale, la partecipazione attiva dei giovani, la collaborazione, la qualità, l’inclusione, la creatività e l’innovazione al livello delle organizzazioni e delle politiche giovanili; promuovere la mobilità a fini di apprendimento del personale sportivo e la collaborazione, la qualità, l’inclusione, la creatività e l’innovazione al livello delle organizzazioni e delle politiche sportive.
Il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) è gestito in regime di gestione concorrente tra gli Stati membri e l’Unione. Per il periodo di programmazione 2021 – 2027, il Fondo finanzia le seguenti spese, che devono essere effettuate in conformità del diritto dell’Unione: un regime di pagamento di base per gli agricoltori; pagamenti diretti verdi (per metodi di agricoltura sostenibile); un pagamento per i giovani agricoltori. Gli Stati membri possono utilizzare i finanziamenti del Fondo per aiutare le piccole e medie aziende agricole, gli agricoltori che operano in zone soggette a vincoli naturali e i settori in difficoltà. Il Fondo, inoltre, finanzia misure finalizzate a sostenere e a stabilizzare i mercati agricoli.
Commissione europea e gli Stati membri. Nel ciclo di programmazione 2014-2020 il FEASR è stato inserito nel quadro dei Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE). Nel periodo 2014-2020, il Fondo si è concentrato su tre obiettivi principali: migliorare la competitività del settore agricolo; garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali e promuovere azioni per il clima; raggiungere uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e delle comunità rurali, compresa la creazione e il mantenimento di posti di lavoro. In seguito all’avvio del processo di riforma della politica agricola comune (PAC), è stato previsto un periodo transitorio per il biennio 2021-2022, durante il quale sarà estesa la regolazione del periodo 2014 – 2020.
Creato nel 1962, è stato uno dei Fondi strutturali e ha avuto il compito di finanziare la Politica Agricola Comune (PAC). Era articolato in due sezioni: la sezione “Garanzia” si occupava del finanziamento integrale delle misure di sostegno dei prezzi e di stabilizzazione dei mercati; la sezione “Orientamento” contribuiva al finanziamento dei progetti volti al miglioramento delle strutture di produzione, di trasformazione e di vendita dei prodotti agricoli.
Dal 2007 è stato sostituito dal FEAGA (Fondo europeo agricolo di garanzia) e dal FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale).
Creato nel 1957, il FES è il principale strumento comunitario atto a fornire aiuti tecnici e finanziari agli Stati ACP e ai PTOM, all’interno della politica europea di cooperazione allo sviluppo. Il suo utilizzo si concretizza principalmente nell’erogazione di aiuti non rimborsabili, capitali a rischio e prestiti al settore privato. A partire dal 2021, i programmi del FES saranno inclusi nel quadro finanziario pluriennale dell’UE e saranno quindi soggetti ai regolamenti finanziari dell’UE, come gli altri programmi di finanziamento dell’UE.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è lo strumento che permette al cittadino il tracciamento e la consultazione della propria storia sanitaria. Il FSE permette ai cittadini di condividere le informazioni con i professionisti sanitari: ciò permette di usufruire di un servizio più efficace ed efficiente. Le informazioni presenti nel Fascicolo del cittadino vengono fornite e gestite dalle singole regioni. I cittadini devono rivolgersi alle regioni per accedere o alimentare il proprio FSE.
Previsto nel Trattato di Roma e attivo dal 1960, è il primo dei Fondi strutturali. Il suo compito è quello di risolvere i problemi occupazionali causati dall’integrazione europea, in particolare attraverso la promozione di azioni di formazione professionale e riqualificazione professionale e di aiuti ai disoccupati, attuali e potenziali. Per il periodo di programmazione 2021-2027 il campo di applicazione del FSE è stato ampliato per integrare il Fondo di aiuti europei agli indigenti e il programma dell’Unione per l’occupazione e l’innovazione sociale. Il nuovo fondo prende il nome di FSE+, secondo quanto previsto dal Regolamento UE 2021/1057.
Il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) è stato istituito per il periodo di programmazione 2021 – 2027 e riunisce quattro strumenti di finanziamento separati nel precedente periodo di programmazione (2022-2024): il Fondo sociale europeo (FSE), il Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile e il programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI).
Per il periodo 2021-2027, il FSE+ presenta un bilancio complessivo di circa 99 miliardi di euro. Il FSE+ ha come obiettivo promuovere la ripresa socioeconomica dell’UE, aiutando gli Stati membri ad affrontare la crisi causata dalla pandemia di COVID-19. I finanziamenti nell’ambito del FSE+ saranno gestiti principalmente dagli Stati membri (circa 98,5 miliardi di euro per la componente gestione concorrente attuata dagli Stati membri in partenariato con la Commissione e 762 milioni di euro per la componente Occupazione e Innovazione Sociale (EaSI) attuata dalla Commissione, per il periodo 2021 – 2027). La Commissione avrà ruolo di supervisore.
Tra gli obiettivi specifici dell’FSE+ rientrano: il sostegno a favore dei settori d’intervento dell’occupazione e della mobilità del lavoro, nonché dell’istruzione e dell’inclusione sociale; il sostegno alle transizioni verde e digitale; il sostegno a favore di misure temporanee in circostanze eccezionali o inusuali (ad esempio, il finanziamento di regimi di riduzione dell’orario lavorativo non abbinati obbligatoriamente a misure attive o l’accesso all’assistenza sanitaria, anche per le persone che non sono direttamente vulnerabili dal punto di vista socioeconomico).
Il finanziamento europeo a cui è possibile accedere attraverso il FSE + (Fondo Sociale Europeo Plus), che ha riunito quattro strumenti di finanziamento che era separati nel periodo di programmazione 2014-2020 (Fondo sociale europeo, Fondo di aiuti europei agli indigenti, l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile e il programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale), mira a sostenere gli Stati membri e le regioni nel conseguire livelli elevati di occupazione, una protezione sociale equa e una forza lavoro qualificata e resiliente, pronta per il mondo del lavoro del futuro, nonché società inclusive e coese finalizzate all’eliminazione della povertà e alla realizzazione dei principi enunciati nel pilastro europeo dei diritti sociali.
Tramite i finanziamenti, il FSE+ vuole sostenere gli investimenti in persone e sistemi nei settori di intervento dell’occupazione, dell’istruzione e dell’inclusione sociale, promuovendo in tal modo la coesione economica, sociale e territoriale conformemente all’articolo 174 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).
Il FSE+ si articola in due componenti: la componente in regime di gestione concorrente, da attuare in regime di gestione concorrente, e la componente Occupazione e innovazione sociale, da attuare in regime di gestione diretta e indiretta.
Il finanziamento europeo erogato tramite il FSE+ è richiedibile in tutto il territorio dell’UE.
Per il ciclo di programmazione 2021-2027, la politica di coesione europea è finanziata attraverso i Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE). I Fondi strutturali e di investimento europei operano insieme per sostenere la coesione economica, sociale e territoriale e conseguire gli obiettivi europei.
Nel ciclo di programmazione 2021-2027 sono previsti i seguenti Fondi: il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR), che ha l’obiettivo di favorire la crescita economica e occupazionale delle regioni europee e appianarne disparità e squilibri di sviluppo;
il Fondo Sociale Europeo plus (FSE+), che sostiene gli Stati membri nel conseguire livelli elevati e adeguati di occupazione e una protezione sociale equa ed inclusiva; il Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA), che promuove la pesca e l’acquacoltura sostenibili, il ripristino e la conservazione delle risorse biologiche acquatiche, l’economia blu nelle aree costiere, insulari e interne, sostiene lo sviluppo di comunità della pesca e dell’acquacoltura, aiuta la governance internazionale per mari e oceani sicuri, protetti, puliti e gestiti in modo sostenibile; il Fondo per una Transizione Giusta (Just Transition Fund – JTF), che sostiene i territori che fanno fronte a gravi sfide socioeconomiche derivanti dal processo di transizione verso la neutralità climatica e vuole consentire alle regioni e alle persone di affrontare gli effetti sociali, economici ed ambientali derivanti da tale transizione; il Fondo di Coesione, riservato ai Paesi con un Reddito Nazionale Lordo pro capite inferiore al 90% della media UE, che vede esclusa l’Italia.
Tutti questi fondi sono gestiti dai Paesi membri, attraverso Accordi di partenariato. I singoli paesi preparano un Accordo, in collaborazione con la Commissione europea, che illustra in che modo i fondi saranno utilizzati durante il relativo periodo di finanziamento.
È stato istituito in seguito al Trattato di Maastricht con una dotazione di oltre 15 miliardi di ECU per 7 anni, allo scopo di finanziare progetti in materia di ambiente e di Reti Transeuropee nel settore delle infrastrutture dei trasporti. Beneficiari fino al 1999 sono stati Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, ovvero Stati membri con un PNL pro capite inferiore al 90% della media comunitaria. Con il regolamento (CE) n.1264/99, il totale delle risorse disponibili da impegnare per il periodo 2000-2006 è stato fissato a 18 miliardi di Euro. Per il periodo di programmazione 2014-2020, l’UE ha stanziato circa 63,4 miliardi di euro per il Fondo di coesione (esclusi i trasferimenti al meccanismo per collegare l’Europa). Con il Regolamento (UE) 2021/1058 l’UE ha stabilito le norme relative al Fondo di coesione per il periodo 2021-2027. Per il periodo 2021-2027 l’UE ha stanziato 42,6 miliardi di EUR a favore del Fondo di Coesione, di cui 10 miliardi quale contributo al meccanismo per collegare l’Europa.
Organo ufficiale di pubblicazione della Comunità europea nel quale sono riportati gli atti normativi e le altre informazioni di interesse comunitario che devono essere rese note. È pubblicato nelle 11 lingue ufficiali dell’UE e suddivisa in tre diverse serie: – L (Legislazione), contenente tutti i testi normativi adottati dalle istituzioni comunitarie; – C (Comunicazioni), contenente tutte le proposte normative della Commissione, i resoconti delle sedute del Parlamento europeo e della Corte di Giustizia, le interrogazioni del Parlamento e del Consiglio alla Commissione con le rispettive risposte, il tasso ufficiale dell’ECU, bandi di gara per prodotti agricoli e animali, il rapporto annuale della Corte dei Conti, bandi di concorso delle istituzioni comunitarie, pareri del Comitato Economico e Sociale e del Comitato delle Regioni e i vari bandi e inviti alla presentazione di proposte per i diversi programmi d’azione; – S (Supplementi) contenente bandi di gara e appalti (lavori per più di 5.000.000 ECU, contratti di forniture per più di 200.000 ECU e contratti che ricadono all’interno degli accordi GATT per un valore di più di 125.000 ECU.
A partire dal 1° luglio 2013 le pubblicazioni elettroniche della Gazzetta ufficiale (GU) hanno valore giuridico. Tali documenti sono pubblicati esclusivamente su EUR-Lex. L’edizione elettronica è autentica e produce effetti legali, mentre la versione cartacea non ha più valore legale.
Per il periodo di programmazione 2021-2027, la Commissione Europea istituisce sei agenzie esecutive, tra cui l’Agenzia esecutiva per la salute e il digitale (HaDEA). Il ruolo dell’Agenzia è contribuire a ricostruire un’Europa post-COVID-19 più verde, più digitale, più resiliente e più adatta alle sfide attuali e future. L’Agenzia, occupandosi delle attività inerenti la tematica della salute, attuerà il nuovo programma EU4Health. Oltre a EU4Health, l’Agenzia si occuperà di attuare i seguenti programmi: Orizzonte Europa (pilastro II, polo tematico 1 – salute); programma per il mercato unico (sicurezza alimentare: salute delle persone, degli animali e delle piante lungo l’intera filiera alimentare e migliore formazione per rendere più sicuri gli alimenti); programma Europa digitale; meccanismo per collegare l’Europa; Orizzonte Europa (pilastro II, polo tematico 4 – digitale, industria e spazio).
Horizon Europe è il nuovo programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione. Horizon Europe, adottato per il periodo di programmazione 2021-2027, sostituisce il precedente programma Horizon 2020 (periodo 2014 – 2020). Il nuovo programma di finanziamento metterà a disposizione 95,5 milioni di euro per finanziare attività di ricerca e innovazione, in ambiti di applicazione civili. Il Programma è attuato direttamente dalla Commissione europea in modalità di gestione diretta. Horizon Europe è strutturato in tre pilastri (scienza di eccellenza, sfide globali e competitività industriale europea, Europa innovativa) e in una sezione (ampliamento della partecipazione e rafforzamento del SER), suddivisi a loro volta varie componenti.
Sono strumenti utilizzati per realizzare azioni volte alla soluzione di problemi che rivestono un interesse particolare per la Comunità, e sono cofinanziati dai fondi strutturali. Per il periodo di programmazione 2000-2006 sono state individuate 4 iniziative comunitarie, al fine di concentrare efficacemente gli interventi e le risorse disponibili: Interreg III – promuove la cooperazione transfrontaliera, transnazionale ed interregionale (cofinanziato dal FESR); Urban II – promuove la rivitalizzazione economica e sociale di città e quartieri in crisi (cofinanziato dal FESR); Leader Plus – promuove lo sviluppo rurale (cofinanziato dal FEOGA); Equal – promuove nuove pratiche di lotta alle discriminazioni e alle ineguaglianze di ogni tipo nell’accesso al mercato del lavoro (cofinanziato dal FSE). A partire dalla programmazione 2007-2013 le iniziative comunitarie non esistono più: la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale (INTERREG) è divenuta parte integrante del nuovo obiettivo COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA; le tematiche relative ad URBAN e EQUAL sono integrate nei programmi operativi, LEADER è integrato nello sviluppo rurale e finanziato dal Feoga.
I libri bianchi pubblicati dalla Commissione sono documenti che contengono proposte di azione comunitaria in uno specifico settore. Essi costituiscono talvolta il prolungamento dei libri verdi il cui scopo è invece quello di avviare un processo di consultazione a livello europeo. Quando un libro bianco è accolto favorevolmente dal Consiglio, può portare ad un programma di azione dell’Unione nel settore interessato.
I libri verdi sono documenti pubblicati dalla Commissione europea attraverso cui si vuole stimolare la riflessione a livello europeo su un particolare tema. Vengono invitate le parti interessate (enti e individui) a partecipare ad un processo di consultazione. I libri verdi sono a volte all’origine degli sviluppi legislativi che vengono poi presentati nei libri bianchi.
I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), definiti per la prima volta con il DPCM 29 novembre 2001, costituiscono le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è tenuto a garantire ai cittadini, in forma gratuita o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Il DPCM del 12 gennaio 2017 fornisce indicazioni sui nuovi LEA, definendo quali attività, servizi e prestazioni debbano essere garantiti ai cittadini. Il DPCM ridefinisce e aggiorna gli elenchi delle malattie rare e delle malattie croniche e invalidanti che danno diritto all’esenzione dal ticket. Il DPCM individua tre Livelli Essenziali di Assistenza, che si articolano in specifiche attività, servizi e prestazioni: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera.
Con “Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP)” si definiscono i servizi e le prestazioni di carattere sociale che lo Stato deve garantire uniformemente sul territorio nazionale. I LEP sono finalizzati a consentire ai cittadini il pieno godimento dei diritti sociali e civili. La Legge di Bilancio 2021 ha introdotto gli “Obiettivi di servizio”, per garantire agli Enti locali una copertura finanziaria minima su servizi quali asili nido e servizi sociali comunali. Anche il PNRR vuole favorire l’avvio di un percorso che, in complementarietà a quanto previsto tramite la spesa pubblica ordinaria, porti alla piena attuazione dei LEP su tutto il territorio nazionale. Sempre all’interno del PNRR, è prevista l’adozione di riforme volte alla formale individuazione di nuovi Livelli Essenziali delle Prestazioni. La Legge di bilancio 2022 definisce ulteriormente i LEP da garantire sul territorio nazionale, stanziando nuove risorse per colmare i divari territoriali.
È stato il Programma di apprendimento permanente dell’Unione Europea. Il Programma d’azione comunitaria nel campo dell’apprendimento permanente, o Lifelong Learning Programme (LLP), è stato istituito nel 2006 e ha riunito al suo interno tutte le iniziative di cooperazione europea nell’ambito dell’istruzione e della formazione dal 2007 al 2013. Ha sostituito, integrandoli in un unico programma, i precedenti Socrates e Leonardo, attivi dal 1995 al 2006. LLP ha sostenuto lo sviluppo dell’Unione Europea come società culturalmente avanzata, basata sulla conoscenza e la cooperazione tra i sistemi d’istruzione dei vari Paesi membri. Con la programmazione 2014-2020, il programma è stato sostituito da Erasmus+ (approvato con il Regolamento UE N 1288/2013).
Il Meccanismo per collegare l’Europa (MCE) è stato istituito nel 2014, per riunire i finanziamenti dell’UE per lo sviluppo delle infrastrutture nei settori del digitale, dei trasporti e dell’energia. Nell’ambito del bilancio UE per il periodo di programmazione 2021 – 2027, è stato approvato il nuovo programma del Meccanismo per collegare l’Europa (MCE), dotato di un budget pari a 33,71 miliardi di euro. Il fondo servirà a finanziare progetti e investimenti finalizzati a migliorare il sistema dei trasporti, delle reti energetiche, dei servizi digitali e della connettività. Obiettivo del programma è anche il sostegno dell’occupazione e della crescita economica e lo sviluppo delle nuove tecnologie. Il budget previsto verrà suddiviso nei settori trasporti (25,81 miliardi di euro), energia (5,84 miliardi di euro) e digitale (2,07 miliardi di euro).
NextGenerationEU è un piano per la ripresa europea adottato in risposta agli effetti della crisi socio-economica conseguente la pandemia da Covid-19. È uno strumento temporaneo per la ripresa che prevede investimenti per oltre 800 miliardi di euro, per contribuire a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia di coronavirus. Obiettivo degli investimenti sarà creare un’Europa più verde, digitale, resiliente e adeguata alle sfide presenti e future. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è il fulcro di NextGenerationEU: mette a disposizione agli Stati membri 723,8 miliardi di euro per prestiti e sovvenzioni, in vista dell’attuazione di riforme e interventi. Ciascun Stato membro ha il compito di attuare un piano di ripresa e resilienza nazionale. NextGenerationEU stanzia 50,6 miliardi di euro per REACT-EU – Assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa. Le risorse saranno ripartite tra: Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR); Fondo sociale europeo (FSE); Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).
NextGenerationEU assegnerà anche ulteriori finanziamenti ad altri programmi o fondi europei quali Orizzonte 2020, InvestEU, il Fondo per lo sviluppo rurale o il Fondo per una transizione giusta.
Nel 2015 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Elementi essenziali dell’Agenda 2030 sono 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS/SDGs) e 169 sotto-obiettivi. Questi obiettivi mirano a contrastare la povertà e le disuguaglianze e a promuovere lo sviluppo sociale ed economico, affrontando i cambiamenti climatici e costruendo società pacifiche. L’Unione europea ha rivestito un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo di questi obiettivi. Dagli anni ‘90, lo sviluppo sostenibile è stato sancito dai trattati dell’Unione come uno degli obiettivi a lungo termine e una priorità sia per le sue politiche esterne che interne. L’art. 3 del trattato sull’Unione europea individua lo sviluppo sostenibile come uno degli obiettivi dell’Unione. Gli OSS individuati dall’Agenda 2030 hanno validità universale e si basano sugli Obiettivi di sviluppo del millennio (OSM) delle Nazioni Unite, perseguiti nel periodo dal 2000 al 2015. Gli OSS bilanciano gli aspetti economici, sociali e ambientali della sostenibilità e definiscono 169 obiettivi associati da raggiungere entro il 2030.
Obiettivi definiti per gli interventi dei Fondi strutturali. Ciascuno di essi prevede una programmazione ad hoc. Con la programmazione 2007 – 2013 gli obiettivi erano 3: – Obiettivo 1: sviluppo e adeguamento strutturale delle zone in ritardo di sviluppo. – Obiettivo 2: riconversione economica delle zone con difficoltà strutturali. – Obiettivo 3: favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione.
La nuova programmazione 2021-2027 prevede che le risorse della politica di coesione dovranno essere concentrate per l’attuazione di 5 obiettivi strategici: un’Europa più intelligente; un’Europa più verde;
un’Europa più connessa; un’Europa più sociale; un’Europa più vicina ai cittadini.
Con “Ospedale di Comunità” si identifica una struttura sanitaria di ricovero breve, finalizzata a svolgere una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero vero e proprio. Finalità di questo tipo di servizio è quello di diminuire il numero di ricoveri ospedalieri impropri e di favorire le dimissioni protette dei pazienti in luoghi prossimi al domicilio e alla comunità di appartenenza. All’interno della Missione 6 – Salute, il PNRR programma la realizzazione di circa 400 strutture sanitarie territoriali, rivolte a pazienti che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica potenzialmente erogabili a domicilio, ma che necessitano di assistenza e sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio. Gli Ospedali di Comunità saranno dotati generalmente di 20 posti letto e saranno a gestione prevalentemente infermieristica.
I piani di gestione sono documenti di programmazione annuale, nei quali i servizi della Commissione europea, sulla base delle priorità politiche della Commissione, definiscono le attività e il modo in cui contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi specifici stabiliti nel piano strategico adottato.
All’interno dei piani di gestione sono definite le azioni e i risultati principali per l’anno successivo e le modalità con cui ciascun servizio prevede di contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti. I contenuti dei piani riflettono il discorso sullo stato dell’Unione del Presidente della Commissione europea, il programma di lavoro della Commissione e i legami tra gli obiettivi del servizio e le risorse disponibili stanziate nel bilancio.
I piani strategici sono documenti di programmazione pluriennale (cinque anni), nei quali i servizi della Commissione Europea descrivono in che modo contribuiranno al conseguimento degli obiettivi politici generali della Commissione. Nel quadro del piano strategico, ciascun servizio della Commissione elabora anche dei piani di gestione annuale, che definiscono le attività e il modo in cui contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi specifici stabiliti nel piano strategico. Scopo di questi piani è che le direzioni generali allineino i loro obiettivi a quelli della Commissione e che siano efficacemente pianificate le attività, in vista del conseguimento degli obiettivi.
Nei piani strategici sono delineate le strategie e modalità con cui i servizi contribuiranno a realizzare le 6 priorità politiche della Commissione: Green Deal europeo (l’Europa intende essere il primo continente a raggiungere la neutralità climatica, diventando un’economia moderna ed efficiente sotto il profilo delle risorse); un’Europa pronta per l’era digitale (la strategia digitale dell’UE doterà le persone di competenze inerenti a una nuova generazione di tecnologie); un’economia al servizio delle persone (l’UE deve creare un ambiente più attraente per gli investimenti e una crescita che offra lavori di qualità, in particolare per i giovani e le piccole imprese); un’Europa più forte nel mondo (l’UE rafforzerà la sua voce nel mondo promuovendo il multilateralismo e un ordine internazionale fondato su regole); promozione dello stile di vita europeo (l’Europa deve proteggere lo Stato di diritto per difendere la giustizia e i valori fondamentali dell’UE); un nuovo slancio per la democrazia europea (dare più voce ai cittadini europei e proteggere la democrazia da interferenze esterne quali la disinformazione e i messaggi di odio online). Tutti i servizi riferiscono ogni anno in merito ai progressi compiuti nelle loro relazioni annuali di attività.
Con il decreto legge 6 maggio 2021, n. 59 convertito, con modificazioni, dalla legge 1 luglio 2021, n. 101, è stata approvata l’adozione del Piano nazionale per investimenti complementari (PNC). Il Piano, finanziato con risorse nazionali per il periodo 2021 – 2026, va ad integrare i contenuti del PNRR. Il decreto ministeriale del MEF del 15 luglio 2021 definisce risorse e programmi del PNC. Sono destinati ad attività complementari alla Missione 6 – Salute del PNRR finanziamenti volti a realizzare tre progetti: salute, ambiente, biodiversità e clima; verso un ospedale sicuro e sostenibile; ecosistema innovativo della salute.
L’UE ha adottato il piano Next Generation EU (NGEU) in risposta alla crisi pandemica causata dal Covid-19. Il piano prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.
L’Italia risulta essere la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Il dispositivo RRF prevede che gli Stati membri presentino un Piano nazionale di investimenti e riforme.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentato dall’Italia si articola in sei Missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute) e 16 Componenti.
Il 40 per cento circa delle risorse territorializzabili del PNRR sono destinate alle regioni meridionali. L’impianto del PNRR prevede un forte orientamento all’inclusione di genere e al sostegno all’istruzione, alla formazione e all’occupazione dei giovani. Il PNRR prevede che siano adottate quattro importanti riforme: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza.
Una struttura di governo centrale presso il Ministero dell’Economia supervisiona l’attuazione del PNRR ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea.
Un programma operativo PO per l’attuazione di un QSN Quadro strategico nazionale, si divide in Programmi Operativi Nazionali (PON) e Programmi Operativi Regionali (POR) e in Programmi Operativi Interregionali (POIN) delineanti gli obiettivi specifici all’interno di assi prioritari. Si compone da un insieme coerente di assi prioritari su base pluriennale, per realizzare i quali è consentito far ricorso ad uno o più fondi strutturali come ad altri strumenti finanziari. I Programmi Operativi Regionali sono monofondo e plurifondo, e riguardano il Fondo Europeo Sviluppo Regionale (FESR), il Fondo Sociale Europeo (FSE) e il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (PSR FEASR).
Istituito dal regolamento (UE) 2021/522, EU4Health è il Programma d’azione dell’UE in materia di salute adottato per il periodo di programmazione 2021-2027, in risposta alla pandemia da Covid-19. EU4Health vuole affrontare le sfide sanitarie a lungo termine creando sistemi sanitari più forti, più resilienti e più accessibili. Con un bilancio di circa 5,3 miliardi di euro, EU4Health rappresenta un sostegno senza precedenti dell’Unione Europea nell’ambito della salute. EU4Health sarà attuato dalla nuova Agenzia esecutiva europea per la salute e il digitale (HaDEA), entrata in attività il 1° aprile 2021. EU4Health eroga finanziamenti a soggetti, organizzazioni sanitarie e ONG dei paesi dell’UE o dei paesi terzi associati al programma, ed è attuato mediante programmi di lavoro annuali per sostenere, in particolare, quattro categorie di azioni, con un’attenzione trasversale al cancro: preparazione alle crisi, promozione della salute e prevenzione delle malattie, sistemi sanitari e personale sanitario, digitale. EU4Health persegue i seguenti obiettivi: migliorare e promuovere la salute nell’Unione, al fine di ridurre l’onere delle malattie trasmissibili e non trasmissibili, sostenendo la promozione della salute e la prevenzione delle malattie, riducendo le disuguaglianze sanitarie, favorendo stili di vita sani e promuovendo l’accesso all’assistenza sanitaria; proteggere le persone nell’Unione dalle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero e rafforzare la capacità di risposta dei sistemi sanitari e il coordinamento tra gli Stati membri per far fronte a gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero; accrescere la disponibilità e l’accessibilità, anche in termini economici, dei medicinali, dei dispositivi medici e dei prodotti pertinenti per la crisi nell’Unione e sostenere l’innovazione in relazione a tali prodotti, così come l’uso efficiente dei medicinali; potenziare i sistemi sanitari nazionali, attraverso un miglior utilizzo dei dati sanitari, lo sviluppo di strumenti e servizi digitali, la trasformazione digitale della sanità; migliorare l’accesso alle cure, sviluppare e implementare la legislazione sanitaria dell’Unione, i meccanismi decisionali basati sull’evidenza e il lavoro integrato tra i sistemi sanitari degli Stati Membri.
Istituito dal Regolamento (UE) 2021/694, Europa Digitale è il programma adottato dall’UE per il periodo di programmazione 2021 – 2027 in tema di tecnologie digitali. Il programma Europa digitale finanzia progetti in cinque settori: calcolo ad alte prestazioni; intelligenza artificiale; cibersicurezza e fiducia; competenze digitali avanzate; implementazione e impiego ottimale delle capacità digitali e interoperabilità. Con l’adozione di questo programma, l’UE punta a colmare il divario tra la ricerca sulle tecnologie digitali e la diffusione sul mercato, portando un beneficio cittadini e imprese, in particolare le PMI. Il programma Europa Digitale sostiene investimenti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi dell’UE della transizione verde e della trasformazione digitale.
Quadri di interventi pluriennali con cui la Commissione Europea definisce le attività comunitarie in un settore specifico. In passato, il più importante è stato il Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico (RST), giunto al suo settimo periodo di programmazione che definisce le priorità, l’entità finanziaria, le modalità di tutte le opportunità che l’Unione europea offre a chi è coinvolto nella RST. Successivamente è stato adottato per il periodo 2014-2020 il programma quadro Horizon 2020, con un budget di quasi 80 milioni di euro, sostituito da Horizon Europe per il periodo 2021-2017. Horizon Europe è il nuovo programma di finanziamento che metterà a disposizione 95,5 milioni di euro. Questo nuovo programma quadro finanzia attività di ricerca e innovazione. Il Programma è attuato direttamente dalla Commissione europea in modalità di gestione diretta.
Progress è stato il Programma comunitario per l’occupazione e la solidarietà nel periodo di programmazione 2007 – 2013. Questi gli obiettivi principali:
Nel periodo 2014 – 2020 il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) ha riunito i tre programmi dell’UE Progress, EURES e Progress Microfinance, che hanno costituito i 3 assi del programma EaSI. Per il periodo di programmazione 2021 – 2027 il programma EaSI diventa una componente nell’ambito del Fondo Sociale Europeo plus (FSE +).
Paesi e Territori non europei che mantengono con Danimarca, Francia, Paesi Bassi delle relazioni particolari (sono loro ex colonie) e non godono di indipendenza. La loro associazione alla Comunità europea ha il fine di promuoverne lo sviluppo economico e sociale e l’instaurazione di relazioni con la Comunità nel suo insieme. Di essi si occupa la parte IV del Trattato (art. 182 e sg.). Inoltre, nel 2001 è stata conclusa una decisione (2001/822/CE) che disciplina l’associazione dei PTOM alla CE per il periodo 2001-2007. Nello specifico sono: PTOM Francesi: Mayotte, Nuova Caledonia, Polinesia Francese, Saint-Pierre e Miquelon, Terre Australi e Antartiche Francesi, Isole Wallis e Futura. PTOM Olandesi: Aruba, Antille Olandesi (Curaçao, Bonarie, Sint Maarten, Sint Eustatius, Saba). PTOM Regno di Danimarca: Groenlandia. Prima dell’uscita del Regno Unito dall’UE (il Regno Unito è diventato un paese terzo – extra UE a partire dal 1° febbraio 2020) erano considerati paesi d’oltremare anche i PTOM Britannici: Anguilla, Isole Cayman, Isole Falkland, Georgia del Sud e Sandwich Australi, Montserrat, Pitcairn, Sant’Helena e i Dipartimenti, Territorio Antartico Britannico, Territorio Britannico dell’Oceano Indiano, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini Britanniche.
Il Punto Unico di Accesso (PUA) è un intervento che si colloca nell’ambito del “welfare di accesso” di Comunità. Il PUA è sia un luogo fisico che una modalità organizzativa che, mettendo in pratica un approccio multiprofessionale e di rete, permette che al cittadino sia garantito un primo accesso unitario ai diversi Servizi. Il PUA costituisce un luogo di accoglienza sociale e sociosanitaria, una porta di accesso ai servizi e alle risorse dei territori. La modalità organizzativa dei PUA punta a superare la settorializzazione degli interventi e a favorire l’integrazione socio-sanitaria.
Il Programma integrava, sosteneva e aggiungeva valore alla politica degli Stati membri e contribuiva a una maggiore solidarietà e prosperità nell’Unione europea tutelando e promuovendo la salute e la sicurezza umane nonché migliorando la sanità pubblica. Gli obiettivi perseguiti mediante le azioni erano i seguenti: – migliorare la sicurezza sanitaria dei cittadini – promuovere la salute, anche riducendo le disparità sanitarie – generare e diffondere informazioni e conoscenze sulla salute. Le azioni erano volte a favorire, se del caso, la prevenzione delle principali malattie e contribuivano a ridurne l’incidenza, nonché la morbilità e la mortalità da esse causate. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi del Programma la Commissione, in stretta cooperazione con gli Stati membri: perseguiva l’obiettivo della comparabilità di dati e informazioni e della compatibilità e interoperatività dei sistemi e delle reti per lo scambio di dati e informazioni sulla salute; assicurava la necessaria cooperazione e comunicazione con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e con altri organismi pertinenti dell’Unione europea al fine di ottimizzare l’uso dei fondi comunitari. Per garantire un elevato livello di tutela della salute umana in sede di definizione ed esecuzione di tutte le politiche e azioni comunitarie e per promuovere l’integrazione della dimensione della salute nelle altre politiche, gli obiettivi del programma potevano essere sviluppati come strategie e azioni comuni stabilendo legami con i programmi, le azioni e i fondi comunitari corrispondenti. La Commissione provvedeva a garantire la sinergia ottimale del programma con altri programmi, azioni e fondi comunitari. La dotazione finanziaria per l’intera durata del Programma era pari a 321 500 000,00 euro. Il contributo finanziario della Comunità non superava il 60 % del costo delle azioni destinate a favorire la realizzazione di un obiettivo del programma, salvo in casi di utilità eccezionale, per i quali il contributo comunitario poteva arrivare fino all’80 % dei costi elegibili. Il Programma era aperto alla partecipazione di persone giuridiche pubbliche/private con sede negli Stati Membri della UE, paesi ad essa associati, in particolare i paesi ai quali si applica la politica europea di vicinato, quelli che hanno presentato domanda di adesione, che sono candidati e stanno aderendo all’Unione europea, nonché i paesi dei Balcani occidentali inclusi nel processo di stabilizzazione e di associazione, conformemente alle condizioni definite nei diversi accordi bilaterali o multilaterali che fissano i principi generali della partecipazione di tali paesi ai programmi comunitari, paesi EFTA/SEE (Islanda Liechtenstein e Norvegia) e paesi terzi. Erano incoraggiate le relazioni e la cooperazione con i paesi terzi non partecipanti al programma e con le organizzazioni internazionali interessate, in particolare l’OMS.
Il Programma Europeo di sanità pubblica riferito al periodo 2003 – 2008 si è poi strutturato definitivamente nel Secondo e nel Terzo Programma Europeo sulla Salute, rispettivamente per i periodi 2008 – 2013 e 2014 – 2020. Dal 26 marzo 2021 è entrato in vigore il Programma EU4Health, con la pubblicazione, nella Gazzetta ufficiale dell’UE, del Regolamento (UE) 2021/522. EU4Health è un Programma d’azione dell’Unione Europea (UE) in materia di salute per il periodo 2021-2027 ed è il programma più ampio mai realizzato dall’UE in ambito sanitario in termini di risorse finanziarie.
ReGiS è il sistema gestionale unico del PNRR, attraverso cui le Amministrazioni centrali e territoriali interessate dal Piano devono adempiere agli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo dei progetti finanziati con fondi PNRR. Il sistema ReGiS si compone di tre sezioni: misure (riforme e investimenti del PNRR); milestone e target; progetti.
La Commissione europea ha presentato la strategia Europa 2020 per uscire dalla crisi e preparare l’economia dell’UE ad affrontare le sfide del decennio 2010-2020. La Commissione ha individuato tre motori di crescita, da mettere in atto mediante azioni concrete a livello europeo e nazionale: crescita intelligente (promuovendo la conoscenza, l’innovazione, l’istruzione e la società digitale), crescita sostenibile (rendendo la nostra produzione più efficiente sotto il profilo dell’uso delle risorse, rilanciando nel contempo la nostra competitività) e crescita inclusiva (incentivando la partecipazione al mercato del lavoro, l’acquisizione di competenze e la lotta alla povertà). Questa battaglia per la crescita e l’occupazione ha richiesto un coinvolgimento al massimo livello politico e la mobilitazione di tutte le parti interessate in Europa. La strategia Europa 2020 ha proposto cinque obiettivi da raggiungere entro il 2020 e in base ai quali valutare i progressi compiuti.
Il 25 novembre 2020 è stata adottata la strategia farmaceutica per l’Europa che mira a garantire ai pazienti l’accesso a medicinali innovativi e dal prezzo contenuto e a sostenere la competitività, la capacità di innovazione e la sostenibilità dell’industria farmaceutica dell’UE. Obiettivo della strategia è consentire all’Europa di soddisfare il proprio fabbisogno di farmaci anche in tempi di crisi, grazie a catene di approvvigionamento solide. La strategia farmaceutica europea presenta quattro pilastri: garantire ai pazienti l’accesso a medicinali a buon mercato e rispondere alle esigenze mediche non soddisfatte; promuovere la competitività, la capacità di innovazione e la sostenibilità del comparto farmaceutico dell’UE e la produzione di medicinali di alta qualità, sicuri, efficaci e più ecologici; potenziare i meccanismi di preparazione e risposta alle emergenze e affrontare la questione della sicurezza dell’approvvigionamento; assicurare una posizione solida dell’UE sulla scena mondiale, promuovendo standard elevati in termini di qualità, efficacia e sicurezza.
La strategia farmaceutica per l’Europa agisce sinergicamente con la nuova strategia industriale per l’Europa e con le priorità delineate nel Green Deal europeo, nel piano europeo di lotta contro il cancro e nella strategia digitale europea.
La telemedicina impiega le tecnologie ICT per innovare i metodi e gli strumenti tradizionali delle visite sanitarie e delle terapie, tramite l’adozione di nuove tecniche sia in ambito diagnostico che terapeutico. I servizi di telemedicina comportano la trasmissione di informazioni e dati di carattere medico per la prevenzione, diagnosi, trattamento e controllo dello stato di salute dei pazienti. Tra i servizi di telemedicina ricordiamo: teleconsulto, televisita, telemonitoraggio, teleassistenza. Il PNRR, in particolare la missione 6 – Salute, punta a rafforzare i servizi di telemedicina sul territorio nazionale, per contribuire a ridurre i divari sul territorio nazionale in termini sanitari, grazie all’armonizzazione degli standard di cura garantiti dalla tecnologia, garantire una migliore “esperienza di cura” per gli assistiti e migliorare i livelli di efficienza dei sistemi sanitari regionali.
Il termine reti transeuropee indica reti di comunicazione che uniscono le varie regioni all’interno dell’Unione europea, volte a favorire il buon funzionamento del mercato unico, stimolare la crescita economica e creare nuovi posti di lavoro. Nel periodo 2000-2006, sono stati stanziati 4,6 milioni di euro a sostegno delle reti transeuropee, ai quali vanno aggiunti i contributi del FESR, del Fondo di Coesione, della BEI e del FEI. A seguito dell’allargamento a nuovi 10 paesi nel 2004, nella successiva programmazione è stata aumentata in modo consistente la parte di bilancio comunitario destinata alle reti transeuropee. Tali reti sono presenti in 3 settori: – Trasporti (TEN-T): riguardano progetti relativi alle varie tipologie di trasporto (su strada, marittimi, ferroviari, ecc); – Energia (TEN-E): progetti riguardanti i settori dell’elettricità e del gas naturale; – Telecomunicazioni (eTEN): progetti riguardanti lo sviluppo di reti di telecomunicazione.
Per il periodo di programmazione 2014 – 2020 è stato creato il fondo MCE, Il meccanismo per collegare l’Europa, per incentivare gli investimenti nelle reti transeuropee e sfruttare i finanziamenti sia dal settore pubblico che privato- Questo fondo è stato prorogato al periodo 2021-2027. Gli importi assegnati al programma, provenienti dal bilancio UE, sono: Trasporti: 11,4 miliardi di euro (oltre a un trasferimento di 10 miliardi di euro dal fondo di coesione), di cui 1,4 miliardi sono riservati alla realizzazione di importanti collegamenti ferroviari transfrontalieri tra i paesi beneficiari del fondo di coesione; Energia: 5,2 miliardi di euro; Digitale: 1,8 miliardi di euro.
Era un’organizzazione europea creata nel 1948 con il Trattato di Bruxelles, con l’obiettivo di attivare la cooperazione nei settori della sicurezza e della difesa in Europa. Nel corso del tempo, molte delle competenze che le erano state riconosciute sono passate alla NATO. Era composta da 28 Stati, con status differenti: MEMBRI EFFETTIVI: Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Regno Unito; OSSERVATORI: Austria, Danimarca, Finlandia, Irlanda e Svezia; MEMBRI ASSOCIATI: Islanda, Norvegia, Polonia, Repubblica ceca, Ungheria, Turchia; PARTNER ASSOCIATI: Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia.
Dal 1° luglio 2001 la UEO ha cessato di avere un ruolo operativo nella difesa europea. Nel 2010 gli stati membri hanno deciso di terminare l’attività dell’Organizzazione.
Programma Mattone Internazionale Salute – ProMIS
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30125 – VENEZIA
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Programma Mattone Internazionale Salute – ProMIS
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00187 – Roma
cell. +39.3456598389 +39.3356504832 +39 3470155658
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Programma Mattone Internazionale Salute – ProMIS
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30027 – San Donà di Piave (VE)
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